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Autore: Miss Weasley    20/09/2005    1 recensioni
“ - …Ci sono cose che anche io devo… - affermò XXX, prima di avvicinare con lentezza le sue labbra a quelle di lei, sentendo il corpo della ragazza lasciarsi andare tremante tra le sue braccia. ” Una nuova arrivata ad Hogwarts. Una ragazza forse come tante, destinata però a cambiare la vita di qualcuno all’interno della scuola. Scoprite insieme ad Harry come spesso sia l’amore a portarci all’odio!!! Riposto la storia ora corretta da TREVOR...che non smetterò mai di ringraziare!!!
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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XXX

I ragazzi più grandi del Grifondoro si trovavano tutti intorno alla porta dell’infermeria. Con loro c’era anche Kioko, che piangeva sconvolta tra le braccia di Fred.

- Maledetta – disse furente Harry.

- Di cosa parli Harry? – chiese Hermione con gli occhi rossi, mentre un Ron atterrito cercava di calmare Ginny.

- E’ colpa della madre di Draco, ne sono sicuro. Deve aver fatto qualcosa a quel bolide…e poi ho visto il boccino posarsi docilmente tra le mani di Draco – spiegò Harry.

- Ragazzi, tornate nella vostra casa. Non potete stare tutti qui – disse la McGranitt ai ragazzi, con tono autoritario e l’aria preoccupata. – Poche storie andate tutti – aggiunse severa prima che potessero replicare. – Voi tre potete aspettare di là, stanno per arrivare i vostri  genitori – disse rivolgendosi ai tre Weasley.

- Professoressa… – cercò di dire Hermione. 

- No, andate tutti, solo la famiglia – rispose senza guardare la ragazza, ma rivolse lo sguardo verso Kioko – accompagnate la signorina Cupot nella sua casa.

Kioko non cercò nemmeno di controbattere, si lasciò trascinare da Hermione senza dire una parola, completamente avvilita.

Una volta accompagnata Kioko nella sua stanza, Hermione tornò nella sala comune.

- Harry, credi che George stia bene? La McGranitt sembrava davvero preoccupata – disse la ragazza cercando di trattenere anche lei le lacrime. – Ron era così spaventato…avrei voluto restare con lui – aggiunse con una nota d’imbarazzo, scoppiando poi in lacrime.

A tarda notte Harry sentì Ron rientrare nella stanza. Non aveva il coraggio di alzarsi e chiedere del fratello, ma doveva farlo. Scostò lentamente la tenda e lo guardò. L’amico aveva l’espressione sconvolta, era bianco in volto e aveva gli occhi gonfi e rossi. Vedendolo così Harry non ebbe il coraggio di chiedergli nulla.

Ha fatto davvero un bel lavoro, non trovi? Smettila di piangere, è colpa tua ciò che è successo, lo sai? Non ti stai concentrando sul tuo compito. Devi portarmi il ragazzo, ricordati, lui ha ucciso tuo padre, merita di morire. Lo ucciderò per te. Tu vuoi che paghi le sue colpe vero? Portami il ragazzo…portamelo”

- Nooooo – ancora una volta Harry si svegliò urlante con la cicatrice in fiamme, ma questa volta vicino a lui c’era solo Neville.

- Harry ti senti bene? – chiese il compagno con aria preoccupata. – Vado a chiamare la McGranitt – aggiunse.

- No! Neville, dov’è Ron? – chiese Harry deciso, bloccandolo.

- Non lo so, mi sono svegliato sentendoti urlare. Harry, dobbiamo avvisare qualcuno – insistette Neville guardando preoccupato Harry.

- No, hanno cose più importanti a cui pensare che i miei soliti incubi, devo trovare Ron – replicò scendendo dal letto. Ma appena mise il piede a terra barcollò pericolosamente, la testa sembrava scoppiargli a causa del dolore alla cicatrice.

Dopo essersi ripreso, Harry si vestì in fretta e scese nella sala comune. Là trovo Hermione: anche lei si era vestita in fretta e aveva deciso di scendere per avere notizie di George.

- Harry, hai parlato con Ron? Dove sta? – chiese subito la ragazza.

- Non lo so. Io…non l’ho sentito rientrare ieri – mentì il ragazzo – e stamattina quando mi sono svegliato, lui non c’era più – aggiunse.

- Io ho cercato Ginny, ma anche le sue compagne non l’hanno vista. Dicono che il suo letto è intatto – spiegò Hermione con aria seria.

- Scendiamo – disse Harry andando verso il ritratto della signora grassa.

Una volta vicini all’infermeria Harry ed Hermione si sentirono terribilmente in colpa: non erano certo i primi ad essere scesi. Molti ragazzi del Grifondoro, e anche alcuni di altre case, si trovavano già fuori della stanza in attesa di notizie.

- La McGranitt ci ha detto molte volte di andarcene, ma io non mi muovo di qua finché non ci dicono qualcosa – disse Lee ai due ragazzi quando loro si avvicinarono a chiedere notizie.

- Perché non ci dicono niente, insomma neanche Fred è venuto a dirti qualcosa? – chiese Hermione a Lee.

- No. E’ tornato in stanza questa notte e mi sono affacciato per chiedere delle notizie, ma io… - cercò di spiegare il ragazzo, ma sembrava che qualcosa lo bloccasse – …sì insomma, l’ho visto così…non ho avuto coraggio di chiedergli niente…non avevo mai visto Fred così – aggiunse quasi in lacrime.

- Ti capisco, anche io… - confessò Harry.

- Harry… - provò a rimproverarlo Hermione, ma dallo sguardo dell’amico sembrò capire cosa provasse.

- Ragazzi adesso basta, siete davvero troppi, tornate nelle vostre case, andate a fare colazione – ordinò la McGranitt.

- Professoressa… - cominciò a dire Hermione.

- Voi entrate – disse, rivolgendo lo sguardo verso Harry.

Harry, Hermione e Lee, andarono verso la McGranitt.

- Signor Jordan, lei vada con gli altri, solo Harry ed Hermione – disse la McGranitt tristemente.

- No…non è giusto…perché? Lui sarà pure il famoso Harry Potter ma io conosco George da molto più tempo…non mi muoverò da qui…io – urlò furioso il ragazzo, guardando Harry con odio.

- Professoressa… - s’intromise Harry.

- Solo voi due, da quella parte - disse immediatamente la McGranitt con sguardo severo indicando una porta.

- Signor Jordan - cercò di dire la professoressa.

- Io non mi muovo – la interrompete il ragazzo, ora le lacrime rigavano visibilmente il suo viso.

- Entra pure Lee. Madama Chips ti spiegherà quali sono le condizioni di George – disse la McGranitt con tono gentile.

  
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