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Autore: Shinmen    08/07/2010    2 recensioni
Una visita ad un vecchio amico nei guai rischia di finire male. Chi c'è dietro gli omcidi che hanno trasformato Nibelheim in un luogo da incubo? Si tratta veramente di un mostro soprannaturale come sembra? O forse è una montatura?
Genere: Azione, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Nibelheim era come se la ricordava: cielo coperto vento gelido e strade pressoché deserte. Il piccolo villaggio era sempre stato restio ai cambiamenti e non sarebbe cambiato nemmeno in un paio di secoli. “Figuriamoci in poco più di vent’anni.” Pensò mentre spostava la sacca da viaggio sull’altra spalla scrollando quella indolenzita. Non c’era un accidente di mezzo di trasporto che portasse fin lassù. Si era dovuta fare a piedi tutta la salita da dove l’aveva lasciata l’ultimo che le aveva dato un passaggio. Il camionista, sui sessant’anni, testa quasi calva e pancia da guida, si era categoricamente rifiutato di portarla più su.

<< Non è nel mio itinerario e anche se lo fosse non ci andrei per tutto l’oro del mondo! Quel posto porta sfortuna! >> Ripeté facendogli il verso. Un passante si fermò a fissarla stralunato, lei gli fece una linguaccia e quello se ne andò offeso.

 

Scrollò le spalle e fissò la piazza del villaggio riflettendo. La tentazione di andare direttamente alla Shinra Mansion era forte, ma era stanca per la salita e alla fine la spossatezza ebbe la meglio sull’entusiasmo. “Sto invecchiando accidenti.” Represse il pensiero con forza, aveva solamente trentasei anni, nel pieno della giovinezza. “TRENTASEI! Sigh.” Puntò dritta verso l’Inn, l’insegna penzolava cigolando dai cardini, aprì la porta sottraendosi a quella vista poco allegra.

La hall sembrava deserta, di fronte a lei c’era il bancone ma del proprietario nessuna traccia. Alla sua sinistra uno dei pochi segni di cambiamento della città, un piccolo salottino composto da un divano  una poltrona e un salottino, e, primo segno di resa alla tecnologia di quel posto dimenticato dal mondo, uno schermo televisivo. “Chissà se si prende qualcosa quassù.”

Avanzò verso il bancone. I suoi passi emettevano un rumore sordo sul pavimento di legno, amplificato dal silenzio che aleggiava nella stanza. Uno strano senso di inquietudine le si infilò in corpo percorrendo tutta la spina dorsale, si fermò guardandosi attorno. Quel silenzio era anormale, dove cavolo era il proprietario? Era sera, possibile che non ci fosse nessuno nella hall? Nemmeno un cliente? Dopotutto quel posto era in attività quindi si presumeva che qualcuno ogni tanto ci venisse a dormire.

Deglutì il groppo che le si era formato in gola e avanzò ancora arrivando finalmente al bancone, notò la campanella appoggiata sopra al banco, sembrava li da un secolo. Ciononostante emise un trillo acuto e pulito quando ci premette sopra con la mano. Passò qualche minuto, dopo un secondo trillo finalmente la porta sul retro si aprì.

 

Il proprietario era un uomo piuttosto anziano, tuttavia il fisico non era flaccido e solo le rughe sul volto e il colore dei capelli e della barba ne indicavano l’età. Entrò a passo svelto e si diresse dietro il bancone lamentandosi tra se e se. Lei  riuscì a cogliere solamente un: << … gente ha sempre fretta. >> Il vecchio signore sparì dietro il bancone riemergendone poco dopo con il registro dei clienti che appoggiò sul banco.  << Benvenuta signorina a Nibelheim! Gemma dei monti Nibel, cosa posso fare per lei? Desidera fermarsi da noi? Una notte costa appena 50 gil. >> Un ampio sorriso di cortesia si dipinse sul volto dell’uomo. Lei gli sorrise di rimando. << Non mi dispiacerebbe affatto, credo che prenderò una camera per una notte, per ora. >> Il volto del vecchio si illuminò, non doveva vedere molti clienti. << Benissimo! Benissimo. >> Ripeté tra se e se mentre apriva il registro scribacchiando sulla prima riga della pagina, poi girò il libro verso di lei tendendole anche la penna. << Se vuole mettere una firma qui ora signorina le mostrerò subito la sua camera. >> Mentre lei prendeva la penna e firmava l’uomo le si rivolse nuovamente.<< Posso chiederle cosa la porta da noi signorina … >>

 

<< Kisaragi, mi chiamo Yuffie Kisaragi, e sono qui per fare visita ad un vecchio amico. >>

  
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