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Autore: Lucy Farinelli    12/07/2010    1 recensioni
La storia di Maiko e Seiji va di pari passo con la fioritura dei ciliegi. Eppure, anche se gli alberi si colorano ogni anno di rosa e arancio, non tutte le occasioni si ripresentano allo stesso modo...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sakura
Ciliegi


I ciliegi in piena fioritura profumavano l’intera stanza di Maiko, che, seduta sul davanzale della finestra della propria camera con le ginocchia raccolte contro il petto, non aveva alcuna intenzione di andare a dormire.
Era molto tardi, ma non le importava. Le lancette della sveglia sul comodino alle sue spalle avevano superato da un pezzo la mezzanotte e Maiko sapeva bene che sua madre si sarebbe infuriata se l’avesse trovata ancora in piedi.
Ma non le importava.
Scosse la testa e lasciò che i lunghi capelli corvini si bagnassero di luce lunare, catturando ogni riflesso argenteo e ogni alito di brezza notturna. Dopo l’assolata giornata che aveva trascorso, aveva davvero bisogno di un po’ di quiete nella penombra notturna. Passò le dita tra le ciocche lisce e morbide e alzò gli occhi al cielo stellato.
Guardava la luna. Le parlava. Le si rivolgeva come ad una vecchia amica. Cercava nel suo tondo lucente le risposte che il giorno celava.
Non tutto è poi così manifesto sotto la luce del sole.

I ciliegi erano appena fioriti quando Seiji si era trasferito a Tokyo e aveva cominciato a frequentare lo stesso liceo di Maiko. La ragazza aveva una sua istantanea impressa nella mente, proprio nel momento del suo ingresso sulla soglia del cancello della scuola.
Alto, moro e dai lineamenti delicati, Seiji avanzava senza fretta sotto il sole del mattino con lo zainetto in spalla, perfetto nella sua divisa scura nuova di zecca. Bello nel senso più letterale del termine, senza però risultare effeminato. Aveva colpito subito tutti, sia per il suo fascino, sia per la sua bravura: nel giro di poche settimane, si era rivelato essere uno studente di poco inferiore a Maiko, la migliore dell’istituto.
Entrambi erano studenti brillanti e promettenti, e i professori nutrivano grandi speranze per loro.

“Potresti uscire con me,” le aveva detto un giorno Seiji, quando i petali di ciliegio avevano cominciato a tingere di rosa e arancio il marciapiede del viale della scuola.
“Potresti lasciarmi in pace,” aveva reagito Maiko in malo modo, colta alla sprovvista. “Dobbiamo tutti studiare e io non posso ancora permettermi certe distrazioni. I miei genitori hanno investito tanto su di me, non ho intenzione di deluderli in questo modo. Devo riuscire ad entrare in una buona università.”
Seiji l’aveva osservata a lungo, mentre Maiko si sentiva arrossire. Lei, che si era sempre considerata mediocre di aspetto e spigolosa di carattere, stentava a credere che un ragazzo così bello potesse nutrire qualche interesse verso una del suo genere. Ma Seiji aveva continuato a fissarla sotto il sole pomeridiano che filtrava dagli alberi del viale, poi aveva colto un fiore da un ramo sopra le loro teste e gliel’aveva appuntato tra i capelli corvini, facendola arrossire ancora di più.
“I ciliegi fioriscono ogni anno,” aveva mormorato. “Ma non tutte le occasioni si ripresentano allo stesso modo. Fai quello che ritieni più importante. Se è destino, ci incontreremo ancora.”

Da quel momento, Maiko e Seiji non si erano più rivolti la parola.
La ragazza si passò nuovamente le dita tra i capelli, domandando silenziosamente consiglio alla luna. Non era pronta per innamorarsi. Non aveva tempo da dedicare a certe cose. Sapeva che, forse, un giorno, se ne sarebbe pentita, ma in quel momento aveva altro a cui pensare.
La scuola. Lo studio. La carriera. Il matrimonio sarebbe arrivato a tempo debito.
Seiji…
Lo avrebbe rivisto l’indomani a scuola.
Lo avrebbe evitato, come sempre.

I ciliegi erano ancora spogli in quel periodo dell’anno, ma, mentre percorreva a passo spedito la via dell’università, Maiko percepì chiaramente un aroma familiare di fiori appena sbocciati. Non poteva essere. Si voltò di scatto, ma non vide nessuno. Gli altri studenti la sorpassarono senza notare nulla di strano e anche lei riprese lentamente a camminare dopo aver cercato qualcosa che non era riuscita a trovare. Eppure…
Il liceo era terminato, gli esami erano andati esattamente come voleva e Maiko si era brillantemente iscritta all’università che aveva tanto desiderato. Tutto era andato secondo i piani. Sapeva che anche Seiji si era diplomato con voti altissimi, ma durante l’estate non aveva avuto più sue notizie. Maiko si domandò vagamente dove fosse finito, a quale università si fosse iscritto.
Scrollò le spalle e i lunghi capelli corvini le caddero sulle spalle come seta liquida. Schermandosi gli occhi con una mano per via della luce del sole troppo intensa, procedette a testa bassa fino ai cancelli della scuola.
“Maiko-chan.”
Maiko sussultò. Quella voce. Quella confidenza. L’odore di ciliegi in fiore la travolse, cogliendola del tutto impreparata. Alzò la testa e vide Seiji appoggiato al muro dell’ingresso a caviglie incrociate, in un bagno di sole.
“Seiji-kun,” mormorò Maiko a fior di labbra.
Seiji le andò incontro con calma, sorridendo placidamente, rigirandosi un bocciolo di fiori tra le dita. Glielo appuntò nella tasca della camicetta e le toccò appena il viso.
“I ciliegi sono fioriti ancora.”


  
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