Il treno arrivò…fuori
praticamente c’era tutto il paesino (forse 100 persone) che l’attendevano
pronti per fare festa…in fondo non capita spesso che una star passi da quelle
parti, per non parlare poi che insieme a Sana c’erano Naozumi e tanti altri
nomi dello spettacolo giapponese.
Sana fece un grande
respiro…mutò l’espressione del suo viso da teso e nervoso a dolce e serene e
scese dal treno con la sua solita verve!
Era proprio una brava
attrice Sana!
La giornata passò
serenamente e Sana non ebbe il tempo materiale di rimanere sola con i suoi
pensieri…aveva sciato, poi aveva praticamente fatto un piccolo show nella baia
di montagna dove si era fermata a bere un te…tornata in albergo via con tutte
le sue amiche a farsi un bel bagno nelle terme dovendo stare ben attenta ai
paparazzi ma più in particolare a Zenjiro e gli altri ragazzi, che avrebbero
fatto qualsiasi bassezza per vedere lei, Mayu e tutte le altre ragazze in desabille….
La sera a cena il baccano
regnava sovrano…in particolare quando come dal nulla comparve
Tutti si divertirono un
mondo…solo Maro però riuscì a tener testa alla sig.na Andou nel limbo…questione
di altezza!!!
La sera in stanza le
ragazze iniziarono una bella chiacchierata…finchè l’argomento non cadde sui
ragazzi…ovviamente tutte dicevano che Sana e Naozumi stavano insieme ma lei
negava in maniera categorica…fu Marilla che allora fece la domanda: “Beh…ma se
non Naozumi…chi è che ti piace Sana??”
A Fuka e Aya si gelò il
sangue…cosa avrebbe risposto Sana???
Sana guardò intorno a
se…tutte pendevano dalle sue labbra…chissà cosa avrebbero dato per conoscere la
risposta…
“A me…piace…” tutte
strabuzzavano gli occhi… “Sì, insomma il mio preferito è…” Le orecchie delle
amiche erano tese all’inverosimile…
“Lo ammetto…a me
piace….MARO!!!”
“…” Il silenzio cadde nella
stanza….la prima a cercare di sdrammatizzare fu Fuka che tirò una cucinata in
faccia a Sana… “MA SMETTILAA” gli urlo’….
Questo suo gesto provocò
immediatamente la guerra di cuscini nella stanza…
I cuscini volavano a destra
e sinistra…
Era riuscita a schivare la
domanda…ma non nel suo cuore…dove rimbombava ed ogni volta urlava di volere
risposta, risposta che probabilmente era tanto banale quanto impossibile…già…
I Giorni volarono in
fretta…così in fretta che
All’aeroporto Sana si
rendeva conto che ormai era giunto il momento…avrebbe definitivamente detto
addio a tutto quanto per lei fosse importante…avrebbe
abbandonato tutto ma
proprio tutti…amici, sua madre, i luoghi a lei cari…ed Akito…Già, avrebbe
definitivamente tagliato i ponti con quella parte della sua vita che l’aveva
segnata indelebilmente…come un pennarello, fin dentro alla sua anima.
Andandosene via sapeva di
lasciare un pezzettino di cuore nella sua Tokio…
D’un tratto Sana si
giro’…come richiamata da qualcosa o qualcuno…in cuor suo avrebbe veramente
voluto che qualcuno le dicesse di non andare, di rimanere lì, che la sua casa
fosse quella…ma non c’era nessuno.
D’altronde era stata
proprio lei a dire a tutti i suoi amici che non voleva vederli
all’aeroporto…sarebbe stato troppo triste salutarsi così, quindi cosa poteva
aspettarsi?
Sana sapeva benissimo cosa
si aspettava…Voleva con tutta se stessa che Akito si precipitasse
all’aeroporto, magari avvisato da Tsuyoshi per dirle che l’amava, che l’altra
non era niente per lui, che nella sua vita esisteva solo lei…
Invece non c’era nessuno…
Sana si imbarcò sull’aereo
con destinazione New York…aveva in mano un biglietto di sola
andata…probabilmente mai più avrebbe visto
Un po’ di malinconia sembrò
prendere il sopravvento nella ragazza…e poi la paura del futuro, un futuro
ignoto, che l’avrebbe vista doversi divincolare da sola contro i tentacoli
newyorkesi…ma era questo quello che voleva, era meglio per lei e per tutti
dimenticarsi di quello che era il passato. Bisognava pensare al presente ed al
futuro…
Akito non si era fatto
vivo.
…
Passo’ poco meno di un anno
da allora…Sana ormai si era affermata con ben due film a suo carico, di cui uno
da coprotagonista…un grande successo!
Era il 12 Ottobre, e Sana
era tornata a Tokio trovandosi nel mezzo di una pausa lavorativa…c’era una cosa
che doveva fare e doveva farla PROPRIO
QUEL GIORNO…infatti…