Un
Aiuto dalla Francia
Dopo
tre giorni dalla partenza del gufo, non arrivava ancora nessuna
risposta. Non che Hermione si aspettasse di riceverne una
così presto, ma purtroppo il tempo stringeva, stringeva
eccome! E a questo si aggiungevano molti altri pensieri, come le
lezioni che continuavano ancora. La professoressa Sprite era stata
sostituita momentaneamente da Neville, che era l’unico ad
avere una certa conoscenza di piante magiche, almeno fino al momento in
cui Voldemort avesse trovato un degno sostituto. La mattina del quarto
giorno dall’invio del gufo, Neville tenne la sua lezione di
Erbologia, spiegando con bravura insospettabile, spesso
sull’orlo delle lacrime, come le piante di Tentacula Velenosa
potessero diventare più pericolose se messe in un vaso di
Terra di Scozia durante una notte di luna nuova e di come diventassero
più docili solo durante la luna crescente. Alla fine della
lezione, il mangiamorte di controllo si dimostrò soddisfatto
del supplente, e questo gli evitò una lunga punizione. La
successiva lezione era invece pozioni, tenuta dal professor Lumacorno,
che per quel giorno aveva in serbo un argomento molto interessante: la
preparazione di una pozione corrosiva, cosa che fece molto felice Ron
che in tre mesi aveva già fuso cinque calderoni.
“Almeno
stavolta prenderò un bel voto per aver fuso il sesto, invece
che i soliti tagli dai mangiamorte!” esclamò
allegro, tirando fuori gli ingredienti necessari. Alla fine della
lezione, il calderone di Ron non si era fuso, in compenso
però aveva fatto esplodere la provetta con grande efficacia,
vedendosi assegnare un punto di merito dal mangiamorte, cosa positiva
perché avrebbe significato che alla punizione successiva se
la sarebbe cavata con un crucio di bassa intensità. Usciti
dal sotterraneo Hermione corse al dormitorio, sperando di vedere un
gufo, o magari anche solo una lettera posata sul suo letto, ma rimase
nuovamente delusa.
“Sarebbe
dovuta arrivare ormai! Hagrid mi aveva detto che dopo quattro giorni di
solito riceve la risposta con quel gufo, è sempre
veloce…” disse la ragazza agli altri, un
po’ preoccupata e piena di dubbi. E se la lettera fosse stata
intercettata e controllata? E se avessero trovato il modo di leggerla?
“Tranquillizzati
Hermione, anche se non è ancora arrivata la risposta non
significa per forza che è stato intercettato il gufo.
Può darsi che Madame Maxime avesse altri impegni e che non
abbia ancora controllato la posta” sussurrò Ginny.
Era notte e come al
solito i ragazzi erano in sala comune a controllare la mappa del
malandrino e ad allenarsi con i patronus.
“A
proposito… Ron, hai chiesto ad Hagrid se domani possiamo
andare a pranzo da lui? Almeno potremo parlarci in modo più
tranquillo che dopo le lezioni con i mangiamorte che ci fiatano sul
collo” chiese Ginny, girandosi verso il fratello. Questo
annuì, senza alzare gli occhi dalla copia del
‘Cavillo’ che teneva tra le mani.
“Sì,
ha detto che per le dodici e venti dobbiamo essere a casa sua. Ha detto
che ha già parlato con la McGranitt e che ha acconsentito a
farci lasciare l’aula un po’ prima con la scusa che
dobbiamo aiutarlo a catturare dei Billywig per pozioni”
mormorò Ron, immerso nella lettura di un articolo intitolato
‘Cosa fanno di sera gli amici
mangiamorte? Ecco i luoghi da evitare se volete sopravvivere!’.
Le ragazze annuirono lentamente, poi si rimisero a scrivere il tema per
storia della magia oscura.
La
mattina dopo, la prima lezione fu incantesimi, e quella mattina
avrebbero dovuto imparare a riconoscere una persona soggetta
all’incantesimo confundus. Gli studenti vennero bendati uno
alla volta mentre i compagni venivano incantati, poi una volta tolte le
bende avrebbero dovuto riconoscere chi tra i due compagni che si
sarebbe trovato davavnti era quello stregato. Ce la fecero tutti tranne
Rolf e Hannah, ma il mangiamorte era distratto da un gruppo di ragazze
che passavano fuori dall’aula, dirette verso la biblioteca in
fondo al corridoio, e questo evitò ai ragazzi la punizione.
Al suono della campana, gli studenti scesero di un piano e uscirono nel
cortile dove si trovava l’aula di trasfigurazione. Quella
mattina avrebbero cominciato con gli incantesimi di trasfigurazione
ossea su invertebrati con il guscio, ovvero delle comuni lumache per i
più deboli e delle lumache velenose arancioni per i
più bravi, ovvero Hermione e Ernie. Per fortuna, nessuno
ebbe problemi troppo gravi durante la lezione, quindi non ci furono
punizioni, con grande delusione da parte di Goyle, il mangiamorte di
turno. Quando mancavano venti minuti alla fine della lezione, la
professoressa McGranitt si avvicinò al suo ex alunno di
Serpeverde e gli chiese: “Gli alunni Weasley, Weasley,
Granger, Paciock e Lovegood sono stati richiesti da Hagrid per un
lavoro importante. Ho il permesso firmato e ci sono già
stati tutti i controlli necessari. Posso farli uscire?”.
Goyle li guardò di traverso, poi assentì e ai
ragazzi venne dato il permesso di prendere le loro cose e uscire
dall’aula. Quando attraversarono il portone si accorsero che
il tempo sembrava più buio del solito, nonostante fosse
quasi ora di pranzo.
“E
pensare che in questo periodo cadevano sempre i primi fiocchi di
neve…” mormorò Hermione sovrappensiero.
Da quando i mangiamorte avevano il controllo del mondo magico non si
vedeva più un fiocco di neve. Le temperature non aumentavano
e non diminuivano, non si sentivano il caldo e il freddo, non pioveva,
non nevicava e soprattutto non usciva il sole. Questo rendeva il
paesaggio ancora più triste e desolato di quanto fosse mai
stato prima.
Il
pranzo da Hagrid era sempre occasione di scambio di informazioni e
idee, ma quel giorno era tutto incentrato sul loro piano. Dopo averci
riflettuto, Hermione capì che i mangiamorte non avrebbero
potuto leggere i pensieri di Hagrid per via del lato gigante del suo
sangue, quindi rivelargli il piano poteva essere rischioso solo se
fosse andato ai Tre Manici di Scopa o alla Testa di Porco, e dato che a
studenti e insegnanti era proibito uscire dai confini del castello era
piuttosto improbabile che ciò accadesse.
“Quindi
voi userete il giratempo per tornare indietro, sbarazzarvi dei
mangiamorte e scappare prima che questi vi portano nella prigione,
vero?” chiese quando Hermione finì di raccontare
il piano.
“Sì,
più o meno è così… solo che
dobbiamo fare molto in fretta, tornare indietro di due ore sarebbe
troppo rischioso, meglio tornare indietro solo di un’ora
quando sappiamo che sicuramente non ci sarà
nessuno…” rispose.
“Perché
siamo sicuri che un’ora prima non ci sarà
nessuno?” chiese Ron, curioso. Hermione finì il
suo boccone di pasticcio, poi rispose: “Perché
sappiamo che i detenuti vengono portati dentro di notte. Se partiamo di
mattina, cosa piuttosto ovvia, non possiamo rischiare di andare a
trovare un gruppo di mangiamorte che porta dentro qualcuno. Se
però arriviamo là ad esempio alle dieci e
torniamo indietro fino alle nove, siamo sicuri che non ci saranno
mangiamorte nei dintorni, perché saranno tutti a Hogwarts
per scortarci verso la prigione” spiegò con
sicurezza. Gli altri la guardarono con ammirazione, prima di voltarsi
velocemente verso la finestra dove qualcosa era appena andato a
sbattere violentemente.
“Per
le mutande di Merlino! - esclamò Ron –
E’ un gufo! Hermione, potrebbe essere…”
ma la ragazza era già partita ad aprire la finestra,
lasciando entrare il gufo che aveva mandato a Madame Maxime.
Lasciò cadere una busta lilla pallido con sopra un elaborato
blasone che i ragazzi riconobbero come quello della scuola di magia di
Beauxbatons. Sopra c’era una scritta ad inchiostro blu:
‘Hermione Granger, Hogwarts, Scozia,
Gran Bretagna’. Mentre Hagrid si occupò
di curare il gufo, che in seguito alla botta sembrava piuttosto
frastornato, Hermione strappò la busta e prese velocemente a
leggere la lettera.
“Bonsoir
Hermione,
ho
riscevuto la tua lettera giusto in tempo, prima che prendessi troppi
impegni per quei jorni. Sono rimasta très colpita dal tuo
piano, molto intéressant, e sono pronta ad esservi
d’aiuto. Vengo a prendere vous a le chateau
mercoledì prossimo, verso le diesci di mattina.
Dì ad Agrìd che mi manca molto e che spero di
poter passare a trovarlo presto.
Avec
affetto,
Olympe
Maxime
Hermione
rilesse più volte la lettera, poi si girò verso
gli altri.
“Mercoledì…
ottimo! Tre giorni prima della gita! Allora, dobbiamo assolutamente
ideare tutti i minimi dettagli per quel giorno, controllare tutto,
allenarci sui patronus e far arrivare qui a scuola
un'altra scatola di cioccorane, non si sa
mai…” stava dicendo, senza parlare con nessuno in
particolare, lo sguardo illuminato da nuove possibilità e
dal pensiero che forse quel piano tanto pazzo non era più
così impossibile come più volte aveva pensato.
Note
dell’Autore:
e così siamo arrivati al sesto capitolo di questa storia.
Tutto si fa sempre più oscuro, ma una piccola luce di
speranza sta finalmente illuminando il buio che infesta le aule ed i
corridoi della nostra meravigliosa Hogwarts. Questo capitolo serve
soprattutto per darci un altro scorcio di ciò che
è diventata la scuola, che vedremo ancora per poco. Nei
prossimi capitoli cercherò anche di approfondire
maggiormente la psicologia dei vari personaggi, come ho fatto con Neville nei capitoli
precedenti e come ho iniziato a fare con Hermione. Per il resto,
ringrazio chi mi segue ancora, sia chi lascia una recensione che chi
non la lascia ma legge comunque la mia storia. Grazie mille a tutti!!!
A presto con il nuovo capitolo!
Relly