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Autore: LadyNoir    06/07/2010    2 recensioni
Dicono che l’odio e l’amore siano facce di una stessa medaglia.
Dicono che un sentimento così raro e profondo come l’odio sia una scusa traballante che talvolta viene usata per mascherare le nostre debolezze.
Balle, dicevo io.
L’odio e l’antipatia sono una cosa, l’amore e la simpatia tutt’altro.
Ero convinta di quello che dicevo forse perché avevo sempre rivolto il mio astio contro persone del mio stesso sesso, ragazze patetiche e senza cervello pronte a concedersi a chiunque mostrasse un minimo d’attenzione nei loro confronti e con in mente soltanto lo shopping e i soldi di papà.
La situazione mi sfuggì di mano quando invece cominciai a provare una impellente ira cieca nei confronti di un individuo di sesso maschile.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2,
Fischi per fiaschi.
 
 
 
 
 
 
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Arrivo in classe con i miei occhiali da sole enormi ancora davanti agli occhi.
Come previsto, ho due occhiaie da far spavento. Invano avevo tentato di coprirle con il correttore…e alla fine, vista la mia poca –pochissima- pazienza, ho lasciato perdere.
Mi trascino al mio banco dopo aver biascicato un buongiorno alla classe.
Ria mi guarda divertita.- Ore piccole?-
-Mhh..- mugugno, gettandomi sulla sedia e spalmandomi sul banco chiudendo gli occhi.- Non hai idea di quanto odi l’insonnia!-
Ridacchia, tornando con lo sguardo sul libro di chimica aperto davanti a lei. –Pronta per un altro 4?-
Sospiro. Si, sono nata pronta per questo.
Apro gli occhi e le mie iridi castane passano in rassegna la classe. Tutti sono impegnati in un ripasso disperato: c’è chi scrive note sul banco, chi su foglietti di carta…c’è quella stupida di Lucia invece che si passa il lucidalabbra guardandosi nel suo specchietto.
Do una gomitata leggera a Ria che alza lo sguardo su di me e segue la direzione dei miei occhi.
-Oddio. Ora sappiamo che definitivamente perso il suo unico neurone.-
La guardo, fingendomi indignata.- Perché, ne ha mai avuto uno?-
-Spero non sia riferito a me!-.
Mi volto di scatto sentendo la voce di Ale e allargo le braccia in cerca di un suo abbraccio, che mi regala immediatamente.
-Ho una sorpresa per voi due povere sventurate- annuncia e subito dopo posa una bustina bianca sul mio banco.
-Cornetti caldi…- mormora Ria, osservando la suddetta busta con occhi famelici.
Mi apro in un sorriso radioso.- Ale?- lo richiamo, seria.
-Dimmi.-
-Ti ho già detto che ti adoro?!- esclamò facendolo ridere e subito si china su di me, dandomi un bacio sulla fronte.- Si, credo circa un milione di volte!-
Scene del genere non sono anomale, la mattina. Alessandro viene spesso a salutarci e quando non può farlo siamo io e Ria che andiamo da lui. E’ come un rito che portiamo avanti dal primo anno di liceo ormai.
La campanella ci distrae dalle nostre chiacchiere ed Ale è costretto a tornare in classe.
-In bocca al lupo, fatevi valere!- ci beffeggia, sapendo benissimo che siamo due incompetenti in materia.
-Se, come no…- sospira Ria, anche se un sorrisino le incornicia il viso.
Mando un bacio volante al mio migliore amico che si è appena girato per uscire dall’aula, quando contemporaneamente Luca Contrini entra serafico andandogli a sbattere.
Istintivamente, trattengo il fiato.
-Luca.-
-Alessandro.-
Si salutano sempre così. Ale esce dall’aula e Luca va al suo posto, accolto come sempre dalle galline che gli muoiono dietro e i suoi tirapiedi. Non mi accorgo che sto continuando a seguirlo con lo sguardo fin quando lui non gira di scatto la testa verso di me, trafiggendomi con gli occhi.
Merda.
Distolgo gli occhi immediatamente voltandomi verso Ria. Ma la situazione non sembra andarmi meglio, in quanto mi guarda con i suoi occhi neri incredibilmente seri.
-Interessante match.-
-Smettila…- la riprendo io debolmente.
Mi scruta ancora per qualche secondo ma poi l’ingresso del prof la costringe a girarsi.
Una decina di minuti dopo, guardiamo il nostro compito con l’aria afflitta. Non sappiamo fare nemmeno la metà degli esercizi proposti.
E’ inutile: noi e la chimica non siamo affatto anime gemelle.
-Siamo inevitabilmente, tristemente, spacciate Sà-.
Sospiro, concordando silenziosamente con lei. Mia madre non prenderà bene l’ennesima insufficienza ma infondo…non posso farci niente!
Con la guancia poggiata sul palmo della mano, comincio a girovagare con lo sguardo.
Quelli della prima fila scrivono con la testa incollata sul foglio. Arriccio il naso. Quella fila è da sempre riservata ai secchioni della classe, i quali formano un gruppetto a sé stante e molto distante da noi poveri mortali. Credo che tutti li odiamo, in classe.
Mi soffermo su Lucia Miretti e le sue due dame di compagnia: Maria e Rossella. E’ il trio che più odiamo io e Ria. Sono le tipiche oche, tipiche adolescenti che credono d’essere le più belle e fighe del mondo. Stanno ridacchiando a bassa voce.
Ma che avranno poi da ridere?Ridono della propria ignoranza?!
Mi esce un sospiro di pietà e vedo Ria guardarmi interrogativa. Scuoto la testa, rassegnata.
Continuo la mia rassegna, osservando Jacopo e Francesco – i ragazzi più simpatici di tutta la classe- stuzzicare Mariangela, secchiona per eccellenza, in cerca di qualche suggerimento. Che naturalmente non si degna di dargli.
Poi, mentre stavo tornando al mio compito sperando in un lampo di genio, sento la solita sensazione sfiorarmi. So chi è, so cos’è quel piccolo brivido che sento partire dalla base della schiena.
E’ lui.
Mi sta fissando. Lo sento, anche se non mi giro per accertarmene.
Certe sensazioni si riconoscono tra mille.
Mi passo nervosamente una mano tra i capelli, combattendo contro me stessa per non voltarmi nella sua direzione.
-Ed ecco Contrini che ti perfora a distanza,- il sussurro di Vittoria mi fa sobbalzare.
-Shh-.
Sghignazza.- Tranquilla, non ci sente.-
-Ma ti sento io!- sbotto nervosa, lanciandole un’occhiataccia.
-Siamo nervosette, eh?-
Roteo gli occhi lasciandola perdere.
Per lei è tutto un gioco. Infondo non la biasimo, crede sia la stessa cosa per me.
Un momento: anche per me è un gioco.
Uno stupido, inutile gioco.
Ho appena detto il contrario?!
O cielo, la chimica mi ha fatto impazzire completamente.
Ostentando una sicurezza che in realtà non ho, mi giro con noncuranza verso di lui. E’ poggiato con la schiena al muro, girato nella mia direzione e si rigira la penna tra le mani.
Ci guardiamo, senza fare altro.
Poi inaspettatamente, lo vedo mimarmi qualcosa con le labbra, sorridendo leggermente.
E’ raro vederlo sorridere. O meglio, sorridere veramente, senza quel suo ghigno strafottente che indossa in ogni situazione.
Aguzzo la vista per tentare di capire le sue parole silenziose.
Come sta andando?
E’ quello che mi ha chiesto.
Scuoto la testa, lasciando trasparire l’ovvia risposta.
Male.
Lui mi sorride più apertamente.
Alzo le sopracciglia, innervosendomi. Che fa, ride di me?
Anche a me.
Wow, mi sta mostrando solidarietà.
Ricambio istintivamente il sorriso e lui mi mima altro.
Poveri noi!
-Costa e Contrini!Se non la smettete vi sbatto subito fuori!-
Sobbalzo e per poco non lascio un urlo.
Ho appena fatto una figura di merda colossale.
Nessuno di noi due ha la faccia tosta di replicare e sento le guancie ardermi sentendomi una perfetta idiota.
Ria mi tira un pizzico forte sul braccio ma non mi giro a guardarla.
Sento un sommesso vociare tra i banchi.
E’ la prima volta che un professore riprende me e Luca insieme. E’ stranissimo, in quanto non ci parliamo nemmeno!
O meglio, non ci parliamo come i comuni mortali a quanto sembra.
Con la coda dell’occhio vedo una pallina di carta atterrarmi sul quaderno.
Ria.
La dispiego velocemente.
La cosa è più seria di quanto pensassi allora!
C’è scritto con la sua calligrafia ordinata e rotonda.
Sbuffo, restituendole il micro foglietto con un mezzo sorriso.
Non so spiegare cosa sento in questo momento.
E’…strano. La sensazione d’aver condiviso qualcosa con lui per qualche minuto.
Basta, la devo smettere con questi pensieri. Decisamente!
 
Dopo un’ora, la campanella annuncia la fine di quel supplizio. Alla fine io e Ria abbiamo passato tutto il tempo unendo le nostre conoscenze e cercando di svolgere qualche esercizio.
Con scarsi risultati, però almeno ci abbiamo provato!
-Benvenuto, nuovo 4!- esclama lei, stiracchiandosi sulla sedia e poco dopo tirando fuori i libri d’italiano.
-O nuovo 2, non si sa mai!-
-Ehi, Sara.-
Mi congelo.
Letteralmente, mi sono congelata sul posto.
Alzo lo sguardo e vedo che fermo alla mia sinistra, con le mani in tasca c’è proprio Luca.
-Ehi!- rispondo al suo strano modo di salutarmi tentando di non agitarmi più del necessario.
Che cavolo, è solo quel presuntuoso di Contrini!
-Alla fine com’è andata?Sei riuscita a fare qualcosa?-
Frena, frena, frena: sta veramente tentando di fare conversazione interessandosi dell’esito del mio compito?
-Ehm, Sà vado un attimo in bagno prima che arrivi la prof…- e subito dopo vedo Ria sfrecciarmi accanto.
La ammazzo. Giuro che lo faccio!
E Luca mi sta ancora fissando in attesa di risposta.
-Oh beh, direi proprio di no. L’ennesima insufficienza!- esclamo leggermente imbarazzata.
Lui ridacchia e poi fa una cosa assurda: si siede al posto di Ria.
Se adesso il mondo cominciasse a girare al contrario non credo che mi stupirei molto.
-Neanche io ho fatto poi molto. Lo sai che non vado bene nelle materie scientifiche…-
Lo so?
Ah si, lo so.
Come non saperlo, è uno dei pochi che –compresa me- non va mai all’interrogazione di matematica o fisica.
Non mi sono mai trovata così vicina a lui in tutti questi anni.
E’ seduto proprio di fronte a me, come se fosse la cosa più naturale del mondo parlarmi con così tanta confidenza.
Ci capisco sempre meno.
-Pronta per italiano?- mi domanda, scompigliandosi i capelli nero pece.
-Si, me la cavo decisamente meglio.-
In quel momento sento tossicchiare dietro di me e Ria ci guarda imbarazzata.
-Scusa Vittoria, ti ho rubato il posto!- esclama Luca alzandosi per tornare al suo posto. Ma poi, si gira nuovamente e mi batte una mano sulla spalla con fare amichevole.- E non preoccuparti per il compito, tanto si recupera.-
E se ne va, lasciando la mia spalla sinistra ardere.
-O.mio.Dio-.
L’affermazione di Ria credo riassumi bene l’episodio.
 
 
 
 
 
-Che coglione-.
Il serafico commento di Ale mi strappa un sorriso.-Non so più come definirlo-.
Siamo nel salotto di casa mia, solo io e lui. Ria oggi aveva una visita dall’oculista e quindi ci raggiungerà tra qualche ora.
-Definiscilo nello stesso modo mio. Non mi offendo mica-, scherza lui strappandomi di mano la patatina alla paprika che stavo per mangiare e ficcandosela in bocca con una linguaccia.
-Ladro!-
-Dormigliona!-
Non gli rispondo per non scatenare l’inizio di una caterva di appellativi che degenerano poi in una guerra di solletico.
-Uff, Alee!- piagnucolo, sporgendomi per abbracciarlo sul divano.
-Ti fai troppi problemi Sa. Da quando t’importa di quel coso?-
-Da quando è diventato così enigmatico con me, ovvio.-
Mi aspetto una risposta sarcastica che invece non arriva.
Alessandro mi guarda in silenzio, continuando ad accarezzarmi i capelli castani. E mi scruta, come solo un migliore amico sa fare, fino a leggerti dentro.
Mi sento così vulnerabile quando mi guarda così. So cosa vuol dire: mi sta studiando. E quando Ale comincia il suo lavoro da psicologo c’è da preoccuparsi.
Il silenzio mi uccide.- Ehm…cosa c’è?-
Lui ferma la mano, lasciandola a mezz’aria sulla mia testa. Dopo qualche secondo poi la fa piombare sul mio capo in maniera abbastanza pesante.
-Ma sei scemo?!- sbraito massaggiandomi la nuca con una mano mentre con l’altra gli do uno schiaffo sul braccio.-Mi hai fatto male!-
-Non dirmelo-.
E’ terribilmente serio.
Aggrotto le sopracciglia.- Cosa non dovrei dirti?-
-Sara Costa…- comincia, e dentro la mia testa scatta il campanello d’allarme. Quando mi chiama per nome e cognome la situazione è critica.- ..ti sei presa una sbandata per Luca Contrini?-.
Ci metto circa mezzo secondo per realizzare la domanda.
-Cooosa?!Ma sei impazzito?- salto dal divano allontanandomi da lui come se gli fosse appena spuntato un alieno da sotto la maglietta.- Cosa stai dicendo Ale?-
-O merda…- lo sento mormorare mentre mi guarda con gli occhi celesti sbarrati. Si avvicina con un unico passo a me e mi afferra per le spalle- Sà dimmi che non è vero!E’ un emerito coglione, non può piacerti!-
Mi sento in trappola. Anzi, lo sono sul serio!
-Io non…certo che non mi piace!- esclamo poi, divincolandomi dalla sua presa così rabbiosa.
Credo di non aver mai visto un cambiamento d’umore così repentino nel mio migliore amico in tutta la mia vita.- E’ solo uno sbruffone, uno a cui piace avere tutto e tutti sotto controllo. Lo so benissimo!-
-Ma?- m’incalza lui, incrociando le braccia sul petto.
Lo guardo, stranita.- Non c’è nessun ma!-
Lui sbuffa, spazientito.- Invece c’è eccome, lo si capisce benissimo dalla tua frase-, conclude calcando su quel benissimo,proprio come ho fatto io.
-Ale ma che cavolo ti prende?Stai capendo fischi per fiaschi- mormoro io, avvicinandomi a lui con lo sguardo confuso. Ma perché reagisce così ora?
Lo vedo rilassare i muscoli.- Scusa.-
Mi dice solo quello, prima di andare a sdraiarsi di nuovo sul divano e di accendere la tv.
Lo guardo senza parole. Sembra quasi…geloso!
Ma mi do immediatamente della stupida.
E’ strano forte.
 
Circa un’ora dopo è arrivata Ria, che proprio in quel momento ci stava raccontando la sua avvincente visita oculistica.
-..e quindi in conclusione, metterò gli occhiali. Che schifezza!- .
Le do una pacca sulla spalla per confortarla, mentre verso la cioccolata calda nelle tre tazzone.
Alessandro è silenzioso, non è intervenuto per niente del racconto di Ria e lei naturalmente, si è accorta del suo comportamento.
La vedo venirmi incontro con Edward in braccio, guardando Ale da lontano.-Ehi, ma cos’è successo?-
Alzo le spalle.- E’ arrabbiato con me per qualche motivo non ben definito.-
Lei ci pensa un po’ su, aiutandomi a pulire il piano cottura che si era sporcato con qualche goccia di cioccolata.
-Di cosa stavate parlando quando è sbottato?-
-Del comportamento di stamattina di Luca Contr…-
-Cosa?Gli hai raccontato di oggi?- mi chiese stranita mentre io la guardavo con le sopracciglia alzate.- E perché mai non avrei dovuto scusa?-
-Sà ma sei un caso perso!E’ normale che abbia reagito male-, concluse lei, lasciandomi nella confusione totale.- E’ geloso di te-.
Ok, adesso era davvero il colmo.
Cominciai a ridacchiare in maniera quasi isterica, mentre afferravo le tazze.- Questa si che è bella. Alessandro geloso di me.-
-Non fare la stupida, non parlo di quel tipo di gelosia. Anche gli amici possono essere gelosi, sai?-
Mi fermai in mezzo alla cucina e mi voltai a guardarla.- Ria, spiegami una cosa. Un piccolo particolare insignificante.-
Lei annuì, sorpresa da mio tono pungente.- Di cosa dovrebbe essere geloso, esattamente?-
Non risponde.
Con un ghigno soddisfatto torno in salone, dove Ale sta guardando Chi vuol essere milionario? e vedo che sta cercando di capire quale sia la risposta giusta in quanto ha la fronte aggrottata.
-La D.-
Lui sobbalza. Non mi aveva sentita arrivare.
-Dai cavolo, volevo arrivarci da solo!- esclama indignato ma quando mi guarda in viso noto con piacere che mi sorride. Afferra la tazza ed inizia a soffiarci dentro.
-Allora rimanevamo qui fino a domattina,- interviene Ria.
-Lascia stare Ale, la letteratura non è proprio il tuo forte-.
 
 
La serata passa tranquilla come sempre.
Alessandro sembra essere tornato normale e di questo sono contenta. Avremo modo di chiarire lo spiacevole episodio di oggi pomeriggio, ma nella nostra amicizia tutto ha suo tempo, senza fretta.
Decido di farmi una doccia rigenerante prima di mettermi a letto. Mi spoglio lentamente e apro l’acqua calda.
E’ inutile. Per quanto mi sia sforzata oggi di non pensare a stamattina, per quanto abbia tentato di dimenticare lui vicino a me, devo ammettere d’aver fallito miseramente.
Il getto dell’acqua calda scivola su di me. Con la spugna gratto la mia pelle con forza, eliminando le cellule morte.
Si può ridursi così per dei semplici gesti privi di alcuna logica?
Ci penso troppo, è un chiodo fisso ormai.
Non sono riuscita ad ammettere a me stessa la verità…quale verità poi?Non c’è nessuna verità!
Chiudo l’acqua ed esco dalla doccia stringendomi nell’accappatoio.
Ti sei presa una sbandata per Luca Contrini?
La domanda di Ale mi frulla nella mente.
Sbandata?
Io?
Per Luca Contrini?
La verità è che io nemmeno lo conosco quello!
Non lo conosco realmente, intendo.
Una volta a letto, con Edward acciambellato al mio fianco, mi lascio cullare dalle note del mio Ipod. Niente pensieri per stanotte: la doccia calda ha avuto l’effetto che desideravo.
 
 
 
 
 
Ascolto le parole di Lucia Miretti alias regina sul pisello della classe con crescente euforia.
-E quindi per il mio compleanno vi invito tutti!Naturalmente ho invitato anche quelli della 5° A, in quanto miei amici…-
Lascia in sospeso la frase ed io e Ria ci guardiamo con eloquenza. Si, sappiamo bene a che genere di amici si riferisce la cara Miretti.
-Questo è tutto!-, conclude e subito partono fischi e applausi.
-Almeno fa qualcosa di utile,- sospira Ria osservandomi divertita.
-Una festa, eh?-
Lei annuisce. –E’ da tanto che non partecipiamo ad una serata così-.
Posso dirlo a bassa voce?
Ok. Non vedo l’ora!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutti!
Eccomi ancora qui, a tediarvi con la mia storia!Non so se vi aspettavate l’entrata in scena di Luca in maniera diversa…ma, come avete potuto constatare, quel ragazzo è strano!xD
Se avete dubbi o curiosità potete contattarmi al mio indirizzo mail che trovate nella pagina del mio profilo^^(avevo dimenticato di dirlo prima, ma mi farebbe molto piacere sentirvi!)
Detto questo, ringrazio infinitamente  vampistrella(si cara, il biondo è Ale!Ho tentato di fare chiarezza nel capitolo^^) e kihi55(sono contenta di sapere che il trio ti piace!Sono curiosa di sapere cosa ne pensi della reazione del nostro Alessandro!) che hanno recensito il capitolo precedente.
E ringrazio anche tutti coloro che hanno aggiunto L’essenziale è invisibile agli occhi tra le storie preferite, seguite o da ricordare!Spero di leggere presto anche le vostre recensioni.
Come extra vi lascio un link, per farvi vedere il nostro tenebroso Luca Contrini!L’attore è Gaspard Ulliel!
Per questa volta è davvero tutto,
ci vediamo al prossimo capitolo con la famosa festa!
Un bacione,
Gloria.

  
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