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Autore: Flaminia_Kennedy    06/07/2010    4 recensioni
Akuroku ad ambientazione AU.
Il giovane Roxas soffre di un tumore al cervello che lo obbliga ad una vita di dolori e sacrifici, mentre il ragazzo si appassiona sempre di più al mondo dell'Esoterismo e degli spiriti.
Un misterioso ragazzo dai capelli color fuoco lo visita nei suoi sogni, mentre qualcosa poco a poco impregnerà la casa del biondino di rabbia e violenza fino a che...
Sono accetti suggerimenti per la trama e ovviamente commenti costruttivi ^^ Enjoy!
Genere: Romantico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Amare la morte'
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Aprii gli occhi dopo un tempo che mi parve indefinito e vedere due volti sconosciuti sopra di me mi spaventò.

Dov’era Axel? «Battito regolare e valori stabili» disse uno dei due, controllando una piccola macchinetta accanto alla lettiga dov’ero assicurato con delle cinghie.

Le lacrime che iniziarono a scivolarmi dagli occhi sfocarono il mondo «guarda la luce ragazzo» disse il secondo paramedico, riconobbi i vestiti bianchi che avevo già visto in passato, puntandomi una piccola torcia nelle pupille, spostandola a destra e a sinistra «riflessi nella norma, sembri fuori pericolo» aggiunse, piegando la bocca in un sorriso rassicurante.

Dovevo viaggiare su un’ambulanza diretta all‘ospedale, a vedere dal luogo ristretto in cui mi trovavo e dal moto un po’ beccheggiante che la vettura prendeva ad ogni curva.

L’improvvisa presa calda sulla mia mano mi fece spostare gli occhi alla mia destra: accanto al paramedico che aveva parlato per primo c’era Axel, più vero di quanto non fosse in realtà, con un sorriso che di morto aveva ben poco «tranquillo Roxy non ti mollo» mi disse, avvolgendo la mia mano gelida con la sua così altamente reale e calda.

Io credevo che gli spiriti fossero gelidi, perché rinchiusi nel bozzolo della morte…ma Axel era un fuoco eterno che bruciava, un fuoco fatuo «Axel…» dissi, sorridendo appena nel fissarlo fare lo stesso.

I paramedici mi guardarono straniti «hai detto qualcosa?» disse uno di loro e io guardai confuso quello che aveva parlato «io…» cercai di parlare, ma la mano che stringeva la mia si fece un po’ più presente mentre l’altra faceva salire un dito verso le mie labbra «non parlare» sussurrò il rosso.

Io temetti di arrossire davanti alla vista dei paramedici, ma per fortuna riuscii a resistere dall’andare a fuoco solo perché mi vergognavo troppo. Sviai il discorso in un secondo «che cos’è…successo?» domandai, la gola che mi bruciava.

Il paramedico più vicino ad Axel ridacchiò «dovresti dircelo tu ragazzino, ti sei lanciato oltre il marciapiede e sei atterrato in mezzo alla strada. Hai perso i sensi proprio quando stava passando un tir, per fortuna il guidatore ha avuto un guasto al motore in quel momento e si è fermato prima di poterti trasformare in una schiacciatina» mi raccontò, mentre quello che diceva lui si sovrapponeva a quello che ricordavo io.

Isa mi aveva afferrato e scaraventato via, mi aveva cacciato in mezzo alla strada per uccidermi. Perché avrebbe dovuto farlo?

In quel frangente, mentre pensavo che avrei dovuto indagare, il mio solito mal di testa ritornò più forte di qualsiasi altra volta e mi ritrovai a chiudere gli occhi mentre mi dimenavo debolmente sotto le cinghie della lettiga.

Sembrava quasi che mi stessero aprendo il cranio con un’ascia, da quanto erano forti le fitte regolari che avvertivo. Attraverso uno spiraglio dei miei occhi mi guardai attorno alla ricerca di Axel, ma tutto quello che vidi fu una muraglia di cadaveri, che mi separavano dal resto del mondo che conoscevo.

Mi fissavano tutti con sguardo vuoto ma disperato al tempo stesso, come se avessero voluto usarmi come salvagente per ritornare alla vita «chiudi gli occhi Roxas» sentii la voce roca e calda di Axel raggiungermi,mentre alcuni dei morti si allontanavano mugolante, pieno di fiamme alte e rosse come i capelli che desideravo vedere.

E il mio desiderio venne esaudito quando i paramedici aprirono le porte dell’ambulanza per portarmi nell’ospedale, mentre parlavano di emorragia interna «Axel…» chiamai ancora, mentre lui s’infilava a gomitate nel muro di cadaveri che mi circondava per allontanarli da me «chiudi gli occhi » disse di nuovo, serio come mai lo avevo sentito.

Obbedii il tempo che bastava a sentire i paramedici affermare che i miei globuli bianchi erano in aumento e che il battito cardiaco stava accelerando troppo «sta avendo una crisi cardiaca! Chiami il dottor Vexen!».

E mentre tutti si affollavano attorno al mio corpo imperlato di sudore e alla mia mente bruciante, io sentivo i lamenti dei morti attorno a me aumentare, come se fossero a centinaia: che fossero le persone morte nell’obitorio? In fondo l’ospedale ne aveva uno esattamente sotto dove stavo io in quel momento.

La curiosità dentro di me mi obbligò quasi ad aprire un occhio e l’affanno che provai si centuplicò quando vidi una marea di capelli rossi davanti agli occhi farmi da scudo ai morti che sembravano volermi rapire.

Axel mi stava abbracciando, mi stava tenendo stretto al suo petto muto se non per i polmoni che frusciavano nel suo respiro e sentire la sua guancia contro la mia mi fece provare cose che mai mi sarei immaginato «tieni gli occhi chiusi ho detto» aggiunse, tirandosi su.

Il suo viso non era più intatto come prima, ma sembrava più scavato mentre i suoi occhi verdissimi si erano spenti per diventare quasi grigi. Le occhiaie attorno ad essi e le ombre sulla mascella mi fecero ricordare un po’ le mummie, ma rimaneva sempre bellissimo, nonostante avesse assunto un colorito mortale «non voglio che tu mi veda così» aggiunse, una lacrima che sostava nella piccola fossa appena sotto l’occhio sinistro «tra poco andrà meglio, non ti preoccupare» continuò, la sua voce usciva soffice dalle labbra violacee e spaccate, ma senza nemmeno una goccia di sangue.

Probabilmente era morto dissanguato «Axel…» non potei fare altro che ripete il suo nome mentre alzavo una mano per sfiorare il suo viso, sentire la pelle incartapecorita e tiepida sotto le dita non mi dava fastidio, solo un nodo alla gola era presente da quando lo avevo visto nella sua vera forma.

Abbassai lo sguardo per guardare il suo corpo più scheletrico dentro la felpa scura, dove un grosso squarcio sulla parte sinistra del suo costato mostrava una ferita aperta e ancora sanguinante.

I miei occhi vagarono dal tessuto scurito dei jeans al pavimento, dove il sangue del rosso creava una scia interminabile.

I cadaveri non erano spariti, ma sembravano essersi calmati «Io…io non…potrei mai…» cercai di sussurrare, ma le mie parole vennero tranciate dall’urlo di dolore che mi uscì involontario dalla mia bocca quando una scarica elettrica mi strappò via dalle braccia di Axel, per farmici catapultare di nuovo dentro «Non morire Roxy» sussurrò in un filo di voce lui, accarezzandomi il volto sudato con mani tremanti, come se in quel momento stesse morendo lui, non io.

Preso dal panico afferrai le sue mani, mentre guardavo giù e vedevo il mio corpo sussultare ad ogni scarica che seguiva il «libera!» del Dr. Vexen «ritorna giù…da bravo» aggiunse, posandomi le mani sul petto e spingendomi verso il basso mentre le mani degli altri defunti mi artigliavano le gambe, come se volessero trattenermi lì con loro.

E dopo altre tre fortissime e dolorosissime scariche mi ritrovai ad aprire gli occhi e ad atterrare sulla lettiga da cui il mio corpo era schizzato via «c’è polso!» «bene, stabilizzatelo mentre dreno l’emorragia».

I cadaveri erano stati risucchiati dal soffitto bianco mentre la nebulosa rossa che era Axel rimase sopra di me, a muoversi appena.

Ero sicuro che mi stesse dicendo qualcosa, ma non potevo sentirlo, non in quel momento «fategli l’anestesia, prima che si accorga cosa stia succedendo» sentii ancora la voce fredda di Vexen venire dalla mia destra e io giurai a me stesso di trovare il motivo per cui Axel non se n’era andato in pace…perché io ero dannatamente pazzo ad essermi innamorato di un ragazzo morto.



Note dell'autrice
Eccomi col sesto capitolo! Lo so il racconto sta diventando abbastanza noiosello, ma non vi preoccupate, nel prossimo ci sarà una manata di pepe come si deve XD

Sarephen: bene bene, stata al mare eh? Che belloooooo T^T io abito in mezzo ai monti e il mare lo vedo due volte l'anno T^T
Lo yoga del wii non è sto granché, ti ammazzi un po' sulla tavola bianca perchè non è che sia molto spaziooosa xD
Beh il caldo mi ha tenuta sveglia fino alle 3...e stare attaccata al portatile è una tortura perchè scalda un sacco e mi vanno a fuoco le mani quando scrivo T^T
Spoilerino? La madre di Roxas non si fa mai gli affari propri xD

NaruYondaime: Si si, è proprio volato in mezzo alla strada xD E nuu poro Axel lui non c'entra nulla, è Saix che è un pochino insano di testa ahahah xD
Beh non ti preoccupare, mi ha fatto molto piacere la tua luuuunga recensione :D Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, comunque ;)
   
 
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