Cap.
4:
un
altro motivo per il quale non posso soffrire gli orfanotrofi sono i giochi.
Ti
obbligano a fare stupidi giochini con la palla,
oppure quello stupido gioco della bottiglia o, peggio ancora,
ti
fanno animatore di un gruppo di bambini più piccoli che devi far giocare e
divertire.
E
indovinate a chi toccò quella mattina?
Esatto:
a me.
Mi
appiopparono un gruppo di bambini appena arrivati e mi dissero
-Angelo,
loro sono nuovi. Falli divertire un po’-
Come
se fossi un clown.
Precisamente,
mi usarono come sostituto di un pagliaccio.
Non che in quei giorni avessi particolarmente
voglia di giocare o di ridere.
Come
facevano quei bambini a divertirsi in quel modo sapendo che i loro genitori non
c’erano più?
Insomma:
sembrava che quella fosse per loro una vacanza, come se i genitori tornassero
da un momento all’altro per riprenderli e portarli a casa.
Lo
dissi a Kristian e lui sembrò colpito da quell’affermazione.
E
anche un pochino triste
-Lo
so che i miei non torneranno, è per questo che cerco di divertirmi: per non
pensare a loro-
Disse
con un faccino colpevole
-Bè,
io non mi divertirò mai in questo schifo di posto.
Non
fanno che cercare di distrarci dal pensiero dei nostri genitori, ma in realtà
non ne sono capaci. Cercano solo di sostituirli-
Gli
risposi.
Possibile
che non se ne accorgeva nessuno?
-Non
parlare così-
Mi
supplicò ancora Kristian
-E
invece io lo dico. Perché è la verità-
Dissi
serio
-Tu
hai qualcosa che non mi vuoi dire, Angelo-
Kristian
mi stava scrutando con i suoi occhioni azzurri.
Per
la sua età era un bambino molto sveglio
-No,
non ho niente-
Mentii
-Non
ci credo. Dai, a me puoi dirlo. Siamo amici, no?-
-Si,
certo che lo siamo. Ma... Non ho niente-
Non
era vero.
Era
solo una pietosissima bugia.
Il
fatto è che avevo fatto un sogno.
E
nel sogno c’erano i miei genitori, quindi ero molto sensibile sull’argomento.
Ma
Kristian non demordeva, e dai e tira alla fine sputai il rospo
-Ho
fatto un sogno sui miei genitori-
Gli
confidai piano
-Vuoi
raccontarmelo?-
Mi
chiese lui.
Io
mi guardai intorno e poi annuii
-Eravamo
io ed i miei in casa.
Ad
un certo punto suonano alla porta e io vado ad aprire.
Era
un uomo, tutto nero, con il mantello nero ed il cappuccio.
Mi
ha detto di chiamare i miei genitori perché voleva parlargli, ed io li ho
chiamati, anche se all’inizio non volevo.
Quell’uomo
mi faceva paura. Quando i miei arrivarono, lui se li trascinò dietro.
Io
li ho tirati per un poco dai i vestiti, ma lui era più forte e si stava
allontanando.
Prima
di scomparire si è tolto il cappuccio, ed aveva una maschera, nera anche
quella. Mi ha detto di chiamarsi Maschera della Morte-
Kristian
tratteneva il fiato
-E
poi?-
Chiese
in un soffio
-E
poi mi sono svegliato in un bagno di sudore. E sono dovuto correre a cambiare
le lenzuola…-
A
quest’ultima frase Kristian scoppiò a ridere
-Hai
rovinato l’atmosfera di terrore!-
Protestò
ridacchiando
-Non
c’è niente da ridere-
Gli
risposi impermalito
-Voglio
cambiare nome, Kristian-
Dissi
poi.
Lui
mi lanciò uno sguardo interrogativo
-Perché?
A me Angelo piace come nome. Perché devi cambiarlo?-
-Perché
non mi si addice. Non mi piace-
-E
sentiamo, come vorresti chiamarti?-
Gli
rivolsi un sorrisetto e risposi
-Death Mask-
-Cosa?
No, Angelo, non mi piace! Mi fa paura-
-A
me piace! Non mi sta bene?-
-Veramente…
no-
-E
dai, Kristian! Da oggi sarò Death Mask, Death per gli amici. Mi aiuti a
spargere al notizia?-
Scattai
in piedi e l’aiutai ad alzarsi
-Non
vedo che bisogno c’è-
Ma
alla fine lo convinsi.
Già
quella sera, in dormitorio, c’era un coro di Death di qua, Death di là.
E
il bello è che mi piaceva.
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shiryu_shunrei: La prima battaglia non si scorda mai…
questa suora è una caricatura di una reale, che
avevo io ai miei tempi del catechismo (che bei momenti!)
e, non per vantarmi, una volta l’ho mandata a quel
paese, non proprio con queste parole,
ma ugualmente, il significato è questo! XD
eh, guarda cosa ha dovuto sopportare, davvero…
mi farebbe tanto piacere se venissi a trovarmi,
quattro case non sono mica così tante! XD
Diana924:
Dire che se l’è legata al dito è anche
poco!
E continuo a darti ragione: era puccetto
puccettino (e lo è ancora!)
*scansa attacchi di non so neanche io bene cosa*
Grazie per i complimenti, spero che ti piaccia
questo capitolo!
AVVISO: Ragazzi, sono lieta di annunciarvi che tra poco… si arriva al Grande T.!