Ok, vi lascio al nuovo capitolo, ma stavolta commentate in taaaantiiii!
Please *faccia implorante*
Ok, basta xD
La giornata
passò rapidamente e il sabato arrivò subito.
Harry si precipitò alle otto di mattina
nell’ufficio di
Piton, pronto ad adempiere alla sua punizione che era per
l’ennesima volta il
catalogare i vecchi ‘scherzi innocenti’ di suo
padre e Sirius per Gazza.
Sospirò, ma fece prima di quel che si aspettava: ormai si
era velocizzato.
Quando concluse due scatole, si congedò e
sfrecciò via da quell’ufficio
alquanto inquietante.
Una volta arrivato nel dormitorio si cambiò e raggiunse Ron
e Hermione a cui aveva dato appuntamento davanti al portone a
mezzogiorno.
Controllò l’orologio. 12.10, recitava.
“Oh, Merlino, sono in ritardo! Hermione mi farà
una
parte..!” esclamò, afferrando
“Harry…” iniziò Hermione.
“Sì, sì, lo so, sono in
ritardo…” completò il corvino con un
po’ di affanno.
“Veramente volevo chiederti perché hai il fiatone.
Sei in
anticipo di cinque minuti.” replicò la ragazza,
con un sopracciglio alzato.
Harry ricontrollò l’orologio babbano a cui non
aveva saputo rinunciare,
sicuramente migliore delle varie clessidre del mondo magico, e si rese
conto
che le lancette erano perfettamente immobili. Si diede
dell’idiota e sospirò
rumorosamente, recuperando fiato.
“Bene. Mi fa piacere sapere di aver fatto sette piani di
scale di corsa senza alcuna utilità. Adesso
andiamo.” disse, facendo ridere i
due.
“Scusate, ma vi avevo detto che non sarei stata con
voi!” si
scusò Hermione, scoccando un bacio su una guancia al moro e
una scompigliatura
di capelli all’altro. La videro avvicinarsi a un ragazzo dai
capelli biondo
scuro e gli occhi castani, con cui se ne andò a braccetto.
“Beh, siamo stati rimpiazzati, Harry.”
“Parla per te, RonRon!” esclamò in
risposta il Prescelto,
ricominciando a correre, stavolta inseguito dal compagno Grifondoro.
Quando Harry finalmente si arrese, facendo spuntare una
bandierina bianca dalla bacchetta, gironzolarono per Hogsmeade. Si
fermarono a
Mielandia, comprando tanti di quei dolci che sarebbero bastati a tutti
i
Grifondoro del sesto e settimo anno. Decisero di non fermarsi da Zonko,
dato il
successo del negozio dei gemelli Weasley potevano avere tutti gli
scherzi che
volevano praticamente gratis.
Lo sguardo di Harry fu attirato dal negozio di animali che
aveva sognato. “Entro un attimo lì dentro, Ron,
aspettami ai Tre Manici di
Scopa.” comunicò all’amico, che
annuì, per poi avviarsi verso il locale.
La porta si aprì in un tintinnio e la giovanissima commessa
gli sorrise cordiale, assomigliava terribilmente a una Tassorosso che
era
andata via quell’anno, finendo gli studi. “Posso
fare qualcosa per lei, signor
Potter?” domandò.
“Oh, Gracy, chiamami Harry, mi fai sentire più
vecchio di
quanto non sono!” esclamò il ragazzo guardandosi
intorno.
“Ti ricordi di me?”
“Certo. E comunque sì, puoi fare qualcosa per me.
Potresti
farmi vedere i gatti che avete qui?” rispose, guardandosi
intorno, scorgendo
solo rane, topi, gufi e civette.
“Certamente, seguimi, li teniamo da una parte, non si sa
mai..” spiegò, accennando ai topi e conducendolo
verso una porta di legno
scuro. L’aprì e una stanza piena di gabbiette con
dei gatti si mostrò davanti
al suo sguardo incredulo. Fece scorrere gli occhi verdi su tutti i
gatti,
soffermandosi su un gatto minuto e snello dalla pelliccia castana quasi
rossa e
gli occhi di un verde incredibilmente simile al suo.
“Com’è questo gatto?”
domandò, avvicinandosi.
“E’ una gattina un po’ agitata. Ha
provato diversi padroni
in questi anni, ma ha sempre dato problemi, come se non si fosse
fidata. E’
bellissima, vero?”
“Sì. La prendo.” mormorò il
ragazzo, ritornando alla cassa e
attendendo che la ex-Tassorosso tornasse con la sua nuova gattina.
Pagò ed uscì
dal negozio. “Ciao, piccolina.” la prese dalla
gabbia e la fece accomodare sui
suoi bracci, grattandole piano sotto il mento. La gatta
iniziò subito a fare le
fusa e strusciarsi contro la mano del ragazzo, facendolo sorridere.
“Ti chiamerò.. Come potrei chiamarti?”
iniziò a riflettere e
il nome uscì spontaneamente dalle sue labbra rosse e
carnose. “Eleanor. Che ne
dici?”
La gattina rizzò le orecchie e miagolò quello che
sembrava
un segno d’assenso. Sorrise di nuovo e la rimise nella
gabbietta, entrando nel
locale dove aveva mandato Ron.
“Cos’è quella gabbia?”
“Ho preso una gattina.”
“Oddio, un altro? Non bastava Grattastinchi?”
“Beh, si chiama Eleanor, non ha un nome propriamente
illusorio… Speriamo sia più docile. E poi sai
perché il gatto di Herm faceva a
quel modo.” rispose, indurendo lievemente lo sguardo.
“Scusa, amico..” mormorò
l’altro dispiaciuto.
“Fa’ niente.” sorrise il moro, girando la
testa indietro,
sentendosi osservato.
Incrociò un paio di occhi argentati, ma subito questi si
abbassarono sul libro che il proprietario evidentemente fingeva di
leggere.
“Mhm.. Bella quella morettina che mi sta fissando, che dici,
amico, vado a parlarci?” chiese il rossino, accennando a una
ragazza al bancone
che lo fissava insistentemente.
“Certo, non devi farti sfuggire questa occasione.”
replicò
il Ragazzo Sopravvissuto, facendogli l’occhiolino. Quando il
migliore amico si
fu allontanato, si alzò a sua volta e presa la gabbietta si
sedette al tavolo
di Malfoy che era lì da solo.
“Che vuoi, Potter?” chiese quello, senza nemmeno
alzare gli
occhi.
“No, dimmi cosa avevi da fissarmi tu.”
replicò il moretto
con voce ferma, ma non sgarbata.
Il biondo sospirò. “Non vedi che sto
leggendo?”
“Sì, certo, con il libro tenuto al
contrario?” domandò
sarcastico Harry, incrociando le braccia al petto.
Dopo che la guerra magica era stata finalmente conclusa con
la morte di Voldemort, il rapporto tra Harry e Draco era lievemente
cambiato.
Serpeggiava sempre l’antipatia e il disprezzo fra i due, ma
non era più odio e
ogni tanto si potevano anche soffrire senza prendersi a incantesimi.
Draco arrossì impercettibilmente e chiuse con calma il
libro, posandolo sul tavolo.
“Ok, ti stavo guardando e allora? E’ forse vietato?
Mica ti
consumo, San Potter!”
Harry si chiese perché il Serpeverde fosse ancora
così
odioso con lui, dopotutto aveva più volte di intrattenere
una conversazione
civile o cercare di essergli amico. Cos’è che lo
rendeva ancora così scorbutico?
“Guarda che stai facendo tutto tu.”
replicò l’altro,
tranquillo. “Vuoi da bere?”
Il biondo rimase spiazzato. Potter che offriva un drink a
lui?! “Cos’è, vuoi farmi ubriacare
così dopo puoi baciarmi tranquillamente?”
chiese ironico.
Un lampo di malizia e divertimento passò negli occhi verdi
del Prescelto. “Può darsi.. Allora vuoi qualcosa o
no?”
“Mhm.. Potrebbe essere interessante.. Sì, Wiskhy
Incendiario.” rispose il biondino, poggiando il volto sui
palmi delle mani,
dopo aver puntellato i gomiti sul tavolo.
“Bene. Mi scusi, signorina Rosmerta, potrebbe portarci una
Burrobirra e del Wiskhy Incendiario?” domandò a
Madama Rosmerta, che stava
passando lì accanto, con un sorriso.
La donna bionda arrossì leggermente e annuì,
andando a
prendere le cose che i due ragazzi avevano ordinato.
“Allora, Malfoy, che ci fai qui tutto da solo?”
“E a te cosa interessa?” rispose con
un’altra domanda il
biondino, un sopracciglio inarcato.
“Mi chiedevo solamente dove fosse finito Zabini.”
rispose
l’altro, sorridendo nuovamente alla proprietaria del locale
che, ticchettando
con i tacchi, era tornata a portar loro le bibite.
“Blaise, aveva... da fare, ecco.” rispose il
biondo,
iniziando a bere il Wiskhy con disinvoltura. In realtà stava
sudando freddo.
Blaise e
“Non sembri molto convinto, ma fingerò di
crederci.” rispose
Potter, bevendo lentamente qualche sorso dalla bottiglia. Poi la
posò e si
leccò una goccia di Burrobirra rimasta sulle labbra, facendo
correre un brivido
lungo la schiena del biondo. Harry non lo sapeva, ma Draco desiderava
il suo
corpo da anni in modo quasi ossessivo e, abituato ad avere tutto
ciò che
voleva, il fatto di non poterlo possedere gli bruciava ancora di
più. Sia
chiaro, lui voleva solo il corpo del moro, non ne era innamorato, certo
che no.
O almeno questo era quello di cui cercava di convincersi da quasi un
anno.
“Quel
gatto?” domandò
il Serpeverde scrutando l’animale.
“Ti piace? Si chiama Eleanor. E’ mia da…
Circa mezz’ora.”
sorrise il moretto.
“Adoro i gatti..” mormorò
l’altro, allungando un dito per
farlo annusare alla gattina che girò la testa per farsi
grattare dietro le
orecchie. Draco scivolò sulla sedia accanto a quella dove
era posata la
gabbietta della gatta e iniziò a coccolarla da dietro le
sbarre di ferro
luccicante.
Harry era basito dall’espressione quasi dolce del biondo e
del suo comportamento con il gatto. Cioè, con il gatto era
tutto buono e caro e
trattava lui come fosse stato una pezza da piedi?
“Emh-emh…” si schiarì la
voce, facendolo voltare di scatto
verso di lui.
“Sì?”
“Beh, ti faccio notare che consideri più Eleanor
che me.”
“Perché lei è meglio, vero
piccola?” mormorò ridendo alla
faccia soddisfatta della gattina.
“E tu, da che parte stai, scusa?” si finse offeso
il
Grifondoro, indicandola. La gatta si avvicinò di nuovo alla
mano di Draco
attraverso le sbarre, strusciandovisi contro.
Harry tossì qualcosa che assomigliava terribilmente a un
‘Doppiogiochista’
facendo ridere Malfoy. Non una risata di scherno, ma una risata vera e Harry non poté fare a
meno di
notare quanto il biondo fosse bello quando rideva. Era bello sempre,
ma…
‘Ma cosa vado a pensare?! Malfoy è
solo… Malfoy, ecco!’
pensò sgranando gli occhi scandalizzato. Scosse lievemente
la testa come
liberarsi da quei pensieri e attirò nuovamente
l’attenzione del biondo. Se
voleva intrattenere una conversazione questo sembrava il momento
più adatto.
“ Non sapevo che ti piacessero i gatti.. Non ho mai sentito
dire ‘Draco Malfoy ha un gatto’ e credimi, con
tutte le ochette che ti vengono dietro
lo avrebbe saputo tutta la scuola.”
Draco si morse la lingua per non esordire in un ‘Geloso,
Potter?’, ma invece spiegò pensieroso:
“Infatti non ne ho mai avuto uno, ma mi
piacciono lo stesso. Una mia vecchia amica di infanzia ne aveva uno e
tutte le
volte che mi sedevo da qualche parte mi si acciambellava sulle gambe
per farsi
coccolare. Inizialmente ero indignato, cioè, un gatto che
viene da Draco Malfoy
ed esige di essere coccolato? Poi però mi sono, diciamo,
affezionato e ecco che
adoro i gatti. Non so nemmeno perché te lo sto
dicendo.”
“Oh… emh... ecco…”
“Da quando sei balbuziente?”
“Uff. Sempre così spiritoso, eh?”
“Sempre.”
“Stavo cercando di dirti che, purtroppo per te e El, devo
tornare al castello, se
“Certo, Potter.” rispose l’altro, rimasto
nuovamente solo.
Rieccomi qui! Mi piacerebbe sapere se questo capitolo è stato di vostro gradimento o vi ha fatto totalmente schifo. Come fare? Schiacciate quella scritta blu in basso con scritto 'Inserisci una recensione' e il gioco è fatto!
Volevo ringraziare nanerottola (certo che la continuo, fosse anche solo per te ^^ Spero di aver aggiornato abbastanza presto ;D) per aver recensito lo scorso capitolo.
Vanessa *w*