Ombre frastagliate; nitidi contorni neri delineano alti alberi, sopra un violaceo sfondo notturno. Riflessi arancioni e punti di luce dei lampioni della città mi bersagliano e il suono ininterrotto di una cicala che sfrega le sue avide ali. Bagliori bianchi, da lontano trasportano una tiepida brezza che a tratti m'accarezza, a tratti m'avvolge tutt'attorno al corpo. Due lunghe e sottili strisce di luce compaiono, serpeggianti davanti a me, si distendono sul prato, poi spariscono: un'auto che passa. Una calma e una tranquillità abissali, riempiono l'orizzonte a me visibile; la collina alla mia sinistra, è seminata di caldi punti luminosi che ne dipingono il profilo, come fosse un quadro. Ancora una volta mi trovo, sul poggiolo senza sonno, in una sorta d'indefinita attesa e concitazione, un'ammirazione profonda per la singola semplicità d'una notte d'estate.