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Autore: wildcat    12/07/2010    4 recensioni
Eravamo nell'atrio del Ritz di Parigi aspettando che ci fosse la prima di Eclipse… Finalmente era arrivata l'ora di fare la promozione per il nostro ultimo grande lavoro. Mi ero stufata di promuovere New Moon mentre giravo questo nuovo capitolo della Saga, specialmente perché mi faceva pensare al passato...Quindi mi faceva pensare a Mike. nato da un'idea mia e della mia socia Deddy. Mike era stato l'amore della mia vita; quella spinta in più alla mia banale e adolescenziale vita di sempre.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Kellan Lutz, Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CINZIELLA: So che hai fretta di sapere come va a finire con la venere

CINZIELLA: So che hai fretta di sapere come va a finire con la venere..ma abbi pazienza..sarai accontentata <3

CRIS: Io credo che per avere le risposte dovrai stare molto attenta alle evoluzioni delle menti perverse dei nostri amici XD

DUCIOLA: Beh, perché ti stupisci della mia intuizione? Sono o non sono una mamma???

 

Aspetto di sapere cosa ne pensiate anche stavolta…E’ tanto che non leggo le recensioni delle abituali, vi sto deludendo ed è per questo che non scrivete più?

 

CAPITOLO 35

Il mio amico Bear Grylls

 

ROBERT

 

Mi svegliai nella mia stanza dimenticando addirittura dove mi trovassi. La sensazione più spregevole per uno che, in generale, ha solo e sempre  bisogno di certezze.

 

Quella mattina però avrei “solo voluto” avere la certezza che tutto fosse in equilibrio stabile, invece di capire che niente era come avrei davvero voluto e sperato per la mia vita.

 

Pensavo davvero che Kristen ed io avessimo superato la fase confusioni varie, ma forse sbagliavo.

 

La sera prima avevo avuto l’istinto di proteggerla nonostante fino a cinque minuti prima avessi cercato ovunque la sconosciuta dalle curve inebrianti e questo, proprio non potevo reputarlo normale.

Non ero normale.

Era un dato di fatto.

 

Che poi lei avesse cercato con tutta quella veemenza di proteggere un omone grande e grosso il doppio di lei e che non ero io ( AKA il suo ragazzo), mi faceva imbestialire; ma purtroppo anche riflettere.

Anche lei evidentemente aveva le idee poco chiare in merito a noi due.

 

Eppure dico io: ma che diavolo ho fatto di male per avere la vita più incasinata di Bear Grylls???

No, diamine, ditemelo! Cioè, Bear è il mio mentore: le proteine le prende dalle uova di piccione col guscio crude e io non riesco manco a stargli dietro mantenendo il frigo pieno... Sono una schiappa. Non riesco neppure a mangiare le uova crude biologiche del giardino di nonna se non sono col bacon e strapazzate sul fuoco!

Mi sento una merda.

Voi avete mai visto quest’uomo? E’ capace di pescare un pesce gatto di dieci kg solo con le dita, di asciugarsi con la neve e di prendere un treno correndogli dietro: io sono Robert-mollume-Pattinson che non riesce neppure a fare innamorare di lui la ragazza che passa più tempo con lui di sua madre stessa. Devo fare davvero schifo.

Allora ditemi che cazzo di sex symbol rappresento?

La gente dove ha gli occhi?

 

Credetemi: ripensare a quei giorni mi fa tornare i conati di vomito. Sentirsi sempre inadatto non è proprio ciò che ho sempre sognato di essere.

 

Mi alzai, passando la mano tra i capelli in quel gesto inconsulto che mi aveva fatto diventare famoso. Sentivo di dover fare la doccia, sentivo il profumo di lei addosso.

Tutto nella mia stanza standard , dato che non era la mia, sapeva di lei. Tutto nelle ultime settimane sapeva solo di lei; perché solo lei occupava la mia mente.

Finchè non avevo visto l’altra.

Fulmine a ciel sereno.

 

Decisi di non pensarci, non sotto la doccia, e di godermi il getto caldo e rilassante prima di mettermi nelle mani schiaviste e perfide di Step, che sapevo non aspettasse altro che torchiarmi e spremermi stile limone dopo la zuffa della sera precedente.

Mi misi il primo paio di jeans che usciva penzolante dalla valigia e abbinai, per modo di dire, una t-shirt grigia che sapeva di sporco. Di sciatto. Di inadatto. Di me.

 

Chiamai Step, la quale mi disse di stare giù nella hall ad attendere che mi svegliassi. Quando arrivai al pian terreno il suo sguardo mi fece rabbrividire. Senza proferire parola mi fece strada verso la macchina e mi portò, credo, in un parco privato.

 

“ Prego: hai esattamente… 180 secondi a partire da ora” disse guardando l’orologio

Raggelai.

 

Step, hai ragione, sono stato avventato e giuro non è perché ho bevuto, è perché credevo le stessero facendo qualcosa di male. E sai, perché ormai lo sai, mi sento molto protettivo verso di lei. Ti prometto che non si ripeterà più .Lo giuro.”

 

Siii sii..Questa l’ho già sentita quante volte?! Mh..Circa un triliardo di volte Rob. Adesso basta. Ti avevo già accennato che non avrei più intercesso con la Summit per voi DUE; mi chiamo fuori. Sono sempre più convinta che la vostra sia una relazione dannosa per te e quindi mi dissocio da tutto. Fai come credi, ma se non avessi la capacità di eliminare da solo la componente autodistruttiva che c’è in te, io ti mollo Pattinson. Non devo farti anche da mamma. Io sono un’agente, non una badante a tempo pieno”

 

Parole pungenti, che col senno di poi ho capito alla grande.

In quel momento mi parvero mattoni, rasoi e quant’altro possa lacerare l’anima; ma desso ho capito perfettamente cosa cercava di fare.

Perché ci è perfettamente riuscita.

 

Inutile dire che rimasi senza fiato per alcuni secondi che parvero un’eternità; ripensai a cosa avrebbe fatto il mio “amico” Bear Grylls nella mia stessa situazione, per poi rendermi conto che lui avrebbe avuto a che fare con un disastro urbano e non con un’agente incazzata nera e che quindi non avrebbe saputo che fare neanche lui, probabilmente. Ripresi coscienza della mia vita e le dissi: “ Step, hai ragione non sei la mia badante. Io forse questo lavoro non lo voglio. Forse devo staccare la spina. Io me ne vado. Grazie per tutto ciò che hai fatto per me, parla col mio avvocato e prenditi tutto ciò che ti spetta.”

 

Step mi guardava con gli occhi strabuzzanti, ma io con la calma che in genere mi contraddistingue mi alzai e mi diressi di nuovo in albergo con un taxi. Non so quanto Step  rimase ferma seduta là, allibita dalla mia sparata.

 

Arrivato in hotel chiusi la mia valigia e andai all’aeroporto, volevo solo tornare a LONDRA, a casa. Il Giappone mi era costato caro.

Avevo perso la mia carriera, si per mia volontà, ma era pur sempre stata una sconfitta.

Quando i miei mi videro spuntare per poco non gli prese un colpo: tutto si aspettavano, tranne che durante il tour promozionale di Eclipse io tornassi a casa mentre avrei dovuto esser in giro per il mondo.

 

Robeeeeeeeert, caro!!!” Disse la mamma abbracciandomi così forte che mi mancò il fiato.

Ciau…Eccomi qui. Sono tornato mamma. Posso stare un po’ più a lungo del solito?”

Non volevo girarci intorno, tanto mamma mi stava già leggendo la mente.

 

“Amore ma che cavolo di domande mi fai? Tu puoi stare quanto vuoi, sei mio figlio! Che diamine è successo??? Forza raccontami tutto mentre ti cucino i cupcakes alle carote e cannella amore…”

 

La mamma: l’invenzione migliore che Dio, se esiste, abbia mai fatto. Se non ci fosse bisognerebbe inventarla; come la Nutella italiana.

 

“Mamma ho dato un taglio a tutto. Forse non è la vita che fa per me”

 

Mamma mi guardò e alzando un sopracciglio disse: “ e te ne saresti accorto solo adesso che non fa per te? O te ne sei accorto dopo che hai assalito i paparazzi per difendere Kristen?”

 

Bingo.

 

La mamma è la mamma.

 

“Mamma te ne parlerò, ma non oggi. Sono stanco. Anzi ti spiace se mi lavo e torno ad essere pulito e curato come un tempo? Mi faccio una bella doccia. Se torna papà o qualcun altro dalla testa bionda platinata mi chiami ok?”

 

Nulla poté togliermi la forza di abbracciare la tenera donnina piccina piccina che mi aveva cullato e consolato per un quarto di secolo quasi.

 

Quando entrai nella stanza non fui sorpreso di trovare tutto pulito, in ordine ed esattamente com’era prima che lasciassi casa. Persi qualche istante a guardare le foto mie e dei miei amici..Le foto coi trofei in mano…Qualche foto da grande in dei pub con gli amici semi sbronzi…E poi una foto con la mia famiglia. Io papà mamma e le mie due sorelle. La cosa più preziosa che ho.

Mi sdraiai sul letto con mille pensieri e mi addormentai senza neppure lavarmi.

 

Sognai della venere.

 

Perché nonostante tutta la merda che mi era successa, nonostante la confusione, era lei il mio chiodo fisso.

Perchè non sapevo chi fosse e la cosa mi intrigava. Non apparteneva al mio entorurage  e la cosa non so perché mi rasserenava. Mi sentivo così frustrato dal dover sempre e solo stare con gli stessi “amici”. Forse stava diventando un obbligo e neppure me ne rendevo conto.

Eppure lei non mi aveva calcolato di striscio, nonostante io fossi Robert Pattinson.

 

Da quando avevo preso l’aereo per London non avevo riacceso il telefonino e al momento di farlo sentìi una sorta di magone assalirmi.Ero certo che avrei trovato miliardi di telefonate da tutti, ma soprattutto da Step.

Infatti.

57 messaggi di “ti ha chiamato…” da parte della mia agente. Ex agente anzi.

Non so quante ore fossero passate eppure quando mi svegliai ebbi la sensazione ne fosse passato parecchio di tempo. Sicuramente mamma non mi aveva svegliato e mi aveva lasciato riposare.

Accesi la radio del bagno per lavarmi in compagnia e mi resi conto che dal momento in cui ero arrivato a casa erano passate ben 18 ore: avevo dormito esageratamente.

Misi una tuta nuova e pulita che mamma mi aveva fatto trovare nel cassetto e scesi sotto in cucina a cercare qualcuno.

Papà e le mie sorelle erano a lavoro e non li incontrai neppure quella volta.

 

“Ciao mami. Perché non mi hai svegliato?”

“Amore eri distrutto, sono venuta a controllarti e a coprirti un paio di volte e non ho pensato fosse necessario disturbarti. A proposito amore, ha chiamato Step e farfugliava qualcosa che non ho capito, era molto in pensiero; magari falle una chiamata.”

“Si mamma. Lo farò”

Appoggiai il mento sulla mano e sbadigliai svogliatamente al pensiero di doverlo fare. Sentivo un’ansia pazzesca e una voglia di sparire dalla faccia della terra che neppure potete immaginare.

Mi ritrovai di nuovo a pensare a cosa avrebbe fatto bear al mio posto: avrebbe scalato l’Everest? O si sarebbe dato per disperso nel deserto del Gobi?

 

Mangiai un cupcake nonostante fosse quasi ora di cena e mi feci coraggio componendo il numero di Step. In fondo non l’avevo neppure fatta replicare.

Dopotutto eravamo nel mezzo di un tour promozionale, l’avevo lasciata nella merda.

Una chiamata per farmi prendere  frustate virtuali gliela dovevo dopo tutto ciò che aveva fatto per me.

 

 

 

 

 

   
 
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