Capitolo 26- Eternal sunshine of a spotless mind
Mi sentii onnipotente,
invincibile, certa che nulla mi avrebbe più scalfito, quella lontana mattina di
cinque anni fa.
Ripenso spesso a quel giorno,
come se davvero tutto fosse iniziato e finito lì, e non prima, il giorno che
per esempio misi piede al Petite peste.
Ci sono momenti, attimi, in
cui la tristezza prende il sopravvento e vorrei non essermi mai svegliata, quel
giorno.
Essere rimasta addormentata,
per sempre, come una principessa. Non avrei causato danno e fastidio a nessuno,
e soprattutto molto del dolore che provo mi sarebbe stato risparmiato. Non è da
me, ne sono perfettamente cosciente, infatti è solo una carezza nefasta. Come
l’anelito oscuro di abbandonarsi all’oblio, stanchi di lottare.
Inoltre, tutta questa storia
maledetta è nata dalla mia incapacità di accettare il dolore, quindi è
abbastanza suicida pensarla ancora in questo modo.
Fa meno male vivere ogni
giorno questo inferno, che provare anche solo ad evitarlo.
È terribile da dire, ed anche
solo da pensare. Quando appello la mia vita come un inferno, dimentico mio
figlio e quello che dovrei chiamare mio marito, loro sono così lontani da me.
Alex nel fulgore dorato della sua infanzia. E invece lui nella speranza liquida
che un giorno tutto sarà diverso. Non lo dice mai, ma ci spera sempre, quando
mi lancia quello sguardo sofferto e si corica nella brandina accanto al mio
letto. E mi strazia il cuore che lui sia qui, vorrei che fosse libero almeno
lui.
Non è giusto nemmeno verso Helder
e verso i miei. Ovviamente. Ma, per forza di cose, penso sempre che non sia
giusto soprattutto verso la mia famiglia più stretta.
Mio marito e mio figlio.
Poi, invece, ci sono giorni
che ringrazio di essermi svegliata, sono persino felice, e ringrazio per quello
che, nonostante tutto, ho. Anche se non richiesto, ed anche se non voluto.
Un figlio non voluto. Ed un
marito non cercato.
Dura sempre così poco,
stemperato dal senso di colpa l’essere felice, se penso a chi non è accanto a
me, ma è dall’altra parte della terra, del mare, del tempo e del ricordo.
Resto in piedi per la
speranza, quella che in fondo oltre l’effimera felicità e la perdurante
tristezza, rimane sempre con me, dopo ogni marea.
Quella speranza. Ha sempre lo stesso nome, lo stesso suono nelle
mie orecchie, la stessa vista negli occhi.
Ha sempre i colori di quella
mattina tiepida di giugno. La mattina più bella della mia vita e di cui oggi
cerco di ricordare solo oro e perla.
È sempre il solo motivo per
andare avanti.
La speranza di rivedere te
ancora una volta.
Oro e perla.
Solo una volta mi basterebbe
per tutta la vita. Sarebbe il sole nel cuore per mille anni.
Rivederti un solo secondo…
Draco.
Lo
Zahir non poteva avere altro che questo aspetto.
Mentre
lo guardo splendere attorno al mio polso destro, nella luce sonnacchiosa che
filtra dalla finestra, mi rendo conto che effettivamente, se non fosse per il
suo particolare aspetto, penserei tranquillamente che l’incantesimo non abbia
funzionato e che quello che in realtà indosso non è che un semplice bracciale.
Ma,
a parte che, come mi aveva detto Helder, non riesco ovviamente a sfilarlo, è esattamente come avrei pensato
che sarebbe stato.
Un serpente.
Attorno
al mio polso, la mia colpa inconfessabile si attorciglia nelle forme sinuose di
un serpente d’oro giallo, ricoperto di lucide pietre opache di colore verde e
nero, a simulare le scaglie dell’insidioso animale. La testa, che si poggia
indolente su una vena bluastra del mio polso, quasi come un vampiro smanioso
del mio sangue, è triangolare, dai ciechi occhi neri.
Eppure,
non mi
fa paura.
Nonostante sia così terrorizzante che io non riesca nemmeno a muoverlo dal mio braccio, nonostante sia
anche abbastanza stretto e, ad ogni mio frettoloso respiro, mi sembra persino
che stringa più forte, come se fosse un animale vivo, affamato di nutrirsi
della mia anima… non mi fa paura. E il motivo è solo uno.
Ha
funzionato.
Con
un senso di eccitazione nelle punte delle dita, mi rendo conto che io ricordo
tutto. Tutto.
Draco
che mi bacia. Draco che mi abbraccia. Le sue parole, le sue espressioni, i suoi
silenzi…persino il colore preciso dei suoi occhi e il loro modo assolutamente
unico di turbinare in preda alle sue emozioni molteplici…
Ma…
ora… è come se non fosse successo a me.
Cioè
è ovvio che sia successo a me, ma sento solo nulla, se ci ripenso. Come se mi proiettassero nel cervello la
scena di un film, ecco.
Può
avermi dato emozione in quel preciso momento, ma poi è stata come rendersi
conto di una finzione.
Non ci credo. È meraviglioso…
Trattenendo
contemporaneamente le lacrime e le risate isteriche, e l’istinto di mettermi a
saltellare urlando che non sono più innamorata di Draco Malfoy, mi chiedo come
mai non rendano legale questa meravigliosa pozione… insomma, sai quanti patemi
d’animo si risparmierebbero? Uno Zahir per il tradimento di Ron, uno per
l’abbandono di Dean, uno per l’amore per Draco… e io sarei stata la donna più
felice e realizzata di questa terra! Lo proporrò al Wizengamot, se mai ci
entrerò.
Una parte di me mi suggerisce quello che mi direi sempre in questa occasione.
Che
il dolore è necessario per fare esperienza, per crescere, per diventare una
persona migliore. Ma la metto a tacere con stizza.
Questa parte di me… è piccola, minuscola, ininfluente.
Come
no. Saturiamoci la vita di dolore con la vaga promessa che sia utile e
necessario, certo. Fino a quando esso inquinerà tutti i ricordi e giureremmo di
non aver vissuto un solo giorno felice in tutta la nostra vita.
Mi
torna in mente un insegnamento che ci dettero al Corso per diventare Auror.
Quando
e se mai fossimo finiti sotto Crucio, sotto il dolore estremo, puro, netto,
come una bomba che deflagra nell’organismo fendendo ogni punto… allora la
nostra resistenza sarebbe dovuta partire da una frase, quasi un dogma
filosofico.
È innaturale per l’uomo cercare il dolore.
Da
lì, aperta una breccia per la razionalità, cercare di resistere sarebbe stato
più semplice. O perlomeno meno complicato.
Mi
ripeto quella frase di fronte alla parte di me che ancora nega che abbia fatto
uno Zahir per liberarmi del mio amore per Draco.
Non
ci credo di non averla sempre pensata così, persino quando Harry soffriva per
la sua cicatrice e per il suo ruolo di Eroe del mondo magico… che stupida…
bisognava che arrivassi all’overdose del dolore, per capire che bisognava darci
un taglio, anche se in modo decisamente poco convenzionale. Bè, come si dice,
meglio tardi che mai.
Almeno
non ho ottant’anni e non sono bloccata in un letto. Posso ancora ricominciare a
vivere. Senza Draco, finalmente.
Eppure,
nonostante questa nuova meravigliosa sensazione di vuoto dentro, c’è qualcosa
che non riesco a focalizzare.
La
parte di me, piccola e molesta, mi suggerisce che ho lasciato indietro
qualcosa… come… un ricordo.
Mi
suggerisce anche che, con una strana ansia e calore alla bocca dello stomaco,
che ho lottato strenuamente per trattenerlo.
Un
ricordo che non ha confini, né contenuto… solo un senso di ricongiunzione. Una parola che la mia mente mi infila tra
i pensieri in modo automatico e assolutamente non causale. Come contrario di
ciò che, invece, mi ha portato alla creazione dello Zahir.
Stato di quiete dato dalla
consapevolezza perenne di impossibilità del raggiungimento del proprio fine… o…
ricongiunzione con l’oggetto amato.
Quelle erano le due alternative,
per cui incontra una persona indimenticabile.
Cerco
di focalizzare la mia attenzione solo su cose prettamente razionali. Quasi con
sollievo, mi porto la mano sotto il mento ricordando. Helder mi aveva detto
che, nel mio sonno, avrei visto cose di persone che mi circondavano, ma che non
avrei ricordato. Evidentemente è qualcosa di simile… ma ha dei contorni così
sfumati che non potrei ricostruirlo nemmeno se volessi. E non lo voglio
nemmeno, quindi chissene…
In fondo, io ricordo solo odore di tempera fresca… e questo è un
particolare così avulso da me e dai miei amici che credo che sia assolutamente
poco importante…
Ora
basta rimuginare. Ci sono decine di cose che devo fare!
Non
mi ero resa conto, nei miei giorni di catalessi post traumatica da sentimento
non corrisposto, che la casa fosse nel macello completo, per non parlare poi
della mia persona… alzandomi bruscamente dal letto, mi avvicino quasi con
cautela allo specchio.
Dall’esame
dei miei capelli, che appena presi la pozione erano lavati di fresco e che ora
invece sono opachi, deduco che devono essere passati alcuni giorni da quando mi
sono addormentata. La conferma mi giunge dalla radio che accendo velocemente,
mentre c’è il notiziario. Sono passati ben cinque giorni.
Questo
mi fa ricordare di andare subito a controllare la segreteria telefonica. Avevo
avvisato Seth, Harry e Ginny che sarei mancata per un po’ con la scusa che
sarei andata dai miei, in Italia, ma non dubito che ci siano comunque dei
messaggi. Ed infatti ce ne sono tre.
Uno
è di Seth ed è il più recente. Preoccupato, mi chiede se sono tornata, perché
non rispondo al cellulare e che decidere di suicidarmi in Italia, fa troppo
Twilight. Riferimento che sa perfettamente che mi fa imbestialire, considerando
quanto odi la saga dei vampiri.
Il
secondo è di Hayden. Sorrido come un ebete ascoltando la sua voce cristallina,
mentre mi chiede come sto. All’inizio non collego, poi come se emergesse da una
lanugine vaporosa, ricordo che l’ultima volta che ci siamo visti, fu quel
pomeriggio in cui ci aiutò a ridipingere il Petite Peste.
E
in cui io e Draco ci siamo quasi baciati… assurdo che non provi assolutamente più nulla,
ricordando quel momento…
Sorrido
alla voce di Hayden che si spegne, prima del bip che annuncia il successivo
messaggio. Adesso mi sento anche più tranquilla nei suoi confronti, non con la
costante sensazione di tradire il mio cuore innamorato in modo disperato,
dandomi solo sollievo con la sua compagnia. Ora potrei anche seriamente
innamorarmi di lui. Più tardi, devo assolutamente chiamarlo.
Il
terzo è quello più strano fra tutti. Harry. E, in questo, non c’è ovviamente nulla di così insolito,
nonostante mi abbia contattato con dei mezzi babbani e tendenzialmente lui
utilizzi più quelli magici. Ma la prima stranezza è il suo tono di voce,
incerto, insicuro, come se mi stesse rivelando chissà che segreto. Persa
nell’analisi dell’inflessione della sua voce, fatico a recepire ciò che sta
dicendo e sono costretta, al termine della registrazione, a premere nuovamente
il tasto play per riascoltarla.
Ciao Herm… sono Harry… sì, sì, proprio io, Harry… ecco, insomma, so che
sei in Italia… dai tuoi, in Sicilia, o qualcosa del genere… mi avevi detto che
abitano in campagna, poco fuori Siracusa… bene, bene, spero che non faccia
troppo caldo… eheheh… ecco insomma, Herm, quando torni, avrei bisogno di
parlarti di una cosa… importante… su… su, ecco, su Malfoy… ma, ecco, sarebbe
una cosa diciamo segreta, quindi sarebbe meglio che non gli dicessi nulla di
questa mia intenzione, penso che mi ammazzerebbe se lo sapesse… vabbè dai
quando torni fammi uno squillo. Preferirei la via magica, sai che odio le
segreterie telefoniche, ma è il solo modo con cui Ginny non ci ascolti per
caso… ci sentiamo, allora, ciao…
Resto
con la mano sospesa a mezz’aria, scrollo le spalle e decido di occuparmi delle
mie cose.
In
fondo, credo che Harry voglia solo parlarmi prima che io mi leghi sul serio a
Malfoy, magari vuole mettermi in guardia o cose simili.mi
sembrava strano che non avesse già agito, prima… fatica sprecata Harry!
Ho
già bello che sistemato tutto.
Un
taglio netto… zac! Quindi non lo chiamerò affatto…
Sarebbe
un’inutile noia, soprattutto doverlo rassicurare sul fatto che non me ne freghi
nulla di Malfoy. Come doveva essere sempre… ma so che, senza nominare lo Zahir,
a tutti sembrerà strano che improvvisamente io mi disinteressi di lui.
Immagino
che quindi devo essere abbastanza prudente… e forse dovrei anche chiamarlo
Harry…
Ma
non adesso…! Ora devo pensare solo a me stessa!
Per
prima cosa, mi dedico allo studio, cosa che avevo tralasciato in questi giorni.
Nonostante la proposta di lavoro di Harry mi sia giunta solamente per tenermi
lontana da Draco e liberare lui della mia molesta presenza, ora sono
perfettamente in grado di valutarla con adeguata lucidità, senza la sgradita
intromissione dei sentimenti per Malfoy. Quindi comprendo ancora che è una
grande occasione per tornare nel mio mondo… dove ancora di più, sarò finalmente
divisa da Draco per sempre.
Avevo
avuto delle enormi difficoltà nello studiare nei giorni passati, restavo
immobile a guardare la pagina piena di parole incomprensibili ed ogni singolo
concetto, fosse anche il più semplice, mi scivolava come acqua tra le dita.
Tutto per Draco.
Riflettevo
che passare quell’esame, significava separarmi da lui. E mi mancava forza e
determinazione nel compiere quel passo.
Ora,
invece, riesco a finire la parte che mi mancava in poche ore. Euforica, mi
rendo conto che avrò persino il tempo di fare un paio di ripassi, cosa
assolutamente vitale, dato che non ricordo nulla di quanto ho studiato nelle
scorse settimane. Sempre per Draco.
Riposto
il librone che finalmente ho finito, mi dedico alle pulizie di casa mia,
pratica anch’essa divenutami avulsa nelle scorse settimane. La casa mi era
diventata estranea, non la sentivo più mia… il meglio che poteva capitarmi era
ricordarmi di Dean, mentre la pulivo da cima a fondo. Ed il peggio… ancora
Draco… pensavo che ormai casa mia era dove c’era lui. Piuttosto patetico che
oramai fosse presente in ogni cosa. Come diamine abbia fatto, ancora non so…
Dopo
aver fatto il bucato, lavato i pavimenti, le tende, le lenzuola, le finestre,
ed aver spolverato ogni centimetro libero della casa, ammiro il risultato con
soddisfazione. Certo, ho ancora pensato a Dean e ha fatto anche male, molto più
di quanto facesse prima, dato che non ha trovato la resistenza granitica del
nuovo sentimento per Draco, ma ci posso convivere. Infondo, non sono ancora
Wonderwoman.
Quindi
ci sta che abbia ancora delle questioni irrisolte.
Sistemando
la mia camera, ricordo di aver lasciato a metà un libro, che trovo abbandonato
sulla scrivania. Anche per esso, Draco.
Le parole che non ti ho detto. Figuriamoci se leggevo dei romanzetti del genere, io. Ma
Ginny me lo aveva regalato e non leggere un libro mi è sempre sembrato un
crimine atroce, oltre che uno spreco di carta. Ebbene, lo avevo posato
definitivamente quando avevo iniziato a chiedermi con insistenza crescente se
Draco avrebbe potuto amare ancora dopo Rachel, o meglio dopo Helena Jasmine
Greengrass, come succedeva a Garrett, il protagonista del libro.
Possibile
che lui si fosse insinuato in ogni cosa?
In
tutto?
Gli
avevo lasciato tanto posto dentro me? Avevo lasciato che scavasse crepe
profonde nel mio essere, senza fermarlo, facendogli varcare senza sforzo e
senza resistenza alcuna, persino la mia quotidianità, il mio insieme di
abitudini scomposte, le mie manie sciocche, le mie passioni nascoste, i miei
vizi inconfessati? Tutto…era diventato il mio tutto.
Meno
male che è finita. Non mi sono nemmeno occupata del mio aspetto, convinta che
non sarebbe servito a rendermi degna dei suoi occhi di perla, degna del
confronto con Rachel. Che idiota.
Per
riprendermi, mi faccio un lungo bagno, immergendomi nella vasca da bagno, afferrando
il cordless e chiamando tutte le persone che non sento da settimane. Inutile
dire che anche questo era dovuto a Draco.
Nessuno
poteva capirmi e nessuno era degno di essere paragonato a lui.
Tutto
mi sembra così cristallino della turba di pensieri puntinati di confusione
delle settimane precedenti, da far quasi male agli occhi.
Alla
fine, dopo Ginny, Neville, Calì, qualche amica del corso per Auror e qualche
mia amica babbana, riesco anche a chiamare mia mamma. Dio quanto mi mancasse…
lei è quasi sorpresa, meravigliata, ma poi è così felice da stringermi il
cuore. Mi dice che si trasferiscono in Toscana la settimana prossima, che papà
ha voluto mettersi in società con un suo amico per aprire un agriturismo e che
ora vivranno lì. Mi invita da lei per quando sono libera ed accetto volentieri.
Chiudo
il telefono con un sorriso. Mamma. Almeno nel tuo caso, ero solo io ad essere
strana. Draco non c’entra.
Anche se lui… è stato così… totalizzante… assoluto… fosse andata
diversamente, non fosse stato lui… avrei giurato che fosse l’uomo della mia
vita… che fosse il mio destino…
Sposto
distrattamente la schiuma della vasca da bagno con una mano, sospirando. Ora
che sono libera, posso anche ammetterlo senza imbarazzo, vergogna e paura. Ho
pensato spesso, negli ultimi tempi, che fosse Draco la mia strada.
Insomma,
il Grande
Amore. Con
tanto di maiuscole. Una cosa che provi una volta e poi non sentirai mai più,
per nessuno.
E, forse, lo penso ancora, constato con un brivido. Un sentimento del genere doveva essere
per forza il più assoluto che potessi provare.
Ma
spesso bisogna imparare ad amare ciò che ci fa bene. E Draco, a me, ha fatto
solo del male.
Quindi,
anche se era l’uomo della mia vita, non ho mai creduto ciecamente al destino.
Me l’hanno messo sulla strada? Benissimo.
Tornerò
indietro con pazienza e ne imboccherò un’altra.
Non
ci sono mai stata a cadere in queste trappole assurde. Il destino, il fato, le
anime gemelle e cose simili.
Si
può sempre recidere un filo rosso che collega il tuo mignolo a quello di
un’altra persona.
Se
può farlo la morte, può farlo anche la volontà. E lui, in fondo, credo che abbia
sempre visto quel filo rosso collegarlo ad Helena.
E la morte l’ha tagliato di netto.
Ora… se mai sia esistito qualcosa che mi collegasse a lui… lo Zahir lo
farà a pezzi per me.
Sollevo
il polso, guardando il bracciale che mi incatena il braccio in quella stretta
quasi mortale. Sotto il metallo luccicante, la pelle è striata di rosso, fa
quasi male, il mio viso si curva in una smorfia. Probabilmente, pensando a
Draco, è costretto a fare maggiore lavoro.
Credo
che anche Helder mi avesse detto qualcosa del genere.
Non
ho bisogno di nessuna supposizione per sapere che sarà ancora peggio, quando
Draco sarà davanti a me.
Mi
romperà l’osso, probabilmente.
Ma
non ho paura…
… ancora una volta, tutto… è tutto…
lui… stavolta è tutto il mio desiderio che quel filo rosso, fragile e delicato,
si rompa per sempre.
Non
mi ero sbagliata. Figuriamoci se poteva succedere, una santissima volta nella
mia vita.
Mi
mordo il labbro inferiore con i denti, cercando di resistere, ma il dolore
sembra persino annebbiarmi la vista. Il buco dentro, però, tace, i lembi quasi
accostati, cicatrizzati, come se mi avessero chiuso quella ferita con dei punti
di sutura appena in tempo, prima che facesse infezione, intaccando qualche
organo vitale. E, questo, è in fondo l’importante.
Sollevo
lo sguardo, asciugandomi la fronte sudata per il caldo e per il dolore che si
irradia dal mio polso. Lo Zahir mi spezzerà davvero l’osso probabilmente. Ormai
aderisce completamente alla mia pelle, stringendola. E, ad ogni passo, la sua
stretta è aumentata sempre di più, fino a diventare lacerante quando mi sono
fermata davanti alla saracinesca del Petite Peste.
Lui è dietro questa parete.
Apro
la borsa, respirando a fatica, e cerco con le dita il foulard rosso che ci
avevo cacciato dentro a forza prima di uscire. Lo lego stretto attorno al polso
che porta lo Zahir, ci manca solamente che Draco se ne accorga. Non penso che
sappia che cosa sia, ma è pur sempre l’ultimo rampollo di una famiglia dedita
alle arti oscure. Se lo conosce… bé, sarebbe la fine. Non che gliene freghi
granché, di me e della mia vita, ma forse mi butterebbe fuori a calci, temendo
per Serenity e per gli altri. Cosa a cui devo stare ovviamente molto attenta
anche io, ma non necessito dei suoi consigli.
L’animale,
attorno al mio braccio, sembra stringere ancora più forte, se mai era
possibile. Quasi come se non volesse essere coperto.
Sospiro
lievemente. E ora si va in scena.
Mi
ravvivo distrattamente i capelli, legati in una coda alta sul capo, e sistemo
anche il vestito rosso che ho indossato, per l’occasione.
Oggi,
comunque vada, io dico addio a Draco. Quindi c’è solo da festeggiare.
Peccato che il polso mi faccia così male… sembra che l’osso stia
bruciando come carta…
Indosso
il migliore dei sorrisi e busso con delicatezza alla saracinesca. È lunedì
mattina, quindi è sicuro che ci sia solo Seth.
Infatti,
dopo qualche secondo, la bambina sorridente su sfondo blu sparisce davanti ai
miei occhi, risucchiata dall’alto.
E
Seth compare davanti ai miei occhi: “Tesoro!”, urla e mi abbraccia forte,
girando su sé stesso, io che volteggio come una bambola.
Manco
non mi vedesse da un anno… che scemo… ma mi fa un piacere così grande che mi
viene quasi da piangere.
“Seth!”
sorrido a mia volta, quando finalmente mi fa scendere e, prendendomi per un
gomito, mi trascina dentro il locale.
“Stai
benissimo…!” commenta, facendomi fare una piroetta “L’Italia ti ha fatto
proprio bene, la prossima volta porti anche me!”.
“Ma
certo…” sorrido alla mia bugia “I miei ne sarebbero felici…”.
“Come
stanno?” mi chiede, appoggiandosi allo stipite della porta, e passo qualche
minuto a raccontare dei miei. Non ho nulla da inventare, sono le stesse cose
che mi ha detto mia mamma al telefono, quindi sono tutte sacrosantamente vere.
Ma capisco perfettamente che tutto questo interesse di Seth, ha solo una
motivazione.
Sebbene
ora per me sia quasi un ricordo sfuocato, deve ancora ricordare con estrema
chiarezza l’ultima volta che ci siamo visti.
Quella sera.
Draco
che dice quelle cose. Io che crollo. Lui che mi trova. E le lacrime, le urla,
le parole sconnesse… e lui accanto a me.
Chissà
come si è preoccupato. Per un attimo, sono quasi certa di avere persino una sua immagine negli
occhi. Di lui, di Seth. Della sua preoccupazione. Come se… lo avessi visto…
La
mia immaginazione è davvero molto vivida, sembra quasi reale…
Seth
sospira, quando finisco di raccontare della mia famiglia, e rimane a guardarmi
qualche secondo in silenzio, la testa inclinata di lato, quasi in attesa che
sia io a rompere quella quiete.
Sorrido
in modo caldo, cercando di rassicurarlo, prima di mormorare con voce netta e
chiara: “Sto bene, Seth… non ti devi preoccupare… lo dico sul serio, non sto
facendo la forte o simili…!”.
“Non
ci sarebbe nulla di male…” aggiunge sottovoce, inarcando un sopracciglio
scettico “… dopo quello che hai passato, se stessi ancora male…”.
“Lo
so” mi affretto a replicare con foga, sollevando le palme. Mi fermo a
riflettere qualche secondo, guardandolo. Seth mi ha visto piangere e disperarmi
solo qualche giorno fa. Non crederebbe mai che la cosa mi sia passata così
velocemente. Penserebbe sempre che fingo per non farlo preoccupare. O che
faccio la forte come mio solito. Cambierebbe idea solo se… un guizzo di
consapevolezza mi trapassa da parte a parte, dandomi i brividi sulla schiena.
Sospiro,
smetterò mai di mentirgli?
Ma,
come diceva mia nonna, una bugia a fin di bene, certe volte, vale più di mille
verità.
Sorrido,
stringendomi nelle spalle, quasi come una bambina colta in fallo.
“Credo
di aver esagerato un pochino…” dico a denti stretti, distogliendo lo sguardo da
lui “Quella sera, insomma… quando Danny mi ha detto quelle cose… il mio
orgoglio si è ribellato e ho reagito in quel modo, ero disperata…”, mi
interrompo alla ricerca d’ispirazione e sospiro: “Non sono mai andata dai miei…
sono stata con…”, la mia voce si piega, roca ed incerta: “…con Hayden…”.
“Con
Hayden?” mi chiede quasi scioccato, staccandomi dalle mie spalle che aveva
stretto per consolarmi, come se scottassero.
Gli
racconto di aver visto Hayden per caso, snocciolo la storia di come mi abbia
consolata e di come sia stata bene assieme a lui, lasciando in sospeso il
discorso in modo che possa eventualmente intendere che sia successo qualcosa di
più. In un respiro più intenso, dico di avergli mentito perché temevo che
potesse malgiudicarmi. Ma, con mia enorme fortuna, Seth è stato sempre un
grande fautore della tesi del chiodo scaccia chiodo. E più semplicemente, mi vuole davvero
bene. Quindi, per lui, vedermi stare meglio è la sola cosa che davvero conta. E
questo mi consola. Poco importa che sia per un ragazzo, oppure per un bracciale
che mi sega il polso.
Forse
con l’ultima cosa, non sarebbe stato molto d’accordo, se lo avesse saputo, mi
stringo nelle spalle, pensandoci.
Se
non altro, perché mi ha messo seriamente in pericolo. E dubito, anche adesso,
di essere al sicuro.
Ma
una piccola ed oscura sensazione, mi dice che anche lui, come Helder, avrebbe
trovato dentro la
motivazione per capirmi.
Una
motivazione tutta sua, certo, ma forgiata sullo stesso dolore che mi scolpisce
lo Zahir addosso.
Seth avrebbe capito, alla fine.
Sorrido
al suo fiume di parole, mentre mi chiede cose assolutamente personali e poco
consone del tipo come bacia Hayden e simili. Alzo gli occhi al cielo di fronte
alla sua mancanza di discrezione, ripromettendomi di cercare di saperlo quanto
prima possibile.
Lo
chiamerò quanto prima posso.
Seth,
all’improvviso, si irrigidisce, assume un colorito terreo e mi guarda
preoccupato. E, all’istante, lo Zahir preme violentemente sulla mia pelle, mi
sembra quasi che spalanchi le fauci e mi morda, lasciandomi due segni
indelebili addosso.
So
perfettamente che cosa c’è alle mie spalle, senza nemmeno bisogno di voltarmi.
Il cuore se ne sta fermo al suo posto, ovviamente.
Gelido,
immobile, non fa nemmeno il minimo sforzo a mantenersi normale.
Sospiro
di sollievo, rassicurata, sebbene la mia pelle si sia fatta gelida, come quella
di un serpente.
Mi
volto lentamente su me stessa, e lui è lì, come mi aspettavo, come era ovvio.
In piedi davanti alla scala che conduce al piano di sopra, la mano sospesa sul
corrimano, ferma. L’altra pende contro il suo fianco, noto subito che è fasciata.
Fasciata.
Una mano fasciata.
Lo
Zahir si stringe più forte attorno al polso, fermandomi il respiro. La piccola
parte dentro di me, che non so come, sembra immune allo Zahir, urla di strazio
e dolore, dentro. La metto a tacere con foga, una mano sul petto che si solleva
e riabbassa ritmicamente.
Cosa
mai ci sarà di strano, poi, in una mano fasciata…
Seth
al mio fianco, lo guarda come se fosse la mia guardia del corpo, pronto a
proteggermi, e mi fa sorridere curiosamente. Non credevo che l’avrebbe mai
fatto, prendere le difese di qualcuno a scapito di quelle di Draco. Dura, però,
pochissimi secondi. D’un tratto, Seth sembra aver colto qualcosa che io non
vedo, spalanca gli occhi, guardando prima lui e poi me, leggendo nel suo
sguardo come io non ho mai saputo fare. Ci vede qualcosa che sa solo lui,
scrolla il capo e si allontana in silenzio. Lo seguo con lo sguardo, non
capendo.
“Che
ci fai qui?”, la sua
voce mi fa sobbalzare, e ritorno a guardarlo. Ha sceso gli ultimi scalini che
lo separavano da me.
È
sempre bellissimo, come è sempre stato, come era anche prima, come sempre sarà.
Lo guardo attentamente.
Ma
il cuore resta muto e il mio grande amore resta dissolto. I miei occhi cercano
in lui qualcosa che risvegli il sentimento immenso che provavo per lui,
qualcosa che crudelmente riapra la voragine dentro, la spalanchi come un
inferno, pronto ad inghiottirmi. Ma non succede nulla, ad eccezione dello Zahir
che continua a stringere la sua morsa letale. Nulla… come se fossi morta… il
prezzo della pace era la morte, l’ho sempre saputo.
Una dolce morte, come recitava persino la formula magica.
I
miei occhi lo guardano attentamente, come se davvero ancora cercassi qualcosa.
E vedono tutto, come sempre. I capelli biondi spettinati sul viso, che li coprono
leggermente gli occhi chiari, grigi, riflessi iridescenti di luna e di perla.
Sembra sorpreso, quasi. Ovvio. Era evidentemente convinto di non vedermi mai
più, con sua somma gioia. La mano sana stringe forte il corrimano della scala.
“Ci
lavoro, o te ne sei scordato?” commento freddamente, schioccando la lingua e
dandogli le spalle. È un sollievo dolce potermi comportare così con lui, non
essere legata ai suoi occhi, staccarmene quando voglio e credo. Meraviglioso.
In
un repentino spostamento d’aria, elegante come è sempre stato, mi afferra per
il gomito, costringendomi a voltarmi. Nulla. Ancora.
Nemmeno
al tocco della sua mano, nemmeno alle sue dita, nemmeno alla sua pelle.
“Mi
sembrava di essere stato abbastanza chiaro, o ti sei persa qualcosa?” sibila,
guardandomi. Qualcosa, però, non mi sfugge, ora che lo guardo con così forte
chiarezza, dato che non ho sempre il terrore di essere imbarazzata. Ora che non
lo amo più.
Qualcosa
in lui… è cambiato.
Decisamente. Non riesco a focalizzare cosa, magari il mio vecchio amore avrebbe
potuto, e poi nemmeno sento di volerlo compiutamente. Non me ne frega nulla.
Sbatto le palpebre, sempre il nulla. Consolante.
Eppure,
non posso fare a meno di notare che la presa sul mio gomito non è salda e forte
come sempre. Anzi… sembra… tremare.
Tremare… sta tremando… trema alla prospettiva che io sia ancora qui.
Scuoto
il capo mentre la piccola parte si chiede il perché. Io preferisco
soprassedere.
Guardandolo
bene, mi accorgo che ha un’aria semplicemente stravolta. Esausta, come se non
dormisse da giorni.
Gli
occhi sono profondamente cerchiati, appesantiti dalle palpebre violacee, e
hanno perso tutto il loro argenteo splendore che tanto mi incantava, non so se
mille anni fa, oramai. Le labbra sono strette in una fessura, le narici
fremono, ed un’ombra scura sembra che si sia rappresa ancora di più nel suo
sguardo, rendendolo quasi cieco. È come guardare le orbite vuote di un teschio.
Mi
farebbe quasi paura, in circostanze normali, ma lo Zahir seda ogni emozione in
sua presenza. Non sento paura, né amore, né tantomeno il così sconveniente ed
imbarazzante desiderio che avevo di lui. Nulla, davvero. Come se mi stringesse
il vento.
“Non
mi sono persa nulla del tuo patetico discorsetto, Malfoy…” sputo fuori con
astio, divincolandomi dalla sua stretta, lo vedo quasi trasalire al contatto
con i miei occhi freddi. Ora tremano anche gli occhi, ma sembra sempre una
statua di pietra. Riprendo come se niente fosse: “Mio malgrado, aggiungerei...
perché mi hai riempito le orecchie di sciocchezze per ore, senza nemmeno farmi
parlare…”.
Mi
guarda come guarderebbe una persona che ha visto per la prima volta, questo è
il suo sguardo. Scioccato e quasi inorridito. Per un attimo, la mia mano corre
sul polso destro, a celare lo Zahir che pulsa come una creatura viva, come se
lui potesse davvero accorgersi, solo guardandomi, di ciò che ho fatto e del
fatto che sia lì.
Tutto
però, per pochissimi istanti.
Poi,
come sempre, è bravissimo a celare quella sorpresa sotto strati di
menefreghismo. Inarca un sopracciglio e mi guarda, incrociando le braccia:
“Cosa avresti voluto dire, allora?” commenta malevolo. Ancora noto però
qualcosa che stride con la sua espressione. È strano, non saprei come
spiegarlo. Le parole vanno in una direzione, la tensione del corpo eretto e
immobile in un’altra.
Le parole… e il corpo… come… un dipinto… e la sua… intenzione…
Lo
Zahir si avviluppa meglio attorno al mio polso, mentre cerco di ricordare
ancora quel frammento di tempera che mi è tornato in mente.
Vedo
che mi sta ancora guardando, quindi mi affretto a replicare tagliente: “Non
puoi prendere e cacciarmi così… se sono qui, sono sempre stata per tre motivi.
Seth, Serenity ed April… come puoi notare non figuri nell’elenco… potrei anche
nominare Trey, Lawrence e Corinne, sforzarmi di considerare anche Lorna e Gail,
per finire con quello che ci consegna i giornali e la pianta nell’ingresso… ma
tu, Malfoy, non sei mai stato uno dei miei motivi… quindi fattene una ragione,
se scelgo di rimanere ancora per dei motivi che non riguardano minimamente te…
sei sempre stato un po’ troppo egocentrico…”. Mi volto di schiena, dandogli
ancora le spalle.
“Vuoi
dire forse che non sei innamorata di me?” la sua voce tenta di deridermi, come
se volesse umiliarmi, ma ancora qualcosa stride.
Cosa,
dannazione?
Perché
ora mi è così difficile capire? È qualcosa… che anche Seth ha visto… qualcosa
che ad un cuore narcotizzato non arriva.
Non
mi interessa, ovvio, ma cosa è… che…ora non colgo?
Dura,
replico con ovvietà, senza nemmeno voltarmi: “Non dire sciocchezze… mi avessi
fatto parlare, avresti saputo anche questo…”.
“Cosa?”
la sua voce è flebile, è come se nemmeno l’avessi sentita. Mi volto
sconcertata, sperando che il mio cuore torni in vita solo per capire quella
contraddizione che sento nelle orecchie, ma che non so spiegare. Quella
contraddizione che sono anche i suoi occhi che, sono certa, essere stati
diversi fino a qualche secondo prima, ma che ora sono di nuovo inaccessibili.
Ha rimesso la maschera al suo solito posto. Una maschera che cela qualcosa.
Quasi… urgenza.
Urgenza che io vada via.
Gli
sono così insopportabile? Bene, la cosa è reciproca.
“Non
sono mai stata innamorata di te…” sussurro atona, guardandolo male, lasciando i
suoi occhi a splendere di misteri che non voglio più conoscere “Non so nemmeno
come hai potuto pensarlo…”.
Mi
volto ancora, senza concedergli replica, lasciando la stanza.
Il filo rosso è reciso.
Un
piccolo sobbalzo mi fa aprire repentinamente gli occhi, che si erano chiusi
senza che nemmeno me ne accorgessi.
“Scusa”
una voce soffice e dolce mi raggiunge le orecchie, dalla mia destra.
Mi
stropiccio gli occhi velocemente, mettendo a fuoco l’immagine che ho davanti,
riemergendo dai miei sogni confusi, ancora l’odore della tempera, il senso quasi di uno strappo
all’altezza del cuore.
Mi
guardo attorno. Una macchina rossa, su un’autostrada deserta che corre sul
mare. Il sole che si tuffa nell’acqua, tingendo il cielo di riflessi corallo.
Lontano, verso Londra, alcune nuvole si addensano minacciose, qualche lampo
sembra brillare nel grigio spezzato di rosso.
Mi
volto leggermente, sorridendo: “Mica è stata colpa tua… anzi scusami se mi sono
addormentata…”.
Hayden
sorride, continuando a guidare e non distogliendo lo sguardo dalla strada: “Non
dire sciocchezze… anche a me il sole fa lo stesso effetto…”.
“Non
è che ti fai prendere dal sonno e ci schiantiamo contro un albero?!” borbotto,
incrociando le braccia.
Hayden
alza gli occhi al cielo, mormorando: “Piuttosto controlla se la bambina sta
dormendo… sinceramente è di lei che mi preoccupo maggiormente… se non altro,
per suo fratello…”.
Mi
sporgo oltre il mio sedile, verso il seggiolino sistemato dietro. Serenity
sonnecchia tranquillamente, la testa leggermente piegata sul collo, il piccolo
cappello di paglia con un fiore azzurro ben calato sulla fronte. Si è così
divertita da stamattina. Se mi avessero detto che avrei avuto la possibilità di
trascorrere una bellissima giornata al mare con Hayden e Serenity, bé
probabilmente sarei scoppiata a ridere. Con Hayden, l’idea non era certamente
così improbabile come si potrebbe pensare, avevo deciso di chiamarlo e l’ho
fatto. E lui mi ha proposto di trascorrere una giornata sulla spiaggia di
Southened-on-the-sea, a un’ora da Londra. Ho accettato volentieri, lui è sempre
pieno di idee e di proposte, ed anche il mare, devo ammetterlo, mi mancava
molto.
Quello
che, invece, è stato meno ovvio, è che stamattina nessuno poteva occuparsi di
Serenity.
Draco,
dopo l’illuminante conversazione con me, se ne è andato senza dire a nessuno
quando sarebbe tornato. Probabilmente, aspettando semplicemente da qualche
parte che io me ne tornassi a casa. Seth aveva delle cose importanti da fare,
mi sa che veniva sua madre a trovarlo e quindi doveva rivoluzionare il suo
appartamento, non si sa per quale balzana ragione.
Ed
April aveva un esame. Quindi insomma, Serenity sarebbe rimasta sola.
Quindi
l’ho portata con me. E, devo dire, di aver fatto benissimo.
Draco
continua a vivere la vita come una specie di dovere, verso Helena. Non fa mai
niente più del necessario, quindi nemmeno Serenity si diverte moltissimo quando
è con lui. O perlomeno credo. Che io sappia, la porta al parco, se è di buon
umore, sennò la tiene in camera sua e, se non fosse per me, Seth ed April,
quella bambina diventerebbe fotofobica a furia di trascorrere le sue giornate
al buio.
Invece
al mare, con Hayden, si è divertita tantissimo. Credo che non avesse visto
nemmeno il mare. Batteva i suoi piedini sulla sabbia, mentre io la tenevo ferma
per le braccia, ridendo ad ogni onda che la bagnava. A mia volta, mi sono
sentita felice e serena, guardandola.
Ed
ancora una volta, la promessa di non lasciarla nonostante tra me e Draco sia
finita, si è fatta sempre più forte.
Con
Hayden, poi, come sempre, è stato tutto meraviglioso. Mi calma dentro, come
sempre, ed ora di più grazie allo Zahir.
Vederlo
in costume di bagno, è stato già un colpo troppo forte per i miei ormoni
impazziti; mezza spiaggia si è girata nel guardarlo mentre avanzava verso di
me, tipo modello Dolce e Gabbana, sorridendo ed accendendo lo sguardo di
lucciole giada. Devo aver perso la saliva una quarantina di volte nel
guardarlo, specie chiedendomi che razza di fortuna mi sia capitata nell’avere
vicino un ragazzo del genere. Non che essa non mi sia evidentemente dovuta,
considerando che ho passato con Draco, ma insomma, è decisamente troppo per me.
Per non parlare del mio meraviglioso aspetto in costume da bagno, circondata da una
sfilza di ragazze che dovevano sicuramente far parte del campionario di Vanity
Fair e che ronzavano tutte attorno ad Hayden, mentre io cercavo
contemporaneamente di stare dritta per non mostrare la mia pancetta e di
inarcare la schiena per mostrare un seno che, ovviamente, non è all’altezza
della schiera di arpie siliconate. Le tipe si sono, ovviamente, sciolte quando
Hayden ha mostrato di saperci anche fare con Serenity, cosa abbastanza
intuibile visto che Nathan, suo fratello, non è molto più grande di lei. Non
avevano inserito Hayden nel loro radar di caccia, con l’etichetta: “Ottimo
partito” solo perché lui stava con me. E, ad un certo punto, ha dato la netta
impressione di stare anche fidanzato con me. Mi porto le mani sul volto surriscaldato, cercando
di non farmi vedere da lui, ma per fortuna è impegnato nella guida. La musica
bassa di Alanis Morissette riempie l’auto, quindi non sta nemmeno parlando.
Posso tranquillamente tuffarmi nelle mie fantasie.
Stavamo
per mangiare ed avevo preso Serenity in braccio per portarla all’ombra, visto
che aveva già preso decisamente troppo sole. E ci mancava solo che Draco mi
rimproverasse anche per quello, visto che nemmeno credo che prenderà bene che
io abbia rapito Serenity, peraltro per farle trascorrere una giornata con
Hayden. Improvvisamente, mi ha fermato con la voce, facendomi voltare su me
stessa. Rapido, la brezza marina che gli scompigliava i capelli, mi ha preso il
viso tra le mani calde e mi ha sussurrato dolcemente: “Oggi l’ombra non l’ho
vista nemmeno una volta… la sua ombra… sai che significa?”.
Ho
scrollato il capo, cercando di non andare in iperventilazione, mentre Serenity
metteva su un capriccio assurdo. Cosa strana, considerando che era stata
tranquilla fino a cinque secondi prima.
Si
è avvicinato di più, sfiorandomi le labbra con le sue, bruciandomi la pelle con
il suo respiro fresco, prima di sussurrare morbidamente: “Significa che devi
stare molto attenta… perché potrei baciarti ancora… e stavolta, per bene… non
mi sognerei più di fare altri regali a Danny Ryan, dopo che ti ha lasciato
andare via da lui…”.
Ho
deglutito un paio di volte, prima di sussurrare: “Credo che correrò il
rischio…”, poi la mia voce si è piegata mentre bisbigliavo: “Non mi ha lasciato
andare via da lui… è difficile con una cosa che non è mai stata sua, Hayden…”.
“Non
sei mai stata sua?” mi ha chiesto con l’ombra di un sorriso triste, staccandosi
da me.
Mi
sono irrigidita, mentre la risposta sincera che avrei voluto dargli, riempiva
la mia mente.
Sono sempre stata sua e lo sarei ancora se non fosse per lo Zahir. Lo
sarei stata per sempre.
Anzi, il per sempre sarebbe stato un tempo irragionevolmente
breve per descrivere quell’appartenenza…
Invece,
ho solo sorriso dicendo di no con il capo.
La
piccola parte, la solita piccola parte, quella briciola di cuore che lo Zahir
non tocca e che lo fa stringere forte sul mio polso, aveva echeggiato un
ricordo ormai stantio e sbiadito.
… se fossi mia, potrei essere geloso, ma non così…
E mi sono detta che aveva ragione. Io non
sono mai stata sua. Nemmeno quando ero innamorata di lui.
E quella che mi era sembrata una bugia o
almeno un’omissione, mentre parlavo con Hayden, è diventata la verità. Lo è la
verità.
Ora, mentre mi porto le ginocchia al
petto, gettando un’occhiata in tralice ad Hayden che so già che sta sbuffando
perché odia che metta i piedi sul sedile, aspetto la prova del nove. Lui mi
bacerà quando arriveremo a Londra. E, probabilmente, allora, davvero capirò se
lo Zahir ha cancellato del tutto Draco dalla mia mente e dal mio cuore. Poggio
il mento sulle ginocchia, chiudendo gli occhi.
Non sono mai stata una persona
promiscua nei sentimenti. So che nel mio cuore c’è posto per una persona alla
volta.
Se riuscirò ad essere felice
baciando Hayden, Draco sarà del tutto fuori da me.
Improvvisamente, ad interrompere le mie
riflessioni, giunge come sempre in questi momenti il suono del mio cellulare.
Mi scuoto come una tarantolata, visto che l’avevo messo in tasca con la
vibrazione per non far svegliare Serenity, e lo estraggo a fatica. Hayden ride
delle mie manovre buffe, faccio una smorfia e lui abbassa il volume della
musica, già basso per non svegliare la piccola, per consentirmi di parlare. Sul
display compare il nome Harry. Ma
poteva anche comparire anche il nome Draco. Tanto è di lui che mi vuole
parlare.
Mi mordo il labbro inferiore, iniziando già
ad innervosirmi. Il fatto che non provi più nulla per lui, non significa che
adori parlare di lui.
Sospiro, lo Zahir alla fine mi dà la forza
sufficiente di non ignorare la chiamata, anche perché non saprei come spiegarlo
ad Hayden. Inoltre, non penso di schiodarmi così facilmente Harry di dosso, se
non togliendomi il dente adesso.
Con un sospiro, premo il tasto verde e
dico scocciata: “Pronto? Harry? Dimmi…”.
“Ciao Herm!” la sua voce trilla allegra ma
al contempo incerta, e mi chiedo chi diamine glielo faccia fare di parlarmi di
Draco se non ne ha voglia nemmeno lui. Mi lasciava tranquilla e nessuno se ne
sarebbe rattristato.
“Hai trovato il mio messaggio?” mi chiede
senza troppi giri di parole, evidentemente vuole arrivare subito al punto, o
forse c’è Ginny nei paraggi e quindi non è del tutto libero di parlare.
“Sì…” schiocco la lingua ancora
infastidita, guardando fuori dal finestrino ed attorcigliandomi nervosamente
una ciocca di capelli attorno alle dita. Hayden mi guarda preoccupato, ma gli
sorrido cercando di rassicurarlo.
“E come mai non mi hai chiamato?” mi
chiede velocemente, quasi stizzito, come se stesse facendo uno sforzo immenso e
io non fossi sufficientemente grata “Pensavo che Draco Malfoy fosse, insomma, un tuo tasto dolente…”.
“Una voragine
di desolazione è Draco Malfoy, non un tasto dolente…”
commento sarcastica, alzando gli occhi al cielo. Mi rendo conto di aver usato
davanti ad Hayden il suo vero nome, ma forse è anche meglio così. Crede che
stia parlando di una persona diversa da Danny Ryan ed almeno evita di
preoccuparsi inutilmente per lui o pensare che, in qualche modo, gli sia ancora
legata.
Continuo con voce annoiata: “E questo
dovrebbe deporre per la tesi che, se non ti chiamo per non sentire parlare di
lui, sono perfettamente normale… più che se avessi la smania di infliggermi una
noia simile, per non dire altro… comunque dimmi…”, mi interrompo mentre mi si
accende una lampadina nel cervello. Mi darei anche una manata sul capo, ma
sarei troppo teatrale.
Ecco che vuole Harry.
La conversazione che ebbe con Draco quel
giorno, mentre io ero, diciamo, in coma.
Quella che lui puntualmente mi ha
mostrato. Evidentemente Harry si sente in colpa e vuole vuotare il sacco. Che
cosa inutile, l’avesse fatto qualche giorno fa, avrebbe anche avuto effetto, se
almeno mi avesse risparmiato quella scena. Ma, conoscendomi, non avrei mai
lasciato perdere Draco, se non fosse accaduto quello che è accaduto.
Avrei lottato fino all’ultimo secondo per
lui, considerando quanto fossi follemente e disperatamente innamorata di lui.
Ma ora, è davvero tutto inutile. Per molti
sensi. Il primo dei quali è che quelle dannate parole, oramai, le ricordo una
per una.
Ora fa male solo l’orgoglio. E prima… bé, credo che fosse più facile dire che
cosa non mi facesse male a
quel pensiero.
Quindi tutto quello che poteva fare, per
evitarmi quel pensiero, è dannatamente inutile. Avrebbe dovuto pensarci prima
di allearsi con quella serpe per avvelenarmi il cuore e la vita, fino a
metterla nelle fauci spaventose, eppure rassicuranti, del serpente aureo che mi
cinge il polso con sempre maggiore bramosia del mio sentimento malato.
So che non è colpa di Harry, razionalmente
lo so. Ma avrebbe dovuto portarmi via da lì, anche con la forza, con quello che
sapeva.
Non permettermi che mi innamorassi di lui,
no. Ma che dico… innamorarmi…
lo uso come verbo per schermare quello che era quel sentimento per me. Mi
sembra più leggero parlare di innamoramento.
Ma io non ero innamorata di Draco Malfoy.
No, troppo semplice.
Io, se lo avessi visto e ci avessi
parlato, non gli avrei detto, in una paradossale ed impossibile conversazione,
che ero innamorata di lui.
No.
Avrei piegato la voce in un
accento più roco, per nascondere l’inevitabile imbarazzo, mentre lui avrebbe
piegato la testa di lato, guardandomi, come faceva sempre, cercando di leggere
l’intricato corso dei miei pensieri, senza poterci riuscire. Forse mi avrebbe anche
messo una mano sul viso, accarezzandomi la guancia, chiedendomi che cosa stessi
per dire. E io, senza alcuna esitazione, nascondendo il viso rosso, avrei detto
solo una cosa. Una. Semplice e limpida come un’alba.
Ti amo Draco.
È una scena, una fantasia che, non so
come, mi perseguita ancora, il residuo di un sogno che un brusco risveglio non
ha portato via.
Forse mi verrà dietro per sempre, come
un’ombra.
Dopo questo, dopo la facilità con cui quel
ti amo si era formato
nel mio cuore per Draco, quando non era mai nato per Dean o era sempre riottoso
per Ron, Harry davvero non ha più niente da fare per potermi aiutare.
Mi sono aiutata da sola, suicidandomi nel
creare un oggetto proibito da generazioni. Chiudo gli occhi oberati dalle
solite lacrime che neppure il potere dello Zahir potrebbe evitare, lo sento
pulsare sopra il mio polso con foga come se avesse un cuore anche lui.
Intanto Harry ha iniziato il suo discorso,
senza che me ne accorgessi: “Quando eri in coma, io e Malfoy abbiamo parlato…
di te… non credevo minimamente che fosse possibile una cosa del genere… che un
giorno avrei parlato con lui di te… ma ad un certo punto si era fatto
inevitabile con te che vivevi anche a casa sua, sotto lo stesso tetto,
ammetterai che è strano…”.
Annuisco, senza riaprire gli occhi. Ho
decisamente pochi secondi di sopportazione, prima di interromperlo.
“E lui… aveva un’idea ben precisa di come
si dovessero mettere le cose con te…” sussurra Harry con voce spezzata “Doveva
chiuderle, prima possibile… per quello… insomma, è stato per quello che ti ho
offerto quel lavoro… ma ora mi sembra così assurdo, insomma, te ne dovevo parlare
Herm…alla fine ha deciso per tutti e due… e, so che mi fa senso anche pensarlo,
ma se sei innamorata di lui, insomma…”. Riapro gli occhi stancamente, che
diamine sta dicendo?
“Harry, ascolta…” comincio,
interrompendolo “Draco mi ha già detto tutto… e non ti devi preoccupare, va
bene così…”.
“Ti ha detto tutto?!” mi chiede
autenticamente sconvolto, come se fosse stato punto da un insetto, devo anche
staccare il telefono dall’orecchio per come ha gridato. Stare con Ginny, da
questo punto di vista, gli sta facendo decisamente male.
Ancora più scioccato, bercia con voce
affrettata: “E tu sei d’accordo? Insomma… che ti mandi via e tutto il resto?”.
“Ho qualche alternativa?” commento
acidamente. Non capisco che cosa diamine pretenda da me. Mi agito sul sedile
per il nervosismo, lo Zahir prende quasi a muoversi, la sua presa sempre più
forte che mi ferma la circolazione nelle vene. Hayden mi fissa preoccupato.
“Solitamente non avresti reagito così…
insomma lui ti dice che è… ancora non ci posso pensare… e tu lasci perdere…”
riprende Harry, dandomi ancora più i nervi, lo ascolto a fatica oramai, poi
quasi come se parlasse a sé stesso, chiede: “… ma sei innamorata di lui
almeno?”.
Mi stringo nelle spalle, a disagio, prima
di sputare con veleno fuori: “No… né mai lo sarò… puoi anche ribadirlo a lui…”.
Lo sento sospirare prima di dire: “Ah
capisco… quindi alla fine… sta facendo una cosa inutile…”.
“Bravo, esattamente…” mi congratulo con
sarcasmo, lui continua a cianciare per un altro po’ fino a quando la sua voce
sembra diventare persino comprensiva nei confronti di Draco. Ed è esattamente
allora con le mani che mi tremano, che dico che ho da fare e riaggancio.
Mi porto le mani nei capelli sudati,
respirando a fatica, lo Zahir che finalmente molla un po’ della sua presa.
“Tutto bene, Herm?” mi chiede Hayden, con
voce preoccupata, distogliendo l’attenzione dalla strada. Sul vetro, iniziano a
cadere delle pesanti gocce di pioggia con tonfi sordi, mentre si avvicinano le
prime costruzioni di Londra.
Sorrido, nascondendo il viso dietro i miei
capelli: “Certo, tutto benissimo… solo un mio amico…”.
“Anche Draco Malfoy è un tuo amico?” mi
chiede con voce monocorde “Ci sono un po’ troppi amici nella tua vita…”.
“No, Draco Malfoy non è decisamente un mio
amico…” sussurro inespressiva, guardando fuori dal finestrino “Non è
decisamente nulla per me…”.
Nulla di diverso da una condanna
a morte che mi porto costantemente dietro.
Nulla di diverso da questo.
Per arrivare al Petite Peste, ovviamente
ci mettiamo un’altra ora abbondante, visto il traffico e la pioggia che ha
iniziato a cadere in modo imprevisto. Serenity inizia anche a piagnucolare per
i tuoni, quindi mi sporgo dietro per liberarla dal seggiolino e prenderla in
braccio.
Lei si accoccola, poggiando la testa sul mio
petto, e dopo qualche secondo, si riaddormenta.
La telefonata di Harry mi ha fatto
completamente dimenticare l’eccitazione per il mio, forse, imminente bacio con
Hayden, caricandomi di pensieri negativi e nervosismo, oltre che di un
formicolio diffuso che mi fa sentire un’avversione innaturale per Malfoy, ben
diversa dalla placida calma che avvertivo prima. Al momento, credo quasi di
odiarlo per il solo fatto che esiste e non mi lascia in pace.
Quindi, passo il tempo restante del
viaggio, in silenzio, accarezzando distrattamente la testa di Serenity e
cercando di liberarmi di questa sensazione negativa, amplificata dallo Zahir
che, sebbene non stia direttamente pensando a Draco, mi cinge senza sosta.
Con la coda dell’occhio, vedo Hayden
fissarmi di tanto in tanto, evidentemente convinto che la telefonata di poco
prima mi deve aver sconvolto in qualche modo. Vorrei rassicurarlo, ma
probabilmente mi chiederebbe troppe spiegazioni che, al momento, non sono in
grado di fornire a chicchessia. La prima sarebbe perché Draco Malfoy anche
indirettamente, non mi lascia mai in pace, perché esiste e perché, quella sera
di quasi ventiquattro anni fa, Lucius e Narcissa Malfoy non siano andati ad una
partita di Quidditch o a fare una caccia al babbano, invece che mettersi a
generare quello che oramai per me, è alla stregua dell’Anticristo.
La seconda è perché quello che si
presuppone essere uno dei miei più cari amici, esprima comprensione per
l’Anticristo in questione e non per me, specie se tale nobile sentimento viene
manifestato per il fatto di aver scelto di mandarmi via, dopo aver candidamente
ammesso di avermi sempre usata, sfruttata e soprattutto umiliata, visto il mio
essere un individuo estremamente masochista e deviato per essermi andata ad
innamorare proprio di un tipo del genere. Davvero, non capisco. Mi mordicchio
con ansia il pollice della mano.
Harry deve essere impazzito del tutto… non
che lo abbia ascoltato bene, anzi…
Ma visto il tono con cui lo diceva, sono
anche contenta di non averlo ascoltato. Mi avrebbe fatto venire voglia di
ucciderlo seduta stante.
Sobbalzo quando l’auto si ferma
improvvisamente. Sollevo lo sguardo, il Petite Peste… non mi ero accorta che ci
eravamo già arrivati.
“Sei sulle nuvole?” mi chiede Hayden,
spegnendo il motore e guardandomi.
“Un pochino sì… scusami…” ammetto,
stringendomi nelle spalle.
Hayden agita la mano destra con
noncuranza: “Non importa… tranquilla…”.
“No, davvero, scusami… è che Harry… un mio
amico…insomma mi ha fatto innervosire…” biascico, sbuffando. Avrei anche
incrociato le braccia se non avessi avuto Serenity.
Hayden ride, divertito dalla mia
espressione: “E cosa, al mondo, esattamente non
ti fa innervosire?! Da quando ti conosco, ti sarai così casualmente innervosita
per almeno ottomila trecento cose diverse…”.
“Non è vero!” sbuffo, con aria infantile.
Vorrei potergli dire che l’argomento di cui mi ha parlato Harry, è quello che
mi fa imbestialire di più al mondo, ma mi trattengo. Mi farebbe troppe domande.
Dove finiremmo inevitabilmente per giungere al punto che Draco e Danny sono la
stessa dannata ed infame persona.
Lui mi tocca la punta del naso con un
dito, prima di suggerirmi di portare prima dentro Serenity, per poi scaricare
la nostra roba dal portabagagli, in modo che la piccola non si bagni.
“Hai così terrore di suo fratello?” chiedo
con un mezzo sorriso, guardandolo, mentre cerco di coprire Serenity con la mia
giacca.
“Intendi di Danny?”.
Annuisco con il capo, sembra sempre
preoccupato che qualcosa lo faccia arrabbiare specie per Serenity.
“Non voglio che se la prenda con te,
ecco…” mormora con un sorriso.
“Guarda che lo metterei a posto in cinque
secondi, forse tre…”.
“Lo so perfettamente, Hermione…” sorride,
aprendo lo sportello e riparandosi alla bell’e meglio “Ti ho già detto che non
voglio dargli occasioni di riavvicinarsi a te, non per altro…”, la sua voce si
abbassa di tono mentre mi guarda fisso, dicendomi: “… mi sembra ancora così
assurdo che ti abbia allontanato da te… e forse, se capitasse la giusta
occasione, se ti avesse di nuovo davanti agli occhi… bé, lo capirebbe…”.
“E’ la cosa più logica invece che abbia
fatto…” mormoro con voce incolore, fissandomi le unghie della mano “Avrebbe
dovuto farlo prima… e non penso che capirebbe nulla, se mai ci fosse da capire
qualcosa…”.
Hayden improvvisamente tace, sento che
vorrebbe dire ancora qualcosa, ma mi esorta a portare dentro Serenity.
Annuisco ed esco dalla macchina, correndo
sotto la pioggia. Busso la porta con forza, ma nessuno mi apre. Vero, non ci
dovrebbe essere nessuno. Per fortuna che, dopo qualche colpo, si apre da sola,
quindi riesco ad entrare. Sistemo delicatamente Serenity sul divanetto
dell’ingresso, coprendola con la mia giacca, per fortuna è asciutta mentre io
sono bagnata fino al midollo.
Già che ci sono, ovviamente, torno
indietro per aiutare Hayden, il portabagagli si è incastrato e quindi, in capo
a pochi minuti, siamo entrambi colati. Scoppio a ridere, guardandolo, mentre
cerca inutilmente di aprirlo e contemporaneamente cerca di ripararsi dalla
pioggia. Lui mi guarda con gli occhi ridotti a due fessure, per poi scoppiare a
ridere anche lui, probabilmente a causa dei miei capelli, che somiglieranno ad
una specie di balla di fieno. Sbatto le palpebre sotto la pioggia battente,
cercando di vedere, prima di dirgli di lasciare perdere il portabagagli e che
cercheremo di riaprirlo dopo. Corriamo nuovamente sotto la pioggia, fino a
rifugiarsi dentro il Petite Peste.
Serenity, per fortuna, dorme ancora.
Accendo la luce sulla scrivania di Draco, appena dopo l’ingresso, e vado a
cercare un asciugamani al piano di sopra per asciugare almeno un pochino
Hayden. Lui mi aspetta di sotto, fermo sulla soglia per evitare di bagnare
ulteriormente il pavimento. Dopo averlo preso, torno velocemente giù. Lui si
guarda attorno e mi fa sorridere ancora.
“Dai, vieni qui, sei zuppo…” sorrido,
avvicinandomi.
“Sì, mamma…”
borbotta lui, piegandosi leggermente sulle ginocchia per arrivare alla mia
altezza. Friziono con foga i suoi capelli bagnati in modo che si asciughino, e
lui continua a borbottare perché lo sto facendo con troppa energia.
“Neanche fossi una specie di cane…”
mormora, da sotto di me.
“Smettila! Ti prenderai un raffreddore!”.
“Se è per questo anche tu…” commenta,
sollevando un lembo bagnato della mia maglietta. Un brivido mi scuote dalla
testa ai piedi, e non c’entra assolutamente nulla il freddo. Concentrata,
continuo ad asciugare i suoi capelli.
Improvvisamente la sua mano calda si
chiude sul mio polso, per fortuna non su quello che ancora cela dietro il
foulard rosso lo Zahir, costringendomi a fermarmi. I suoi occhi verdi
ricompaiono sotto l’asciugamano.
“Dimmi…” sussurro, mentre lui ritorna alla
sua solita altezza, sollevo leggermente il capo.
Il suo sguardo è assorto, concentrato,
come se stesse guardando ogni singolo pensiero, per studiarlo e ricavarne
implicito assenso a ciò che sta per fare. Mi stringo nelle spalle, imbarazzata,
l’asciugamano scivola sulle sue spalle, fino a cadere dalle mie dita, sfiorando
il pavimento. La mia mano resta sospesa a mezz’aria, la sua mano libera la
stringe poggiandola sul suo petto.
Il suo cuore batte forte sotto la stoffa
della maglia bagnata, mi si riscalda la pelle, nonostante quel freddo e
quell’acqua.
La apro lentamente, i miei occhi fissi su
di essa per sfuggire ai suoi che mi metterebbero in troppa soggezione ed
imbarazzo.
Se sapesse che cosa c’è in ballo,
per me, in questo momento… praticamente tutto…
Risollevo gli occhi timidamente, si sono
fatti di nuovo umidi, anche se non vorrei. La sua mano si poggia sul mio
fianco, anch’essa mi riscalda come se lui fosse fatto di fuoco e io mi fossi
fatta ghiaccio, tutto attorno mi sembra che il tempo stesso abbia smesso di
respirare.
In attesa.
Mi attira piano contro di sé, ogni
movimento è uno sguardo che cerca consenso, come se temesse di spezzarmi da un
momento all’altro.
Eppure, nonostante tutto, mi sento pronta,
tranquilla, serena, anche se il cuore mi batte furioso nel petto, come un
passerotto in gabbia che spiega inutilmente le ali piccole e fragili. Persino
l’acqua che mi bagna ancora, la sento come se si fosse fatta tiepida,
procurandomi una serie di piccoli brividi sulla schiena. Si ferma la sua mano
sulla mia schiena, quando oramai il mio corpo aderisce perfettamente al suo, il
mio e il suo cuore già si baciano dolcemente, infondendo calore il suo e
perdendo gelo il mio.
L’altra mano lascia il mio polso,
raggiungendo l’altro mio fianco, sfiorando la pelle nuda che la maglietta
lascia scoperta, mentre mi alzo in punta di piedi. La mia stessa mano, senza
controllo, raggiunge la sua nuca mentre lo avvicino di più a me.
Chiudo gli occhi, un attimo prima che il
mio viso raggiunga il suo. Sento sotto le mie le sue labbra calde, morbide, un
sapore che mi sembra quasi conosciuto, eppure che so di non aver mai sentito.
La frescura di una lacrima bagna la mia guancia rovente, scivolando tra le
nostre labbra unite. Sale e miele nello stesso momento.
Timido, dolce, leggero, come un’alba di
settembre.
Le mie labbra si adattano velocemente alle
sue e, prima che me ne rendo conto, già si schiudono piano, pronte ad
accogliere le sue con maggiore intensità. La sua stretta si fa più salda contro
la mia schiena, mentre anche le sue labbra si aprono dolcemente, ogni passo è
lungo quasi come un anno, come se si rendesse conto di toccare un qualcosa di
così evanescente che potrebbe sparire tutt’un tratto.
E gli sono così grata che altre lacrime
rotolano ancora, dai miei occhi chiusi.
Lentamente, il bacio cresce d’intensità,
la mia mano corre tra i suoi capelli, stringendolo ed avvicinandolo di più a me,
le sue mani che corrono lungo la mia schiena, velocemente, ormai non più timide
o incerte. Sfiorano i miei fianchi, ritornano al mio viso, come una marea in
cui flutto senza accorgermene. Finché anche la mia lingua cerca e trova la sua,
finché danzano assieme, ritrovandosi e perdendosi l’una vicino all’altra,
finché il suo sapore si fa il mio. Inarco la schiena, annebbiata, fremente,
pronta a qualsiasi cosa che possa venire dopo questo. Lo sento sussultare di
fronte al mio impeto improvviso, ma lo sento volermi come lo voglio io adesso.
Tremano le sue mani contro la mia schiena e tremano le mie attorno al suo
collo, i piedi che sembra che non mi sostengano più.
Calcolo mentalmente la distanza tra qui e
il piano di sopra, sperando che mi segua, i pensieri inceneriti come carta. Mi
stacco leggermente da lui e chiudo la mia mano sul suo polso, affannata,
respirando a stento, ed apro le labbra torturate e ruvide per dirgli di andare
di sopra, senza nemmeno accorgermene. Senza nemmeno capire davvero che cosa sento.
Basta averlo ancora attorno a me, a bruciare ogni cosa e a cancellarmi la
memoria e il pensiero.
E poi riapro lentamente gli occhi.
Non è come sarebbe stato con te.
Baciare Hayden non è come sarebbe
stato baciare te.
Sopra la spalla di Hayden, infiniti occhi
grigi mi scrutano come se non mi vedessero nemmeno, trapassandomi quasi come se
fossi fatta di burro. Fermo, sulla soglia, alle spalle di Hayden che mi cinge
ancora, la mano fasciata stretta attorno all’intelaiatura della porta, i
capelli bagnati che liberano delle gocce fredde sul suo viso, come se
piangesse. La bocca socchiusa, non so per cosa, se si chiama sorpresa quella
piega nei suoi occhi che li rende tristi, o semplice disagio nel vivere come lo
caratterizza sempre. Le labbra bianche sono le stesse che hanno toccato le mie,
secoli fa, e che ho desiderato così tanto da perdere la ragione.
Non è come sarebbe stato con te.
Baciare Hayden non è come sarebbe
stato baciare te.
Un pensiero senza amore, solo prepotente,
solo soffocante come lo Zahir che mi chiude il polso, ora come non aveva mai
fatto prima. Brucia l’osso, lo sento quasi incrinato, mi porto la mano al petto
respirando a fatica. Inorridita, vedo il foulard bagnarsi di sangue.
Hayden si accorge di qualcosa e riapre
anche lui gli occhi. Coglie la sofferenza nei miei, ne cerca l’origine e la
fraintende.
Occhi di demone, velati da acciaio duro
come diamante, mentre guardano Hayden, mentre indugiano sul mio braccio attorno
alle sue spalle, mentre sfuggono i miei occhi ancora appannati di passione.
Nascondo il viso nel petto di Hayden,
mentre Draco ci sorpassa in silenzio, dopo aver preso Serenity dal divano.
Hayden non smette di accarezzarmi
lentamente la spalla, mentre Draco sparisce, salendo di sopra. Non mi stacco da
Hayden, dando ostinatamente le spalle a lui che non smette di perseguitarmi,
che non mi lascia mai in pace. Come una condanna, peggio di quella a non usare
la magia, peggio di una condanna a morte perché è la colpa stessa nell’essere
felice, è la colpa stessa del continuare a vivere senza di lui, è la colpa
stessa di cercare di sopravvivere, nonostante mi abbia spezzato ed annientato
il cuore.
Lo odio.
Quel pensiero è come un fiume in piena
nelle mie vene, oleoso, viscido, sporco, che si insinua nel mio sangue, inzuppandomi
di sudore freddo, rendendo il mio respiro ghiacciato anch’esso, congelando
nella stasi del disgusto per me stessa ogni mia azione. È come se mi fossi
rintanata in un cantuccio di me stessa, terrorizzata da quell’ondata di odio
che mi sporca dentro, e mi guardassi agire dall’esterno. La ferita che, sono
certa, lo Zahir ha aperto sul mio polso, brucia la carne viva e non smette di
sanguinare, lo sento il liquido caldo e viscoso che tinge il foulard di un
rosso più intenso di quello che aveva naturalmente. Ma non sento male. Magari
lo sentissi…
… improvvisamente è come se fossi morta
dentro, come se mi stessi putrefacendo io stessa, come se mi reggessi in piedi
per una cosa sola. L’odio per Draco Malfoy.
Acuto, intenso, bruciante, totalizzante, annientante. Ho perso persino
interesse in Hayden, mi danno fastidio le sue braccia calde che cingono il mio
corpo gelido come pochi secondi prima, le avevo adorate. Lo guardo solo nella
prospettiva che possa aiutarmi a ferire Draco. Spalanco gli occhi, scuotendo il
capo e cercando di riprendermi.
Quel bozzolo che mi aveva rinchiuso,
prigioniera nel mio stesso corpo e testimone silente del mio stesso agire,
senza che lo potessi controllare, si riapre leggermente. L’odio si ritira su sé
stesso, pronto a colpirmi ancora, se lo lasciassi fare.
Respiro profondamente, cercando di
liberarmi i polmoni, quasi come se davvero lo avessi respirato per un attimo e
mi avesse intossicato.
Le braccia di Hayden tornano piacevoli
sulla mia pelle fredda.
E la ragione mi riporta un ricordo. Le parole di Helder.
L’odio non rimane mai circoscritto, è come un
cancro… contaminerebbe tutto quello che rimane di te… quindi vai via, davvero,
appena dovessi accorgerti di qualcosa di simile… potresti morirne a quel punto,
come se ti avesse avvelenato. Solo l’amore ti salverebbe ancora… ma se lo hai
distrutto, creando lo Zahir, è impossibile che torni ancora…
Un
cancro. Una metastasi distruttiva. Ecco cosa era… ed è successo prima del
previsto. Dovevano passare tre giorni ed invece non sono passate nemmeno
ventiquattro ore… devo andarmene prima di morirne io stessa, prima di fare del
male a Draco.
Rabbrividisco,
nonostante tutto, ora che sono più lucida, so che non è questo che voglio. Me
ne frego di lui e so che probabilmente lo Zahir non mi farebbe nemmeno provare
nulla… ma non posso fare questo a Serenity. Almeno per lei, devo tenere fuori
l’odio da me.
Devo
andarmene, quanto prima possibile.
Sollevo
nuovamente gli occhi verso Hayden, il suo sguardo è ferito, evidentemente ha
pensato che ho reagito male vedendo Draco e mi sono pentita di averlo baciato.
“Mi
dispiace…” dico, le labbra che mi tremano “Credo che per te sarebbe enormemente
più facile se mi lasciassi perdere… da quando ci frequentiamo… ho reso… la tua
vita… un inferno…”. Abbasso lo sguardo, gli occhi che mi si riempiono di
lacrime. Cerco di concentrarmi su Hayden per escludere l’odio per Draco da me
stessa, prima che mi sopraffaccia di nuovo. Lo sento sempre in agguato, ai
margini di me stessa, pronto a graffiarmi se abbasso la guardia.
“Non
dire sciocchezze…” risponde Hayden con un sorriso leggero, prendendomi il viso
tra le mani e cancellando le mie lacrime con le dita “Ripeto, non avrei voluto
fargli un altro regalo…”. Di fronte al mio sguardo interrogativo,
completa ancora con un sorriso triste, accarezzandomi la guancia: “Quando mi
vede baciarti… viene preso dall’insano piacere di procurarmi la morte… non
dirmi che non te ne sei accorta?”.
“No…”
nego, ricacciando indietro la soddisfazione per la sofferenza di Draco “E non
credo nemmeno che sia poi come dici tu…e comunque non mi importerebbe…”,
sorrido, piegando la testa di lato, accolta dal palmo della sua mano: “…
ovviamente tranne per la parte della tua morte…”.
Lui
ride leggermente, per poi tornare serio, mentre mi accarezza ancora il viso:
“Davvero?”.
Distolgo il viso dai suoi occhi, la belva
dentro risponde che certo che mi interessa, che vuole che Draco soffra tanto
quanto ho sofferto io.
Annuisco con il capo semplicemente,
guardandolo: “Davvero… ti ho baciato solo per me stessa… lui non c’entra
nulla…”.
Si avvicina piano, baciandomi a fior di
labbra, delicato, come poco prima. Non faccio in tempo a rispondere che già si
è allontanato.
“Adesso sarà meglio che vada…” mi
sussurra, guardandomi.
“Così presto?”.
“Domani devo lavorare… e tra due settimane
devo ritornare in Italia…”.
“Vero, l’avevo dimenticato…” mi mordo il
labbro inferiore. Senza di lui, chi mi impedirà di
perdermi?
“Se andrà bene tra noi, sai perfettamente
che sarò più qui che lì, no?” mi dice con un sorriso, baciandomi ancora.
“O sarò più io lì che qui…” sorrido,
bisbigliando. Sarebbe la soluzione migliore,
decisamente.
“Non te lo chiederai mai, se avessi anche
il minimo sospetto che stai scappando da lui…” mi dice quasi duro, ma sempre
con quel sorriso che ora vorrei solo baciare ed annullare, per quanto mi spezza
il cuore.
Abbasso lo sguardo, lui mi risolleva il
mento con una mano: “Ma il giorno in cui sarai sincera… e il giorno in cui per
te lui non sarà più nulla… sarà la prima domanda che ti farò…”.
Sorrido ancora, prima di abbracciarlo di
slancio, lasciando che mi stringa forte. Se sapesse quello che sta facendo per
me… ricaccio indietro le lacrime, mentre si stacca da me, baciandomi ancora,
prima di correre via sotto la pioggia.
Resto immobile, la fronte poggiata sulla
parete accanto alla porta, la pioggia che cade fuori ancora, i tuoni che
rimbombano nel cielo.
Devo salire di sopra, prendere le mie cose
ed andarmene, prima possibile. Mi tolgo il foulard dal braccio destro,
constatando che la ferita sembra quasi chiusa, non sanguina più, ma il metallo
del bracciale si sta scurendo, cosa che non può essere sicuramente un buon
segno.
“Non ti azzardare mai più…” un sibilo e la
ferita si riapre, veloce, crudele, annaspo mentre riprende a gocciare.
Mi volto terrorizzata su me stessa ed è
ovviamente lì davanti a me, i pugni chiusi, il respiro ansante, stravolto.
Ed è un attimo, il fiume riprende come
prima, vincendo facilmente la debole resistenza del calore di Hayden.
Ed io sparisco, perdo possesso di me
stessa, mi vedo muovere e parlare senza che possa impedirlo, senza che abbia il
controllo di me stessa, il cancro che mi inquina dentro. Maledico la sua
esistenza e il suo vivere, cerco l’annichilimento che cancelli Draco dalla
storia della mia vita e dalla storia di qualsiasi persona al mondo. Sento dai
miei stessi occhi il desiderio di morderlo, di ferirlo, di vederlo sanguinare,
di ucciderlo quasi, se non fisicamente, almeno di uccidere il suo cuore. Come
quando Harry guardava Silente attraverso gli occhi di Voldemort… la stessa
cosa. Uguale. Ma io non sono così pura come lui… e l’amore che diventa odio è
una cosa che deve essere così potente che probabilmente attecchirà così bene
dentro di me, da spezzarmi come un fiore.
Constato con terrore che non voglio più
andare via. No. Non me ne andrò di qui.
Fino a quando lui non brucerà assieme a
me, in una casa sprangata, al centro esatto dell’inferno.
Il traditore di ogni parte del
mondo. E la folle traditrice del suo stesso cuore.
Ah rieccomi!! Un capitolo non molto lungo e che a me non piace
nemmeno particolarmente, ma che diciamo era abbastanza necessario per come si
deve evolvere la storia successivamente… avrete presto a che fare con una nuova
Hermione, che a me piace chiamare Dark Hermione, quindi non vi spaventate! Sotto
il piccolo sondaggio che ho lanciato su fb,
(ribadisco l’invito
per la mia pagina su fb http://www.facebook.com/home.php?#!/profile.php?id=100001120873807&v=wall
E per quella di
HALFT,
http://www.facebook.com/home.php?#!/pages/Have-a-Little-Fair-Tale-Official-Fan-Page/119669338068092
ho deciso di iniziare ogni chappy con uno sguardo sul
futuro, dove Hermione a cinque anni di distanza scrive un diario sulla sua
situazione attuale, riguardando anche al suo passato e a quello che le è
successo prima… il futuro non è molto roseo, ma tranquille, cambierà!!:D passo
come sempre ai ringraziamenti di rito e alle varie risposte, ringraziando
anticipatamente tutti coloro che frequentano le pagine su fb,
che leggono la storia e la inseriscono nei preferiti o nelle seguite o nelle
storie da ricordare, e che non smettono mai di farmi sentire il loro sostegno
ed affetto. Grazie davvero tanto!:D
Liven: carissima!! Come sempre, poverina,
ti ho angosciato per tutto il capitolo, non credo che con questo sia andata
meglio!:( purtroppo siamo in una fase di discesa necessaria all’inferno, poi
inizieremo piano a risalire, all’insegna sempre del lieto fine che assicuro
sempre!! Effettivamente l’idea che Draco la fermasse prima che riuscisse a
compiere lo Zahir, non era male!! Al massimo faccio una one
shot dove la sfrutto!!:D Ma per ora ci dobbiamo
tenere la Dark Hermione!! Almeno ti sorprendo un pochino!! Non sprofondare nei
pensieri negativi, mi raccomando! Io purtroppo per mia natura, vedo Draco ed Hermione
come una coppia estremamente complicata, quindi mi sento di doverli mettere enormemente
i bastoni tra le ruote per farli stare assieme!! Ma alla fine ce la faremo!! Grazie
di avermi aggiunta su fb!! Tanti Baci!!:D
Coquelicot Rousse: ciao!! Grazie
davvero dei complimenti, sto scrivendo dei capitoli di una tristezza assoluta
che mi meraviglio ancora come non mi lasciate perdere!! Sono contenta che il
personaggio di Helder ti sia piaciuto, le sono affezionata come ogni mia
creatura originale! Draco ed Hermione sono sempre gli stessi, fanno sempre il
contrario di quanto dovrebbero… credo che la sola cosa che li accomuna è fare
sempre delle cose assurde, convinti di essere nel giusto… ma prima o poi li
faccio rinsavire!! Un bacio!!
Payton Sawyer: ciao cara!! Ebbene
sì, sono una donna di un sadismo estremo!! Anche se, come penso avrai capito da
questo chappy, il futuro non è affatto bello come pensi…J Hermione non
sta con Draco, ha un figlio e un marito, ma quest’ultimo non è Draco!! rigarantisco il lieto fine e rigarantisco
che le cose spesso non sono esattamente come sembrano, quindi abbiate fiducia!!:D
spero di averti rassicurato con il piccolo spoiler di questo capitolo, Hermione
lo ama ancora Draco tranquilla… :D ed Helder effettivamente vede molto meglio
di quelle due teste di rapa, diciamo che lei sa ciò che io so (ora sì che sono
sadica…), ed anche per lei sono stata proprio cattiva, le ho dato una storia
proprio pesante, ma prometto di riscattarmi anche con lei!! grazie mille dei
tuoi complimenti!!:) baci !!
Haley_James: la mia cara Deny!!
Compagna di canzoni condivise da OTH!! J spero che
tu abbia finito con lo studio, ti faccio distrarre troppo…L Forse è un
pochino più positivo questo di spoiler che l’altro, almeno sai per certo che Hermione
ama ancora Draco!!:D grazie davvero, sei davvero dolcissima!! Un bacio!!
Stellale: carissima!! Non ti sono più
riuscita a mandare mail, causa pc in paranoia, ma ti
ringrazio davvero!! Ora posso di nuovo, quindi quando vuoi, sono qui!!:D
effettivamente non avevo notato la somiglianza di fondo tra Draco e Dorian Gray, è una cosa che fa
riflettere… ho letto il libro qualche anno fa, e devo dire che mi ha angosciato
un po’, quindi se lo rileggo forse mi faccio venire lo spirito giusto per
descriverlo!!:D tranquilla adoro i riferimenti ai libri, sono il mio pane!! (non
da quando mi sono impelagata nella Meyer, e la
bestemmio ogni minuto, ma lasciamo perdere che sennò inizio a delirare!) grazie
davvero per tutto!! Baci!!
Dalia91: io ti devo delle scuse grosse come
una casa!! Ho cercato di concentrarmi sul nuovo capitolo quindi non ho potuto
adempiere alla nostra missione, diciamo così!! Scusami….ç_ç
la sensazione da amore non corrisposto, specie in quel modo, è una cosa che
purtroppo conosco bene e da lì, mi è nata l’idea dello Zahir… insomma, la
proviamo tutti la sensazione di volerci strappare il cuore pur di non provare
più quello che proviamo. Effettivamente la vita di Helder non è facilissima, ma
lei, dalla sua, ha il fatto di essere una ragazza con molta voglia di vivere
quindi riesce a gestire la cosa… anche io sono una lupacchiotta!!
Eheheh… non sto leggendo il 4° libro della saga proprio perché oramai Jacob è
fuori dai giochi! Grazie ancora di tutto quello che stai facendo per me e
scusami ancora se non ti sto aiutando molto!! L
Cygnus Malfoy: la mia Helder in carne ed ossa!! Grazie
davvero di tutto… sono contenta che il tuo alter ego ti sia piaciuto, volevo
che fosse quanto più simile a te!! Sono contenta anche che il lieto fine
scontato non faccia per te, io non li sopporto e continuo ad infarcire la
storia di ulteriori ostacoli!! Poveri voi che mi sopportate!! Baci!!
Seven: la mia cara Nadia che un giorno mi
scriverà le recensioni per i giornali, se farò la scrittrice!!:D non ti
ringrazierò mai a sufficienza per l’aiuto che mi hai dato con questo chappy!!:)
mi ha incoraggiato tantissimo e hai lottato contro le mie crisi di insicurezza,
quindi davvero dovrei scrivere un grazie grosso come una casa!! Grazie anche
delle tue recensioni meravigliose che aspetto sempre con ansia!!:D un enorme
abbraccio!!!
Emmetti: tu mi fai sempre troppi
complimenti!! Scrivere di Helder ed inventarmi la sua empatia, mi è piaciuto
molto anche perché Helder tornerà ancora successivamente e come avrai capito,
sarà molto utile perché sa molto più di quanto non sembri!!:D mi sono divertita
anche con i flashback, adoro Harry e Ginny, li vedo come una coppia molto vera
e reale, anche se canon, e certamente non hanno nulla
a che vedere con Ron ed Herm made in Row; sai che la mia adorazione per Seth, oramai rasenta il
ridicolo, lo sto lasciando molto in ombra ultimamente, e me ne dispiace!!ç_ç Ron e Dean ci stava, che soffrissero ancora per Herm, Dean
mi sta abbastanza simpatico, è uno fiero di essere superficiale e playboy, ma
Ron l’ho sempre visto debole e senza spina dorsale, e continua ad esserlo anche
con LavLav, la paris hilton del mondo magico!! E dracuccio,
caro, resta sempre tale… ma ci hai visto giusto, è l’ “inizio” di qualcosa per
lui… anche se poi capirete che anche per lui è iniziata molto prima!!:D da
questo spoiler, avrai capito che non va tutto bene… ma si sistemerà!! Ancora Baci!!
Veracruz: la tua recensione mi ha
particolarmente colpito, davvero! Non capita di frequente di leggere cose
simili, nel senso che ti sei davvero emozionata per la mia storia e questo, per
una pseudo scrittrice come me, è una cosa bellissima! Diciamo che ne sei
rimasta particolarmente coinvolta, e spero di non averti fatto stare troppo
male. tendenzialmente sono una persona molto romantica, ma mi sono sempre
convinta che bisogna sudarsi molto la propria bella favola. E per questo credo
che scrivo così… scusami se ti ho fatto del male in qualche modo! Spero di
ritrovarti al prossimo chappy!:) baci e grazie per la recensione così onesta e
particolare!
DracoTheBest: grazie tantissimo dei tuoi
complimenti, magari li perdessi io 10kg a scriverla la storia!!:) ma ci perdo
solo il sonno, la ragione e la capacità di connettere!! Grazie davvero molto!! Baci!!
Alethewriter: ciao!! Mamma mia, ora ho anche tua
mamma sulla coscienza…ç_ç posso comunque assicurarti
che scrivendo questa storia mi sta venendo una voglia pazza di trovarmi un Seth
da qualche parte, miracoli della fantasia!! Mi hai fatto sbellicare quando hai
scritto che secondo te Draco ha dei disturbi della personalità, ma credo che
quando uno sia così incoerente, è perchè sta facendo
qualcosa che gli costa… o che non vuole fare… ecco ho detto troppo!! Anche la
decisione di Hermione di creare lo Zahir, è na
decisione strana, ma anch’essa verrà spiegata! Un piccolo segnale l’ho dato, ma
davvero capirete tutto alla fine!! Ancora baci!!
Goldgriff: ciao e benvenuta!! Non ti
preoccupare, non dovevi recensire per forza ogni capitolo!!:D ti ringrazio per
il complimento sulla mia simpatia!! Spesso con Hermione mi sbizzarrisco pure
troppo…!! Dubbi su Hayden?? Azzarda teorie, tranquilla!!:D ancora grazie!!
Baci!!
Saluti a tutti!! Baci Cassie!!