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Autore: Willow Whisper    07/07/2010    2 recensioni
Postato capitolo 14-parte seconda (POV SAM-ABRAHAM) del libro III
[LIBRO PRIMO- terminato]
(POV Sammy+ UN SOLO CAPITOLO POV Laura)
[LIBRO SECONDO- terminato]
(POV Sammy+ POV Laura + UN SOLO CAPITOLO POV Seth)
[LIBRO TERZO- iniziato]
*Second life- when you are a Cold*
(POV Sammy, Laura, Seth, Gabriel, Nessie & sorprese)
"Stare in mezzo a loro non mi piaceva.
Era orribile essere circondata dai nemici, dal pericolo.
Eppure ero lì, pronta a sacrificarmi per difendere chi amavo.
Mi ero chiesta tante volte se la mia seconda vita
sarebbe stata migliore della prima,
ma la risposta non c’era mai stata,
o almeno, fino a quel momento...
No. Non era affatto come speravo."
Genere: Dark, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Serie "Dream"'
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Capitolo 14 finito
Capitolo 14


Sam
Mi ero lasciata rimettere in piedi da Demetri senza badare al fatto che il suo aiuto fosse stato del tutto indelicato e che avesse quasi cercato di rompermi un braccio; senza badare agli occhi di Aro ancora puntati su di me, mentre affiancava Laura sfiorandole delicatamente una mano, e senza badare a lei, che mi osservava in silenzio, con quegli occhi accesi e impegnati a dirmi qualcosa che non riuscivo o che -probabilmente- non volevo capire.
Tesi le labbra un attimo verso il soldato che mi teneva ferma e dissi, tra i denti -Lasciami il braccio. Non farò nessun altro scatto-, ma quello sembrò non ascoltarmi minimamente, così pensai di dover rinunciare all'idea di sentirmi almeno libera di muovermi. Il fastidio che sentivo a causa sua non era nulla paragonato a tutto ciò che le azioni impensabili e prive di senso della mia amica avevano causato al mio interno. Forse, in un’altra vita, se non fossi stata capace di prevedere con precisione ogni evento futuro e mi fossi permessa di attentare alla vita di Aro, sarei già stata uccisa da un pezzo, ma qui era tutto diverso, perciò ringraziavo almeno il fatto di ritrovarmi ancora con la mia testa sulle spalle o le gambe una accanto all’altra.
Tutt’intorno a noi si erano radunati altri vampiri. Altre guardie. Altri soldati.
Probabilmente, ero davvero diventata il miglior modo di passare il tempo, con la mia ridicola farsa, il mio voler sembrare coraggiosa di fronte a chi –ne avevo la certezza- non provava alcun timore, ma bensì solo un malcelato interesse.
I bisbigli di Sulpicia e Athenodora, andate a posizionarsi al fianco dei troni dei rispettivi mariti, mi davano alla testa. Mi osservavano, la prima con un leggero e quasi impercettibile sorrisino di sfida e la seconda con un’espressione che rasentava la scocciatura già molto visibile sul viso di Caius. Sparlavano silenziosamente di me, dandomi un voto. Può essere utile? O come al solito mio marito sta solo esagerando?
Questi erano i dilemmi di Sulpicia, che notai molto attenta nel sottolineare l’aggettivo possessivo “mio”, come se le sue parole quasi del tutto impercettibili fossero dirette anche a Laura.
Laura, che continuava a stringere una mano ad Aro come se non le fosse possibile separarsi da lui.
Tesi le labbra di nuovo, abbassai lo sguardo e mi ripromisi di restare calma e di non portare nessuno dei tre capi a perdere la pazienza, anche se non nutrivo molti dubbi nel credere che Marcus sarebbe rimasto impassibile anche in caso avessi cercato di uccidere lui.
Quando Aro schioccò le dita, tornai a osservare lui, e mi soffermai su quel volto così pallido e luminoso da mostrare anche il minimo dettaglio che la pelle candida tentava di nascondere. Le vene azzurre erano forse lo spettacolo più affascinante; riuscivo a trovarle tutte, in quell’immenso labirinto di filamenti bluastri, ma sapevo che agli occhi di un essere umano sarebbero apparse massimo le più visibili, quelle che –dopo una caccia sanguinosa- si sarebbero riempite di nuovo sostentamento, fino a che il corpo non ne avesse richiesto altro.
Ce n’erano a migliaia, e si diradavano come i rami di un albero secolare sotto quella pelle così trasparente, ma fui costretta a concentrare il mio sguardo sui suoi occhi, che si socchiusero un istante, fissandomi, prima di tornare a essere rilassati, con le palpebre leggermente abbassate a conferire un’espressione bonaria ad Aro.
-Direi che è il caso di dirci se vuoi restare o no, mia cara- disse, con voce dolce e seducente.
Mandai giu e mormorai, portando la mia attenzione su Laura –Va bene, Aro. Resterò con voi…-
Stava per esultare, nel suo modo enfatico, quando lo interruppi aggiungendo, con un sibilo -…ma devi prima giurarmi una cosa, chiaro?-.
Aro si ritrovò a studiarmi, attento, pur fingendosi solo sorpreso e perplesso. Intanto, Caius aveva sorriso amaramente, come aspettandoselo, e disse, stranamente divertito –Troppo facile, Aro. Te lo avevo detto. Non si sarebbe arresa con un nonnulla-.
L'altro sospirò, annuendo tra sé. Lo sguardo gli si fece vacuo per un secondo, e percepii il suo nervosismo crescere, prima che Laura gli dicesse, a voce bassa, accostando le proprie labbra al suo orecchio –Ascoltala…-.
Scoprii i denti, poi mi ripetei di star calma e li nascosi di nuovo ai loro occhi, mentre il vampiro moro tornava coi suoi rossi e sbiaditi a puntarmi, sorridendo con fare cordiale e paziente –Sentiamo-.
-Giurami su Laura…- sibilai -…Che non attenterai mai più alla vita dei Cullen, né che cercherai di portare qui i mutaforma di La Push-.
Lo vidi tendersi e serrare la mascella sentendo su cosa gli chiedevo di giurare, ma rimasi stupita dal fatto che subito dopo non tentennò minimamente nel rispondermi –E va bene, Samantha. Lo giuro sulla vita di Laura-. Sorrise e si mise teatralmente una mano sul petto.
Mi chiesi quanto potessi credergli e puntai i miei occhi vigili sull’oggetto del nostro giuramento. Laura se ne stava immobile, con l’espressione calma e controllata che aveva sempre avuto, fin da ragazzina, quando si trovava impegnata a riflettere.
Lei non mi guardò. Stava riservando l’attenzione ad Aro, forse chiedendosi la stessa cosa che io stessa mi ero appena chiesta.
Non feci in tempo a pensare altro, che sentii la presa di Demetri farsi più energica sul mio braccio e ringhiai, senza riuscire a trattenermi. Lui ignorò la cosa e chiese, chinando il capo –Padrone, vuole che la accompagni nella stanza che avevate precedentemente fatto preparare per lei?-.
-No, Demetri- Aro rise –Sarà Laura a scortarla. Me lo ha già chiesto in precedenza e non voglio certo negarle il piacere di stare con la sua amica-. Vidi Laura sorridere freddamente a Demetri per poi avvicinarsi a me e dirgli, secca -Lasciala-.
Il segugio obbedì, storcendo rapidamente la bocca, capendo che il suo sogno di potermi trascinare con violenza e magari spezzarmi le ossa di tanto in tanto era andato in fumo, mentre io mormorai, a bassa voce -Grazie-, ritrovandomi a fissare quella neonata negli occhi, prima che ricambiasse dicendo solo -Dovere-.

Mi lasciai scortare da Laura, quindi, fuori da quella che venni a sapere poi veniva chiamata Sala Maggiore, mormorando tra me e me di tanto in tanto i nomi di Seth e Gabriel, chiedendomi cosa stessero facendo, e sperando che non gli passasse per la testa di arrivare fin lì solo per rischiare la vita.
Poi il mio pensiero andò a Edward, di cui sentivo la mancanza fin nel profondo del cuore, dove avevo sempre riservato un posticino interamente dedicato a lui.
-Dovresti smettere di pensarci, Sam-.
Sussultai, alzando gli occhi su Laura, che mi camminava accanto -Come scusa?-
Lei puntò il suo sguardo sul mio viso e ripeté, calma -Pensare a Edward, Seth e Gabriel. Ho tentato di convincere Aro a non rimettere mai piede a Forks, se non per qualche sporadica visita di cortesia verso Carlisle-.
Sbiancai -Hai il potere di Edward?-.
-No- rise -Ma è scontato che tu stia pensando a loro. Lo noto dalla tua espressione. Sei molto più afflitta-. Mi superò di qualche passo e mi sforzai di restarle accanto, chiedendo, lenta -Dimmi perchè-.
-Perchè cosa, Sam?-
-Perchè hai lasciato che ti trasformasse. Tu...avevi una vita felice, una famiglia stupenda...hai dato il permesso ad Aro di...-
-Smettila!- sibilò, inchiodandomi col suo sguardo per un solo secondo, prima di ricominciare a camminare e dire, intanto, con voce tesa -Sei esattamente come quella fastidiosa di Rosalie. Non accetti quel che ti è accaduto e te ne lamenti, non avendo altra scelta. Ma io, Sam...io lo volevo, capisci? Pensare di invecchiare ancora, di ritrovarmi impotente su un letto d'ospedale negli ultimi giorni di una vita umana...no. No, non riuscivo ad accettarlo. Potrai pensare...- prese fiato -Che io abbia avuto paura del tempo che passava, e che abbia pensato in modo egoista, ma sappi che non è così-.
-Allora spiegami- mormorai, continuando ad osservarla.
Laura socchiuse gli occhi, fissando per un istante il vuoto, poi disse, lenta -Più tardi, forse. Ora voglio mostrarti la tua stanza, è molto confortevole- tentò un sorriso -Ho una certa influenza, qui, sai?- la notai guardarmi con la coda dell'occhio e poi aggiungere, divertita -Sulpicia mi avrebbe già uccisa da un pezzo, se solo non fossi sotto la protezione di Aro e non...- si zittì prima di terminare la frase e capii che c'era qualcos'altro.
Inclinai un poco la testa di lato, attenta -E non...?-
-Niente, Sam- mi superò, rapida -Vedrai, quando ce ne sarà occasione-.
Questo fu il nostro primo dialogo, e questo fu il modo in cui venne troncato.

Abraham
Dannazione. Dannazione. DANNAZIONE.
Per quale assurdo motivo quei due avevano deciso di infilarsi nei miei affari? E perché quell'impulsiva di Sam era subito scattata?
Il mio piano era andato a farsi fottere. Storsi il naso, sentendo le lamentele di Nessie contro i gemelli. Come se fossero stati loro il vero problema!
Era tutto un casino e io dovevo rimediare.
Non doveva andare così. Solo io sarei dovuto andare a Volterra, io, lì, avrei proposto ad Aro di prendere me al posto di mia madre.
Io sarei stato felice. E tutto si sarebbe risolto. Invece, ora... Gabriel poteva essere un tranquillo sostituto delle mie potenzialità; e Nessie era uno specchietto che avrebbe sicuramente distratto Aro.
Per non parlare di Samantha!
Gli unici che sarebbero stati utili, anche se non indispensabili, erano i gemelli: non troppo grandi per la trasformazione e quindi non appetibili per la mente del vampiro, ma sicuramente una spinta in più per far accettare a mia madre quell'ipotetico scambio.
Ed ora?
Niente. Dovevo inventarmi qualcos'altro.
Guardai Kenai e Neka che sogghignavano furbescamente a Gabriel e sospirai, guardai fuori e chiusi gli occhi.
Come se non bastasse avevamo la macchina di Emmett. Li aprii di scatto e cercai con lo sguardo possibili congegni che avrebbero indicato la nostra posizione; guardai il navigatore e la radio con uno scatto secco li staccai e li disintegrai tra le mie mani, gettandoli giù dalla scogliera.
-Cosa stai facendo!?- urlò istericamente Ness.
Mi voltai con un sorriso amaro.
-Sto semplicemente eliminando ogni traccia che ci renderebbe riconducibili dai tuoi genitori ultra iper protettivi- feci una pausa, durante la quale Gabriel grugnì e lei soffiò come un gatto -e ora, carissima, cellulare e carta di credito-
-A...a cosa ti servono?!-
Kenai si aprì in un sorriso divertito: -Il cellulare perché hai il GPRS, mentre la carta di credito...-
-Perché sei un'oca spendacciona e non vorrei che la usassi, rendendo noti a tutti i nostri spostamenti- tagliai corto io, mentre Neka aveva già sfilato abilmente tutto dalla borsetta della ragazza e me lo porgeva.
Distrussi anche questi, velocemente, sotto lo sguardo allibito di Ness.
-Voi... siete...folli!? E ora come pensate di pagare i biglietti?! EH?!- urlò, in preda ad una crisi isterica.
Ghignai, divertito e tirai fuori dalla mia tasca ben duemila euro, pronti all'uso.
-A differenza vostra- indicai sia lei che Gabriel, che era diventato improvvisamente muto -avevo già pensato a tutto. Ho altri duemila dollari, questi euro ci serviranno là. Ti prego di non schiamazzare ulteriormente- le dissi, ridacchiando e rigirandomi verso la strada.
-Sei un idiota! Stupido... come ti è anche solo venuto in mente di partire da solo per Volterra...-
Continuò ad urlare per tutto il tragitto, ma non le prestai attenzione.
Oramai eravamo partiti e quella solitaria per l'Italia si era rivelata un'allegra scampagnata di gruppo.








Altro capitolo, mie care lettrici. Naturalmente spero che chi non è in grado di leggerlo ora per mancanza di un pc passi delle buone vacanze ^^
La seconda parte è un pezzettino che Laura mi aveva mandato tempo fa e che io avevo deciso di lasciare da conto, perciò, ho pensato di metterlo qui.
Spero che nell'insieme quello che abbiamo scritto io e lei vi piaccia, anche perchè la sottoscritta sta passando una gran crisi con l'ispirazione, che sembra essere sparita, e perciò non si sente soddisfatta di quel che ha scritto e che vi ha appena fatto leggere.
*Sospira, poi dice*: Spero comunque che siate felici del mio impegno .-.
A presto, credo...

Sam
   
 
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