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Autore: Melmon    17/07/2010    2 recensioni
A un sasso più grosso mi concedo solo tre secondi in più di respiro, premo con forza sulla ferita, il flusso del sangue è rallentato, ora che sono arrivata al ruscello la luce è aumentata ma non sapere è meglio, se vedo il mio fianco sporco del mio stesso sangue svengo qui! Se proprio devo svenire voglio farlo tra le tue braccia porca miseria!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Alice e Dean.'
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 Penultimo capitolo, vi prometto di aggiornare prima di partire per le vacanze quindi molto presto ...

7. Incontrarci e scontrarci: noi.

Non so di preciso cosa sia successo, devo essermi distratta o caduta in un sonno senza sogni perché ora che mi alzo la tua auto è affianco alla mia nel parcheggio, mi stropiccio gli occhi e mi accerto di non star dormendo per poi finalmente rendermi conto che sei qui, sei realmente qui. Varco la soglia e ti vedo seduto a mangiare con tuo fratello, resto a fissarti, mi studio ogni singolo dettaglio, incido nella mia memoria ogni più minuscolo muscolo del tuo corpo, del tuo magnifico corpo.
Alzi la testa dalla tua abbondante colazione e i tuoi occhi verdi si scontrano con la mia figura, mi sorridi e mi fai ciao con la mano e io non posso far altro che sorriderti e rispondere al saluto.
Aspetti che mi avvicini a te, ma io non mi accingo a far nulla, resto semplicemente immobile ad osservarti e la scena che vedo far male al cuore: Jo al tuo fianco sorride, si diverte ed ha una luce particolare negli occhi. Mi giro senza troppe cerimonie e torno in camera, una volta lì dentro inizio convulsamente a buttare tutte le mie cose sul letto ricordandomi troppo tardi di non essere ancora rientrata in possesso della mia borsa.
All’improvviso la mia convulsione nel buttare tutto all’aria viene fermata da due mani che saldamente mi bloccano i polsi, mi hai fermato, ma non mi ero neanche accorta della tua presenza qui, non mi ero neanche preoccupata di un tuo probabile irrompere nella stanza. Stringo forte i pugni e resto cosi, restiamo cosi bloccati ad aspettare entrambi la reazione dell’altro; dopo cinque minuti mi lasci andare e torni silenziosamente al tavolo del bar, silenziosamente sei venuto e altrettanto silenziosamente te ne sei andato, non importa cosa sia accaduto nel frattempo. Riacquistata la calma sistemo tutto, non posso scappare di nuovo e poi non sono ancora in condizione fisiche per farlo, Bobby non si limiterebbe a legarmi al letto!
La scena di prima si replica solo che stavolta mi vengo a sedere al tavolo dove mi viene servita un’abbondante colazione, restiamo in rigoroso silenzio, entrambi sappiamo benissimo come reagisco sotto pressione, tutte due abbiamo vissuto già abbassante volte questa situazione da sapere che ci limiteremmo a saltare alla gola l’uno dell’altro, io non ammetterò mai che stavo per scappare e tu mi avresti insultato e scaricato tutta la sua rabbia per quella che la verità.
Dopo la colazione restiamo io e te al tavolo, ti sorrido, un sorriso triste per poi iniziare una conversazione.
– Quando sei tornato?
– Una mezzora fa ad occhio e croce.
– Non mi hai svegliata.
– Stavo per farlo ma poi ho desistito.
– Perché?
– Eri cosi … semplicemente troppo bella per farlo.
– Avresti dovuto invece, io ti aspettavo.
– Che differenza ti fa mezz’ora?
– Dai sai benissimo quante cose posso capitare in mezz’ora!
– Non esagerare sono ancora qui no!
– Già, stavolta sei ancora qui.
– Smettiamo con i discorsi tristi? Raccontami piuttosto del tuo ultimo lavoro.
– Dean vuoi litigare?
– No!!
– Non mi sembra! Abbiamo fatto questo discorso un trilione di volte: non smetto di cacciare e non chiamerò aiuto solo perché sono una donna.
– No solo perché sei una donna ma perché è pericoloso e non può farlo da sola.
– E tu si?
– Non caccio da solo.
– Non ci credi neanche tu!
– Alice non è questo il punto.
– No?? E’ qual è Dean?
– Sempre lo stesso Alice, sempre quello.
– Spiacente non ti capisco.
– Non posso … tu devi stare al sicuro punto e basta!
– Novità Dean: il mondo non è un posto sicuro, non esiste un posto sicuro che tu sia a conoscenza o no della realtà.
– Non posso avere tutto dalla vita, eh!
– Dean viviamo entrambi in un mondo brutto e orribile ma abbiamo imparato a giocare tanto tempo fa, quindi stai tranquillo combatterò fino alla morte. E per quando mi riguarda anche io voglio le persone a cui voglio bene al sicuro e anche io non posso perderti. Non hai segreti per me!
Gli scocco un bacio sulla guancia e vado a recuperare dei vestiti puliti dalla mia auto.
Dopo una rilassante doccia e aver indossato vestiti puliti dopo giorni intravedo dalla finestra uno spettacolo sicuramente meraviglioso: Dean Whincester in canottiera bianca e jeans a sporcarsi le mani di grasso con la mia auto. Recupero una bottiglietta d’acqua ed esco sul patio a guardare la mia piccola e l’uomo dei miei sogni in uno dei momenti che qualcuno potrebbe essere definire “normali”.
– Che spreco ragazzi …
– Ha proprio ragione è uno spreco del mio tempo aggiustare sto coso.
– 1. Non definire la mia auto “coso” e 2 non mi riferivo a quello.
– E a cosa di grazia?
– Dean Whincester poco vestito, molto sudato occupato a far il meccanico.
– Beh cosa dirti, sei una ragazza fortunata!
– Già ma forse dovrei andare a chiamare la tua ultima conquista.
– Jo?
– Si, voi non state insieme?
– Ma cosa ti salta in mente?
– Beh da certi sguardi di fuoco, dal sfiorarsi, dalla curiosità … certe cose ad una ragazza non sfuggono.
– Gelosa?
– Si.
Rispondo chiaramente e di getto alla sua domanda, senza neanche pensarci su troppo, è la verità e poi perché mentire? Lui lo capirebbe e la questione peggiorerebbe punto e basta.
  
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