Libri > Il diario del vampiro
Segui la storia  |       
Autore: iosnio90    09/07/2010    4 recensioni
E' sempre una Damon/Bonnie. Ed è il seguito della mia prima storia - il linguaggio della resa - quindi per capire alcune cose di questa seconda parte vi consiglio di leggere prima quella....BACIONI...IOSNIO90.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio della resa'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo quattordicesimo

“E’ veramente un peccato!” - esclamò Samia sfregando le mani che teneva elegantemente unite sul grembo.
“Di cosa parli? Cosa è un peccato?” - chiese Samuel che le era seduto di fianco nella grande sala da cui stavano assistendo a ciò che avveniva nel Labirinto tramite una sfera di cristallo.
“E’ un peccato che Ted morirà! Si è dimostrato molto abile!Forse potremmo….” - cominciò Samia ma venne interrotta dal fratello.
“No, non possiamo salvarlo, lo sai! E poi quando arriveremo lì avremo da fare qualcosa di immensamente più importante che non salvare la vita ad un giovane stregone senza esperienza!” - disse Samuel.
“Sì, ma hai visto tu stesso cosa ha appena fatto con la creazione di quelle copie!” - ribattè Samia decisa a fare di tutto per far cambiare idea al fratello.
“Ho visto, ma questo non importa!” - rispose Samuel.
“Come sarebbe che non importa?” - replicò Samia perdendo un po’ del solito controllo e della solita calma che la contraddistingueva.
“Samia, lo so che ti è difficile accettarlo, ma le cose spesso non sono giuste e spesso bisogna fare delle scelte difficili, ma necessarie, soprattutto per gente come noi che abbiamo tutto il peso del Regno magico sulle nostre vecchie spalle!” - le disse Samuel posizionandosi in ginocchio davanti a lei e afferrandole delicatamente le braccia.
“Ma è così giovane!” - riuscì a dire Samia prima che un lacrima solitaria le solcasse il viso.
“Lo so, credimi, lo so!Ma non possiamo fare nulla e lo sapevamo benissimo quando abbiamo deciso di mandarlo laggiù! Quando arriveremo per lui forse sarà troppo tardi, ma noi dobbiamo concentrarci solo sulla strega e dobbiamo lasciarlo perdere. Ma tirati su col morale, forse mi sbaglio e quando arriviamo il vampiro è quello nei guai e Ted sta per vincere!” - disse Samuel con un leggero sorriso sulle labbra.
“Non riuscirà mai ad uccidere il vampiro, lo sai! Se dovesse combattere contro un altro vampiro, come ha fatto in passato forse ce la farebbe, ma non con quel vampiro, con lui Ted non ha scampo!” - rispose sicura Samia.
“Lo so!” - si limitò a dire Samuel.
“Ma Ted non lo sa! Lui crede che quello sia come tutti gli altri vampiri che ha incontrato, ma non è così. Non si rende conto che ha di fronte un essere molto più forte e potente di qualsiasi cosa lui abbia mai incontrato!” -  affermò Samia.
“Se ne renderà conto!” - ribattè Samuel.
“Sì, se ne renderà conto….quando sarà in punto di morte!” - controbatté Samia guardando il fratello dritto negli occhi.
“Samuel…”.
“Samia, no! Te l’ho già detto!” - la interruppe di nuovo Samuel alzandosi e tornando a sedersi al suo posto.
“Ma…” - tentò Samia.
“Niente ma! Non ci sono né se né ma che tengano! Abbiamo una missione e la porteremo a termine anche lasciando Ted lì a morire! Intesi?” - chiese Samuel.
“Allora? Rispondi!” - continuò quando vide che Samia non accennava a rispondere.
“Sì, ho capito!” - si arrese Samia.
“Bè, me lo auguro! Altrimenti alla fine dovrò lasciarti qui e sai bene che il resto del Consiglio ci chiederà una spiegazione se questo dovesse accadere e a quel punto io non potrei mentire e dovrei dire la verità, cioè che tu non sei venuta perché eri contraria a lasciar morire lo stregone e che lo avresti aiutato anche a rischio di mandare a monte la missione!” - disse Samuel.
“Sì, ho capito!” - ripetè Samia.
“Alla fine sai che ci faresti uccidere entrambi!” - continuò Samuel.
“HO CAPITO!” - urlò Samia - “Non farò nulla e ci atterremo al piano originale!”.
“Bene” - annuì Samuel leggermente sorpreso dalla reazione della sorella che di solito era sempre così pacata, ma forse lui aveva tirato un pò troppo la cinghia questa volta e non c’era da meravigliarsi che Samia avesse reagito in quel modo se si calcolava in fatto che non le era mai piaciuto uccidere nessuno e a volte provava addirittura pena per le creature oscure che dovevano affrontare.
Si voltarono verso la sfera.
“Dovremmo cominciare a prepararci!” - disse Samia rompendo il silenzio.
“Sì! Tra poco tocca a noi! Dobbiamo cominciare a creare un portale che ci porti direttamente nel cuore del Labirinto!” - confermò Samuel.
“Bene!” - fece Samia alzandosi.
“Bene!” - disse Samuel imitando la sorella e addentrandosi nel buio della sala.

- Sono un genio, un genio, un genio, un genio, un genio! - continuava a ripetersi Ted esultando di gioia e guardando soddisfatto, dalle sue sfere, il dolore della strega e del vampiro.
Le copie avevano funzionato alla grande.
Damon non si era ancora ripreso, e Bonnie era appena piombata in uno stato catatonico magnifico, che era tutto un programma.
Anche la copia del vampiro era svanita e anche quella era stata perfetta come la copia della strega.
Bonnie non si era minimamente resa conto di ciò che avveniva.
Certo all’inizio era sembrata sospettosa, ma poi quattro parole in croce dette con il tono giusto avevano avuto il potere di distruggerla e svuotarla così istantaneamente che i dubbi erano subito scomparsi.
Come previsto l’immobilità totale della copia non era stata un problema: molto probabilmente la strega era abituata a vedere il suo caro vampiro in versione statua ogni dieci secondi, quindi vedere la copia ferma non le era sembrato nulla di strano.
Lo stesso era valso per la voce mentale: Bonnie non aveva la minima idea del fatto che Damon in quel momento non potesse comunicare perfettamente nulla con la mente perché i suoi poteri mentali erano bloccati, quindi, anche in quel caso, lei doveva essere così abituata a cose del genere quando si trattava del vampiro che non le era sembrato strano che lui avesse portato avanti un’intera conversazione senza mai aprire bocca.
Oh, le cose non potevano andare meglio!
Ora Ted era pronto ad accoglierli nel suo spiazzo al centro esatto del Labirinto.
 - Anzi, quasi quasi li aiuto a farli arrivare qui prima e contemporaneamente. Sono troppo curioso di sapere come reagiranno quando si vedranno. Sarà uno spasso! - pensò Ted con un sorrisino sadico sulle labbra.
Ted aveva come l’impressione che forse, sì, avrebbe dovuto lottare, ma sentiva che quella lotta non sarebbe avvenuta proprio subito, anzi aveva la sensazione che sarebbe stato messo da parte per un bel po’ mentre quei due si scagliavano l’uno contro l’altra.
Ted già se li vedeva: lui da un lato, lei dall’altro, a dirsi cose che non si sarebbero mai detti se lui non ci avesse messo lo zampino.
- Oh, sì! Sarà proprio uno spasso! - di nuovo il sorriso sadico.
Ted allora si portò le mani alle tempie e con la forza del pensiero creò una sorta di fuoco verde galleggiante proprio davanti a lui.
Con un altro piccolo sforzo il fuoco si divise in tante piccole fiammelle che poi si alzarono in cielo e si dispersero sul Labirinto.
Avrebbero guidato la strega e il vampiro dritti nella tana del lupo.

Era passata un’infinità di tempo o forse solo qualche millesimo di secondo da quando Bonnie era scomparsa all’interno di quel vortice di rubini.
Era passata un’infinità di tempo o forse solo qualche millesimo di secondo da quando lei gli aveva detto di non amarlo.
Era passata un’infinità di tempo o forse solo qualche millesimo di secondo da quando la vita di Damon era stata distrutta.
Era passata un’infinità di tempo o forse solo qualche millesimo di secondo da quando il suo cuore era diventato di fredda e dura pietra tagliente.
Damon, che era ancora accasciato a terra, si tirò lentamente su.
Quando alzò gli occhi puntandoli davanti a se non era più quello di prima.
Se Stefan aveva creduto che lui in passato fosse un essere sadico e senza scrupoli, incapace di qualsiasi sentimento, bè, non sapeva quanto si era sbagliato.
Tutto quello che era stato in passato e tutto quello che aveva fatto non erano nulla in confronto a quello che era adesso e che aveva voglia di fare adesso.
Neanche nei suoi periodi più bui, neanche mentre era stato posseduto dai malach di Shinichi e Misao era stato più freddo e spietato di come si sentiva adesso.
Ora era davvero senza scrupoli, privo di cuore, malvagio, sadico e incapace di qualsiasi sentimento o emozione.
Tutto dentro di lui era pietra.
Tutto dentro di lui era tenebra.
Tutto dentro di lui era morte.
L’unica cosa che voleva davvero era trovare lo stregone e ucciderlo lentamente, per poi andarsene via, lontano da quel posto che gli aveva portato solo torture e sofferenze.
Malediceva con tutto se stesso il giorno in cui era tornato e con tutto se stesso malediceva il momento in cui aveva capito di amarla….lei…Bonnie.
Bonnie….
Come aveva potuto?
Lei lo aveva ingannato: gli aveva detto che non lo amava e che forse non lo aveva mai amato per davvero.
Se solo ne avesse avuto la forza sarebbe andato a cercarla, l’avrebbe trovata e, se fosse stata un’altra, lui l’avrebbe uccisa per quello che gli aveva fatto.
Ma non poteva, non poteva uccidere lei, nonostante tutto Damon semplicemente non poteva.
Lei era stata l’unica, l’unica in grado di cambiarlo per davvero, di entrargli nell’anima e adesso se ne era andata.
Forse non lo aveva mai amato.
Adesso non lo amava.
Mentre pensava queste cose un gruppo di piccole fiamme verdi catturò la sua attenzione.
Quelle gli si pararono davanti e formarono per aria la scritta: Ted.
Poi si disposero in gruppo a formare una freccia e cominciarono a muoversi.
Damon intuì subito dove volevano condurlo.
Quella era magia, lo sapeva.
Non avrebbe dovuto fidarsi perché molto probabilmente era stato Ted ad inviare quelle fiamme, ma nulla aveva più importanza oramai, tranne uccidere Ted.
Fissò la freccia di fiamme verdi ancora per qualche secondo, poi la seguì.

Bonnie era ancora stesa a terra, con la guancia destra che premeva sul pavimento.
Da qualche parte stava sanguinando, forse aveva un taglio sulla fronte.
Pensò che forse a sanguinare fosse il suo cuore, ma era impossibile: come poteva sanguinare un cuore che ormai non esisteva più?
Come era possibile che lei fosse ancora viva se non aveva più un cuore?
Come aveva potuto?
Come aveva potuto Damon trattarla così?
Ma forse non era quella la domanda giusta da fare, la domanda giusta era: Come aveva fatto lei ad essere così dannatamente stupida da cascarci?
Era scritto che Damon l’avrebbe imbrogliata.
Damon stesso era tutto un grande imbroglio.
Ma nonostante questo lei ci aveva creduto, aveva creduto davvero che lui la amasse, ci aveva creduto ogni singolo giorno che avevano passato insieme.
Ma era anche vero che lui aveva fatto di tutto per guadagnarsi la sua fiducia, da grande imbroglione che era.
Era stato geloso di Lucas: imbroglio.
Aveva fatto in modo da farle annullare il matrimonio: imbroglio.
Aveva rischiato la vita per salvarla da Chen: imbroglio.
Aveva accettato le condizioni degli altri pur di stare con lei: imbroglio.
Il viaggio in Europa: imbroglio.
Era stato tutto un lurido, gigantesco imbroglio.
E lei ci era cascata, ci era cascata perché lo amava, lo aveva sempre amato e non aveva smesso mai di farlo.
Ma forse era solo lei che era una vera masochista: lui le aveva fatto male ogni volta, ma non le era importato mai e appena lo aveva rivisto aveva colto al volo la possibilità di farsi far male di nuovo da Damon pur di averlo accanto.
Doveva essere così o la soluzione era che lei era semplicemente molto stupida, così stupida da credergli e da dimenticare il passato.
Ma adesso non aveva più nessuna importanza di chi era colpa.
Non aveva importanza che lei fosse masochista o stupida.
Nulla aveva importanza.
Lui se ne era andato, l’aveva abbandonata.
Bonnie poteva reggere tutto, tutto tranne questo, tutto tranne l’abbandono di Damon.
Era decisa a restare stesa sul quel pavimento ed in quel preciso punto per sempre, quando successe qualcosa.
All’improvviso un bagliore verde la circondò e Bonnie sentì una strana forza che lentamente la rimetteva in piedi.
Quando riuscì a reggersi sulle sue gambe, Bonnie vide davanti a se delle fiamme verdi che si erano unite a formare la scritta: Ted.
Passarono pochi attimi e le fiamme cambiarono forma e crearono una luminosa freccia verde che a quanto pareva voleva mostrarle la via per arrivare allo stregone.
Ripensare a Ted le fece venire un conato di vomito, ma si trattenne.
Non sapeva perché, ma i suoi piedi cominciarono a camminare seguendo la direzione indicata dalla freccia.

- Bene, bene, continuate ad avanzare! - ripeteva Ted con lo sguardo fisso sulle sfere consapevole che alle sue spalle due aperture una di fianco all’altra davano direttamente sul grande spiazzo circolare dove si ergeva il suo piedistallo.
Ted li sentiva, ormai erano vicinissimi.
Mancavano soli pochi passi, lo sapeva.
Attese, attese, attese mentre l’ansia cresceva.
All’improvviso un rumore, poi un altro e un altro ancora, un tenue rumore di passi.
Poi più nulla.
Fu quando calò il silenzio che Ted si voltò e fu allora che li vide.
Erano arrivati.

Damon continuava a seguire la freccia, continuava e continuava mentre nella sua mente vagliava ogni possibile modo in cui poteva uccidere Ted.
Poi ad un tratto la vide: davanti a lui c’era una sorta di apertura.
Quando la varcò Damon si ritrovò in una spazio circolare enorme e completamente spoglio fatta eccezione per il piedistallo di pietra che sorgeva al centro esatto di quel cerchio e su cui c’era lo stregone, il suo obiettivo.
Stava fissando Ted quando un odore intenso gli colpì le narici: odore di sangue, ma non sangue qualsiasi, Damon conosceva quel profumo.
Si voltò e ad una decina di passi da lui c’era lei, c’era Bonnie.
Avrebbe tanto voluto restare impassibile, ma quando il suo sguardo di posò su di lei non potè trattenersi e sentì il suo sguardo che si illuminava.
Si sentiva totalmente ridicolo e si aspettava che Bonnie, vedendolo così, mettesse ancora più in fondo il dito nella piaga, ma non fu ciò che accadde.
Accadde ben altro e si sentì confuso.
Quello che ora Damon non capiva era: perché Bonnie aveva cominciato a piangere quando lo aveva rivisto?

Bonnie aveva seguito quasi inconsapevolmente la freccia verde, ormai era vicina alla fine e voleva rivedere Ted almeno per chiedergli perché aveva fatto tutto quello che aveva fatto e poi voleva cercare almeno di fargli lasciare liberi gli altri.
Fu con questi pensieri che varcò la strana apertura che aveva incontrato alla fine di quel percorso.
Era arrivata, era al centro esatto del Labirinto e Ted era lì, ma non era solo.
Con la coda dell’occhio Bonnie aveva visto qualcuno arrivare in quello spiazzo enorme nello stesso istante in cui ci era arrivata lei.
Quando si voltò Damon era lì.
Calde lacrime le solcarono il viso senza che lei riuscisse a controllarle nonostante si ordinasse di farlo perché non voleva che lui la credesse davvero così patetica, ma fu tutto inutile e le lacrime continuarono a venire giù copiose.
Bonnie si aspettava che lui la insultasse, la offendesse, la prendesse in giro, ma nulla di tutto ciò accadde.
Accadde ben altro e si sentì confusa.
Quello che ora Bonnie non capiva era: perché gli occhi di Damon si erano illuminati quando l’aveva rivista?





NOTE:
Ciao a tutti!
Ecco un altro capitolo, diciamo che è un capitolo di transizione che ci porta direttamente alle battute finali: ormai mancano solo due capitoli alla fine che posterò quanto prima.
Prima però vorrei sapere una cosa da voi.
Vedete io mi sono troppo affezionata a questi due personaggi e non ci riesco proprio a lasciar perdere la loro storia e a finirla definitivamente, almeno non per il momento.
Quindi ho pensato ad un finale per questa seconda parte che necessita per forza di una terza parte per la quale ho già una vagonata di idee soprattutto ora che ho più tempo libero e la mia fantasia và a briglia sciolta.
Ora, quello che volevo chiedervi è questo: vi piacerebbe che scrivessi una terza parte de Il linguaggio della resa, oppure vi siete stancate e preferite che la chiuda qui?
Dalle vostre risposte dipenderà l'epilogo di questa storia:
Se vorrete un seguito allora farò come avevo pensato di fare.
Se non volete nessun seguito allora dovrò modificare le cose per fare una finale decente e definitivo.
Aspetto le vostre risposte.
Grazie a tutti.

Recensite...recensite...recensite...BACIONI...IOSNIO90!







   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il diario del vampiro / Vai alla pagina dell'autore: iosnio90