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Autore: La dix Croix    11/07/2010    4 recensioni
" E così, Jill, dopo undici anni di vita, ringraziava ogni giorno di non sbandierare un nome zuccheroso come " Eglantine o Destiny ", ma semplicemente Jill.
Era un nome comunissimo e privo di ogni responsabilità, che si mescolava tra la folla e non faceva arricciare il naso solo a sentirlo."
" - Ah, io non mi preoccupo, so benissimo che finirò a Corvonero, come tutti in famiglia. Tu invece dove pensi di andare? - Chiese Archibald.

- ...Non ne ho la minima idea. - Replicò Jill, improvvisamente risentita - Ma mio padre dice sempre che se esistesse una Casa per i fannulloni, io finirei per andare lì! -
Le labbra di Archibald si spiegarono in un mezzo sorriso, ma lo sguardo del fratello era tutt'altro che divertito: vi si poteva leggere invece una lieve disapprovazione. " 
Una storia che vede protagonista la Hogwarts degli anni ottanta, dopo la scomparsa di Lord Voldemort a seguito della tentata uccisione di Harry Potter, una Hogwarts vissuta sotto gli occhi di tre ragazzi di Corvonero, alle prese con i loro piccoli misteri e avventure quotidiane.
Il mondo magico si sta pian piano riprendendo, e la famosa Scuola di Magia e Stregoneria ritorna al suo antico splendore.
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Corvonero, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Archie4 bastii: Tranquilla, nessuna offesa ^^. Anzi, sono contenta che tu mi esponga le tue impressioni! Non è che mi ci stia proprio impegnando, anzi, il carattere che mi ero imposta di Archibald non era così acido e scontroso, ma alla fine è stato lui a prendere le redini di sé stesso... Lo so, sono pazza XD. Comunque come ho già detto a un'altra ragazza, lui proviene da una famiglia in cui suo fratello è lodato in continuazione e sua cugina è un'arpia sempre pronta a dargli fastidio, quindi è venuto su scontroso, e ora che si trova per la prima volta con altri ragazzi non sa proprio come comportarsi, dato che fino a poco prima aveva solo a che fare con l'invidiato il fratello e con l'odiosa cugina, ma col tempo imparerà, lo vedrai nel corso della storia ^^! Non sarà certo odioso per sempre XD! E comunque grazie per il complimento, volevo fare una storia in cui non si trovassero Harry e co. ad Hogwarts, perchè ormai ce ne sono tante, e anche perchè volevo il terreno libero. Come puoi vedere alla fine ho coinvolto anche Bill Weasley, perchè una lettrice mi ha dato l'idea e mi è piaciuta! Sono contenta che la storia ti incuriosisca e spero che continui a seguirmi ^^!

Foolfetta: Grazie ^^! Ora che mi ci fai pensare, anche a me Archie ricorda un pochino Hermione, anche se alla fine i due hanno poco a che fare l'uno con l'altro. E poi sì, lo stereotipo che tutti i Grifondoro sono coraggiosi, i Corvonero secchioncelli e i Serpeverde stronzi mi stufa. Sì, più o meno sono le caratteristiche che ognuno degli appartenenti alle rispettive Case ha, ma non vuoldire che debbano essere tutti fatti con lo stampino! Jill è a Corvonero perchè è intelligente appunto, e non vuole dire che dev'essere per forza maniaca dello studio XD! Se non ci fossi stata tu a dirmi di Bill avrei dovuto inventarmi un altro personaggio, il che è piuttosto difficile, quindi grazie! Prima non l'avevo mai preso in considerazione questo ragazzo, mentre ora mi ci sto pian piano affezionando! Spero che il capitolo ti piaccia ^^!

DubheBlack: Speravo proprio in una tua recensione, credevo che avessi smesso di seguirmi! Sono contenta che alla fine tu l'abbia fatto ^^! Mi soddisfa anche il fatto che Archie inizi a starti simpatico, e la tua rivalutazione è ben fondata! Accidenti, che compagni di classe hai avuto? Mi fanno proprio pensare a Bill e Willow! Archie purtroppo non è un genio, a differenza del fratello, però è intelligente e maturo, e rivelerà nel corso della storia altri lati del suo carattere, più apprezzabili. Nonostante sia lamentoso, lo preferisco a Curtis, perchè lui è adagiato sugli allori ed è abituato a farsi lodare, senza contare che ama parlare di sé. Archie è più umile XD! Spero che anche questo capitolo ti piaccia! ^^



 ______________________Capitolo 4___________________________




I tre giorni che seguirono portarono nel cuore di Jill una certa agitazione: stava per avere la sua prima avventura ad Hogwarts, alla quale aveva infine deciso di partecipare nonostante i rischi, perchè dopotutto, cosa mai sarebbe potuto esserci in quella foresta? E poi voleva in ogni modo dimostrare a Lennox che lei non era una smidollata, secchiona e occhialuta Corvonero.
Archibald parve tenere la bocca chiusa sulla Foresta Proibita, infatti Curtis non le venne mai a dire niente. Soltanto che, se prima si comportava in maniera scortese con lei, adesso non le rivolgeva quasi la parola, come se fosse offeso.
Jill sentiva sempre di più che non sarebbe dovuta essere stata Smistata a Corvonero, in quella Casa avevano tutti più o meno ottimi voti, mentre lei veniva spesso guardata dall'alto in basso perchè non si applicava, perciò veniva classificata come " ottusa ", anche perchè capiva soltanto quello che voleva capire.
Non a caso aveva trovato un libro d'incantesimi elementari negli scaffali della Sala Comune e aveva imparato quelli che secondo lei sarebbero stati necessari Venerdì notte, come Lumos ad esempio. La cosa ironica è che quelli le riuscivano, mentre la maggior parte di quelli che dovevano studiare in classe no, e la cosa la mandava in bestia.
Quando incontrava i due compagni di Grifondoro spesso incrociava i loro sguardi d'intesa, e Lennox sogghignava, e bisbigliava a Bill:
- Secondo me prima o poi si ritira! -
Ma Jill non si ritirò mai, e Venedì sera a cena, quando li vide, le vennero incontro e le dissero:
- Bene, noi ci siamo stanotte, a meno che tu non abbia troppa paura e non rimanga a lettino. - Le fece Bill, sorridendo.
- Certo che no! - Sbottò lei, fissandolo male. Qualche metro più in là Archibald era seduto al tavolo dei Corvonero e li stava osservando con aria critica. " Che poi se vengono scoperti ci vado di mezzo anche io. ", si disse, scuotendo la testa e riprendendo a mangiare lo stufato.
- Ehi, ma sei sicura che quello non faccia la spia? - Chiese Willow con una smorfia, indicandolo.
- Spero di no per lui. - Ribattè Jill, seccamente. - Non so proprio cosa gli farei in tal caso. -
- Mh... Beh, allora a stanotte, Mulligan. - E così dicendo le passò oltre, con l'amico dai capelli rossi che si girò a lanciarle un'ultima occhiata prima di trotterellargli dietro.
Jill si sedette a tavola e iniziò a servirsi sotto lo sguardo inquisitorio di Archibald, che serrò le braccia e disse:
- Allora? So benissimo che stavate parlando di stanotte. -
- Oh, che acume. - Borbottò lei, soffiando il cucchiaio di minestra bollente con aria scocciata. - Ci voleva molto per capirlo. -
- Smettila di prendermi in giro, semmai io dovrei farlo. -
- E come mai? -
- Perchè stai per andare incontro all'espulsione, e se non a quella, a punizioni che non sconteresti nemmeno in tutta la tua vita, a meno che non finisca stanotte... E tutto perchè? Perchè non vuoi essere chiamata " quattr'occhi sfigata ". Che idiozia. - Sentenziò, con voce acida, serrando gli occhi verdi. Jill sbuffò e mollò il cucchiaio:
- Perchè scommetto che a te essere chiamato Archibald il Grigio piace, non è vero? - Lui arrossì, rimanendo interdetto:
- N... Non è quello che intendevo, e almeno io mi comporto in maniera più matura di te! -
- Bene. - Disse Jill, chiudendo gli occhi e assumendo un'espressione lontanamente saccente:- D'ora in poi ti chiamerò anche io Archibald il Grigio, vediamo se poi non comincia a darti fastidio! -
- Fai come vuoi, ma io ti avverto. A mezzanotte c'è ancora gente che studia in Sala Comune, ti beccano di sicuro. - Rispose Archibald, in maniera più contenuta.
- Devono essere veramente pazzi. - Commentò lei, roteando gli occhi.
- Non sono pazzi, devono guarda caso solamente studiare per i G.U.F.O o i M.A.G.O! -

La paura e l'inquietudine di Jill crescevano man mano che era costretta ad ascoltare le compagne che in tutta tranquillità si addormentavano senza alcune sfide da intraprendere o foreste da visitare, e per un paio di volte pensò persino di lasciar perdere e non presentarsi da quanto aveva sonno ma anche per timore, dopo quello che Archibald le aveva detto. Quando fu l'ora di andare, si alzò e si vestì in tutta fretta, e scendendo in Sala Comune notò che il compagno aveva ragione, c'era ancora molta gente dalla testa china sui libri e gli occhi appesantiti dalla stanchezza. Non ebbe il tempo di provare un minimo di compassione, perchè una libreria rovinò a terra nell'istante in cui lei era comparsa dalla scala a chiocciola.
- Archibald, diamine! Che cos'hai combinato?! - Esclamò Curtis, allarmato. Giù sul pavimento stellato, giaceva il ragazzino biondo che aveva tentato la scalata di una libreria, dalla quale adesso si ritrovava praticamente schiacciato. Jill, anch'essa preoccupata, fece per accorrere anche lei, ma notò lo sguardo sofferente di Archibald sotterrato sotto una miriade di volumi che fissava dritto nella sua direzione, e improvvisamente capì che quella era la sua occasione di sgattaiolare fuori dalla Sala senza essere notata. Quindi lo ringrazio mentalmente e uscì di fretta, richiudendo piano piano la porta dietro di sé.
" Certo che è proprio un idiota Archibald... Però devo dire che la cosa è capitata proprio a fagiolo, quindi tanto meglio! " Dopo essersi ritrovata al completo buio, invocò l'incantesimo " Lumos " e sentendosi per una volta fiera del suo operato, cominciò ad avviarsi verso le scale, sperando per il suo cuore che già palpitava velocissimo che non apparisse un fantasma, o peggio ancora, Gazza e la sua gatta, Mrs Purr. I corridoi erano illuminati a tratti dalla luce della luna e sembrava quasi che Hogwarts la notte avesse un volto nuovo, diverso. Un lato che le incuteva timore, dato che l'unica cosa che la faceva sentire al sicuro era la luce scaturita dalla bacchetta, tenuta stretta come fosse l'unico appiglio per non sprofondare in un enorme baratro. Non si era mai ritrovata in un posto tanto grande da sola e al buio, quindi una buona dose di tremarella l'accompagnò per tutto il tempo, fino a che non si ritrovò al punto d'incontro, dove pareva non esserci ancora nessuno.
" E se mi avessero presa per i fondelli? " Si chiese, ad un tratto maledicendo la sua impulsività. Accanto ai suoi improperi mentali comparì anche un Archibald dalla vocina noiosa e saccente che cantilenava " Te l'avevo detto io! ", ma non fece in tempo a scacciarne il pensiero, quando a un tratto le si posò una mano sulla spalla e si sentì il fiato sul collo...
Cacciò un grido che riecheggiò tra le mura, e quando si voltò, puntando la bacchetta nell'oscurità in cerca del colpevole, fu sollevata di vedere le figure di Bill Weasley e Willow Lennox che la fissavano ridacchiando.
- Vi è parso divertente, imbecilli che non siete altro?! - Sibilò acidamente, con la mano ancora poggiata sul petto per il colpo, mentre con l'altra riempiva di botte Bill, che era quello più a portata di mano. 
- Ehi, vacci piano, quattr'occhi! - Ribattè lui, massaggiandosi la spalla con sguardo offeso.
- Un cavolo! Per quel che ne sapevo poteva essere anche Gazza pronto a farmi espellere! - Improvvisamente Willow smise di ridere, e fece loro cenno di stare in silenzio:
- C'è qualcosa che si sta muovendo laggiù. Andiamo via. - Bisbigliò, preoccupato. Jill spense la bacchetta e, nella totale oscurità incominciarono a dirigersi verso una delle tante porte che conducevano a uno dei cortili di Hogwarts, uno di quelli che portavano verso lo sterminato parco. Purtroppo, siccome non conoscevano ancora bene la scuola si persero un paio di volte.
- Mi sa che abbiamo sbagliato strada. - Fece, Bill, che era in testa al gruppo.
- E ora?! - Chiese Jill, con apprensione.
- Torniamo indietro. -
Però, a metà strada, sentirono un fruscio, e videro con orrore che a provocarlo era stato un gatto, illuminato dalla luce della luna che filtrava da una finestra.
- Maledizione, è Mrs Purr!! - Esclamò Willow, sottovoce, additandola.
- E ci hanno detto che appena avvista studenti fuori dal letto, Gazza gli appare accanto come se fosse un fantasm... -
- Che c'è, ciccina? Hai forse sentito qualcosa? O forse dovrei dire qualcuno? - La voce del custode di Hogwarts li atterrì, e Willow spinse sia Bill che Jill per il corridoio, e lei, mentre fuggivano, fu quasi sicura di intravedere la lanterna di Gazza illuminare appena dietro l'angolo dove si trovavano.
- Mi sa che siamo fregati! - Fece lei, mentre correvano.
- Ma và là! Non siamo ancora usciti fuori, e quel vecchiaccio non correrà mai veloce quanto noi! - Ribattè Willow. Cozzarono contro la porta che li avrebbe fatti uscire all'esterno, ma era chiusa. E intanto sentivano dei passi piuttosto claudicanti provenire da qualche corridoio più in là, il che li fece supporre che Gazza, anche se non poteva essere spedito come loro, se fossero rimasti nello stesso punto li avrebbe beccati comunque.
- E adesso cosa diavolo facciamo?! - Chiese Willow, battendo il pugno contro la porta.
- Cavolo, ci sarà un incantesimo! - Ribattè Bill, cercando di lambiccarsi il cervello, tamburellando le dita sulla porta. Jill, che era nel panico, non riusciva a ricordare nessun incantesimo, ma quando udì Bill ne ricordò uno particolarmente utile che aveva letto.
- Alohomora! - Esclamò lei, afferrando la veste di uno dei due.
- Che? - Fecero, stupiti.
- Ma sì, è l'incantesimo che ci serve. Lo faccia qualcuno per me, adesso non sarei capace nemmeno di contare fino a due! Svelti!! - Così Bill tirò fuori la sua bacchetta, la puntò contro la porta e disse " Alohomora! ". Udirono la serratura scattare, e in men che non si dica Willow afferrò la grossa maniglia e si precipitarono fuori, richiudendo piano piano la porta dietro di loro.
- Uff... - Disse lui, accasciandosi al muro, affannato. - Dopotutto non sei stata troppo inutile, Mulligan. - Commentò.
Jill fece di nuovo luce con la bacchetta e stavolta diresse gli altri due lungo il ponte di legno. Il lago sottostante era minaccioso e nero come la pece, e il vento faceva scricchiolare l'intera struttura. Quando furono dall'altra parte, Willow disse:
- Bene, ora se andiamo a destra c'è la guferia, mentre scendendo ancora giù ci dovrebbe essere la capanna del Guardiacaccia, e subito dietro la Foresta Proibita. - E così iniziarono la discesa del pendio, e Jill chiese loro, con voce abbastanza alta per farsi sentire col vento che sibilava:
- Come mai l'idea di visitare la Foresta Proibita? -
- Beh, a dire la verità l'idea ci piaceva sin da quando Silente l'aveva vietata, il primo giorno. - Rispose, Bill.
- Sì, senza contare che in questa scuola ci sono troppe costrizioni, e sempre troppo da studiare. - Puntualizzò, l'altro. Jill non potè non ammettere che avesse ragione. - Ma immagino che per te lo studiare non sia un problema! - Continuò sogghignando, e persino Bill rise.  
- Ma cosa ridete?! Invece è il problema più grande! - Ammise lei, crucciata. - Mica tutti i Corvonero sono dei secchioni, sapete. -
- Ah no? Eppure, sia la tua Casa che gli occhiali lo fanno pensare. - Ribattè Bill.
- Io odio studiare! Non vuoldire che se ho gli occhiali sono un genio! E quindi stiamo andando a visitare la Foresta Proibita solo per infrangere le regole? -
- Certo che no. Ti abbiamo detto che siamo curiosi, tutto qui. -
Quando furono in prossimità della capanna del Guardiacaccia, le loro parole diventarono bisbigli più sommessi, e quasi morirono sul colpo quando videro un enorme cane sonnecchiare tra le zucche dell'orto, e sgattaiolarono su per un sentiero stretto e tortuoso che portava verso gli alberi. La foresta era scura e possente dinanzi a loro, e si fermarono un attimo timorosi nella sua contemplazione.
- Vi rendete conto che se ci beccano siamo morti e sepolti? - Fece lei, ricordandosi di tutto quello che Archibald le aveva detto. Il suo pensiero iniziava un po' a infastidirla, perchè le ricordava quasi dei divieti che le imponeva la madre, i quali le tornavano alla mente solo prima di commettere qualcosa di sbagliato. Eppure il ragazzo aveva ragione, e adesso una piccola parte di lei voleva tornare indietro, tra le coperte del suo letto a baldacchino.
- Hai paura? - Le chiese Bill, girandosi a guardarla.
- Non posso dire di no. - Ammise lei. " Però ho raccolto una sfida e dovrei portarla infondo. "
- Beh, direi che è inutile ormai. Già che ci siamo, andiamo a dare un'occhiata. Anche piccola, no? - Suggerì Willow, anche lui con la voce meno baldanzosa del solito. E così, i tre ragazzini si addentrarono nella foresta, talmente buia che soltanto con l'illuminazione della bacchetta di Jill si poteva vedere qualcosa. Stava nel mezzo ai due, tremolante, puntando la bacchetta a destra e a sinistra a ogni piccolo rumore.
- Suvvia, rilassati. Cosa vuoi che ci sia, un lupo mannaro? - Le fece, Willow, con una risatina nervosa.
- Se c'è, - Ribattè lei, secca. - Spero che ti mangi! -
Man mano che esploravano, strani versi provenivano dal profondo della foresta, suoni che li facevano rabbrividire.
- Ehm, Willow... - Disse, Bill - Mi pare che abbiamo già visto abbastanza. Sarà il caso di tornare indietro? - Chiese Bill, preoccupato.
- Va bene, Andiamo. -
Non si accorsero però di prendere la direzione opposta a quella di dove dovevano andare. E così, per mezz'ora brancolarono nel buio senza sapere dove stessero andando. Gli alberi si facevano sempre più fitti e le radici insidiose, tanto che erano tutti inciampati almeno una volta, quando ad un tratto videro uno spiazzo erboso, senza alberi. Una radura illuminata dalla luce lunare, con una piccola costruzione di massi che formava una specie di montagnola.
- Cosa c'è laggiù? - Chiese, Bill.
- Andiamo a vedere! - Dopo una breve corsa raggiunsero il posto, che sembrava così rilassante rispetto alla boscaglia che li circondava. La sensazione che veniva trasmessa loro, era di completa sicurezza, tanto che non temevano che nessuna strana creatura sarebbe potuta venire ad attaccarli, lì nel mezzo.
- Che cosa diavolo è questo affare? - Fece Willow, girando intorno ai massi.
- Non saprei. - Rispose, Jill, incuriosita. Riponendo la bacchetta nella divisa, si era messa carponi esaminando le rientranze tra le rocce. A un certo punto, in una cavità più grande delle altre, intravide qualcosa.
- Ehi, venite qui! - Esclamò lei, entusiasta. Illuminando il buco, vide che si trattava non di un animale, bensì di un piccolo contenitore, uno scrigno per l'esattezza. Bill e Willow si inginocchiarono accanto a lei, e sbirciarono anch'essi dove Jill aveva indicato.
- Chissà cosa c'è dentro? Muoviti a tirarlo fuori, Mulligan! -
- Sai come sarebbe bello se ci fosse un tesoro? -
Però il piccolo scrigno di legno era incastrato, e Jill dovette essere aiutata dagli altri due a estrarlo. Quando ce la fecero, caddero all'indietro sull'erba. Jill, con le mani sporche di terra, esaminò soddisfatta la sua scoperta: anche il cofanetto era lurido, e il legno leggermente marcito, ma ci si poteva comunque leggere una piccola " M " incisa sopra.
- Immagino che quello che si trova dentro debba essere diviso tra noi tre. - Disse, Willow, guardando lo scrigno con invidia.
- Eh no! - Esclamò Jill. - L'ho visto prima io e me lo tengo io! -
- Ma noi ti abbiamo aiutato! - Ribatterono Bill e Willow, il quale fece per strapparlo dalle braccia della ragazzina, ma Jill sottrasse il bauletto dalla traiettoria dell'altro.
- Finitela! - Li rimbrottò.
Chissà da quanto tempo si trovava lì, e soprattutto, chissà chi ce l'aveva messo? Mentre queste domande le tempestavano la testa, udirono un grido lancinante provenire dalla foresta, e allarmati si voltarono nella direzione da cui proveniva. Sentirono poi un forte fruscio molto vicino, e lei infilò svelta il suo tesoro nella tasca della veste e afferrò la bacchetta, poi si mise a correre a rotta di collo insieme agli altri due.
- Che cos'era?! - Gridò, terrorizzata.
- Ma che ne so! - Ribattè Bill, subito davanti a lei.
- E se era una bestia?! - Chiese Willow, scandalizzato.
- Chi se ne frega! - Sbottò l'altro, spingendolo. - Corri piuttosto!! -
Il cuore cominciava a battere nel petto di Jill più forte di quanto non avesse mai fatto, nemmeno come quando era comparso il Marchio Nero in lontananza mentre era in giro col padre e la madre, in campagna. E se davvero fosse stato un animale feroce... Cosa ne sarebbe stato di loro? Pensò disperatamente che se fossero mai ritornati indietro avrebbe preso Archibald da parte e si sarebbe scusata, dicendogli che aveva ragione e che era stata una grandissima stupida.
La fuga durò ancora un po', quando Willow, in testa ai tre, andò a sbattere contro qualcosa di enorme, e Bill che era dietro, cozzò addosso al ragazzo e così via. Si ritrovarono per terra, a guardare dal basso verso l'alto un uomo altissimo e corpulento, con capelli e barba scuri e foltissimi. Gridarono, dato che non avevano riconosciuto la figura, ma lui afferrò Bill per il colletto e tuonò:
- E voi... Cosa diavolo ci fate qui?! - Con l'altra manona reggeva una balestra, e Jill lo riconobbe come il Guardiacaccia. Accanto a sé c'era il suo cane, quello che avevano visto prima a dormire tra le zucche.
- N...Noi... - Iniziò Jill.
- Ma vi rendete conto del rischio che correte, voi tre?! - Continuò lui, sempre con il solito tono. - Potevate morire ammazzati, sapete? -
Bill dall'improvviso terrore era rimasto ammutolito, così come Willow, ma Jill scoppiò a piangere, un po' per la tensione di prima, sia per il sollievo, sia per il fatto che erano stati appena beccati, il che significava una sola cosa per lei: l'espulsione. Il gigante sgranò gli occhi, stupito:
- E ora cosa piangi tu? - La sua voce si era decisamente intenerita. Tanto era grande il suo magone alla gola, che Jill non riusciva a spiccicare mezza parola.
- Ma guarda un po' te che razza di scemi... - Commentò. - Siete ragazzucci del primo anno, sì? - Bill e Willow annuirono, timorosi.
- Beh, immagino che ci avete quasi rimesso le penne, stanotte. Se non c'era Thor, a questo punto io ero ancora a letto a ronfare della grossa, e voi magari, morti. - Disse. Jill singhiozzò ancora più forte.
- Piantala di piangere, su! Non è mica la prima volta che ci trovo dei ragazzini come voi qui! -
- Ma... Ma adesso ci farai espellere, vero? - Chiese lei, disperata, tra i singulti. L'uomo, sorpreso disse:
- Certo che no! Si vede che siete dei fessacchiotti alle prime armi, con Hogwarts, è normale che degli sciocchi come voi commettano cavolate. - Replicò. - Perciò tiratevi su, adesso, che vi riporto al castello. Questa è l'ultima volta, poi se risuccede dovrò dirlo a Silente! -
E in cuor suo, Jill era più che sicura che non ci sarebbe stata una seconda volta. Almeno non nella Foresta Proibita. Lo stesso pensavano gli altri due. Hagrid era stato fin troppo gentile con loro, e se non fosse stato per lui chissà che fine avrebbero fatto. Il pensiero di quel grido lancinante nella foresta non l'avrebbe scordato mai. Hagrid intrattenne Gazza mentre loro scivolavano su per le scale, e una volta arrivati al quinto piano, dove si trovava il dormitorio dei Corvonero, si congedarono.
- Beh. E' stato terribile, non credi? - Le chiese Willow, con una vocina flebile.
- Sì. Molto. - Rispose lei, decisa.
- Nella Foresta Proibita mai più, intesi? - Fece, Bill, ancora con la tremarella. - E non facciamone parola con nessuno. Nemmeno con Il Grigio. - Continuò.
- Si chiama Archibald, non Il Grigio! - Ribattè lei. Pensava che adesso l'ultima cosa che le rimaneva da fare fosse stata erigere una statua al più piccolo dei Gawain. Non che avesse fatto niente di speciale, certo, ma alla fine il più furbo era stato lui che era rimasto al caldo nel dormitorio, senza correre alcun rischio.
- Mi dispiace, Mulligan, ma lui non ha voluto raccogliere la sfida, e quindi per noi rimane sempre Il Grigio. - Disse Willow, ritrovando il coraggio per ridacchiare.
Allora si lasciarono, e nemmeno con poca vergogna. Adesso che forse avrebbero smesso di chiamarla quattr'occhi correva il rischio di essere soprannominata " piagnona " o simili... Si sentì ridicola per aver pianto inutilmente, ma che ci voleva fare? Lo spavento era stato enorme.
E adesso, aveva persino sbagliato a rispondere all'indovinello del battente. Lo supplicò, imprecò, temette quasi di rimanere a passare la notte fuori, quando la porta si aprì, e comparve, con sua grandissima sorpresa, Archibald.
- E tu che ci fai qui? - Chiese, sorpresa: era tardissimo.
- Semmai dovrei chiedertelo io. - Ribattè lui, ancora più interdetto dell'altra. Entrarono, e si misero a sedere sul divano, l'uno di fianco all'altra, sebbene lontani. La Sala Comune era avvolta in una penombra rassicurante, e il fuoco stava lentamente morendo nel camino. Jill adesso sentiva la stanchezza chiuderle gli occhi, ma Archibald non pareva della stessa lunghezza d'onda.
- Cominciavo a credere che non saresti tornata. Sono le due e mezza passate. - Le disse.
- Ma cosa sei sveglio a fare, aspettavi me? -
- No. Ti ricordi quando ti ho detto che la Sala Comune è occupata fino a tardi? Lo so perchè sono sempre l'ultimo ad andare a dormire. E comunque credevo che ti avessero beccata. - E mentre le diceva questo, sembrava anche leggermente fiero, di essere l'ultimo a smettere di studiare.
- E infatti ci hanno beccati. - Ribattè lei, abbassando lo sguardo. Lui sollevò le sopracciglia, stupito. - Beh, ci ha trovati il Guardiacaccia. Per stavolta ha detto che lascia passare. -
- Ah. -
- Beh, prima hai fatto proprio bene a farti crollare quella libreria addosso, Archibald. - E si voltò a guardarlo, ridendo. - Sembrava quasi che fosse capitato apposta! E dire che non volevi nemmeno che andassi! -
Lui arrossì violentemente, col volto crucciato e serrò le braccia:
- Sì, infatti sono stato un vero cretino! Speravo di fermarti, dato che c'era anche Curtis. -
- Però... - Incominciò Jill, piuttosto intimidita, cosa che riportò Archibald all'attenzione: - Devo dire che avevi ragione. Non sarei dovuta andare... Credo proprio che abbiamo rischiato di morire stanotte. - E fissandosi le mani sporche di terra, continuò: - Avrei dovuto ascoltarti, e mi dispiace di aver pensato che sei un odioso rompipalle e guastafeste. - Ammise lei, arrossendo per le ultime tre parole, temendo che adesso l'avrebbe infamata a morte.
- Almeno ti dispiace. - Ribattè lui. - Alla fine sei l'unica che non mi prende in giro, non potevo dirlo a Curtis. -
Jill si voltò verso Archibald, sorpresa. Non perchè lo prendessero in giro, le ragioni erano più che ovvie, ma perchè lui non non aveva fatto in modo che la fermassero, sebbene ciò fosse a suo rischio e pericolo. Nella penombra, la luce arancione che arrivava dal camino pareva rendere i suoi tratti un po' più dolci, invece che crucciati come al solito. Oppure era solamente lui ad avere un'espressione più addolcita?
- Io vado a letto, muoio di sonno. - Fece lui, alzandosi pesantemente. S'incamminò verso i gradini della scala a chiocciola, poi si voltò e le disse:
- Visto? Io ho sempre ragione. -
" Che modesto " Si disse Jill, facendogli una smorfia.
Quando anche lei andò a letto, non ebbe nemmeno il tempo di pensare al fatto che Archibald infondo le era simpatico, perchè appena toccò il cuscino, si addormentò placidamente. 

  
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