INCHIOSTRO E VENTO

Photograph ° L’importanza di un momento °

Il caldo di quel pomeriggio era davvero asfissiante e Naruto continuava a rotolarsi in quel letto spazientito. Compiendo un qualche movimento brusco fece mugugnare con disappunto il compagno che gli dormiva accanto. Naruto lo squadrò di sottecchi, quasi indignato perché lui riusciva a dormire beato nonostante la calura insopportabile!

Non una goccia di sudore imperlava quella pelle candida; e lui invece sembrava appena uscito dalla sauna, eppure anche lui era nudo come un verme.
Sospirò esausto, fare l’amore era stancante e con quel caldo poi! Ma tuttavia non poteva dire di essersi pentito di averlo fatto, in fondo a furia delle varie missioni era ben poco il tempo che gli veniva concesso per avere un po’ di intimità con Sai. Senza un motivo apparente gli venne da sorridere al ricordo di Sai avvinghiato a lui solo poche ore prima, le guance rosse come due pomodori e il viso incorniciato da quell’ espressione in estasi.

Si sentì avvampare nuovamente e anche il suo corpo aveva reagito di conseguenza – ‘Tebayo! – imprecando balzò giù dal letto, forse una doccia fresca era la soluzione ideale, sia per il caldo che per… bé, ci siamo capiti.
L’acqua fredda lavò via il sudore e rinfrescò a dovere l’accaldato Naruto. Stava per tornare a coricarsi accanto a Sai quando si accorse della macchina fotografica abbandonata sul tavolo della cucina, nascosta dietro il cartone vuoto del latte. Si era proprio scordato di quell’aggeggio che gli aveva regalato Sakura-chan per il suo compleanno. Rammentava di aver provato ad usarla ma con scarso successo. Aveva tentato ancora pochi giorni prima e poi arresosi l’aveva lasciata lì vicino al latte.

Decisamente lui e la tecnologia non andavano d’accordo! Se la rigirò fra le mani indeciso se chiuderla a chiave in qualche cassetto oppure fare un ultimo tentativo per capire come si usava. L’accese e la puntò deciso verso la parete, sforzandosi cercò di ricordarsi come fare per zoomare e regolare l’intensità della luce.

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Uno scatto deciso e subito gli apparve sullo schermino digitale il risultato finale della foto. Non era così male, che avesse finalmente imparato ad usarla? Colto da improvvisa ispirazione fece delle foto ai mobili, alle sedie, un vero servizio fotografico all’intera cucina. Tutto infervorato si disse che poteva fare ancora meglio, ma ci voleva il soggetto adatto. Istantaneamente si diresse in camera da letto, quale visione migliore del proprio ragazzo beatamente addormentato sul letto con indosso unicamente le mutande?

Dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere, già pregustava il momento in cui avrebbe mostrato trionfante agli amici le sue “opere”, se così si potevano definire. Avrebbe finalmente sfasato il mito che Sai era l’opposto di lui, così perfetto e preciso.

“Che aspettino di vederlo dormire scomposto in mutande e poi ne riparliamo!” Posizionò l’obbiettivo sull’ignara vittima, una sistemata allo zoom e…

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Ormai ci stava prendendo gusto, girava intorno al letto cogliendo ogni inquadratura del bell’addormentato. La schiena ampia, il petto scolpito, le spalle ben proporzionate. Si soffermò con maggiore cura sulle mani, per qualche ignaro motivo allo stesso Sai erano la parte del corpo che l’Uzumaki preferiva. Quelle mani dalle dita lunghe ma non troppo effeminate e dalla pelle bianchissima. Al tatto i polpastrelli donavano una sensazione vagamente ruvida e delle cicatrici appena percettibili solcavano i palmi, segno distintivo di ripetuti allenamenti e battaglie affrontate. Quelle mani erano capaci di creare dipinti astratti e di accarezzarlo con così tanta gentilezza da farlo soffocare.

-    Mh, Naruto smettila di fotografarmi… - trasalì quando Naruto udì quella voce impastata dal sonno. Sai si era girato a pancia in giù nascondendo il volto nel cuscino, ma questo non bastò per fermare l’intrepido ragazzo biondo.
-    Ohi, Sai! –
-    Cosa c’è? – si voltò in direzione del suo interlocutore, quell’obbiettivo molesto ancora puntato su lui – Sorridi! –

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Sai accecato da quel flash aveva chiuso gli occhi con grande disappunto da parte dell’amante – Naah! Sei venuto con gli occhi chiusi! ‘Tebayo! –
-    E’ così grave? – sbuffando si mise seduto passandosi una mano fra i capelli corvini – Che caldo… -
-    Te ne accorgi solo ora? Fino a qualche istante fa dormivi come un ghiro! –
-    Già, ma grazie a te ora sono completamente sveglio! – non mancò di pietrificarlo con quel sorrisetto ambiguo che Naruto non sapeva mai come interpretare. Ma lui era ancora  preso da quella macchinetta infernale, a stento seguiva i discorsi di Sai.
-    Naruto, perché ti piace così tanto fare foto? – chiese con una punta di sincera curiosità.
-    Mi pare ovvio! Perché così avrò un ricordo per ogni cosa importante! – Sai inarcò le sopracciglia, annaspò incerto su cosa dire – Io… sono importante? –
-    Certo! – senza permettergli di ribattere, Naruto gli si sedette accanto – Dai, ne voglio una di noi due assieme! -
-    Ma… così, senza vestiti? –
-    Non dirmi che ora fai il timido! – allungò il braccio e tentò goffamente di fare un inquadratura di loro due – Sorridi! – trillò allegro, una mano strinse la vita del compagno attirandolo a sé. Sai colto alla sprovvista regalò alla macchina digitale un espressione di imbarazzo assolutamente genuina. A Naruto piacque così tanto quella foto che decise avrebbe proseguito con questo hobby; oltre al danno la beffa dunque. Eppure Sai non pensò mai che quel pezzo di carta liscia che ritraeva entrambi in un momento estremamente intimo, fosse qualcosa di “brutto” o stupido.


Qualche tempo dopo l’appartamento di Naruto abbondava di moltissime foto; con gli amici, con Sakura, con Kakashi, con Gaara, ma solo una spiccava fra tutte in maniera insolita.
Attaccata al frigo con un adesivo c’era proprio la foto scattata quel giorno, la causa scatenante di tutte le restanti “opere” che affollavano le pareti. Una scritta infantile recitava: Sai e Naruto dopo aver fatto l’amore, ‘tebayo! E poco più sotto la data appuntata con cura maniacale.

A modo suo anche Naruto voleva rendere reale i momenti passati con le persone amate. Così come Sai era solito dipingere le emozioni sul momento, Naruto aveva preso il vizio di “fotografarle”.

Comunque sarebbero andate le cose, avrebbero avuto tantissimi ricordi da condividere.

L’importanza di un singolo insignificante momento sarebbe diventato eterno, anche se un po’ sfocato...