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Autore: Mushroom    16/07/2010    10 recensioni
"<< ah >> borbottò Maka << in poche parole, dovrò passare una serata a casa >> alzò le spalle. Era una consolazione o una scusa, quella?
<< no >> spiegò l’amico << dovrai passare una giornata con lui, e non a casa. In giro. Fuori. Voi due da soli >> se fosse stato possibile, Maka avrebbe visto un cuoricino alla fine della frase.
Stupida scommessa!
Per qualche strano motivo, arrossì. Non era da lei, una reazione simile.
Doveva solo uscire con Soul. Soul! "
E se la partita a Basket avesse avuto un risvolto diverso?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Got Me Going Crazy (Part 3)
{
Girl, you got me going crazy
Knock me off my feet
Now you’ve got me beggin, baby
Beggin, baby, please
All I wanna know is do you wanna get away
Get away with me
Cause girl, I don’t know what to do
Cause I’m so in love with you }

In quel momento il volto dell’arma lasciava trasparire ogni sentimento: Rabbia, frustrazione, indignazione, sconcerto, delusione, dolore.
Ti senti tradito, paparino?
La Deathscythe guardò quasi stranita la figlia, troppo vicina all’arma di cui aveva deciso di diventare l’artigiana, e sentì qualcosa al suo interno infrangersi.
La sua Maka-chan era cresciuta senza che lui se ne potesse accorgere.
Spirit sapeva benissimo che questo era successo in sua assenza: Maka era sempre stata un po’ troppo matura e razionale per la sua età.
Si ricordava ancora quando questa gli correva incontro sorridente e ridente, con quei suoi buffi codini che si muovevano di qua e di là.
E ora se la ritrovava di fronte, con quel suo sguardo sorpreso e sarcastico, mezzo avvinghiata a quel tizio.
A volte Spirit esagerava, ma quasi sempre a fin di bene. A volte – sì – vedeva anche cose che non c’erano.
Maka ci mise qualche secondo prima di giungere alla conclusione che, sì, suo padre era lì e che, sì, lei si stava decisamente lasciando trasportare dalla situazione.
Papà, posso spiegare”. Da dove era uscita quella frase, poi?
Cosa doveva spiegare? Che aveva deciso di passare – obbligatoriamente – il pomeriggio con Soul?
Perché avrebbe dovuto dirlo proprio a lui? A quel padre che non una volta si era mostrato dedito ai principi della famiglia. Quel padre che aveva amato e odiato, tanto, fino allo stremo.
Quella falce demoniaca in possesso del dio della morte.
Suo padre era colui che l’aveva resa ciò che era, sicché le aveva insegnato quanto potesse essere dura la vita.
Non tanto a livello fisico, quanto a livello emotivo.
<< Ah >> borbottò la ragazza, allontanandosi dalle labbra della Buki.
<< M-Maka! >> il padre indicò prima lei, poi Soul, poi di nuovo lei << Che diamine… insomma! >>.
Una cosa che Soul aveva imparato, riguardante Spirit, era che sapeva essere serio, ma solo quando si parlava di sua figlia.
Allora erano grane per chiunque cercasse di avvicinarla. Guarda caso, lui aveva appena tentato di baciarla e – con una fortuna senza pari – era stato interrotto proprio poco prima dell’accaduto.
E pensare che mancavano solo pochi centimetri!
Era stato un attimo, un momento perso. Era sicuro che non gli sarebbe più capitata un’occasione simile, forse perché conosceva a sufficienza la propria Shokunin.
Lei era tutto, ma non tipa da relazione.
Lo sguardo della Deathscythe passò nuovamente su Soul.
Quello era lo sguardo di un serial killer.
Uno sguardo che permise a Maka di organizzare una controffensiva in dieci secondi netti.
Insomma, cavolo, aveva bisogno della sua Buki viva almeno fino alla fine della scuola.
<< Soul >> la ragazza lo guardò per un secondo, augurandosi che tutte quelle missioni avessero davvero rafforzato la loro intesa << Al mio tre… >>.
L’arma annuì senza aver bisogno di ulteriori informazioni.
Perché a volte la ritirata era meglio della sconfitta.
<< Tu… diamine, tu… >> suo padre continuava a borbottare, incapace d’intendere e di volere. Non solo sua figlia era uscita con un ragazzo, ma gli aveva anche mentito.
Esco con degli amici, papà.
Spirit c’è la stava davvero mettendo tutta per dire qualcosa di sensato, ma riusciva solo a pronunciare sproloqui inutili contenenti sempre le stesse parole, quali “Maka” “occavolo” e “diamine”.
Uno, contò in silenzio.
<< Maka >> infine prese un grande respirò << Mi hai mentito >> le disse << Cosa ci fai qui con… con… >> non riusciva neanche a pronunciarlo, quel nome. Il nome della persona che gli stava portando via sua figlia. Anzi, che gliel’aveva già portata via.
<< Tu non puoi fare sempre di testa tua. Sono pur sempre tuo padre, Maka. Io devo sapere cosa fai. >>
Due.
<< Proprio ora vieni a dirmelo, papà? >> già, proprio ora doveva iniziare a fare il padre? Quando, per anni, si era limitato a essere una figura così astratta nella sua vita.
La cosa che le doleva di più era che - suo padre - sarebbe potuto essere un buon padre, se solo avesse voluto.
Questo la fece inferocire più del dovuto.
Voleva davvero sapere cosa faceva? Per poi obbiettare le sue scelte, magari? Per anni era stata in grado di reggersi sulle sue gambe e valutare bene le situazioni, anche senza la sua guida.
Lui non aveva il diritto di andarle a dire una cosa simile.
<< Si >> lo sguardo del padre la trapassò da parte a parte, come un lancia affilata << Tu hai… >>
Tre.
Non volle ascoltare di più.
Afferrò la mano del ragazzo, strattonandolo via con se. Aspettare di dargli il segnale sarebbe stato superfluo: tanto aveva capito lo stesso che doveva correre molto velocemente.
Soul era stupido, ma non così stupido. Inoltre aveva uno spiccato senso di sopravvivenza.
Allo stesso modo, suo padre sapeva essere dannatamente tenace.
Sapeva li avrebbe seguiti, a meno che non si fossero velocemente persi nella folla.
Difatti l’uomo tentò di inseguirli. Voleva… i suoi pensieri si fermarono per un attimo: non sapeva cosa voleva, ma era quasi sicuro che dovesse fermare sua figlia e quel mostriciattolo.
Quante volte gli aveva ripetuto di starle lontano?
Velocemente, i due si svincolarono tra la massa informe. Prima a destra, poi a sinistra, infine in una direzione non ben precisata. Era qualcosa di assurdo, quella corsa. Era folle.
Follemente divertente e paradossale.
Maka scosse la testa: per quanto potesse trovare qualcosa di piacevole, in quella situazione, vi trovava anche qualcosa di stancante. E la sua milza iniziava a lamentarsi.
Quando inseguiva un Kishin non si preoccupava di queste cose o di atre banalità: il suo compito era quello di fermare quegli esseri, ma in quel caso si trattava di un appuntamento. Una serata teoricamente piacevole e calma.
<< Soul, trasformati! >> gli urlò.
<< Che? >> lo sussurrò appena, ma non fece domande. Mutò immediatamente il suo corpo in quello di una falce, affidandosi alle mani della sua artigiana.
Lei l’afferrò senza problemi.
Fece della lama un fulcro e del resto una leva. Bilanciò il peso del suo corpo, calcolando velocemente la traiettoria che avrebbe voluto prendere. Incurante degli sguardi stupiti puntati su di loro, spiccò un salto e – contemporaneamente – staccò Soul da terra, ottenendo una spinta maggiore.
Il susseguirsi degli eventi fu veloce, pratico. Maka era brava e precisa in queste tre cose e le sapeva fare benissimo di fronte ai problemi. Era il suo modo di approcciarsi alla vita, quello, e non l’avrebbe cento cambiato. Perché – per quanto potesse essere confusa in quel momento – era ancora conscia di se stessa.
Si guardò attorno per qualche minuto, continuando a mantenere un passo spedito e tenendosi in guardia dal padre. Contemporaneamente cercava un rifugio con occhi vigili, tant’è che non si accorse della ritrovata forma umana di Soul Eater.
Poi il suo volto si illuminò quando vide la casupola della ruota panoramica.
Un rifugio perfetto.
<< Dentro, Soul >> .
Si fiondarono nella casupola, che si chiuse dietro di loro con un colpo netto.
La folla, troppo stupita, non ribadì loro la buona educazione: si deve fare la fila, ragazzi.
Maka tentò di riprendere fiato lentamente.
Si lasciò cadere sul sedile dell’abitacolo, un poco sudata e ancora un po’ agitata per il mix di eventi che aveva appena subito.
<< Ora capisci? >> domandò Soul con un piccolo sogghigno << Capisci perché non mi viene la nausea su determinate giostre? >>.

Quel giorno l’arma del dio della morte aveva capito cosa significasse sentirsi moralmente a pezzi.
Li aveva persi, quei due.
La verità era che non gli importava se la figlia si trovava un fidanzatino. Lui non sopportava Soul, tutto qui.
Spirit non sopportava Soul, ma gli era grato. Lui aveva salvato sua figlia, in qualche modo. La cosa che lo faceva soffrire di più, di quella situazione, era che la Buki l’aveva salvata da lui.
Fece un sorrisino amaro.
Diamine, era più dura di quel che pensasse.

Maka era arrivata più di una volta a proiettare suo padre su Soul Eater. Per il tipo di arma, per il temperamento poco intelligente e per la predilezione verso le forme abbondanti, eppure aveva capito fin da subito di potersi fidare di lui. Inizialmente si era rifiutata di sentirsi così al sicuro al fianco di quell’individuo che conosceva appena, poi si era resa conto che loro due erano semplicemente simili.
Forse l’aveva saputo fin da subito.
Da quando aveva suonato quella tetra melodia per lei, quella prima volta, nel loro primo incontro. Non se lo negava: Maka aveva avuto paura.
Era un diavolo con i capelli argentei e gli occhi rossi.
Ma un diavolo non è un’artista. Il signore delle tenebre non aveva il potere né di creare né di deliziare, sicché si era convinta che un essere malvagio non avrebbe mai potuto dare luce a qualcosa di così bello quali erano quelle note prodotte dalle sue mani.
Un essere così non sarebbe mai potuto essere malvagio.
Soul, poi, era fonte di un certa quantità di sentimenti contrastanti, che avevano a che fare con la paura e l’affetto. Riprendere il controllo della situazione – quindi – era stato a lei essenziale, e poco importava se fosse stato a causa di quel bastardo di suo padre.
Guardò l’arma, che fissava un punto non ben precisato della città. Beh, dopotutto la ruota panoramica serviva a ammirare la panoramica.
Seduto davanti a lei le sembrò quasi un’altra persona.
Si sentì come se fosse stata cieca per mesi, anni forse.
Perché lei si era innamorata di Soul.
Si. Era. Innamorata.
Diavolo! Le sarebbero servite diverse vite prima di abituarsi a quella strana idea, tant’è che continuava a ripeterselo come se fosse stato un suono vuoto dentro la sua testa; in realtà, quella nuova verità, la sconvolgeva non poco. Solo che, ogni volta che provava anche solo a pensarci, le sembrava molto surreale e poco… non sapeva neanche lei cosa. Decisamente strano, quello sì. Come se mancasse qualcosa? Anche.
Beh, poco importava di come fosse messa in fatto sentimentale. Si conosceva: era certa che avrebbe aggirato la questione fino alla nausea.
Perché?
Perché aveva appena commesso lo stesso errore della madre.
Una volta gliel’aveva anche chiesto, alla mamma, se si fosse mai pentita della sua storia d’amore con il padre. Lei non aveva risposto, non in maniera chiara.
Aveva sorriso, con gli occhi languidi di chi sapeva ma non poteva spiegare.
Maka era piccola, quella volta, e non aveva capito la risposta implicita.
Sinceramente non la capiva neanche in quel momento, quando si ritrovava faccia a faccia con uno dei suoi incubi. Stava esagerando? Ok, forse stava esagerando.
E il silenzio la stava uccidendo.
<< Mio padre è assurdo >> esordì con uno sbuffo, incrociando le braccia al petto.
Soul alzò lo sguardo verso di lei, poi tornò a guardare fuori dal vetro. Ormai erano in alto, quasi a metà del giro. La ruota era incredibilmente lenta rispetto a tutte le altre attrazioni. Terribilmente lenta e intima.
Almeno, sulle montagne russe, dovevi solo urlare.
Maka tentò di togliere l’ambiguità a quel pensiero con scarso successo.
Aveva provato la follia, sapeva cosa voleva dire diventare pazzi e disprezzava dal profondo quello che aveva dovuto fare per placcare Chrona. Era stato un insulto verso se stessa, la sua arma e quello che erano.
Per questo sapeva che – quella sensazione che aveva addosso – era molto simile alla pazzia.
Soul avrebbe detto che l’aggettivo più azzeccato per descrivere il vecchio di Maka sarebbe stato megalomane, ed era quasi sicuro che questa gli avrebbe dato ragione << Col casino che abbiamo fatto di sotto dubito che ci faranno entrare di nuovo, qui al lunapark >>
Maka sorrise, tentata dal torcesi le mani << Né, perché hai scelto proprio questo posto? >>.
Soul sembrò pensarci un momento, poi fece spallucce << Mi sono chiesto: dove posso portare una secchiona come Maka senza farla annoiare e senza finire disperso in una libreria? >> il tono neutro sembrava decretare un ragionamento normale e usuale << E il risultato è stato questo. Tutto qui >>.
La ragazza gli diede uno scappellotto in testa, risparmiandogli il libro solo per magna carità. Poi fissò quel suo sguardo vuoto e da scemo, che le fece venir voglia di maledirsi: davvero si era presa una cotta adolescenziale per quello lì? Così inaugurò anche quella giostra con uno dei suoi Maka-Chop.
<< Echecacchio ho fatto di male, ora?! >> la Buki si massaggiò la testa. A volte faticava a capire la sua artigiana.
Questa lo guardò truce << Tutto >> sbuffò << Hai iniziato a fare idiozie il giorno stesso che hai deciso di giocare a Basket >> si diede un leggero colpetto in fronte, come di disperazione << Continuando con tutti gli appellativi che mi affibbi giorno per giorno >>
<< Andiamo, Maka >> Soul sorrise a trentadue denti << Cosa c’è di male in piatt-girl, in Surf-gir, o in ferro da stiro? >>.
Spazientita, gli diede un altro colpo, più forte del primo. << E sei anche così idiota da chiedertelo? >>.
L’arma si leccò le ferite, alzando gli occhi al cielo. In quel momento, riconobbe la sua Maka. Quella con cui aveva condiviso così tante cose e che, in un misero lasso di tempo, era stata capace di farlo innamorare. Perché doveva essere davvero più idiota di Black☆Star per non accorgersene.
No, davvero, BlackStar ci sarebbe arrivato prima.
Fece una smorfia ai suoi stessi pensieri. Si faceva ribrezzo da solo, a volte.
Perché era davvero poco cool avere davanti la ragazza che ti piaceva senza rendertene conto.
<< Beh, hai ragione >> ammise infine << Secchiona va più che bene! >>.
Ennesimo colpo.
<< Soul, sei masochista? >>
<< Può darsi >> farfugliò << Dopotutto sono così masochista da cercare di baciarti >> non fece neanche tempo a mordersi la lingua o a chiedersi da dove avesse tirato fuori quella frase, che Maka si alzò di colpo, arrossendo e sbraitando come un’idiota.
<< Se non volevi farlo non dovevi farlo! >> sbottò, con una vena sarcastica << Dopotutto sei tu quello masochista che voleva baciare una secchiona come me! >>
<< È stato solo un attimo! >> si giustificò. Lo sapeva: quell’attimo – quel momento di debolezza – gli avrebbe solo portato grane. Perché, poi? Cosa c’era di così male nel tentare di baciare la ragazza di cui si è innamorati? Echecacchio! Ma come faceva a piacergli una così? << Non è che ci ho pensato poi più di tanto a… e poi, scusa tanto, ognuno può avere una svista >>
<< Una svista?! >> la ragazza strabuzzò gli occhi << Quindi ti va bene chiunque, che sia io o chissachì! >>
<< In quel momento non mi sembravi così reticente! >> le rispose. Diamine, per chi l’aveva preso?.
Maka balbettò qualcosa, poi gli piazzò un altro colpo in testa << Tu non capisci niente! >>
<< Tu non mi fai capire niente! Prima ti comporti in un modo, poi in un altro >>
<< Da che pulpito viene la predica! >>.
Si guardarono in cagnesco per qualche secondo, maledicendosi a vicenda.
Poi Maka tornò a sedere con la speranza di godere gli ultimi attimi di quella giornata: prima sperava che non finisse mai, ora non vedeva l’ora di tornarsene a casa e archiviare tutto quello che era successo.
Ecco perché i sentimenti erano inaffidabili.
<< Tutta questa giornata sembra frutto dell’onda di follia >> commentò Soul, con un tono irritato << Oggi mi hai fatto impazzire >>
<< Io non faccio impazzire nessuno >> gli rispose, incrociando le braccia al petto << Tu, semmai, mi fai sempre impazzire, con quelle tue idee strambe e il tuo modo di presentarti >>
Si guardarono di nuovo, poi con un lieve scatto abbassarono lo sguardo.
<< Mio padre sarà irritante, ma in questo momento penso che la sua presenza sia stata una fortuna >> già, perché se Spirit non fosse arrivato, lei lo avrebbe baciato e le sarebbe anche piaciuto. Ne era certa, conosceva i suoi limiti e i suoi punti deboli.
<< Già >> controbatté l’arma, con quel suo fare un po’ arrogante << Sarebbe stato un madornale errore baciarti >> in realtà non la pensava proprio così, ma era sicuro che – nel caso l’avesse davvero fatto – si sarebbe beccato uno schiaffo accompagnato da un Maka-chop. E sarebbero stati i colpi più dolorosi della sua vita.
Forse non era veramente innamorato della sua Shokunin. Forse aveva confuso tutto, preso dal momento.
Forse
Al diavolo, quelle erano solo stupide consolazioni.
<< Non mi sarebbe neanche piaciuto >> concordò la ragazza.
<< Anche a me >> convenne << Una cosa del genere mi avrebbe definitivamente rovinato la reputazione >>.
Maka si sentì un po’ delusa, da quella conclusione. Aprire bocca per insultarsi a vicenda era normale, per baciarsi meno e per urlare “beh, a me no – io e il mio, di masochismo, ci siamo innamorati di te” decisamente no. Il suo orgoglio, inoltre, avrebbe impedito una dichiarazione simile.
Perché si doveva innamorare proprio di lui, che non l’avrebbe mai ricambiata?
Anche se, fino a qualche minuto prima, era sicura del contrario. Lui l’aveva guardata in modo diverso, prima di baciarla, in modo più umano, come se vedesse realmente una ragazza. Perché Maka era sicura che Soul, in lei, vedesse tutto meno che un’esponente del genere femminile.
In fin dei conti, di questo aveva davvero poco.
<< Beh? >> Soul aggrottò un sopracciglio << Non dici niente? Non ti arrabbi? Non mi picchi? >>.
L’artigiana scattò in piedi nel secondo esatto in cui si fermò il giro.
<< Energie sprecate >> borbottò, uscendo a grandi passi << Vado a pagare il libro prima che chiuda la libreria >>
<< Hey, aspetta! >> la Buki l’inseguì, mantenendo il suo stesso passo di marcia.
Di nuovo la libreria? O meglio: di nuovo quel tizio?
Ma cosa aveva di così speciale? Non era poi così bello, e neanche più cool di lui.
<< Cacchio, Maka >> disse, afferrandola per un braccio << Che diamine ti prende, adesso? >>
Gli rivolse uno sguardo d’ira. Maka ce l’aveva con se stessa, in quel momento, ma anche con lui, perché per qualche secondo si era davvero illusa. Quanto era stata stupida! Eppure lo sapeva – l’aveva sempre saputo – che un sentimento simile non sarebbe mai stato utile o, più semplicemente, naturale. Non per lei.
<< Che mi prende? >> alzò gli occhi al cielo, tamburellando un dito sulla nuca << Vediamo… stavo per baciare la mia arma, il che mi rende un’idiota, e ho subito gli insulti di quest’ultima proprio dopo una litigata con mio padre. Oh, non mi prende niente, idiota! >>.
Soul dovette accettare quell’insulto di buon grado: vedendo il suo sguardo, capì che se lo meritava tutto, quell’idiota.
Maka era una ragazza forte, orgogliosa e, soprattutto, reticente. Le persone erano, ai suoi occhi, possibili nemici e grandi delusioni, che le avrebbero portato solo scottature. Era una ragazza ottimista, anche, e lottava con se stessa per non farsi influenzare da quel suo personale demone.
Tutti c’è l’avevano, un demone.
Anche Soul.
Anche lui non sapeva mai come comportarsi, con le persone.
Soprattutto con Maka.
Eppure sarebbe semplicemente dovuto essere sincero.
<< Mi stai facendo impazzire >> ripeté.
<< Sei monotono >> sbottò << Ho capito che… >>.
L’attirò a se e la baciò. Perché se voleva farlo lo faceva, rimandando le conseguenze a un tempo non ben indefinito.
Fu veloce, quel bacio. Rapido e inaspettato.
Sentì Maka gelarsi, per poi sciogliersi a contatto finito << Che fai? >>
<< Ti faccio star zitta, no? >>
Maka ghignò, con quelle guancie imporporate. Poi lo tirò nuovamente su di se.
Non era mai stata zittita meglio.

~ Well, girl, you got me going crazy

Fine.

Epilogo –

Liz sorrise soddisfatta. C’era voluto molto tempo, ma ce l’avevano fatta.
Un po’ si sentì consolata: se c’erano arrivati quei due forse poteva avere qualche speranza anche lei, no?

<< Né, sorellina >> Patty le strattonò il braccio << Che succede? Che succede? >>
<< siamo riusciti nella nostra impresa >>
Patty le rivolse uno sguardo spaesato << Quale impresa? >>
<< Ma almeno sai perché siamo qui, Patty? >>
<< Per vincere un pupazzo a forma di giraffa? >>
Liz si passò una mano in fronte, poi sorrise accondiscendete alla sorellina.
Ah, di una cosa era certa: non avrebbe mai ripetuto un’esperienza simile. Mai.
<< Liz >> la chiamò il suo artigiano, quasi in fin di vita << Ti prego… ti prego… la prossima volta che usciamo portami ovunque, ma non qui! >>
<< Smettila di lamentarti, Kid >> rispose Black☆Star << La prossima volta, l’attenzione deve essere su l’unico, inimitabile Black☆Star >>.
<< Prossima volta? >> chiese Tsubaki.
<< Si, prossima volta >> Black☆Star annuì << La prossima volta veniamo noi due, da soli >> sbuffando, indicò dietro di se << E evitiamo anche di venire in contemporanea con lui >>
In un angolo, Spirit contava i funghi << La mia bambina, la mia bambina >>.

[***]

Disclaimer: 'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà del rispettivo autore; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro”

Note: Bene, eccocci alla fine. Cosa dire? beh, prima di tutto, grazie. A tutte quelle persone che hanno avuto il coraggio di seguirmi fin qui =)
Mi sono divertita a scrivere questa cosa, anche se a volte – e forse troppo spesso – ho avuto impulsi assassini verso i personaggi XD
Ho adorato scrivere di Black*Star e di Liz, ma forse questo l’avrete capito =)
Il titolo della storia è nato molto per caso – cercavo il nome da dare al prologo prima di pubblicarlo, così ho preso il mio i-pod e ho selezionato casuale. “Got me going crazy” è una canzone di un gruppo pop\rock melodico (credo, non ne sono fan XD) chiamato Jonas Brothers, di cui non sapevo neanche di avere pezzi. In ogni caso, ho trovato la canzone azzeccata e l’ho utilizzata XD
Non so se mi rivedrete ancora su questo fandom (lo so che sperate che io scompaia per sempre, ma scrivendo su soul eater ho scoperto che l’ispirazione, a volte, fa brutti scherzi. Si, prima o poi mi rivedrete)
Vi saluto!

Recensioni! narutina_90: XD una cosa del genere, del lampione, l'ho vista molto alla Black*Star, quindi come non metterla? XD quindi, eccoci agli sgoccioli. Grazie per aver seguito questa cosa fin qui e - sopratutto - per aver espresso la tua opinione! Spero di risentirti ancora in qualche altra follia ^_^
walpurgis: ciao ^_^ grazie per la bellissima recensione. Effettivamente puntavo proprio a quello: a essere coincisa. E hai azzeccato anche tutti i miei dubbi su l'OOC che, a volte, a visto partecipe i miei personaggi. Sinceramente - la mia paura - era di renderli così diversi dall'originale da risultare ridicoli. è vero, a volte sono uscita dai personaggi, ma per lo meno non li ho resi totalmente diversi. In fondo sono sempre loro.
Nel capitolo precedente - come hai detto - ho avuto anche io molti dubbi su Maka, e in realtà continuo ad averli ^^""
Ti ringrazio anche per avermi fatto notare il problema con la punteggiatura: a volte lo faccio di proposito, in modo da dare più enfasi a una parte, ma - tutte le altre volte - mi viene naturale così come l'hai vista. Purtroppo - a mio parere - la punteggiatura è qualcosa di molto soggettivo (non tanto i punti, quando le virgole) e non va nè scartata (non voglio neanche pensare a un testo senza virgole) nè abusata. Spero di diventare più brava con la pratica e l'esercizio. Non posso che esserti grata di questo consiglio ^_^. Grazie ancora, a risentirci!
Dany92 ciao! ma perchè le tue recensioni hanno il potere di farmi sempre arrossire? XD ebbene, si, anche in questo capitolo i personaggi mi hanno voltato le spalle per fare a modo loro T_T a, beh, ciò che è stato è stato. Sono i risultati che contano... giusto?
Non chiedermi come sia uscito quella specie di epilogo, perchè non lo so. Mi sa tanto di vignetta comica, ma di certo non potevo lasciare li altri così, in sospeso, spariti XD la smetto, ho capito, sono delirante...
Ora, passando al capitolo di oggi (mi sento tanto la presentatrice de "la ruota della fortuna") spero proprio che ti sia piaciuto anche questo finale. Certe parti mi convincono meno, però, chissà perchè, il finale l'ho proprio visto bene. Non ho la minima idea di quel che avrebbero fatto i personaggi (e mai c'è l'avrò, visto che Soul Eater è uno shonen e l'autore non scriverà mai roba del genere -.-") ma spero di esser riuscita a finire nel migliore dei modi! ^_^
Tanti baci. Spero di risentirti!
Shi_Mei vedi il lato positivo: ora non dovrai pagare il chilurgo XD no, scherzo. Quest'uscita, al posto del classico "ciao", non è normale. Mi spiace per me stessa, che dico cose simili ^_^""
Eccoci alla fine! <--- sono ripetitiva! ---- alla fine, tutto è bene quel che finisce bene. Soul e Maka hanno chiarito, il padre si è messo a contare i funghi e... beh, Black*Star ha deciso di abbandonare la Shibusen per rivendere pesci al mercato nero XD poveretto, poveretto.
Oggi non riesco proprio a essere seria, scusa T_T e sono anche di poche parole. Per cui... GRAZIE! per la recensione e per aver seguito questo delirio!
Spero che la fine sia di tuo gradimento! Baci
Midnight_Rose 'sera =) ecco l'ultimo capitolo! si, puoi lanciarmi tutto ciò che hai tra le mani, tranne i pesci. Quelli si rivendono, mi spiace U_U sinceramente? non so da dove tiri fuori queste c... scemenza XD so solo che, da quando mi hanno bandito dal mercato nero non sono più la stessa. Interrompere il mio traffico di organi umani è stato veramente traumatizzante per me T_T
Non ti serve un organo, vero? perchè sono in saldi! XD
Ho capito, la smetto di dire scemenze.
Sai, per quando il lunapark possa essere un clichè, io ho tanti bei ricordi legati a quel posto. E - effettivamente - anche io non ci vado da un pò O_o devo rifarmi, sisi.
Spirit.. beh, è sempre lui. Credo XD penso che avrebbe avuto una reazione peggiore, nel manga, vedendo una scena simile. Si, molto peggiore... XD
Ora scappo! grazie per aver seguito questa follia! a risentirci!
Maka27: Hi! ebbene si, è la prima delle mie storie che recensisci, ma non ti sei persa niente di epocale... fidati... hai solo preservato la tua sanità mentale XD
Grazie per la recensione ^^ sai una cosa? è possibile che scriva una shot su quella maglietta, davvero, perchè l'ho amata profondamente ù.ù no, meglio che cancelli quest'idea dalla mente, è meglio! XD
Ti saluto! spero che il finale ti sia piaciuto! ^_^
Sarainsb: ciao! allora… se proprio vuoi, posso fornirti l’idirizzo di Spirit e un bel bazokaa, così tu e Soul potete andare tranquillamente ad ammazzarlo XD non è poi una cattiva idea, no? anzi, se vuoi puoi ammazzare pure Soul e Maka, tanto la storia è finita e non mi servono più ù.ù so che sono lenti, ma a volte servono dei personaggi così XD
No, Black*Star e Tsubaki non stanno insieme, però, essendo una coppia che adoro, ho messo un pò di loro in questa fanfiction (del genere: non facciamoli fare solo da contorno! XD)
Ora scappo! Grazie mille per la recensione e – sopratutto – per avermi seguito fin qui ^_^ spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

   
 
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