Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: Orihimechan    13/07/2010    5 recensioni
In ogni persona c'è un determinato momento della sua esistenza in cui si sa, o per lo meno ci si illude, di sapere come dovrà esattamente andare la propria vita; un momento in cui sai cosa dovrai fare del tuo futuro; un momento in cui sai con chi dovrai stare e chi vorresti diventare.
Pensi che tutto sia già scritto, ma è proprio questa la debolezza a cui nessun essere umano deve mai lasciarsi andare, perché a volte capita che il destino prenda una piega diversa da quella che tu avresti immaginato. Riusciranno Sana e Akito ad affrontare il loro destino?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
09. Risveglio

"Non ce la faccio più Rei!! Ho bisogno di tranquillità e voglio una vacanza di almeno sei mesi! Forse non ti rendi conto che lavoro ininterrottamente da oltre 10 anni! Non ho diritto a qualche mese di libertà? Non torno in Giappone da 10 anni e ormai non mi rendo conto più se sono italiana o giapponese”.

Ero completamente fuori di me. 

Dopo il discorso che avevo fatto con Nao ero diventata tremendamente nostalgica e pian piano l’idea di una bella e meritata vacanza si era saldamente inchiodata al mio cervello. Avevo tanta voglia di tornare in Giappone, non ricordavo quasi più la mia terra, l’odore della città, che riusciva ad essere così tremendamente trafficata, ma anche così tranquilla in quei quartieri dov’ero cresciuta e poi mi mancava mia madre. 

“Rei! Ehi Rei mi senti??”

Il mio manager continuava ad ignorarmi stravaccato com’era sul divano a guardare la tv con i suoi immancabili occhiali scuri.

Odiavo quando faceva così!

“ Razza di manager incapace ed insensibile vedi di procurarmi immediatamente un biglietto aereo altrimenti il povero Hiroshi si ritroverà senza padre!!” urlai in preda all’isteria incrociando le braccia davanti il petto. 

Il mio manager mi guardava divertito. Era evidente che si stesse prendendo gioco di me. 

Pazza.

 Mi avrebbe fatta diventare senz’altro pazza.

E il bello era che non mi degnava neanche di una risposta.

Mi precipitai ad aprire la porta di casa iniziando ad urlare.

“Hiroshi!! Vieni dalla tua sorellina! Questa sera assisterai alla morte del tuo povero paparino!!Hiroshi!!!!"

Ritiro tutto.

Ero già Pazza!

Finalmente Rei si decise ad alzarsi da quel dannatissimo divano venendomi incontro.

Continuava a ridere.

Sinceramente non capivo cosa ci fosse di divertente in tutta quella situazione che io avrei definito ‘irritante’ anziché divertente!

“E Vacanza sia! Te la meriti proprio una bella vacanza, a dir la verità ci stavo già pensando da un po’ di tempo. Appena avrai terminato gli ultimi impegni che ti sono rimasti prepara i bagagli! Considerati già in volo!”  disse il mio manager scombussolandomi i capelli.

Dopo tutti quegli anni ancora non aveva perso quel vizio. 

Ero come una seconda figlia per lui. 

E lui per me era come il padre che non avevo mai avuto. 

Gli sorrisi. 

La tensione che c’era svanì all’istante. 

"Mangi con noi stasera?" Domandò prima di lasciare il mio attico. 

"No, io e Nao ordiniamo pizza e ci sfideremo ad una ardua e assai complicata partita a monopoli questa sera."

Mi sorrise di nuovo. 

"Sostieni ancora che non ci sia del tenero tra di voi?" Indagò sporgendosi verso di me e portando una mano sui suoi occhiali per sistemarseli. 

Era buffo.

Cercai di nascondere il mio sorriso portandomi la mano destra davanti la bocca.

"Assolutamente si!" Dissi con tono solenne. 

Consideravo assolutamente normale il fatto che  anche Rei pensasse questo di noi, d’altronde dividevo la casa con un ragazzo con il quale trascorrevo oltre che gran parte della mia vita lavorativa anche il mio tempo libero ed avevamo un grande feeling. Ma Nao era il mio amico.

Amico e basta
.
Non c’era posto nel mio cuore per qualcos’altro. 

Non più.

"Sai che non ti credo vero?" 

2E tu sai che non ti mentirei mai vero?"

Lo vidi sussultare leggermente, nonostante i suoi occhiali da sole separavano il suo sguardo dal mio lo conoscevo abbastanza bene da sapere che aveva abbassato la sguardo. Si riprese quasi subito e scompigliandomi nuovamente i capelli mi sorrise.

"Ok. Niente nozze in arrivo allora!"

"No. Dovrai disdire la prenotazione della torta temo!"

"Ci vediamo domani Sana."

E lo vidi scendere le scale per recarsi in quella che ormai era la sua casa. 

"Dì ad Hiroschi si salire se vuole essere stracciato anche lui!"

"Provvederò!" urlò il mio manager prima che lo sentissi aprire la porta e sparire.

Quando chiusi anche io la porta di casa mi recai nella mia stanza nell’attesa che arrivasse Nao. Subito dopo la conferenza stampa che avevamo tenuto per un recente film nel quale avevamo recitato insieme era stato trattenuto da alcuni giornalisti. Fortunatamente ero riuscita a svignarmela. 

Circa 15 minuti dopo, sentii il campanello di casa suonare mi affannai ad aprire sentendo già il delizioso profumo della mia prelibata ed adorata pizza.

"Pizza in camera per lei Madame!" mi disse Nao sorridente. Aveva i capelli scombussolati e l’aria stanca. L’avevano spennato per benino quei giornalisti.

"Qual’è la domanda del giorno?" chiesi senza la ben che minima curiosità fancendolo entrare in casa e dirigendomi verso il tavolo. 

"Credimi, non vuoi saperla!"

Posò la nostra cena e stremato si lasciò sprofondare sulla sedia.

"Oh invece si!"

Iniziai ad apparecchiare la tavola e una volta terminato mi dirissi verso il frigo e rimasi a fissare le bibite che c’erano dentro per qualche secondo, tornai a guardare guardare Nao e capii immediatamente che quella era una delle serate da..

"Si ti prego, tanta, tanta birra!"

Per l’appunto. 

Era proprio una serata da tanta birra. 

"Da 1 a 10 quanto la reputi brutta?" Continuai non avendo ancora ricevuto risposta  e dirigendomi verso la tavola con le birre in mano.

"Il 10 è da considerarsi come parametro di giudizio minimo o massimo?" rispose lui atono. 

"Minimo."

Ci fu un attimo di silenzio. Pochi secondi dopo si ricompose e iniziò a versare la birra dapprima nel mio bicchiere e successivamente nel suo.

Galante anche dopo una giornata decisamente NO.

Finalmente si decise a parlare.

"Bene, in questo caso opterei per un bel 100!"

Strabuzzai gli occhi. 

"Eh?"

Iniziò a ridere passandosi una mano tra i capelli.

"E pensa che ancora non ti ho detto praticamente nulla!"

Era una risata priva di divertimenti la sua e io iniziavo seriamente a preoccuparmi.

"Santo cielo Nao sputa il rospo!"  urlai alla fine esasperata. 

Nao per la prima volta da quando aveva varcato la soglia di casa mi guardò negli occhi. Finì di sorseggiare il suo bicchiere di birra, si passò per la seconda volta la mano tra i cappelli e sospirò.

"Mi hanno chiesto se è maschio o femmina."

"Chi?" 

La mia fu una risposta istintiva considerando il fatto che non ero minimamente riuscita a dare un senso a quelle parole. 

Mi domandai se ero io ad essere alquanto limitata o semplicemente Nao voleva farmi saltare completamente i nervi.

"Chi?" ripetei ancora più perplessa.

Lo vidi abbassare il suo sguardo verso il mio ventre. 

E poi finalmente capii. 

"Oh.." fu l’unica cosa che riuscii a dire.

Avevo sempre pensato all’ipotesi di potermi creare una famiglia, di un figlio da crescere e al quale insegnare il più possibile riguardo alla vita. Immaginavo il mio matrimonio, la felicità di mia madre nel diventare nonna e le lacrime di Rei. Sorridevo al pensiero di portare al dito il pegno d’amore dell’uomo che amavo, un uomo che..

Non era Nao!

E Santo cielo io non aspettavo un bambino!

"Ma sono diventati tutti pazzi?? Il mondo sta andando a rotoli e io non me ne sono resa conto?? Oppure sto dormendo e tutto questo è solo un brutto incubo?? Incinta?? Io incinta?? E sentiamo di chi dovrei essere incinta?? Hiroshi ha una vita sessuale molto più attiva della mia!! Incinta! Non ci posso credere! Incinta! Tra l’altro, per essere incinta non dovrei dare, chessò, segni di una qualche protuberanza al ventre?? A meno che non pensino che sia stata messa incinta da un alieno!! Pazzesco! Gravida!! Mi fanno Gravida ora!!"

Ero letteralmente fuori di me.

Quando finalmente riuscii a capire a cosa alludesse Nao avevo praticamente scaraventato la sedia sulla quale ero, comodamente, seduta sul pavimento prendendo a camminare nervosamente e alquanto velocemente su e giù, temevo quasi di consumare le mie scarpe!

"Sana! Sana per l’amor di Dio calmati!"

"Gravida! GRAVIDA!" La seconda volta lo pronunciai con un po’ più di enfasi. 

Ancora non riuscivo a crederci. Sapevo che i giornalisti fantasticavano sulla nostra storia da un bel po’ ma non pensavo che riuscissero ad arrivare a tanto. Mi consideravano non solo ‘promessa sposa’ ora ero anche ‘futura mamma’! 

Mettevano seriamente a dura prova la mia sanità mentale, che diciamola tutta era già pressocchè precaria. 

Nao che aveva assistito a tutta la scena, sconvolto – credo – tanto quanto me, si alzò dalla sedia venendomi incontro. 

"Sana, di che ti stupisci? Apparteniamo al mondo dello spettacolo, tutto il nostro mondo è un business che si arricchisce a scapito nostro. Siamo noi la colonna portante dei loro successi, senza scoop, gossip e scandali tutto sarebbe per loro tremendamente scontato e banale da portarli alla disoccupazione. Sapevamo a cosa andavamo in contro quando abbiamo fatto del mondo dello spettacolo il nostro mestiere. Mi meraviglio come ancora tu te ne stupisca.."

"Si ma.. incinta!"

"Bhè, quando tra nove mesi non darai alla luce nessun piccolo Kamura tutto ritornerà a posto e gli avvoltoi avranno qualcos’altro di cui parlare.."

Mi aveva appoggiato una mano sulla spalla, guardandomi sereno. Come sempre mi calmai, nonostante quella notizia mi avesse tolto buona parte del mio buon umore.

"Sei ancora tanto affamata?"

Sorridendo gli feci cenno di si con la testa.

Da gran galantuomo qual'era mi fece accomodare a tavola e lui si sedette dopo di me.

Quella sera però fui più silenziosa del solito. 

La notizia che avevo appreso mi aveva turbata e al tempo stesso aveva risvegliato in me tutti quei desideri e tutte quelle ambizioni adolescenziali che accuratamente avevo riposto in una scatola in tutti quegli anni.

Nei miei progetti c'era sempre stata la voglia di crearmi una famiglia. Di diventare moglie e madre, una prospettiva che ora vedevo lontano da me anni luce.

Non avevo un compagno, certo, non che mi mancassero i pretendenti, ma per me nessuno andava mai bene.

Chi per un motivo, chi per un altro. 

Ce n'era stato solo uno nella mia vita di compagno che reputavo giusto per me.

Lui.

Lui che minimamente mi azzardavo a nominare. 

Lui che continuava tormentarmi, nonostante tutti i miei tentativi di dimenticare che esistesse. 
Lui che orami si era fatto una vita.

Lui che sicuramente aveva qualcuno al suo fianco.

Un qualcuno che non sarebbe mai riuscita ad amarlo come avrei potuto fare io.

"Sai Nao.." Quasi neanche mi accorsi di aver iniziato una conversazione. "Non ricordo una sola volta nella mia vita in cui io sia stata veramente felice. O meglio, ci sono stati momenti in cui mi è parso di aver raggiunto la felicità, ma sono decisamente troppo pochi e tutti simili."

Il mio coinquilino corrucciò la fronte.

"Come può una donna giovane e bella come te sentirsi così?" 

'Tu non ti senti mai come me?"

Avevo in mano un calice di vino bianco, e mentre lo agitavo ci guardai attraverso; riuscii a vedere la figura poco nitida di Nao, anche lui in quel momento mi guardava. Avevamo due sguardi diversi.

Il mio era assorto. Il suo interessato. 

Appena recepì la domanda che gli avevo rivolto mi sorrise dolcemente. Con il busto si sporse verso di me e scosse la testa. 

Avrei dovuto immaginarmelo. Lui era bello, aveva fama, gloria, successo, era apprezzato e corteggiato da tutti, aveva una famiglia che da piccolo gli era mancata e soprattutto, faceva il lavoro che aveva da sempre desiderato.

In quel momento mi sentii indifesa e incredibilmente vulnerabile.

"Cosa c'è che non va in me?" . Fu un leggero sussurro il mio. 

In me si stava poco a poco facendo spazio la convinzione che qualcosa nella mia testa funzionasse male. 

"Io credo che sia più opportuno dire, cos'è che ti manca Sana!"

Mi mancava qualcosa? 

La mia infelicità dipendeva da quello?

Tremai leggermente. 

Posai il mio calice di bicchiere e lo guardai confusa.

"O forse sarebbe più corretto dire, Chi ti manca!?"

Marcò quella parola così tanto che mi rimbombò nella mente così forte da credere di impazzire.

Una voragine stava pian piano prendendo forma nel mio petto.

Sussultai di nuovo. 

Istintivamente abbassai gli occhi e mi portai le mani, chiuse a pugno, sulle ginocchia. 

Sentivo gli occhi gonfi. 

Il cuore aveva iniziato a pulsare velocemente e una miriade di ricordi s'impossessarono della mia mente.

"Io.."  Tremavo.  "Io.."

"Tu sei ancora legata a lui Sana. E non importa quanti anni passeranno, quante sere trascorrerai piangendo, quanti sforzi inutili fai tentando di non pensare a lui. Voi siete destinati. E non c'è niente che tu possa fare!"

Solo allora lo guardai e lessi sofferenza nei suoi occhi. 

Capii quanto in realtà gli fossero costate quella parole e in quel momento mi fu tutto più chiaro: lui mi amava ancora, ma era troppo generoso e intelligente per dirmelo.

Mi aveva amato sempre in silenzio, un amore puro e sincero che lo aveva indotto a farmi aprire gli occhi.

Parole che, ne ero certa, erano peggio di un pugno in pieno stomaco per lui. 

"Sana, un motivo c'è se dopo tutti questi anni io e te siamo ancora qui a parlare di Akito."

Akito.

Da quanto tempo non sentivo pronunciare quel nome. 

Akito.

Avevo dimenticato quanto fosse bello pronunciarle.

Le lacrime che fino ad allora avevo con forza cercato di trattenere vennero fuori spudoratamente. Portai le mani sul viso appoggiandomi sul tavolo. 

Piangevo. 

Piangevo come non avevo mai fatto da 10 anni. E Nao stava lì, immobile, con gli occhi fissi su di me.

Per quanto sofferenza provassi in quel momento non potevo fargli questo. Stavo uccidendo il mio migliore amico e non me ne curavo. Mi decisi allora ad alzare la testa e asciugandomi distrattamente le lacrime, spostai lo sguardo verso l'enorme finestra. Non avevo il coraggio di guardarlo.

"Sana..'" Allungò la sua mano verso di me. "Parlamene. Sono qui. Sono sempre stato qui."

Dalla finestra vidi il suo riflesso. 

Voleva una spiegazione. Solo una spiegazione. 

Dare luce a tutti i pensieri che mi avevano per anni tormentato mi faceva paura. Perché fino a quando sarebbero rimasti nella mia testa potevo illudermi che non fossero veri, ma, condividerli con qualcuno mi faceva capire quanto in realtà avevo illuso me stessa per 10 lunghissimi anni.

"La verità è che io non ho mai smesso per un solo istante della mia vita di pensare a lui. E’ il mio tormento! Lo era quando ero una bambina delle elementari, lo era alle medie, lo era quando stavo per diventare una ragazza, lo era durante le riprese dei film,sempre, sempre lui dentro al cervello! Forse farei bene ad entrare in analisi, in fondo va tanto di moda! Sono anni che il mio cervello è diviso in due. Una parte cerca con tutte le sue forze di convincersi che lui non è mai esistito, l'altra parte cerca disperatamente di immaginare che uomo sia diventato ora e per quanto io cerchi di sforzarmi Akito nella mia mente continua ad avere l’aspetto di un ragazzo di tredici anni, cupo, sempre arrabbiato, talvolta inespressivo ma con slanci di dolcezza infinita che riuscivo a percepire solo io. Ma ormai ho imparato a convivere col mio dolore, se dovessi rivederlo sento che non potrei sopportare una nuova delusione. Preferisco ricordarlo com’era da bambino, quando veniva a scuola con la camicia sempre sbottonata e con la cravatta sciolta, quando guardava tutti con fare minaccioso, quando litigava in bagno per difendermi, quando mi regalava cose all’apparenza sciocche ma nel profondo importantissime come i due pupazzi di neve.. E’ questo che voglio ricordare di lui, nient’altro!"

Parlai velocemente, guardandomi bene dal non guardare Nao neanche una volta e stupendomi di quante cose avessi represso e custodito gelosamente nel mio cuore fino a quel momento.

"Sana ma così non riuscirai mai ad avere una vita normale! Continuerai a paragonare tutte le persone che incontri a quel ragazzino impertinente che è stampato nel tuo cervello!"

"Forse si. O forse no! Sono dell’opinione che non tutti riescano nella vita a trovare l’amore vero. Le persone fortunate devono tenersi stretto quello che hanno. Preferisco restare da sola che mettermi con qualcuno che non amo veramente solo per dimostrare a me stessa che sono riuscita a scordarmi di lui. Sarò come quelle romanticissime donne dell’800 che restavano fedeli al loro uomo per tutta la vita, anche se questo moriva o partiva per lunghissimi anni. Il ricordo di Akito mi basta! Con un altro uomo sarei davvero infelice!"

Io stessa mi stupivo di tutte quelle rivelazioni. Non avevo mai parlato con nessuno di tutto quello, confessare i miei tormenti a qualcuno mi faceva stare meglio in un certo senso, anche se quel qualcuno era Nao.

"Hai una paura orrenda di scoprire che lui ti ha dimenticata vero?"

Non risposi. Avrei preferito restarmene in Italia tutta la vita piuttosto che tornare a Tokyo e vederlo tra le braccia di un altra.

Per tutta la conversazione eravamo rimasti seduti, io continuavo a non guardarlo e nel frattempo tormentavo la mano che era rimasta appoggiata sulle mie ginocchia. Nao si stava dimostrando più che comprensibile. Io non sarei mai riuscita a prendere parte ad una conversazione del genere con la lucidità che stava dimostrando lui. Forse mi ero sbagliata. Forse non era poi così tanto innamorato di me. 

"Sana perchè ora che torni a Tokyo non vai a cercarlo? O almeno prova a farlo cercare da qualcuno!"

"E a cosa servirebbe? In tutti gli anni che ci siamo frequentati, sono stata sempre io a tornare da lui! Non è mai venuto lui da me. Sai, in tutto questo tempo anche a questo ho pensato. Forse diceva di amarmi, ma di me apprezzava solo la vitalità e un po’ l’aspetto. Ma non Rossana in quanto tale. Avrebbe avuto tanti motivi per venirmi a cercare anche quando giravamo "La Casa Nel Bosco", non ero poi così lontana da casa, eppure non l’ ha fatto. Ha preferito mettersi con Fuka.”

"Eravamo dei bambini allora. Credi che lui sia ancora così scemo?"

Dovevo sembrargli così dannatamente scema..

"Sarà sempre il solito Akito! No desidero soffrire ulteriormente!"

"Sana ma.."

"No niente ma Nao. Ne abbiamo già parlato abbastanza. Non ho più voglia di continuare questo argomento. Ti prego!"

Per la prima volta da quanto avevamo iniziato quella conversazione lo guardai negli occhi. Probabilmente intuì la mia preghiera silenziosa di lasciar cadere là l'argomento; infatti si limitò ad annuire. 

Stremata dalla serata mi alzai dirigendomi in camera mia. Prima di entrarci però mi rivolsi verso Nao.

"Ti dispiace se posticipiamo la nostra partita? Sono davvero stanca.."

Lui che nel frattempo si era gentilmente offerto di ripulire ogni cosa smise di armeggiare con il lavabo.

E sorridendomi come solo lui sapeva fare si limitò semplicemente ad un "Notte.."

Dopo che finalmente riuscii a rimanere sola con i miei pensieri mi gettai sul letto, con gli occhi ancora arrossati fissai il soffitto e distrattamente accesi la radio che si trovava sul piccolo comodino del mio letto. 

Una volta un noto scrittore britannico disse che un uomo coerente crede nel destino, un uomo capriccioso nel caso.
Per quanto mi riguarda non so se crederci o meno, ma quando una canzone lentamente si fece spazio nella stanza mi ritrovai a pensare che probabilmente io appartenevo alla prima categoria di uomini. E mentre una lacrima solcava dispettosa il mio volto le parole uscivano melodiose da quell'aggeggio elettronico incatenado la mia attenzione e conducendomi nel beato mondo dei sogni..

Ansiosamente guardo, in ogni direzione cerco 
e intanto soffro come un cane perché ormai.. 
ho perso la mia strada, non ricordo i miei obiettivi 
e poi ripudio tutto ciò che è uguale a me.. 
“non devi disperare” è ciò che dicono i dottori 
“un giorno qualche cosa cambierà vedrai”.. 
ma per ora mi dimeno, vivo come un clandestino 
e prendo a pugni pure il mio migliore amico.. 
e poi silenzi.. 
chissà se un giorno mi aprirò e parlerò di me 
dei miei insensati sentimenti 
e poi, e poi.. 

Arrivi tu sulla mia scia, per farmi credere alle favole 
Sei tutto, sei il senso e l’idea 
Sei l’aria da respirare 

Smetto d’essere chi ero, mi trasformo in ciò che sono 
per un attimo ritrovo la stabilità.. 
ma poi torno a naufragare 
assaporo il mio dolore 
conto fino a dieci e sono a testa in giù.. 
non controllo i movimenti 
sento freddo, stringo i denti 
non esiste terapia per i miei sintomi.. 
raccogliendo i miei sospiri, le mie esili radici 
fingo di non esser mai atterrato qui.. 
e poi momenti.. 
che durano un’eternità 
ma a volte attimi, come la neve sotto il sole.. 



Rieccomi quiiiii ebbene siii!!! Ho aggiornato in tempo!!!! =) Ho promesso che sarei tornata a pubblicare questa storia e così ho deciso di mantenere la mia promessa! Questo è il nuovo capitolo della storia. é molto lungo come avete potuto leggere voi stesse ma ne avevo bisogno per dare un pò di dinamica alla storia per quanto riguarda la prima parte, e per quanto riguarda invece la seconda parte della storia era necessario per dar luce a tutti i pensieri nascosti della nostra protagonista. La canzone inserita alla fine si intitola 'Il senso e L'idea' ed è proprio ascoltandola che è nata l'idea di partorire questa storia, da quì la decisione del titolo.  Spero vivamente che questo capitolo nuovo possa essere di vostro gradimento. Purtroppo vado moolto molto di fretta, devo uscire e con molta probabilità tornerò a casa stasera tardi quindi onde evitare di pubblicare la storia domani, e quindi con un giorno di ritardo, ho preferito farlo ora, nonstante però non abbia davvero il tempo di rispondere alle vostre recensioni! Prometto che quando pubblicherò il prossimo capitolo risponderò anche a quelle di questo che putroppo sono costretta ora a saltare. Con la speranza che recensirete in tante vi mando un GRANDISSIMO BACIONE. ^^


  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: Orihimechan