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Autore: missteacakes    13/07/2010    1 recensioni
Quando Patroclo uccide accidentalmente un amico in un litigio, lui e suo padre sono costretti a fuggire a Ftia, la cui regina si dice essere una dea. Al ragazzo viene chiesto di prendersi cura del suo figlioletto, non immaginando le conseguenze di quella serie di eventi destinata a cambiare il mondo per sempre. {Patroclo/Achille}
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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«In All but Blood»

Desiderio
- Capitolo 22° -

Achille si coricò chiudendo gli occhi, ascoltando solo il rumore della pioggia che cadeva fuori. Ogni tanto il bagliore di un lampo faceva capolino tra le sue ciglia, ma ad eccezione di questo era tutto completamente buio. Voleva godersi la tempesta il più possibile.

Più che la tempesta, però, si stava godendo un ricordo che aveva di Patroclo.

Non era successo molto tempo prima che se ne andassero a vivere con Chirone, e pensò che Patroclo sembrava un po' scocciato. C'erano alcune volte in cui era troppo grande per Achille, ma se l'erano cavata, e Patroclo era bravo a nascondere la differenza d'età. In realtà, Achille aveva smesso di aver paura dei temporali prima di quel particolare evento, ma gli piaceva fare finta per avere una buona scusa e dormire con Patroclo.

Pensò all'ultima volta che avevano dormito insieme. Aveva otto anni, e aveva insistito per dormire tra i due ragazzi più grandi. Per quanto lo riguardava, quelle notti gli sarebbero sempre appartenute, e anche ora—pur sembrando stupido—pensava che avrebbe preferito dormire da solo piuttosto che con qualcun altro quelle notti. Erano passati cinque anni da quando era arrivato a Sciro.

Stava già diventando più alto, ed era felice di vedere che i suoi capelli avevano perso quei riflessi rossastri; ora erano di un oro intenso. Per molto tempo aveva pensato che sarebbe rimasto un nanetto. Pensava che Medeo, che era sempre stato il più alto, ora fosse un gigante probabilmente. Magari avrebbe anche avuto la barba, qualcosa che Achille temeva di non avere mai; non aveva mai avuto bisogno di iniziare a farsi la barba, e se da un lato non aveva esattamente una gran voglia di farlo, dall'altro pensava che almeno avrebbe dimostrato di essere un uomo, non solo un ragazzo.

Pensò che anche Patroclo fosse ormai entrato in piena età adulta. Achille sapeva anche esattamente l'aspetto che avrebbe avuto. Sarebbe stato alto, almeno quanto suo padre, e il suo torace si sarebbe ampliato, i tratti del suo viso irrigiditi. Nei suoi sogni, Patroclo aveva una splendida pelle dorata, e un fisico statuario. Si immaginò Patroclo sotto la pioggia—gli piaceva la pioggia, e sarebbe rimasto là fuori finchè Zeus non avrebbe iniziato a scagliargli contro i suoi fulmini—e sorrise al pensiero dell'acqua che correva lungo il suo corpo. Il cuore di Achille iniziò a battere, e si lasciò sfuggire un respiro tremolante.

Qualcuno bussò alla porta, e Achille si calmò, chiudendo i suoi occhi ancora di più. Si rese conto che stava trattenendo il respiro, e lo lasciò uscire più delicatamente che poteva. Forse se avesse finto di stare dormendo, se ne sarebbero andati. Non aveva certo bisogno di qualcuno che lo vedesse mentre si stava masturbando; poteva anche riderci su ma...

Il pensiero rimase a mezz'aria. Non poteva starsene lì sdraiato. Ficcò la faccia nel cuscino e fece del suo meglio per stare in silenzio. La persona là fuori probabilmente se n'era andata, forse pensava che fosse di nuovo scappato via. Una volta soddisfatto, si girò sulla schiena e fissò il soffito.

Non era una nuova fantasia. Si ricordava di Medeo che rideva quando Achille lo guardava inespressivamente, ed era sicuro che ad un certo punto lui e Patroclo erano stati amanti. Quando ci pensava, capiva che era abbastanza ovvio. Provò però a non pensarci; Medeo non era stato mai niente di più di un amico, e Achille non voleva rovinare il ricordo che aveva di lui.

Aveva amato Patroclo da sempre, e non l'aveva mai negato. Anzi, piuttosto aveva sottolineato questo fatto. Ora aveva il dubbio di essere innamorato. Provò a immaginare come poteva essere per loro due essere amanti; e tuttavia, la sua mente sembrava bloccarsi ad un certo punto, di solito quando non avevano ancora fatto proprio un bel niente. Ed era davvero difficile cavarne qualcosa.

Sospirando, iniziò a chiedersi se non fosse meglio trovarsi un amante. Preferiva non pensare, tuttavia, a cosa avrebbe fatto quando avrebbe rivisto Patroclo. Nella sua testa non c'era alcun dubbio su chi avrebbe scelto.

 

~*~

Deidamia aveva un'età in cui una giovane donna attira l'attenzione dei giovani uomini. Non aveva neanche mai evitato le loro attenzioni, come una giovane donna rispettabile dovrebbe fare; infatti si beava di loro. Ne faceva addirittura un gioco, sorridendo innocentemente, con un fare civettuolo che dovrebbe dare un senso di candore. E i giovani uomini l'amavano per questo.

Achille la guardava con gelosia mentre era circondata da un gruppo di giovani, tutti intenti a catturare il suo sguardo. Lei sorrise e disse qualcosa con un'espressione infifferente. A loro andava bene, stavano al gioco. Non era sicuro però se l'invidia che provava era per lei o per i ragazzi.

Ma ad ogni modo lui non era autorizzato. Non gli erano permesse relazioni con le figlie di Licomede—in realtà, nessuno poteva, tecnicamente parlando—e nessuno sapeva che era un ragazzo.

Per quanto facesse la graziosa, Achille sapeva che lei sapeva ciò che voleva, e sapeva anche come andarselo a prendere. Aveva una gran forza di volontà; aveva le capacità per diventare una buona regina.

I loro occhi si incrociarono, e lei gli sorrise segretamente prima di voltarsi di nuovo. Lui fece una smorfia e scosse la testa. Quella ragazza poteva far funzionare i suoi trucchetti con chiunque. Ma quel contatto fu colto da una coppia di ragazzi che le stavano attorno, e si girarono tutti verso di lui. Non lo presero molto sul serio. Era solo quella ragazza muta che Licomede aveva deciso di ospitare—Achille doveva far finta di non aver voce da quando gli era cambiata.

Con un sospiro, si tirò su in piedi e andò verso la sua stanza.

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Nota dell'autrice: Santo cielo! 22 capitoli, e stiamo per entrare nella vera Patroclo/Achille. Comunque Achille sa perfettamente che sarebbe l'eromenos. E sì, Patroclo sarà cresciuto, dall'essere quella sorta di adolescente timido sarà diventato un tipo tranquillo e affascinante. O almeno così è come lo immagino io... *coff* 

Abbiamo anche un po' di Achille/Deidamia. Sto cercando di farla assomigliare a un personaggio di Vivien Leigh--che si comporta da innocentina, ma sa esattamente cosa sta facendo e come manipolare  gli uomini e cose simili. Ho la sensazione che lei fosse così. 

   
 
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