Madama Chips si avvicinò alla ragazza e prese a controllarle
prima il polso e poi la fronte.
- Scotta, ha sicuramente la febbre – disse
guardando i due ragazzi che aspettavano di fronte a lei. - Andate pure, la porto in infermeria – continuò, tirando fuori la bacchetta e
sollevando delicatamente con un incantesimo il corpo di Kioko.
Harry si alzò e fece per andarsene, ma George senza smettere
di guardare la ragazza disse deciso: - No, vi accompagno –
- Non sia sciocco Weasley, non c’è ne affatto
bisogno. Fareste di tutto per perdere una lezione – rispose
secca Madama Chips.
- Cosa vuole che me ne importi della
lezione – urlò George impaziente.
- Weasley – tuonò la voce della McGranitt. – Cosa succede qui? – chiese rivolta
all’infermiera della scuola.
- Niente, professoressa, questa ragazza si è sentita poco bene
– spiegò Madama Chips indicando Kioko che galleggiava
in aria.
- Cos’ha? – chiese perplessa
- Solo la febbre credo. Se mi permettete di portarla in
infermeria, prima che tutta la scuola si riunisca qui, potrò verificare –
rispose acida l’infermiera, guardando il corridoio in cui si trovavano
ora pieno di ragazzi che guardavano curiosi.
- Sì, certo la porti via – disse
Harry che aveva visto Ron ed Hermione si avvicinò a loro,
dimenticandosi di avercela con Ron, mentre George rimase immobile davanti alla
McGranitt.
- Professoressa vorrei andare con lei
– disse con voce sicura il ragazzo.
- Non dica sciocchezze Weasley, a quale scopo? Hai lezione con
me ora, su andiamo, di certo non ti permetterò di perdere una mia lezione
inutilmente – rispose
George deluso si allontanò lentamente, gettando prima uno
sguardo verso la ragazza che volteggiava in aria, ancora immobile, seguita da
Madama Chips e dalla McGranitt.
- Cos’è successo? – chiese Ron a Harry.
- Sssst – fece Hermione,
l’infermiera e la professoressa passavano ora vicino a loro, e Hermione cercò
di ascoltare cosa si dicessero.
- Portala in infermeria subito, e appena l’avrai controllata,
avvisa Silente. Ci andrei io subito, ma ho lezione.
Non dimenticare di avvisare Silente, digli subito che si tratta di Kioko Cupot
– bisbigliò
- Cosa c’è che non va questa volta? –
domandò Harry che aveva notato l’espressione pensierosa di Hermione.
- Beh è strano no? – disse la ragazza rivolta all’amico. – Perché avvisare Silente? – chiese pensierosa.
- Perché un’alunna si sente poco
bene, non c’è niente di strano – rispose Harry.
- Oh ma insomma Harry? Cosa ti ha
fatto quella ragazza? Possibile che non vedi che c’è qualcosa di strano in lei?
Avvisare immediatamente Silente perché qualcuno ha la
febbre, e specificare di chi si tratta, poi – spiegò la ragazza irritata. – Con tutto che accade fuori, poi – aggiunse tristemente.
- Hai ragione, sicuramente
- Harry, calma, Hermione diceva solo quello che pensa. Ci preoccupavamo per te, ti ricordi
sì che siamo tuoi amici – s’intromise Ron che fino a quel momento era rimasto
in silenzio.
- Sì dei veri amici…non intrometterti tu! Ora mi sorvegli? Beh
grazie tante, ma se avrò bisogno di qualcosa mi
difendo da solo, se aspettassi te… - replicò Harry. Non avrebbe voluto dire
questo a Ron, e non voleva neanche aggredire Hermione, ma era
arrabbiato.
- Harry io… - cominciò a dire Ron.
- Sì certo ti spiace, lo so…come no – disse Harry, prima di
allontanarsi.
Dopo il litigio con Hermione e Ron, Harry corse verso l’aula
di pozioni, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era tardare di nuovo alla
lezione di Piton. La lezione come al solito fu molto
sgradevole, Piton continuava a guardare maligno Harry, che s’innervosiva e
continuava ad inserire gli ingredienti a caso nel calderone.
- Potter, cosa combini? Getta via quella porcheria, prima che
saltiamo tutti in aria – urlò Piton ad Harry a metà
lezione, costringendolo a rimanere poi per il resto della lezione senza fare
niente.
Passarono alcuni giorni senza che Harry ebbe
notizie di Kioko, pensò più volte di andarla a trovare in infermeria, ma ogni
volta si lasciava distrarre da qualcosa, e si riprometteva di andare appena
possibile.
Alcuni giorni dopo, mentre tornava con Ron (i due ragazzi
avevano fatto pace, anche se con Hermione le cose ancora non andavano come
prima) e Ginny, Harry si trovò di fronte Kioko che lo guardava tristemente.
- Ciao – disse Harry sorpreso.
- Ciao – lo salutò la ragazza, con aria assente, senza
rivolgere uno sguardo a Ginny e Ron.
- Ehm, Ron, Ginny, andate avanti vi raggiungo
dopo – disse subito Harry, senza badare al viso contratto di Ginny.
- Harry… - cercò di dire Ron, ma si bloccò, a causa dello
sguardo furente che gli rivolse l’amico.
- Potevi anche andare con la tua ragazza e Ron sai – disse
Kioko avviandosi verso il campo di Quidditch.
- Ginny? Lei non è la mia ragazza – disse Harry decisamente troppo infastidito da quella osservazione.
- No, beh, ho immaginato che fosse così – disse
la ragazza che continuava a camminare senza volgersi a guardare Harry. – Non
sei mai venuto a trovarmi infermeria, e così ho pensato che la tua ragazza non
volesse. Quindi se non è lei è l’altra, Hermione? –
spiegò la ragazza e chiese a Harry.
- No – rispose lui. – Io non…non ho una
ragazza – aggiunse.
- No? – chiese con un sorriso Kioko, ora si era voltata verso
di lui e sorrideva maliziosamente.
- Allora Harry, mi porti sulla scopa? –
chiese cambiando totalmente argomento e afferrando la scopa di Harry.
- Kioko, cos’avevi? – chiese il
ragazzo.
- Niente. Ma non ne parliamo, ho
voglia di volare – rispose lei, impugnando la scopa di Harry e montandola.
Harry rimase immobile a guardarla, montava la sua Firebolt e i
suoi piedi si erano scostati leggermente da terra, lo
guardava con un sorriso dolce ma gli occhi erano sempre velati da un alone di
tristezza.
- Mi fai compagnia? – chiese Kioko con voce soave.
- Certo - rispose Harry, montando con lei sulla scopa.
I due ragazzi volarono sopra tutto il castello, senza parlare.
Harry si sentì come non si sentiva da molto tempo, libero da ogni pensiero e
preoccupazione. Il vento e le ciocche di capelli di Kioko accarezzavano il suo
viso dolcemente, e il profumo dello shampoo della ragazza lo inebriava. Lassù
con lei provò il desiderio di fuggire, lontano, dove non esisteva Hogwarts, la
magia, i suoi genitori morti, Voldemort, Sirius apparso nella sua vita e già
scomparso. Al pensiero di Sirius Harry si sentì terribilmente abbattuto, aveva
perso molte persone nella sua vita, ma per la morte di Sirius lui si sentiva
colpevole. Ma in quel momento non continuò a pensare a
lui, riusciva solo a pensare alla ragazza che aveva davanti, e che avrebbe
voluto soddisfare ogni suo desiderio.
- Harry, scendiamo – disse lei dopo un po’ che erano in volo,
Harry notò che aveva il viso nuovamente livido, accentuato maggiormente dalle
guance che le si erano fatte rosse.
- Ti senti bene? – le chiese il ragazzo mentre atterravano al
centro dell’immenso campo di Quidditch.
- Sì – rispose, ma con grande
sorpresa di Harry poggiò lentamente la testa sulle spalle.
Il ragazzo avvampò a quel gesto, ma senza pensarci due volte
le sollevò il viso con la mano e la bacio teneramente
sulle labbra.