[Dedicata ad
Aliki *__* Auguri donna dall’incredibile
pazienza *manda amore*
Compleanno, maturità, futura vincita alla lotteria! Auguri
per tutto e con
tutto. Davvero. Ti voglio bene <3]
Wooo!
Non pensavo che sarei riuscita a scrivere ancora qualcosa di
pubblicabile prima
dei sei mesi .__. Bah, ho veramente il morale a terra, però
questa storia mi
piace abbastanza, sebbene sia molto lontana dall’idea che
avevo in partenza~
E mi si potrebbe venire a dire “Death note è un
giallo, non è per le storie d’amore”
oppure “L è gay e sta con Light!”, anzi,
con l’evoluzione seguita
dal fandom direi che questo genere di risposte
potrebbero essere molto diffuse, però io ho deciso di
calcare su Lawliet e Misa...
E poi Loveholic è figo e mi ha ispirato! XDDD
Non posso credere di essermi fottuta così una presentazione
geniale OAO E va be’.
Ma comunque è vero che questa storia è
diversissima da com’ero partita, eh! XD
Però mi amo lo stesso *_*
Mi auguro che possa essere una
buona lettura <3
L. ha detto di ammirare Misa.
Come dargli torto? Una
bellissima ragazza, a suo modo professionale, tanto
testarda da sembrare quasi dotata di uno spessore morale
– forse non
famosa per i suoi exploit intellettuali
però non ha mai fatto troppo per guadagnarsi il disprezzo
di quell’uomo.
La città in cenere.
Silenzio, il
fascino di una libertà costretta e
solitaria, forse di un desiderio portato sulla soglia della pazzia.
Questo quello
che il fotografo chiedeva di poter leggere negli occhi della giovane
modella
durante il servizio, ciò che voleva comunicare agli
impiegati e agli studenti
che avessero incrociato per caso l’ultimo cartello
pubblicitario o le
casalinghe annoiate che dal parrucchiere avessero sfogliato una
qualsiasi
rivista.
Ma l’artista è tale perché capace di
prendere il sopravvento sulla persona, stravolgere
il significato, chiedere l’impensabile con una convinzione
che non può essere
ignorata. Le sue prime obiezioni al lavoro erano state «come
si fa a chiamare
un profumo Cenere, insomma, la
cenere
puzza!» e un altro poco
convinto «è carina
ma non si adatta all’immagine che cerco, voglio una
ragazza-lupo con gli occhi
grigi»: eppure di fronte a quella Amane insolitamente umile e
a quel fondale a
dir poco suggestivo non aveva potuto che reagire.
«Watari?»
Guarda verso la webcam come se cercasse gli occhi
dell’assistente: «Ti prego di
recuperare la documentazione relativa all’omicidio dei
genitori di Amane Misa, un
caso risalente a un mese e mezzo fa».
Non deve trascorrere più di mezz’ora prima che si
trovi fra le mani il
fascicolo – non è neppure troppo spesso, il caso
è stato chiuso velocemente a
causa di alcune prove lasciate dal frettoloso aggressore. Distribuisce
i
verbali delle dichiarazioni e degli interrogatori sottoposti alla
modella tutt’intorno
alla pagina pubblicitaria.
Alle sue spalle, il mondo sembrava davvero finito.
Accentuato dall’effetto bianco e nero dello scatto, gli
edifici esibivano le
viscere violentate dalle fiamme ora spente, sorelle maggiori di quella
lingua
rossa e guizzante intorno alla quale parevano danzare le mani di Misa.
Uniche tinte di colore della composizione, quel piccolo fuoco senza
punto d’origine
e gli occhi di lei, provati, perle cineree serbate da delle occhiaie
appena
accennate o nascoste non del tutto dal trucco.
Il detective ripete a memoria il primo resoconto rilasciato dalla
giovane donna
la sera dell’omicidio mentre scruta con attenzione la
fotografia. Studia i
dettagli dello sfondo, chinandosi ancora di più sul
pavimento, poi si erge,
allontanando il più possibile il foglio di giornale, e
osserva l’impressione
totale che dà la pubblicità.
Chiude gli occhi con un sospiro e, senza riaprirli, ordina nuovamente
il
fascicolo; lo fa strisciare per terra senza sapere bene sotto quale
archivio
andrà a cacciarsi.
«Gli impegni per oggi, Watari?»
«Sembra che l’Interpool voglia consultarti per un
rapitore seriale».
Mentre
lo schermo acceso di fronte all’uomo si tinge di peccato,
Amane guarda il
soffitto dal pavimento, le mani schiuse su quella fiamma innaturale,
gli occhi
ancora gonfi di pianto, un sorriso indecifrabile a curvare appena le
labbra
grigie.