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Autore: Less_    03/07/2010    3 recensioni
Scommetto sulle mie pellicine che leggendo scoprirete una nuova parola... accettate?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Fantastico!» esclamo.
«È ufficialmente la mia giornata delle figure di merda» dico ad Arianna e Lucrezia, al cinema con me.
«Ho pagato e non stavo neanche prendendo i biglietti! E poi sembrava che avessi il morbo di Parkinson mentre ordinavo da mangiare e da bere. E poi? Poi ho fatto cadere dei popcorn mentre passavo davanti a tutti. Anzi no, sono passata davanti a tutti e questa già di per sé è una figuraccia!» mi sfogo.
Ma questo è solo l'inizio. In seguito inciamperò rendendomi ridicola davanti a tutti. Che ci voglio fare?
«Dovrei stare rinchiusa in casa. Ale, perché non esci? Perché io non posso uscire. Davvero, non sono in grado! Non ho mai conosciuto nessuno più imbranato di me» continuo mentre la mia borsetta scivola miseramente dal sedile fino a terra. Sospiro, triste, e mi siedo dopo aver recuperato “L'immondo oggetto”. La borsetta, intendo. L'immondo oggetto. Quella schifezza 10 cm x 10, stretta come un corridoio in cui devi assolutamente passare, che trabocca di cellulare, soldi (rigorosamente in pezzi da cinque centesimi), cioccolatini squagliati, fazzoletti sfusi e fazzoletti fusi – cioè pacchetti smezzati.
Dopo la prima ora di film, Arianna e Lucrezia, probabilmente e giustamente scocciate dalle mie continue lamentele, vanno in bagno, e io su mia insistenza rimango a tenere loro il posto. Mi giro per un nanosecondo. E lo vedo. È un ragazzo strabellissimo. Non è che io non usi parole come “bono” o “figo”, parole che, sicuramente, gli stanno bene addosso, è che lui ha un'aria che... be', mi sembrerebbe irrispettoso affibbiargli appellativi così volgari. Non mi guarda per niente, sta cercando un posto, ma naturalmente io che cosa faccio? Mi alzo.
Nessun problema, certo, visto e considerato che io non ho tre coca-cola e tre barattoli di pop-corn in grembo. Vero? No, falso. Mi annacquo (o sarebbe meglio dire che mi accocacolo, se la parola esistesse) e spargo il contenuto di quegli aggeggi per metà sala. E lui si gira.
MinBIIIP.
Censura. Non si poteva girare mentre stavo seduta? Mi accorgo dolorosamente che non mi fissa solo lui. Mi risiedo, impacciata, e cerco di radunare pop-corn e tamponare coca-cola. Dio, avete mai visto niente di più patetico? Perdo di vista il ragazzo, meglio così. Non ci tengo a essere sotto i suoi occhi con i pantaloni sporchi di cola e la faccia rossa. Ah, ma non avete ancora capito? Oggi è la-mia-giornata-delle-figure-di-merda. Con la fortuna che mi ritrovo, non è raro fare gaffes improbabili, ma oggi la frequenza è pazzesca!
Infatti lui compare accanto a me, e tampona con me il pavimento. Sguazzo nel lago di liquido marrone tipo diarrea ultra sciolta, senza sapere che dire.
«Hippopotomonstrosesquippedaliofobia» dico. E poi svengo. Sì, l'hippopotomonstrosesquippedaliofobia è la soluzione a tutto.













___Autrice___

Piccole precisazioni: il morbo di Parkinson esiste sul serio; la giornata è avvenuta sul serio, incontro del ragazzo e conseguente rovesciamento totale esclusi; Hippoblablabla è una parola realmente esistente. Significa avere paura delle parole lunghe. Spero di avervi fatto sorridere.
Besos, _sirio_
   
 
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