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Autore: pralinedetective    14/07/2010    6 recensioni
I will be the one that's gonna find you,
I will be the one that's gonna guide you:
my love is a burning, consuming fire.

[Per Aliki çwç Mi ami ancora adesso? *heart*]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Dedicata ad Aliki *__* Auguri donna dall’incredibile pazienza *manda amore*
Compleanno, maturità, futura vincita alla lotteria! Auguri per tutto e con tutto. Davvero. Ti voglio bene <3]

Wooo!
Non pensavo che sarei riuscita a scrivere ancora qualcosa di pubblicabile prima dei sei mesi .__. Bah, ho veramente il morale a terra, però questa storia mi piace abbastanza, sebbene sia molto lontana dall’idea che avevo in partenza~
E mi si potrebbe venire a dire “Death note è un giallo, non è per le storie d’amore” oppure “L è gay e sta con Light!”, anzi, con l’evoluzione seguita dal fandom direi che questo genere di risposte potrebbero essere molto diffuse, però io ho deciso di calcare su Lawliet e Misa... E poi Loveholic è figo e mi ha ispirato! XDDD
Non posso credere di essermi fottuta così una presentazione geniale OAO E va be’. Ma comunque è vero che questa storia è diversissima da com’ero partita, eh! XD Però mi amo lo stesso *_*

Mi auguro che possa essere una buona lettura <3


















L. ha detto di ammirare Misa.
Come dargli torto? Una bellissima ragazza, a suo modo professionale, tanto testarda da sembrare quasi dotata di uno spessore morale – forse non famosa per i suoi exploit intellettuali però non ha mai fatto troppo per guadagnarsi il disprezzo di quell’uomo.

 

La città in cenere.

 

Silenzio, il fascino di una libertà costretta e solitaria, forse di un desiderio portato sulla soglia della pazzia. Questo quello che il fotografo chiedeva di poter leggere negli occhi della giovane modella durante il servizio, ciò che voleva comunicare agli impiegati e agli studenti che avessero incrociato per caso l’ultimo cartello pubblicitario o le casalinghe annoiate che dal parrucchiere avessero sfogliato una qualsiasi rivista.
Ma l’artista è tale perché capace di prendere il sopravvento sulla persona, stravolgere il significato, chiedere l’impensabile con una convinzione che non può essere ignorata. Le sue prime obiezioni al lavoro erano state «come si fa a chiamare un profumo Cenere, insomma, la cenere puzza!» e un altro poco convinto «è carina ma non si adatta all’immagine che cerco, voglio una ragazza-lupo con gli occhi grigi»: eppure di fronte a quella Amane insolitamente umile e a quel fondale a dir poco suggestivo non aveva potuto che reagire.


«Watari?»
Guarda verso la webcam come se cercasse gli occhi dell’assistente: «Ti prego di recuperare la documentazione relativa all’omicidio dei genitori di Amane Misa, un caso risalente a un mese e mezzo fa».
Non deve trascorrere più di mezz’ora prima che si trovi fra le mani il fascicolo – non è neppure troppo spesso, il caso è stato chiuso velocemente a causa di alcune prove lasciate dal frettoloso aggressore. Distribuisce i verbali delle dichiarazioni e degli interrogatori sottoposti alla modella tutt’intorno alla pagina pubblicitaria.


Alle sue spalle, il mondo sembrava davvero finito.
Accentuato dall’effetto bianco e nero dello scatto, gli edifici esibivano le viscere violentate dalle fiamme ora spente, sorelle maggiori di quella lingua rossa e guizzante intorno alla quale parevano danzare le mani di Misa.
Uniche tinte di colore della composizione, quel piccolo fuoco senza punto d’origine e gli occhi di lei, provati, perle cineree serbate da delle occhiaie appena accennate o nascoste non del tutto dal trucco.


Il detective ripete a memoria il primo resoconto rilasciato dalla giovane donna la sera dell’omicidio mentre scruta con attenzione la fotografia. Studia i dettagli dello sfondo, chinandosi ancora di più sul pavimento, poi si erge, allontanando il più possibile il foglio di giornale, e osserva l’impressione totale che dà la pubblicità.
Chiude gli occhi con un sospiro e, senza riaprirli, ordina nuovamente il fascicolo; lo fa strisciare per terra senza sapere bene sotto quale archivio andrà a cacciarsi.
«Gli impegni per oggi, Watari?»
«Sembra che l’Interpool voglia consultarti per un rapitore seriale».

Mentre lo schermo acceso di fronte all’uomo si tinge di peccato, Amane guarda il soffitto dal pavimento, le mani schiuse su quella fiamma innaturale, gli occhi ancora gonfi di pianto, un sorriso indecifrabile a curvare appena le labbra grigie.

  
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