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Autore: BigMistake    05/07/2010    1 recensioni
Dal Prologo: "Un nano ed un elfo, in groppa allo stesso destriero. Definire tale cosa rara, sarebbe soltanto blasfemia. Eppure successe alla fine della Terza Era, quando la Quarta albeggiava altisonante sulle teste della Terra di Mezzo. [...] Proprio in quel viaggio conobbero, a caro prezzo un popolo nascosto, Gwath - Ombre, venivano chiamate, e si mostravano come spettri nella notte. Mai avevano agito al di fuori delle loro terre, ma i tumulti che avevano scosso Mordor e tutti gli abitanti delle Terre dell’Est, ovviamente le avevano costrette a “cacciare”, se così possiamo definire la loro una caccia, ben oltre il loro piccolo recinto fatto di alberi e oscurità." Sarìin, il bardo racconta una storia agl'avventori di una taverna, i cui protagonisti presero parte alla Compagnia che salvò la Terra di Mezzo da un'imminente fine. Grazie per la vostra attenzione e buona lettura!
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gimli, Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO XI: Fuga!

“Cosa sta accadendo? Io … io mi sento confusa …” Callial teneva gli occhi semichiusi, il suo incarnato aveva perso di colore, sembrava che si sentisse mancare da un momento all’altro. Tentava di tenersi seduta ed eretta, ma con fatica sorreggeva la testa con le mani. Nell’elfo nacque la perplessità su quello che aveva appena compiuto, forse utilizzare tale stratagemma non era stato tra i più eticamente corretti. Tutto voleva fuorché avvelenare Callial. Vedendo le difficoltà della donna anche nel solo sostenersi, l’aiutò a coricarsi supina e le asciugò la fronte madida con un panno estemporaneamente creato da un lembo delle lenzuola strappandolo lui stesso.

L’animo del Principe era estremamente turbato da ciò che aveva provocato, non era capace a tollerare l’inganno che aveva macchinato e che ora stava comunque facendo soffrire Callial, la quale si assopì appena la sua nuca si adagiò sul cuscino. Il petto si abbassava e rialzava ritmicamente inspirando affaticata ed avida d’aria, i battiti cardiaci invece apparivano affievoliti quasi impercettibili e dalla bocca il fiato caldo fuoriusciva in ansimi concitati. La pelle iniziava a surriscaldarsi fino a farla tremare, come se una febbre catastrofica le stesse lentamente invadendo gli organi facendola combustionare dall’interno. Un fuoco purificatore si era acceso in Callial, una vampata capace di spurgare con l’aiuto del tempo quello che anni di menzogne avevano costruito. Intanto fuori il mormorio delle acque aveva iniziato il suo deflusso, lo scroscio udito dall’agitarsi era aumentato e cessato a più riprese. L’ampia mente dell’elfo gli permetteva di vertere l’attenzione in più direzioni: alla donna che agonizzava sul letto in preda ai tremori e alla folla di gente che stava per diventare carne da macello. Come il silenzio che precede lo scontro per preparare alla concentrazione il soldato viene interrotto dalla voce del comandante, così Raja parlò al suo popolo.

Legolas, notando che lo stato di Callial non sembrava più mutare, si portò all’apertura che s'affacciava verso l’esterno di lato rispetto alla radura. Scostò con cura uno dei tendaggi per permettersi una prospettiva migliore. Lo stuolo di luci che si snodavano di fronte al palazzo, era di proporzioni mastodontiche. Le torce coprivano tutto il suolo della radura e si distribuiva lungo i sentieri che costeggiavano le file disordinate di alberi, continuando fin dove i suoi occhi di elfo potevano protrarsi. Eppure nelle sue visite alla Città Bassa non aveva visto una tale mole di persone, a quanto pareva ben nascoste alla vista di un estraneo. Erano davvero una potenza molto più ampia di quello che si potesse immaginare, per questo gli stessi Variag esitavano nel dar loro guerra. Quello era un esercito composto da centinaia se non migliaia di donne che non necessitavano nemmeno di armatura per combattere, donne votate ad una vita scritta tra le battaglie e le cicatrici che portavano come marchi. Tutte capaci di brandire armi, tutte riunite per poter finalmente essere libere di parlare. La Guardia Alta stessa era attonita di fronte alla prima vera rivolta da parte di quella che consideravano la utile società.

Raja parlò con quella lingua troppo antica per essere qui ascoltata miei signori, ma Legolas comprese che quella era la dichiarazione di un lutto, dall'inclinazione che aveva preso e al brusio disperato della calca. Piccoli cristalli freddi si condensarono nelle vene dell’elfo, la paura prese il sopravvento tanto che perse l’equilibrio e fu costretto a sostenersi al primo appiglio utile. Temeva fortemente che la vittima potesse essere la sua Tirînir. Quando il suo nome iniziò a scriversi tra i pensieri di Legolas si dovette portare una mano al cuore. La terra sotto ai suoi piedi aveva appena tremato, ogni canale del respiro era stato occluso dall’angoscia che potesse esserle successo una qualsiasi cosa. Aveva percepito già dalla venuta dei sovrani Variag che la sua amata, questa volta, era pronta a ribellarsi al rituale e sapeva anche che ciò significava un forte rischio. Per quanto allenata al corpo a corpo, Kudrem era in grado di prevaricarla con poco. Nel cercare di costringerla a sottomettersi poteva essere arrivato ad un atto estremo. Più cercava di far cessare l’immagine del corpo privo di vita di Adamante sotto le mani infingarde di quel vile, più la carrellata scorreva veloce nelle mille possibili tragiche fini.

Callial aveva ragione. Odiava, ma non Adamante. Detestava sé stesso per aver mancato la promessa, per non riuscire ad escludere i cattivi pensieri riacquistando la calma e la nitidezza della mente e per essere rimasto paralizzato, incapace persino di muovere un muscolo nel tentativo di accertarsi che le sue supposizioni fossero esatte. Anche il discendente Sindar era stato vittima della travolgente via dell’odio e dell’ira, correlata da una sempre più importante vena di panico. Ogni cosa che lo circondava gli apparve lontana, come appartenente ad un altro luogo che non fosse quello in cui lui era, un mondo ovattato da quelle sensazioni che non aveva provato nemmeno nelle situazioni più critiche e disperate. Ogni singolo ramo spezzato dal vento preludio alla burrasca che stava avvenendo tra le file all'esterno, ogni parola pronunciata al di fuori di quella stanza, ogni respiro della donna che ingurgitava ingorda l’ossigeno era estraniato dal bozzolo. Non riusciva a distinguere nulla, nemmeno il rumore sordo di metallo contro il legno della porta. Solo quando avvertì una mano posarsi con forza sul suo braccio scuotendolo con decisione riprese coscienza di sé.

“Coraggio, orecchie a punta! Dobbiamo salvare la tua Guaritrice!” Legolas riuscì a fuoriuscire da quella nebbia che si era instaurata nella sua testa, anche grazie alla pronunzia dell’epiteto della sua amata. Quando poi riprese il controllo anche della vista poté osservare il volto barbuto di Gimli, ricoperto dalla sua armatura e con la sua ascia fra le mani.

“Gimli sei stato liberato?”chiese ancora stordito Legolas.

“Queste signore mi hanno condotto fuori le prigioni poco dopo che era iniziato tutto! Ma ora evitiamo di perderci in chiacchiere, c’è una gentil donzella che non aspetta altro che voi!” Gli occhi vagarono quel tanto che gli bastò per poter vedere alcune guerriere indaffarate nella stanza. Una di loro, dai cappelli neri macchiati dall’argento dell’età , si avvicinò ai due porgendo all'elfo tutto l’equipaggiamento di cui era stato privato.

“Questi sono vostri Principe!” disse chinando il capo in segno di rispetto. Legolas prese le sue cose mentre si ricomponeva volse uno sguardo a Callial completamente incosciente. La donna che si trovava di fronte a lui seguì la traiettoria descritta attraverso gli occhi dell'elfo, comprendendo immediatamente il suo turbamento.

“Non dovete preoccuparvi per lei, mastro elfo!” una voce conosciuta invasse la stenza sovrastando il mormorio delle donne che si stavano prendendo cura di Callial. Raja la Storica, li aveva raggiunti portando con sé un nuova ventata di speranza. “Troppo a lungo il veleno le ha circolato nel corpo, ma ora grazie al vostro sangue potrà sperare nella guarigione!”

“Veleno?” chiese visibilmente stupito l’elfo.

“La pazzia di Callial non era frutto della sua mente squilibrata ma di quella di qualcuno che non è più un problema!” disse pacata la Storica posizionandosi di fronte al nano e a Legolas. “Dormirà per molto tempo affinché spurghi l’insania!”

“Raja …” rinvenne Legolas definitivamente, prendendo poi per le spalle la donna per invitarla a parlare. “Dov’è la Guaritrice?”

“Dovevano portarla nelle sue stanze, ma da quanto ho capito le hanno trasferite in un’altra zona del palazzo! Credo che gli unici a conoscenza dell’odierna ubicazione erano Amarah, Geldena e Kudrem!” a quel nome l’elfo trasalì iniziando a tremare d’ira.

“Calma Legolas, non è in questo modo che la troveremo!” disse Gimli volgendosi poi alla Storica “Ebbene obblighiamo la cara Regina e l'Aspide dalla lingua forcuta a parlare, se vi fidate di me conosco metodi molto convincenti, mia signora!” il nano era deciso a non lasciarsi sfuggire l’occasione di menar la sua ascia. Finalmente ora che non era più costretto in quelle quattro mura aveva bisogno di sgranchirla.

“Purtroppo né l’una né l’altra camminano più sul nostro terreno …” quella notizia sorprese alquanto l’elfo che venne invaso da un’infinita tristezza nonché da uno strano senso di sollievo. Sapere che comunque per Adamante c’era ancora una possibilità lo aveva definitivamente risvegliato. “Ora sono io a reggere il governo, almeno fino a che Callial non sia in grado di riprendere il suo posto. Avremo molto da discutere e cambiare, ma non è con voi che voglio affrontare quest’argomento. La sorte della nostra Guaritrice è più importante. Kudrem non rinuncerà così facilmente, soprattutto ora che la sua ossessione può essere soddisfatta. Amarah l’aveva promessa a lui, quindi dobbiamo farla fuggire e far perdere le sue tracce ai Variag! Siete riusciti a decifrare e memorizzare la mappa dei sotterranei elfo?” Legolas annuì con una nuova determinazione dello sguardo. “Bene, una volta che avremmo liberato Adamante vi aiuterò a raggiungerli. Appena usciti troverete due cavalli che vi aspettano. Prima che possiate andare, vi fornirò le indicazioni per raggiungere il vostro regno, proncipe.”

“Ma gli altri Variag? Non era da solo quel viscido verme!” disse il nano stringendo l’impugnatura della sua arma con più forza.

“Giusta osservazione Gimli!” confermò Legolas attendendo risposta.

“Per il momento non sono una nostra preoccupazione. Quasi tutti dovevano essere impegnati nello Yavieba, quei pochi che non lo erano sono ad accompagnarli tra le braccia dei sogni. Ma molto presto finirà tutto questo e lo scontro sarà quasi inevitabile, se non ora quando si saranno riappropriati delle loro armi. La nostra ribellione è stata uno smacco intollerabile e non si risparmieranno nel venirci a cercare per trucidare tutta la nostra gente. Ma una volta via da qui non vi dovrà più importare, questa vostra avventura apparterà ad un passato molto più lontano di quello che effettivamente sarà, per il vostro bene ma soprattutto per quello della Guaritrice. Sappiate solo che le Ombre sanno difendersi e l’esercito non sarà solo nel combattere contro i soprusi. Meglio andare ora, Adamante non so quanto potrà ancora resistere e dobbiamo setacciare il palazzo molto più grande di quel che appare come le stesse Gwaith!” i due compagni si trovarono d’accordo con la donna.

Testar!” disse una guerriera che si stava occupando di Callial, sollevando il capo in direzione del trio. “La principessa sta cercando di dire qualcosa, ma è troppo debole e la sua voce è più flebile di un bisbiglio, non riusciamo a capirla …” Raja lanciò uno sguardo a Legolas. Quegl’occhi vispi ed intelligenti trovarono subito l’intesa con l’elfo. La stessa rivelazione che aveva avuto Amarah colpì anche Legolas. Raja aveva donato molto alla sua Adamante, quel barlume di sé stessa che la rendeva unica agl’occhi degl’altri. In lei vedeva l’astuzia, la rettitudine e l’altruismo della Guaritrice. La loro unione era molto più che semplice amicizia o affetto. Per Raja Adamante era una figlia. Non servirono parole inutili all’elfo, subito captò la tacita richiesta della Storica e si accostò al giaciglio di Callial, per poter affinare il suo udito sulla fioca voce della principessa. Raja e Gimli lo seguirono aspettando il responso. Rimase un interminabile minuto chinato cercando di memorizzare ogni singola parola. Gimli intanto iniziava a spazientirsi, si guardava attorno volgendo spesso e volentieri lo sguardo alla porta.

“Ma perché stiamo ascoltando questa folle, cosa ce ne viene?” sbottò alzando troppo i toni. Legolas mosse il palmo della mano verso di lui, intimandogli di tacere. Aggrottò la fronte nella concentrazione, disegnando due righe rette sulla pelle marmorea del suo viso solitamente imperturbabile. Quando poi Callial riprese nel suo sonno forzato dalla convalescenza appena al suo principio, l’elfo tornò sereno e sollevò la testa. Si fissò con Raja e prima ancora di iniziare a parlare si diresse verso la porta superando l’uscio seguito dalla Storica. Gimli, ancora spaesato dalla reazione dell’elfo, rimase per qualche secondo impalato come uno stoccafisso. Appena presa coscienza di ciò che in realtà era accaduto, si affrettò anch'egli a raggiungerli.

Legolas non correva per permettere sia a Raja che a Gimli di seguirlo, ma si vedeva che le sue gambe fremevano dall'accelerare il passo, tanto da poter sfidare persino il vento in una gara. Attraversava a grandi falcate le strade di legno che lo avrebbero condotto alla salvezza della sua Tirînir. Il palazzo era gremito di donne, guerriere e semplici popolane si avvicendavano nel dedalo di corridoi in fermento. L’aria che si respirava era quella della repressione ad un assedio, il loro continuo muoversi, il tremendo tintinnare di spade, l’organizzazione che si respirava mentre le più correvano da una parte all’altra. Questo clima però rallentava ulteriormente i tre, costretti a superare piccole truppe costituite in quelle ore.

“Cosa vi ha detto Callial?” chiese improvvisamente Raja, sovrastando il chiasso con la sua voce.

“Amarah le aveva comunicato il luogo dove avrebbero portato la sorella in quanto membro della famiglia reale. Mi ha riferito che c'è una stanza nascosta sul lato Est di Agalath, ha detto di passare attraverso le mura come spettri, sapete cosa voleva dire con tale indicazione?” chiese Legolas colto all’improvviso dal significato del termine fretta.

“Si lo so esattamente!” sorrise Raja mentre cercava di mantenere la sua andatura sostenuta. La gamba le doleva e spesso doveva trattenere la ferita pulsante per lo sforzo tra le mani, cercando con la pressione di alleviare la sofferenza. “Ci ha sentiti ed ha deciso di aiutare la propria sorella. Questo vuol significare che il filtro sta già sortendo il suo effetto, grazie mastro elfo!”

“Non ringraziatemi Raja, meglio pensare a come raggiungere la Guaritrice al più presto!” rispose l’elfo saettando con lo sguardo verso Gimli evidentemente dello stesso parere.

“Seguitemi!” allora disse la Storica, deviando la loro marcia per prendere un passaggio stretto che svoltava a destra quasi immediatamente dopo averlo impegnato. Lo percorsero in breve tempo ritrovandosi in una stanza che aveva tutta l’aria di essere un vicolo cieco. Sembrava di trovarsi racchiusi in una specie di uovo, le pareti ricurve si chiudevano sulle loro teste in una sorta di ligneo limbo. Raja, prima che uno dei suoi compagni potesse dissentire sulla scelta di percorrere quella strada avanzò fino a superare il muro di fondo. Legolas era rimasto sconvolto di come anche la sua acuta vista non aveva percepito quel gioco di prospettiva. L’apertura era di fronte ai suoi occhi, eppure non se ne era avveduto della costruzione di tale espediente per un passaggio segreto.

“Queste donne non finiranno mai di stupirmi!” esclamò Gimli riprendendo il passo. Imboccarono il passaggio che gli consentì l’accesso a delle scale sconnesse.

“Presto Elfo! In quest’ala vi è solo una stanza, quella che solitamente è dedicata allo Yavieba della Regina, la più isolata di tutto il Palazzo. Non la conosce quasi nessuno esclusi i membri reali e la Corte più fidata. Dobbiamo volare, non correre!” a quelle parole Legolas impugnò il suo arco ed afferrò una freccia per incoccarla. I gradini sembravano infiniti, sentiva la fatica dei suoi compagni accrescere il suo affanno generato esclusivamente per l’apprensione di quello che avrebbe potuto trovare. Le immagini che si affastellavano nelle sua mente erano sempre più vivide ed intense, troppo per non provocare nell’Elfo uno strato sempre più intenso di turbamento e di collera che si rimestavano nel profondo del suo animo.

Quando finalmente apparve la fine di quell’interminabile gradinata, sempre più stretta nell'assecondare gli snodi dell’albero in cui era intagliata, un rumore di vetro che s’infrangeva irruppe nel silenzio ricolmo dei soli respiri. I tre s’immobilizzarono spaesati dal fragore che aveva invaso le loro orecchie e dopo un fugace sguardo in cui lessero la stessa impressione di terrore, attraversarono gli ultimi scalini in un lasso di tempo assimilabile ad un fulmine. Legolas percorse il disimpegno così velocemente che quasi era difficile distinguerlo. Gimli lo seguì ponendosi di fronte alla porta pronto a buttarla giù al primo cenno del suo compagno, che se ne stava accanto allo stipite per irrompere nella stanza. I due si scambiarono un segno d’assenso, a cui Gimli rispose sollevando l’ascia sopra la testa e scaraventando il colpo contro il legno del battente. Non si accorsero nemmeno dell’assenza di Raja, mentre accompagnava lo sforzo con un grido liberatorio. Le schegge assottigliavano lo strato scuro della porta e bastarono quattro fendenti ben assestati per farla cedere ai vigorosi urti della solida lama del nano. Con il manico affondò definitivamente le assi, che crollando a terra diventando burro sotto i colpi della sua arma.

Entrarono con veemenza, brandendo ognuno la propria arma. Legolas vagò con l’arco teso e la freccia incoccata quel breve tempo necessario per incrociare la sua amata. Kudrem, ascoltando il rumore proveniente dal di fuori, aveva stretto il braccio alle spalle di Adamante, bloccata dall'uomo. Il viscido Variag tra le mani teneva un pezzo dello specchio che giaceva ridotto in frantumi in terra, minacciando la gola della Guaritrice. Una ferita percorreva il viso del Signore della Guerra. Erano graffi, tre solchi arrossati svettavano tra l’incarnato scuro di Kudrem, disegnando tre linne parallele dall'occhio fino quasi alla mascella ed Adamante ne era l’artefice. Il fiato corto che sussultava nel petto di entrambi rendeva partecipi i nuovi spettatori della lotta appena avvenuta ed interrotta proprio dal loro intervento. L’elfo irrigidì i muscoli e tese la corda all’apice della sua estensione. Gli occhi divennero un tutt’uno con l’aculeo affilato della freccia puntato alla fronte dell’uomo, che con un cipiglio arrogante e di sfida guardava l’elfo da sopra la testa della fanciulla.

“Lasciala andare se hai cara la vita!” ordinò Legolas discostato, riacquisendo tutta la sua freddezza perduta nelle ultime ore. Kudrem restò in silenzio, esaminando con cura il viso di Adamante la quale pareva immobilizzata alla vista dell’elfo. Nel suo sguardo erano passate mille emozioni: strati di gioia e terrore che si avvicendavano man mano che il tempo correva. Strinse la presa ed avvicinò la lama temporanea alla giugulare della Guaritrice, dalla quale fuoriuscì un piccolo lamento dovuto al dolore delle braccia del Variag troppo forti per il suo esile corpo.

“Chi siete voi, elfo …” rispose poi con disprezzo nel attribuire l’appartenenza di Legolas al Popolo delle Stelle. “… per impartirmi ordini su di una mia schiava? Questa donna mi è stata ceduta dalla sua stessa madre!”

“Non avete alcun diritto da vantare su di lei!” per un attimo gli occhi di Legolas si sciolsero dall’apparenza spietata e truce che aveva assunto, puntandosi in quelli di Adamante. Il Signore della Guerra non era per nulla intimidito dalla minaccia della freccia che poteva essere rilasciata da un momento all’altro. Gimli non proferì parola. Troppo la situazione era delicata per immettersi nella discussione.

“Dovevo immaginarlo! Tua sorella è riuscita a quanto pare a trovare il Tessalon che voleva, ma evidentemente tu sei stata favorita dalla sorte!” disse Kudrem all’improvviso, stringendo possessivo la ragazza a sé. La risposta della Guaritrice fu quella del cercare di divincolarsi, ma al sentore della punta aguzza del vetro penetrare la sua carne si paralizzò nuovamente.  “Era questa la tua fiamma Adamante quindi, l’amore per qualcuno di proibito!” aveva intrapreso quell’insensato soliloquio con il suo fiato a sfiorare l’orecchio della fanciulla. La voce melliflua si propagava in lei come acido che le corrodeva le vene mentre una lacrima, al pensiero di quanto stava accadendo, cominciò a percorrere il lento sentiero tracciato sulla gota. Kudrem se ne accorse, raccogliendone tra le labbra il gusto salino prima che raggiungesse la sua tomba nella rosea bocca. La Guaritrice strizzò gli occhi con disgusto, cercando di allontanare il viso mentre il respiro del Principe elfico si era fatto carico di iraconda tensione. Persino Gimli, che gli stava ancora taciturno accanto, ne percepì la gravosità, tanto che temeva nello sfiorarlo di farlo scattare. Mai aveva assistito ad un tale comportamento di Legolas, così duro ed accecato dall’ira da spaventare persino lui.

Rimaneva immobile con la freccia incoccata, freddo come il ghiaccio nell’attesa del definitivo passo falso del Variag solo per poterla scagliare e donare la morte a quel viscido verme che doveva tornare a strisciare sotto terra. Ma Kudrem, invece che spaventarsi, sollevò un angolo della bocca compiaciuto. Quella reazione era ciò che più bramava, un’ulteriore scusa per ingaggiare una guerra e d’investire in odio contro quel popolo, che li umiliava da tempi immemori con la sua potenza nascosta agl’estranei. Da sempre era stato sostenitore di tale impresa, il giovane uomo possedeva l’ambizione di arraffare tale esercito composto da grandi combattenti senza armatura, in grado di sterminare come una piaga i propri nemici. Ma Kudzo, suo padre, armato della semplice esperienza, non voleva tentare un’azione tanto ardita. L’impossessarsi della forza distruttrice della Amazzoni era risultata persino impossibile a Sauron, dominante Signore Oscuro di Mordor, i cui eserciti potevano vantare milioni di orchi. Ma poteva il saggio Sovrano Variag non rispondere con la vendetta, se il suo amato e legittimo figlio fosse stato assassinato in quelle terre? “Attento allora mastro elfo, quella che tengo tra le braccia è una meretrice come tutto il suo popolo! La sua carne è già stata conosciuta e il suo calore palpato proprio da colui che vi sta parlando. Posso assicurarvi che non possiede niente di più di qualsiasi altra donna di malaffare che abita nelle bettole del Khand!” la sua era una evidente dimostrazione d’invidia provocatoria. Legolas aveva appena preso qualcosa che riteneva suo, conquistando l'amore della prediletta del signore Variag, la stessa che nella notte era riuscita a ferirlo per ben due volte. Ed ecco che il cuore e lo spirito di Legolas stava cedendo alle lusinghe dei crudeli pensieri di rivalsa e rabbia, in procinto di rilasciare il dardo le cui piume scorrevano ancora fra le sue dita. Il fuoco si era accostato pericolosamente al ghiaccio e lo stava sciogliendo.

 Kudrem avvicinò nuovamente il suo viso ad Adamante, per permettersi di sussurrare a pochissima distanza. “Vedete, mia Ombra, come amore ed odio sono uniti da questo finissimo filo di seta? È giunto qui per amore e per salvarvi, ma condannerà la sua anima uccidendomi a sangue freddo e per odio nei miei confronti …” Adamante comprese in quel momento cosa stava cercando di fare realmente il Variag, facendola tremare come una foglia autunnale compromessa dal vento.

“No!” gridò la Guaritrice in un moto di disperazione. “Legolas, nuitho I’ ruith! Ù danna nan glâm, avo nao mannen ho! | S – Legolas, trattieni la tua collera! Non cedere all’odio, non essere come lui! |” La voce di Adamante risuonò come una solenne preghiera, librata attraverso i recessi dell’angoscia che le aveva costretto il petto in un nodo. Kudrem iniziò a ridere sommessamente contro la pelle della Guaritrice quando, nonostante non conoscesse la lingua degl’elfi, intese che quella della Guaritrice fosse la preghiera a fermarsi da quella pazzia.

“Coraggio Ombra!” sussurrò nuovamente, stringendo con ancor più forza contro lo sterno e provocandole un’acuta fitta al costato. La ragazza, in un gesto istintivo, portò le mani contro il braccio del Variag cercando di liberare il suo respiro per riprendere fiato. “Implora il tuo principe, chiedigli il tuo sacrificio!” Kudrem sembrava godere della sofferenza procurata dalla situazione creatasi. I suoi occhi scuri si abbandonavano in sfide sottointese con quelli cerulei di Legolas, che alla sua provocazione riuscì a tendere ancor di più la corda del suo arco, superando perfino i limiti fisici di tale operazione.

“I’wanath naitha fael ant anhen! | S – La morte sarà la giusta ricompensa! [lett. il giusto dono per lui] |” rispose l’elfo tra i denti.

“Dan naitha saew an gureg! | S – Ma sarà veleno per il tuo cuore! | ” affermò con sicurezza, come ovvia conseguenza alle sue azioni. “Penno i virel cîn … | S – Abbassa la tua arma … |  Legolas, non cedere a questo ricatto, non farti trarre in inganno dalle apparenze! Garo amin! | S – Fallo per me! |” supplicò con voce rotta e grattata dal pianto trattenuto. All’udire tale appello gli occhi di Legolas saettarono in quelli della sua Tirînir. Il farsi coinvolgere da quelle emozioni negative, aveva ottenebrato la sua mente spaziosa dimenticando così il vero motivo per cui era in quella stanza. Non per morte e violenza, ma per amore di quella ragazza capace con le sue mani di lenire il dolore non di procurarne. “Garo ammen! | S – Fallo per noi! | ” la corda dell’arco perse di tensione, divenendo molle. L’asta del corpo della freccia scivolò pigramente lungo il punto mediano.

“Che quadro delizioso che mi state offrendo! Peccato che il tuo elfo sia così debole di fronte alla tua …” nella stanza si percepì il solo rumore contratto dell’impugnatura di un arma contro la nuca di Kudrem, che improvvisamente tacque roteando le sue orbite divenute bianche per il colpo inaspettato. Si accasciò a terra come un panno, privo di sensi,  lasciando così la presa della Guaritrice che quasi crollò assieme a lui, trascinata dalla sua mole a peso morto. Rimase praticamente pietrificata quando alle sue spalle era comparsa Raja.

“Scusa per il ritardo Chillah, la ferita alla gamba non aiuta ad arrampicarsi!” disse carezzando la coscia con un sorriso sornione tra le labbra. Infatti miei signori Raja, da ottima stratega quale fosse, aveva immaginato che l’attacco su due fronti sarebbe stato vincente. Per l’urgenza non si era premurata di palesare il suo piano ai compagni e, attraverso vari passaggi appresi con lo studio di piante ed antichi progetti, si era trovata ad intraprendere una via alternativa che l’aveva condotta alla finestra dietro le spalle di Kudrem. Il resto è facile da immaginare, a partire dallo scenario che si era presentato ai suoi occhi fino alle sue conseguenti azioni. “Credo che voi, mastro nano, sarete lieto di aiutare una povera malferma nell’immobilizzare il nostro ospite!” Gimli, senza lasciarselo ripetere, iniziò a sogghignare raggiungendo la Storica che gli porse delle corde, parte integrante dell’equipaggiamento di un’Ombra.

“Con molto piacere mia Signora!” disse lasciandosi andare ad una risata soffocata. Raja invece si attardò nel carezzare la guancia della fanciulla, ancora non avveduta dell’essere realmente in salvo.

“C’è un principe che non aspetta altro che te! Non lasciartelo scappare!” entrambe si voltarono in simultanea verso Legolas, che aveva lasciato cadere le sue armi liberando così le mani, in fermento nell'accogliere la vita della propria amata. Con un’unica falcata le esili braccia della Guaritrice si allacciarono al collo dell’elfo. Anch’egli si ritrovava stordito dalla fine di quel tormento, ma non esitò un istante a stringerla a sé. Non si dissero nulla, le parole ed il tempo erano diventati miraggi illusori di quello che li circondava. Quello che contava era che fossero finalmente insieme. Quando si discostarono fu solo per incontrare i propri occhi liberi dall’angoscia.

“Sei riuscito nella tua impresa, ernil | S – principe |!” le preghiere dell’elfo erano state esaudite nel momentio in cui le sue mani avevano incontrato il velluto della sua serica pelle d’avorio, afferrandole il viso come fosse un oggetto fragile e prezioso. Depositò le sue labbra sulla fronte e sulla bocca rosata e sorridente della Guaritrice, in un timido ed incredulo bacio. Un brivido caldo percorse la schiena della fanciulla che riprese a tremare, non di rabbia, non di terrore ma di pura emozione.

“Non da solo, melamin!” rispose l’elfo sorridendo anch’egli. Adamante si abbandonò al suo petto inalando il più possibile l’inebriante profumo del suo amato, unico appiglio che aveva avuto durante tutta la sua prigionia lontana dalle sue braccia. Ora che poteva goderne liberamente per un’ignota ragione, non aveva alcuna intenzione di sciogliere presto l'intreccio delle loro anime. Incoscientemente chiusero ambedue gli occhi aggrappandosi avidamente alla presenza così ravvicinata dell’altro, assaporando quell’intenso attimo in cui potevano godere della loro intimità spirituale.

“Scusate!” interruppe Raja schiarendosi prima la voce con due flebili colpi di tosse. “Mi dispiace interrompervi, ma purtroppo dobbiamo andare. Il tempo è tiranno e ci sta inseguendo inesorabile. Presto i Variag verranno cacciati e vorranno rifarsi su colei che ha dato inizio alla loro più cruda umiliazione, te Adamante! Non voglio assolutamente che ti trovino qui!” disse rivolgendo lo sguardo alla ragazza, che malvolentireri si allontnò da Legolas.

“I Variag verranno cacciati? La Regina ha acconsentito a tutto questo?” Gimli affiancò la Storica incontrando per poco le iridi spaesate e confuse della fanciulla. Sentiva che era successo ben più di quello che credeva ci fosse, qualcosa di diverso, l’aria si era improvvisamente appesantita piombando a terra come un grave lanciato dall’alto. Osservò gli occhi neri di Raja che sostennero poco lo sguardo della Guaritrice. Un qualcosa le si era fermata nella gola come un nodo, il loro modo maldestro di celare informazioni contribuiva a procurale uno stato di ansia ben più accentuato. “Cosa mi stai nascondendo Raja? Perché non parli?” il velo lucido e trasparente della donna che le appannava la vista, divenne visibile. Adamante poteva giurare che negl’anni passati in compagnia di Raja, poche volte aveva potuto ammirare la sua commozione.

“Adamante …” sospirò “Amarah è stata pugnalata alle spalle da Geldena.” Disse quasi atonale, cercando di trattenersi il più possibile per non farle pesare ancor di più la notizia che le stava per dare. Per quanto ferrea ed inflessibile l’educazione impartita dalla Regina, per quanto gli scontri fra Adamante ed Amarah fossero stati cruenti, era sempre alla figlia che doveva annunciare la brutale morte di una madre.

“Cosa? Cosa state aspettando allora! Potrò fuggire più tardi, ora portatemi da lei ...” la voce della Guaritrice si elevò di almeno due ottave, prendendo le spalle di Raja. “ Avrà bisogno di cure!” forse quella sua reazione era un modo inconscio di ribellarsi alla cognizione già creata nella sua mente.

“No, Adamante!” rispose la Storica prendendo tra le sue mani quelle pallide della ragazza. Sfiorava con i pollici i loro dorsi, come quando poco più che una bambina le aveva annunciato che il suo destino di Ombra si sarebbe compiuto a breve. “Dove si trova ora tua madre non ha più bisogno delle tue cure!” uno squarcio avvenne in quella momentanea felicità che aveva avuto, lacerata dalla nuova che quella madre tanto temuta aveva smesso di respirare l'aria opprimente che stava caratterizzando quel luogo. Un gemito però proruppe dall’uomo ancora esanime al centro della stanza. “Presto ora, mia piccola Chillah!” intervenne tempestivamente la Storica, con una nota dolce nella voce e spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Rispettiamo l’ultimo desiderio di tua madre, vai via di qui! Vai a vivere la tua vita fuori dalla Taur en Gwaith!”

“Eri con lei?” disse non smorzando un singhiozzo che le sussultò nel petto. Raja non resistette e le prese il viso, posando fronte contro fronte per farle percepire la sua vicinanza e tutto l’appoggio possibile.

“Sì, ero con lei e Geldena ha pagato per tutto quello che vi ha fatto. I suoi ultimi desideri erano rivolti a voi due, a te e a Callial! Vi ha amato anche se non è stata capace di dimostrarvelo ed era rammaricata di non avervi protetto!”

“Callial? Cosa è successo a mia sorella?” era nella sua indole l’incapacità di provare rancore. Il livore era una sfera estranea a chi come Adamante era nata per sanare le ferite. Raja sorrise discostandosi dalla Guaritrice, per rivolgere uno sguardo verso Legolas e Gimli. Entrambi si erano fatti da parte per lasciare la giusta riservatezza del momento. “Grazie al tuo Principe riuscirà a tornare la vecchia Callial, quella che conoscevamo prima che diventasse la Spietata.” un altro gemito venne pronunciato dalla bocca del Variag, mentre le sue spalle ruotavano in una nuova posizione sintomo di un imminente risveglio.

“Scusate, non conosco i vostri progetti, ma fra i miei non vorrei inserire quello di tramortire nuovamente il detestabile principino Variag!” disse Gimli indicando l’uscita con la punta dell’ascia, per invitare alla fretta dell’abbandono di quel posto.

“Avete pienamente ragione mastro nano! Farò venire a prendere il Signore della Guerra da alcune guardie appena vi sarete allontanati! Ora andiamo, l’elfo potrà spiegarti meglio tutto quello che è successo quando sarete ad una distanza accettabile!” affermò esortata dal Portatore della ciocca.

La piccola compagnia raccattò le proprie cose e prese immediatamente la via che conduceva alle prigioni. Le Ombre non si curarono del loro passaggio, troppo occupate nell’organizzazione di quello che era più prossimo. Stavano diventando le artefici del loro Destino, proprio come Adamante ma con un percorso diverso. Attraversarono in mezzo alla radura di Agalath, tra i sentieri in cui prima il formicolio delle torce indicava un viale di fuoco. Oltrepassarono i cancelli della prigione che provocarono un brivido perfino nell’impavido nano, raggiungendo infine quello che sembrava un magazzino per le provviste. Raja prese una torcia spenta e l’accese con un’altra appesa alle pareti, per poi porgerla a Legolas l’unico in grado di condurli fuori da quel labirinto di cunicoli tutti uguali.

“Seguite la strada della mappa elfo, all’esterno troverete dei cavalli con delle provviste, vestiti e coperte! Una volta giunti fuori dirigetevi verso ovest fino ad incontrare il fiume Carnen, lo conoscete principe?” chiese a Legolas che rispose con un cenno del capo. “Seguite il suo letto verso nord fin dove si unisce con il Celduin e seguitelo alla Montagna Solitaria, sono parecchi giorni di cammino ma dovreste tranquillamente percorrerli facendo perdere le vostre tracce. Una volta giunti ad Esgaroth conoscete la strada per il Reame Boscoso.” Attirò l’attenzione dell’elfo prendendo la sua spalla ponendosi di fronte a lui. La sua altezza trascendente svettava su quella fisica dell’elfo, l’intensità con cui lo stava guardando gli fece percepire un forte senso di responsabilità caricato nelle parole che si apprestava a pronunciare. “Portatela alle terre di suo padre, fatele conoscere il vostro popolo, fatele assaporare la libertà. Mi dovete infine una promessa, mastro elfo.” Azzardò un sorriso sghembo, osservando di sfuggita la ragazza e il nano impegnati nel liberare la strada per accedere alle gallerie sotterranee. Tornò poi a fissare con serietà l’elfo, riprendenso la sua importante richiesta. “Dovete darmi la vostra parola che veglierete su di lei, che la renderete felice come non lo è mai stata tra i nostri alberi e che non l’abbandonerete mai! Non deludetela in alcun modo, non tradite la sua fiducia e non fatele mai rivivere tutto il dolore provato fino ad ora!” Legolas si batté il pugno sul petto chinando la testa come giuramento.

“Lo prometto, Raja la Storica!” disse rialzando gli occhi per incrociare quelli della Storica. “Lo prometto a voi e lo prometto a me stesso: che possa il mio spirito percorrere le Aule di Mandos per tutta l’eternità se vengo a mancare questo giuramento!” proprio mentre avevano terminato tale conversazione, Adamante e Gimli rimossero l’ultima catasta di legno ad occludere con pochi ciocchi l’apertura dei sotterranei. Si presentava come un enorme foro, poco più alto della Guaritrice da dove proveniva un vento freddo ed intriso d’umidità, tanto da far rizzare la pelle d’oca sulle spalle della fanciulla. Raja si mosse di alcuni passi avvicinandosi al nano per prendere una sua spalla.

“Ora le nostre strade qui si dividono, spero di potervi ritenere un amico sebbene il mio popolo vi ha tenuto rinchiuso durante il vostro soggiorno, Gimli figlio di Glòin!” il nano sbuffò sonoramente guardando la storica di traverso, odiava tutte quelle smancerie o almeno era quello che affermava. Il suo era più detestare l'addio che si stavano rivolgendo.

“Certo, certo!” rispose semplicemente con una finta indifferenza, ricambiando poi la pacca un po’ troppo violentemente, dato che Raja perse per un momento l’equilibrio vacillando appena. Stavano però ritardando quella che era più dolorosa tra le separazioni. Incrociarono le loro iridi perdendosi quelle onice della donna nelle castane della fanciulla, già condensate da lacrime esitanti sulle ciglia.

“Non devi piangere, Chillah!” disse interrompendo quel momentaneo silenzio e scuotendo la testa in senso di diniego. Nessuna delle due arrischiava l’avvicinamento, anche se fremevano per potersi abbracciare. Purtroppo, la consapevolezza che quell'addio potesse durare fino alla fine dei loro giorni era sempre più chiara. “Questo non è mai stato il tuo posto. Nessun Diamante risplende se sotterrato dalle foglie del manto boschivo. Vai piccola mia, sii libera di risplendere e rendici felici con la tua serenità! Vivi l'amore e la pace, non l'odio e la guerra, perchè questa è la materia di cui sei composta. E poi sono sicura di lasciarti in buone mani!” ogni barriera era stata abbattuta, ogni paura, ogni sentimento provato fu vano e reso fumo di fronte all’affetto che si sprigionava nel loro abbraccio. Sì, miei signori, Adamante si trovò immersa nella chioma fluente della sua amica che le lambiva le spalle.

“Non posso nemmeno salutare Ruin …” disse melanconica, soffocando il pianto contro la pelle della sua amica.

“Non temere, lei sa quanto le vuoi bene!” rispose Raja accarezzando la nuca della Guaritrice. Prese poi le sue braccia, allontanandola delicatamente per baciarle la fronte. Afferrò il suo mento affettuosamente, sollevandolo per accoglierla con un sorriso. “Non dimenticarti mai di noi, perché noi non ci dimenticheremo mai di te. Chissà infine cosa ci riserva il Destino, spesso ha agito a nostra insaputa. Guarda cosa ti ha permesso d’incontrare mia piccola Chillah, questo è quello che ti sei meritata!” rivolse una breve occhiata a Legolas che le osservava sempre da parte. “Vai ora, non lasciare che la fortuna decida di voltare di nuovo le spalle.  Sell, ly meret ashy! | Veloce, devi vivere [la tua] vita! | ” e detto questo la voltò dandole una lieve spinta, come una mamma lupo che spinge il suo cucciolo fuori dalla tana alla scoperta del mondo. Adamante si rivolse un’ultima volta verso quella che per lei era sempre stato un punto fermo.

Marcyo! | Grazie! |” sussurrò prima d’intraprendere la strada che l’avrebbe liberata di tutte le catene. Raja chinò leggermente la testa portandosi la mano al cuore, come a sorreggerlo. Il primo vero segno di devozione.

Merel, Testar! | Dovere, mia Signora! |” quando sollevò la testa Raja vide solo le spalle della Guaritrice inoltrarsi nel buio. Rimase in attesa che quel punto indefinito di luce sparisse attraverso la via di fuga da lei stessa congeniata, per poi tornare ad essere un'Ombra nuova in un Mondo nuovo.

 

Ed eccoci alla fuga, miei signori. Gli addii sono stati proferiti, la bella Guaritrice ha lasciato il nido per una nuova vita. Voi vi direte e così siamo giunti alla fine della nostra storia eppure se volete essa può continuare perché molto successe poi alla bella Adamante, le cui odierne antologie non possono riportare quel nome sconosciuto. I perché ed i per come non finiscono qui miei cari commensali, anche se questo può sembrare un lieto fine non è una fine, ma solo l'inizio.

Or dunque ditemi, volete che io continui a narrare o il sonno e la stanchezza non vi permettono di volerne sapere oltre?

 

Note dell'autrice: Scusate per il ritardo! Oddio ritardo, ritardo rispetto ai miei soliti tempi ma è stato un capitolo duro da scrivere!!!^^ Spero che comunque vi sia piaciuto l'avvicendarsi delle azioni. Mi scuso anche per la forte presenza di dialoghi necessari però alla riuscita del capitolo. Allora spero di essere stata in grado a rendere le emozioni, le paure, l'amore, l'odio insomma questo intricato miscuglio che ho creato. Ovviamente il fiume che viene menzionato è ripreso dalla mappa del Il Signore degli Anelli, sarebbe il Flutti per la versione italiana. Ovviamente per quanto riguarda la domanda di Sarìin è puramente retorica la mia storia continua perchè io pensavo proprio di introdurre la figura di Adamante con il futuro di Legolas. Solo che mi stavo chiedendo: devo mettere l'avviso What if? perchè in realtà ciò che succede dopo a Legolas si sa dagli Annali quindi non so se è giusto o sbagliato metterlo. Voi che dite? Io veramente sto davanti alla dicitura di What if? facendo le bolle con la bocca per l'indecisione! Attendo gentil responsi! ^^ RSVP ovviamente se non volete saperne più di me e di Adamante basta che mi fate un fischio e la smetto di ammorbarvi!!!^^ Spero tanto di no cmq!!!PS: mi sono dimenticata di specificare che il gioco del muro nascosto in prospettiva è ispirato ad una scena di Labyrinth!! Eh eh!

Comunque domani mattina riguardo il capitolo più accuratamente. Gli ho dato una letta ma la sera comunque ho sempre il cervello in pappa!!! Eh eh! 

Angolo delle recensioni:

Elfa:Eccoci al nostro consueto appuntamento ma cher! O si Leggy l'altro capitolo non ha avuto una grande parte ma ti posso assicurare che ora la storia si svilupperà tutta su di loro due quindi super Legolas all'attacco!!!! Se ti devo dire la sincera verità per quanto riguarda il capitolo finale io non saprei comunque prevedo che quella che sarà la successiva avventura dei nostri viaggiatori ci saranno credo gli stessi capitoli o forse qualcosa meno non so. Purtroppo per le mie lettrici io adoro guardare a quello che accade dopo... eh eh!!! E divento prolissa come una messa cantata!!!^^ La seconda parte sarà a mio avviso più romanticosa. Diciamo che ho concentrato tutto quel senso di amore romantico cavalleresco che mi piace tanto che nella nostra Bibbia (non credo di dire una blasfemia!!^^) un po' manca. Spero di averti fatto piacere con la notizia che non smetterò tanto presto eh eh!!^^ un bacione e al prossimo capitolo spero!

Thiliol: Evviva le virgole migliorano!!! Sai come il neurone della punteggiatura ha deciso di uscire dal letargo, anche se ora è un po' stordito dal caldo! Ogni tanto va a ninna e non mi si fila più!!! Però stiamo lavorando a migliorare il nostro rapporto e devo ammettere che l'allenamento nello scrivere mi sta aiutando molto nel sopperire a questa lacuna. ^^ Grazie per i complimenti sempre graditissimissimi e prego per il link è stato solo un piacere. Geldena non la sopportavo più nemmeno io, infatti si è visto che fine ha fatto [un attimo di delirio di onnipotenza e l'ho fatta fuori con una scena alla Xena]. Per Amarah è quella che Crhis Vogler definirebbe l'eroina tragica, triste ma saggia. Guarda in retrospettiva con rammarico e la sua morte è stata la conseguenza di tali scelte. In compenso al retrogusto amaro di ciò che ha scoperto si è ritrovata con un bagaglio più ricco concependo i propri errori e affidando ad una persona come Raja, il suo alterco emotivo, la sua redenzione. Ho un po' giocato su questo devo ammetterlo, il pg della Regina era uno dei miei preferiti anche se un ruolo abbastanza marginale rispetto agl'altri. Va bhè Amarah ci hai insegnato a tutti che sempre si possono mettere in discussione i nostri credi e principi! Ovviamente ti ringrazio sempre e comunque!!!Un bacione!!! Spero che anche tu sia contenta che la storia non si fermi alla fuga ma continui (così l'ho pensata)!!!^^ Ci tengo molto a sapere soprattutto da te, la faccenda del What if? (sai ieri ha cominciato persino a ringhiarmi, sigh!). Ti ringrazio anticipatamente, un bacione di nuovo!

RINGRAZIO SEMPRE TUTTISSIMISSIMI COLORO CHE MI SEGUONO!!! SPERO CHE CONTINUI A STUZZICARVI!!!

Un bacio grande grande!

Vostra Malice

 

   
 
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