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Autore: Less_    04/07/2010    1 recensioni
Sono tranquilla, ora. Lei mi dirà tutto. Anche se non so come,... perchè la nonna è morta
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto cadendo. Sto precipitando giù, o su, dove non importa. Voglio andare altrove, e non importa che sia l'inerzia a decidere.

Credono che senta del dolore. Non è vero. Faceva male quando mi reggevo con forza, quando mi aggrappavo, quando non volevo mollare. Quando non sapevo quant'era bello cadere. Quando credevo che cadere fosse una brutta cosa, quando avevo così tanta paura di cadere che lottavo con le unghie e con i denti perché non succedesse.

Ma non è finita. C'è stupore, adesso. Non è finita. E lo stupore è bello... candido, come la neve, così bianco... ti chiedi come possa essere così bianco, non sai come può. Stai solo lì, lo guardi. Io lo guardo e cado. E mi chiedo come possa essere così bianco. Mi fa pensare a quando ero bambina e ho visto la neve per la prima volta. Era nuova, era bianca, tanto bella da togliere il respiro. Come allora, adesso è tutto bianco.

Continuo a cadere, ma adesso non è più bello. Mi fa paura. La mia paura mi ferma, per un attimo... no... no... no... sto cadendo ancora, non è possibile. No... no, no... non mi piace più cadere... troppo vento sul viso... adesso è come scivolare nella gelatina... ma io voglio fermarmi! Voglio tornare indietro. C'è una parte di me che lo fa. Apro gli occhi e vedo il volto di mia madre e di mia sorella, pieni di lacrime.

No, no, sono sveglia – allora perché non smetto di cadere?

Non dovete piangere, io sono tornata – cado, cado... perché non mi fermo?

Mi sembra di alzarmi a sedere, com'è possibile che non mi vediate – perché cado ancora?

Sono in piedi sul lettino. Mi giro, perché voi state guardando ancora in basso, sul lettino... ma perché? Sono qui. No.

Mi giro. C'è il mio corpo, ma non ci sono io. Continuo a cadere e adesso sono confusa perché sto saltando al rallentatore attraverso la stanza, verso il soffitto, ma vedo anche che cado ancora... c'è un bellissimo giardino. C'è il mio corpo. Mi hanno tolto la flebo – come facevo ad avere una flebo mentre cadevo?

C'è un medico che spegne un monitor. Allora capisco. Non era mia la forza che mi teneva su. Ma io non voglio più cadere!

L'immagine svanisce. C'è ancora quel bellissimo giardino, pieno di persone. Allora sto cadendo, mi prenderanno? Ma io non ho mai visto quel giardino. E poi l'immagine cambia. Un muro. Ci passo attraverso, da sotto, ma non sento niente. Tante persone intorno a dei letti. Alcune piangono, altre ridono. Continuo a cadere.

Piango, come quando ero bambina. Ma perché questo? Che cos'è?

Poi trapasso anche il tetto e vedo il cielo, vedo la città.

Chiudo gli occhi, ma vedo tutto lo stesso. Su, su. O giù, o altrove.

Non posso scegliere. Chiudo gli occhi più forte, disperata – forse ora finisce, sì, finisce fra poco.

Ma vedo lo stesso. Lo vedo, il giardino.

C'è la nonna.

Sono tranquilla, adesso.

Lei mi dirà tutto. Anche se non so come,...

perché la nonna è morta.

Cado.

 

   
 
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