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Autore: faithandmisery    15/07/2010    5 recensioni
Norah, una semplice ragazza di sedici anni, una studentessa modello del liceo classico, un carattere dolce e curioso ma aggressivo e diffidente. Una strana normale ragazza. O almeno, fino a quella sera.
Quando esci di casa la sera, immagini che dopo tornerai a casa, che l’indomani vedrai la luce del giorno, che riprenderai la tua vita di sempre.
Quando esci di casa la sera, non ti puoi immaginare di morire.
Non ti puoi immaginare di morire, e poi ritornare a vivere.

P.S.: le risposte alle recensioni saranno postate nei capitoli successivi ad essi =)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morire e ritornare a vivere

Voglio precisare che sono uscita di testa, con questa fic, è un vero obrobrio O.o
Comunque spero che qualcuno si interessi e magari mi possa seguire.
Un bacio
Eri

Morire e ritornare a vivere

 

Quando esci di casa la sera, immagini che dopo tornerai a casa, che l’indomani vedrai la luce del giorno, che riprenderai la tua vita di sempre.

Quando esci di casa la sera, non ti puoi immaginare di morire.

Non ti puoi immaginare di morire, e poi ritornare a vivere.

Nemmeno io lo immaginai.
Era una calda serata estiva, il vento mi creava dei piacevoli brividi freschi, ed io tornavo dal parco nel quale io e le mie amiche c’eravamo incontrate per studiare greco, da brave liceali.
Annusavo l’odore degli alberi in fiore, che tanto mi piaceva, e mi dirigevo con calma verso casa mia.
Il sole era tramontato da un pezzo, infatti erano le venti e trenta, il limite del mio coprifuoco, per quella sera.
Ero una sedicenne dal carattere tranquillo e docile, ma anche molto aggressiva, se mi sentivo minacciata.
Giocavo d’istinto, sempre. Era l’istinto a guidarmi in ogni situazione, e in quella situazione l’istinto mi consigliò di prendere la strada più lunga per casa mia.
Ma io non lo feci, e camminai verso la strada più corta, sempre deserta e priva di persone: periferia, insomma.
Grosso errore.
Mentre mi immergevo in quelle strade, rumori sospetti mi diedero l’impulso di girarmi intorno e osservare, per trovare la loro fonte, ma niente.
Nonostante la notte, grazie a qualche luce in lontananza la mia vista aveva un quadro quasi perfetto del luogo.
Un tonfo mi fece aguzzare i sensi.
Avevo l’impulso di scappare, ma non mi mossi.
Volevo girarmi, ma non voltai il capo.
Il rumore di un passo bastò a farmi girare di scatto e a far cadere sull’asfalto i miei numerosi appunti.
Quasi ringhiai, quando vidi la sagoma di un ragazzo –un bellissimo ragazzo.
I suoi capelli sembravano neri, spettinati, mentre il viso angelico mostrava un ghigno malefico.
Si avvicinava e io rimanevo ferma.
Era probabilmente un ladro o uno stupratore, ma non scappavo.
Non avevo paura, perché ero sicura che me la sarei cavata.
Non avevo paura, non avevo paura e basta.
Perché il mio istinto non mi suggeriva la paura, bensì la curiosità.
Anziché scappare, mi avvicinai a lui.
Non sapevo nemmeno perché lo feci, ma allungai il braccio e gli sfiorai il volto.
Freddo, freddo e pallido, ora che ci vedevo meglio.
«Chi sei?» domandai, nel tono più naturale e ovvio che un essere umano potesse usare.
Nessuna risposta. Lui sorrise e si leccò le labbra, dalle quali si intravidero un paio di canini più lunghi del normale.
«Sei un vampiro?» la mia domanda fu istintiva. Sapevo che si sarebbe messo a ridere, ma io ci credevo e non ci credevo. Ero neutrale, come per l’esistenza degli alieni, quindi niente poteva escludere che lui fosse un vampiro.
«Sì.» mi stupii della risposta, poteva prendermi in giro tranquillamente, ma qualcosa dentro di me mi suggeriva che fosse sincero «Hai paura?»
«No, ho dell’aglio in borsa.» incredibile quanto riuscissi a essere stupidamente ironica in momenti del genere. Potevo essere uccisa entro una frazione di secondo e mi mettevo a fare battutine.
Ma l’aglio l’avevo comunque, e lo tirai fuori, porgendoglielo.
«Le leggende sono bugiarde» mi osservava. Osservava e sicuramente pensava a quale fosse il punto migliore dove mordermi.
«Non credo alle leggende» però credevo alla sua esistenza, mentre poteva essere tranquillamente un delinquente.
Si comportava come un felino che studia la sua preda prima di fare una mossa e partire all’attacco.
«Norah, non devi essere così coraggiosa a volte» sussurrò. Come conosceva il mio nome? Mi spiava? Mi controllava? Da quanto tempo?
Ma le mie domande furono interrotte da una pressione che sentii al collo, che si fece sempre più forte, fino a farmi malissimo. Con i canini penetrò la mia pelle, e la mia arteria.
Il dolore era inumano, e lui succhiava il sangue del mio corpo, e beveva.
Presto le forze mi mancarono, le gambe mi cedettero, e lui fu costretto a sorreggermi per poter continuare a bere.
A breve avrei raggiunto i miei nonni, e sarei diventata l’angelo custode della mia famiglia, li avrei protetti sempre.
In un certo senso, ero contenta di morire, perché così avrei fatto condurre una vita buona alla mia famiglia, facendo loro raggiungere una morte naturale.
Pochi minuti, e avrei detto addio a tutto, cosicché la mia anima sarebbe salita in alto, fino al Paradiso.
Chiusi gli occhi, decidendo di lasciarmi andare alla mia fine.

Una luce mi abbagliò, e mentre stavo per raggiungerla, questa si ritirò, diventando un puntino, diventando un nulla, diventando oscurità e basta.

Di colpo aprii gli occhi.

Ero viva.

Mi toccai il collo, e notai come una cicatrice a forma di due cerchi.
«Dove sono?» mormorai, notando che l’ambiente era del tutto differente dalla strada dove ero stata uccisa.
Già, ero morta. E in un modo che non avrei mai immaginato.
«Benvenuta nella tua nuova vita» riconobbi quella voce, fredda e soddisfatta, era la stessa del ragazzo della sera prima –o si presuppone fosse la sera prima.
 

È comico pensare di morire, un giorno, con i capelli bianchi e il viso increspato dalle rughe di vecchiaia, magari in un letto d’ospedale o in una sedia, o in piedi, e poi raggiungere i tuoi cari in Paradiso…

E invece morire a sedici anni e tornare a vivere come anima dannata, priva di un futuro.

  
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