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Autore: moony94    16/07/2010    1 recensioni
Un vampiro e un'umana. Uniti finalmente, oltre che con il cuore, da un anello. E' giunto il momento per Bella di "celebrare" le nozze nella maniera desiderata...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Notte

Era lì ad aspettarmi. Su quel letto, testimone del nostro amore.
Rimasi immobile davanti a lui, con le labbra dischiuse. Lo osservavo dettagliatamente, pur di trovare un appiglio a quella situazione che mi teneva sotto pressione. La sua mano percosse la fronte e si insinuò tra i capelli ramati. Lo conoscevo fin troppo bene per poter dire che era altrettanto nervoso. Si mise seduto, troppo agitato per riuscire a mantenere una posizione rilassata. Avrebbe sempre voluto leggermi nel pensiero, ma in quel momento avrei voluto fare lo stesso con lui. Sapere cosa pensasse, cosa lo tenesse sulle spine… Ci stava ripensando?
Colta dal dubbio e dal timore che cambiasse idea, mi sedetti sulla stessa sponda del letto. Non mi avvicinai troppo, il mio istinto mi diceva che, forse, era meglio lasciarlo respirare.
Come se i vampiri avessero bisogno di respirare…
Fortunatamente, le sue labbra ruppero il silenzio.
« Bella, hai paura di me? » la sua voce aveva perso la sensualità di pochi minuti prima.
« Io paura di te? Cosa… »
« E’ da quando siamo approdati sull’isola che mantieni un certo distacco e nervosismo » spiegò con calma. V’era una nota di tristezza nelle sue parole. « Se non vuoi, se hai avuto modo di riflettere su quanto può essere rischiosa quest’esperienza… io asseconderò ogni tuo desiderio. »
Compresi la situazione: Edward non aveva colto del tutto le mie volontà.
Nonostante la tensione si tagliasse con il coltello, persino da parte mia, bruciavo di passione. Volevo farlo mio, e io volevo essere sua. La certezza che Edward volesse fare l’amore con me cominciava a crollare man mano che ci guardavamo negli occhi.
« Edward, io so quello che voglio » affermai con decisione. « Ti desidero da sempre, e se le mie parole non sono abbastanza convincenti, pensa a questo » gli mostrai l’anello di sua madre al mio dito, scintillante. « Non è forse una prova più che valida per dimostrarti quanto ti voglio? »
Sulle ultime tre parole, la mia voce si ruppe. Avevo gli occhi lucidi, ne ero consapevole senza mettermi davanti a uno specchio.
« Tu, piuttosto, sei davvero sicuro di volermi? »
Passò un intero, lunghissimo secondo che mi preoccupò.
« Bella, io… » esitò « Ti ho sposato perché ti amo » trasalii, non riuscivo mai ad essere indifferente alle sue dichiarazioni d’amore. « E credimi che anche io ho voglia di te, di fare l’amore con te. Vorrei, ma ho paura che tu tema il rischio ».
« Affatto, Edward. Ci proveremo. Me l’hai promesso » piangevo in maniera irrazionale, le lacrime scendevano lente sulle mie guance, gelide e pungenti. « A costo di uscirne sfigurata, a costo di non ritrovarmi più in questo mondo, io voglio provare quest’esperienza da umana. O meglio, anche da umana. »
Sospirò e chiuse gli occhi. Se avesse potuto piangere anche lui, in quel momento lo avrebbe fatto.
« Bella, amore mio, non sarebbe molto più facile attendere l’immortalità? » mi chiese con tono angosciato. Il dubbio, il rischio, la paura di ferirmi lo attanagliavano molto più di quanto credessi. La sua improvvisa incertezza mi stupì, specialmente in seguito alle sue avances insolitamente passionali. « Una volta superata la trasformazione, potremo passare giorni, mesi, anni ad amarci. E se… » contrasse la faccia dalla disperazione. « E se perdessi il controllo? Se non riuscissi a resistere? Temo di non farcela, Bella. Vorrei lasciarmi andare, sfiorarti senza dover moderare la mia forza, senza temere di spezzarti le ossa. » Rabbrividimmo entrambi alla coda del suo discorso. Era vero, il rischio c’era eccome: non avevo molte possibilità di uscirne del tutto integra. Sebbene Edward avesse un impeccabile autocontrollo, era pur sempre un uomo. E come tale, si sarebbe lasciato travolgere dalla passione, dall’impeto del momento. Ma dato che, come sapevamo entrambi, era anche più di un uomo, la sua passione poteva tramutarsi in altro. Se da un attimo all’altro non desiderasse più il mio corpo, ma il mio sangue?
Aveva ragione, temevo la situazione quanto lui. Unica differenza era che da umana non potevo comprendere il pericolo allo stesso modo.
Avrei dovuto attendere la mia trasformazione? Avrei dovuto aspettare di essere una sua pari? Al solo pensiero, fui travolta dalla delusione, dall’amarezza: la voglia che avevo di lui cresceva costantemente anche durante il nostro dialogo.
« Bella? » aspettava una mia risposta?
Non mi resi conto che si era avvicinato leggermente a me. Quanto bastava per circondare le mie spalle con un braccio. A quel contatto, scoppiai in un pianto sonoro, disperato.
Mi trovavo in bilico tra paura e desiderio. Cos’avrei dovuto assecondare?
Non feci in tempo a decidere.
Mi adagiò lentamente sul cotone azzurro. Notai la sua espressione: seria, ma tesa.
« Edward… »
« Hai ragione, tesoro, ci proveremo. » seguivo il movimento delle sue labbra, la voglia di morderle, di baciarle… « Ma se vedi anche solo per un attimo il pericolo nei miei occhi, ti prego di fermarti. Non voglio osare troppo. »
« Non ne avrai motivo, ne sono sicura… » gli sussurrai dolcemente. Le mie lacrime si erano arrestate nel momento stesso in cui le nostre labbra si sfiorarono, trascinandosi in un bacio dapprima lento, cauto, poi passionale, con una leggera punta di erotismo.
Per la prima volta, un bacio sensuale, che mi rese febbricitante. Nonostante si fosse lasciato andare un pochino, Edward riuscì a mia, anzi, a nostra sorpresa a non cadere in tentazione. Alla mia euforia ed eccitazione si aggiunse anche un profondo senso di ammirazione.
Osservavo quei bellissimi occhi dorati: avrei giurato che fossero più intensi del solito.
Mentre le sue mani affusolate lambivano il profilo del mio corpo, ancora fasciato dall’abito nuziale, fui attraversata da un carica tale da inarcare la schiena. Sentii i brividi nascere dal mio crescente desiderio, diffondersi con irruenza nelle mie vene, sfiorarmi la punta dei piedi e penetrare la radice dei miei capelli. Reagii dimenandomi a tutta quell’adrenalina, al che Edward si interruppe.
« Amore, va tutto bene? » chiese con un filo di voce, più zuccherosa del miele. Il colore dei suoi occhi.
« Certo, è tutto ok. E’ l’emozione » gli sorrisi. La tensione accumulata dalla paura e da tutte quelle ansie sembrava essere svanita. Aveva lasciato posto a sensazioni decisamente poco conosciute.
Feci mente locale sulla mia sessualità non appena Edward sciolse il fiocco del mio vestito.
Lo baciai di nuovo e pensai al fatto che presto lo avrei visto, dopo così tanto tempo, per la prima volta nudo, che avrei potuto apprezzare con tutti i sensi che possedevo quel meraviglioso corpo scolpito, che avrei sentito finalmente le sue dita gelide carezzare la mia carne. Avevo fame di quest’esperienza, spinta dalla vitale smania di poter realizzare le mie intenzioni.
Avevo fame di lui. L’uomo che, senza esitare neanche un attimo, mi abbassò il vestito sino alla vita, liberando il mio seno ancora coperto dall’intimo. Restai con il fiato sospeso quando mi resi conto che non mi aveva mai vista in una mise del genere. Arrossii inevitabilmente, e alla mia reazione Edward si bloccò nuovamente.
« Mi lasci senza parole… come vorrei che leggessi il mio pensiero, in questo preciso istante… »
Guardava, sebbene discreto, il mio decolté. Istintivamente mi coprii, mi accorsi di quel gesto tutt’altro che provocante e lui sorrise. Ricambiai un suo sguardo, uno dei tanti, e fui colta dall’impulso irrefrenabile di accarezzargli la schiena, le spalle forti e muscolose. Infilai le mani sotto la sua camicia attillata e tracciai la linea del dorso, un tratto maschile che avevo sempre amato, le sfilai per posarmi sui bottoni, quando lo sentii gemere. Un contatto ancora così poco intimo, eppure lo sentii fremere. Ero riuscita a provocare un brivido a mio marito, a Edward Cullen, l’uomo perfetto. Mentre ero intenta a giungere all’ultimo bottone e denudare quel petto sfavillante, avvertii il suo tocco freddo sul mio seno, esplorandone le rotondità, la morbidezza. Percepii tutta la sua approvazione e mi sentii per la prima volta nella mia vita sicura del mio sex appeal. D’altronde io ero la sua donna, la sua prima donna. Ed io, ero fiera di esserlo, orgogliosa di mostrarmi a lui, di essere la prima a farlo. Lo liberai dalla sua camicia e lo odorai, volli assaporare con le labbra la sua dolcissima fragranza, nutrire le mie papille gustative del sapore più buono al mondo. Percossi il torso con le mani, rasentando appena la pelle, e lui fece altrettanto con me. Armeggiò con il gancio del reggiseno, ne abbassò le spalline e mi rivolse l’ennesimo sguardo. Alzai gli occhi per volgergli un’occhiata timida, imbarazzata. Mi sorrise teneramente, per tranquillizzarmi, e mi denudò. Notai le sue labbra dischiudersi, in un’espressione di stupore. Il mio cuore pompava più del dovuto, mi persi nei suoi occhi famelici, intrisi di desiderio, per poi distrarmi a causa delle sue labbra, che mi stuzzicavano un capezzolo. Le sue mani, facenti un po’ troppa pressione sul mio corpo fragile, scesero al punto in cui era giunto il vestito. Ne afferrò i lembi e lo trascinò sino ai piedi, per poi lanciarlo a terra con un movimento rapido. Le mie gambe, ormai nude, tremarono per la frenesia, le accarezzò per placarle e risalirono sino all’orlo del mio pizzo. Mi accorsi che, forse, stava correndo un po’ troppo, al che poggiai le mie mani sulle sue.
« Edward? »
« Sì? » le sue labbra si spostarono sull’altro seno.
« Posso spogliarti? »
Mi stupii della mia audacia, avevo osato davvero chiederglielo?
Ne seguì un risolino alla Edward, poi lo vidi stravolgere le posizioni. Si sdraiò sul letto, le gambe leggermente aperte, le mani congiunte dietro la nuca.
Era così dannatamente sexy. Come avevo potuto resistergli sinora?
Sei mio…
Mi tuffai sul suo corpo e lo baciai sulle labbra, poi scesi e morsicai delicatamente il collo – anche se, molto probabilmente, non aveva avvertito alcun contatto sulla pelle d’avorio – andando sempre più giù. Lambii l’addome, duro come una pietra, e arrivai nella zona ancora inesplorata. Toccai con un solo, unico dito la fibbia della cinta, quando ebbe un sussulto.
« Ah… »
Una sola sillaba che mi mandò in tilt, rese il gioco ancora più eccitante. Distolsi lo sguardo dal suo viso contratto, dalla sua fronte corrugata, gli occhi socchiusi, e focalizzai il punto in cui le mie mani si erano arrestate. Potei notare finalmente il suo desiderio, ormai evidente, e sebbene Edward fosse a tutti gli effetti un uomo, non riuscivo ancora a capacitarmi delle sue reazioni. Sorrisi pensando al fatto che si fosse eccitato per me. Ne ero sfacciatamente soddisfatta.
Lo sentii continuamente rabbrividire durante il tempo in cui gli sfilai la cintura. Ero ansiosa di vederlo nudo, non avevo vergogna nel pensarlo. Lo amavo, lo volevo tutto.
Una volta eliminato il primo ostacolo, fui assalita dal panico dinnanzi alla sua eccitazione, davanti all’ultimo bottone che avrei dovuto slacciare. Mi sentivo così inesperta, impacciata: temevo di non riuscire a guardarlo, di arrossire come al mio solito, di sembrargli infantile.
Ma riuscii inspiegabilmente a farmi coraggio e posai le dita sul bottone dei pantaloni neri.
Secondo ostacolo eliminato.
La cintura lampo. Facile da abbassare, no?
Terzo ostacolo. Afferrai l’orlo dei suoi pantaloni, evitando di toccare zone più intime, e feci per toglierglieli, ma mi frenò.
« Bella… » riusciva a malapena a parlare. « Non posso prometterti nulla di buono. Sei sicura di volerlo fare? Potrei perdere la testa. »
« Io voglio farlo » dissi con determinazione.
Quarto ostacolo.
Ed eccomi lì, a indugiare sul suo intimo. Temporeggiai apprezzando le sue gambe muscolose, forti. Nulla di paragonabile a un fotomodello. Era molto di più.
Ma non potevo di certo evitare di osservare quel che era contenuto nei boxer scuri. Era il mio primo contatto con un uomo, per giunta con la persona che amavo. Non sapevo minimamente cos’avrei dovuto fare, per cui mi fermai. Edward mi guardò con rammarico, era deluso dal mio atteggiamento?
Eppure ero incuriosita dalla sua virilità. Avevo voglia di esplorare il suo corpo in tutte le angolazioni, volevo arrivare a conoscere ogni singolo lembo della sua pelle, poter giurare di saperlo disegnare a occhi chiusi. Assieme a tutto ciò, nacque il desiderio di dargli piacere.
E mi convinsi. Lo spogliai dell’ultimo indumento.
Avrei dovuto immaginare che sarei rimasta pietrificata, incantata a guardarlo.
Lui abbassò lo sguardo con timidezza, e lo notai subito.
Chissà cosa gli attraversò la mente… sperai nulla di assurdo: era bellissimo. Potevo gridarlo ormai, affermarlo con convinzione, era interamente magnifico. Lo guardai, dalla testa ai piedi e non cambiai opinione neanche per un istante, nemmeno di fronte alla sua… erezione.
Avvicinai un dito e, sorprendentemente, la sfiorai nel modo più dolce che il mio cuore suggerì di fare.
Sbalordito da quel tocco inaspettato, Edward alzò immediatamente lo sguardo. Sorrise, nonostante l’eccitazione che lo scosse. Era mio, mio, mio, solo mio

Come potete vedere, piccolo cambiamento di programma! Il capitolo si preannunciava particolarmente lungo, perciò ho pensato bene di dividerlo in due ( o chissà, forse anche tre ) capitoli.
Mi auguro che apprezzerete l'impegno (;

Ringrazio anche coloro che hanno recensito la storia, i vostri commenti mi hanno fatto davvero piacere! (:
Per chi mi aveva chiesto se la storia avesse un seguito, rispondo che molto probabilmente si limiterà alla luna di miele. Come già scritto nel precedente capitolo, avevo pensato a una storia dedicata interamente ad essa =)
See ya!

  
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