Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: wildcat    17/07/2010    4 recensioni
Eravamo nell'atrio del Ritz di Parigi aspettando che ci fosse la prima di Eclipse… Finalmente era arrivata l'ora di fare la promozione per il nostro ultimo grande lavoro. Mi ero stufata di promuovere New Moon mentre giravo questo nuovo capitolo della Saga, specialmente perché mi faceva pensare al passato...Quindi mi faceva pensare a Mike. nato da un'idea mia e della mia socia Deddy. Mike era stato l'amore della mia vita; quella spinta in più alla mia banale e adolescenziale vita di sempre.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Kellan Lutz, Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 36

CAPITOLO 36

CONFRONTO A VISO APERTO

 

Robert

Ero sdraiato, con un braccio penzoloni, sul divano di casa dei miei, con cellulare appoggiato sull’orecchio sorretto dall’altro.

 

Brevi ma intensi istanti in cui senti di essere prossimo a perdere la vita solo sentendo la voce di qualcuno, se quel qualcuno si chiama Step Ritz.

 

Tuuuuuu. Tuuuuuuuuuuuuuuuuu.

Due squilli, giusto il tempo di sentire il telefono “attivarsi” e mi aveva risposto.

“ Robert ma cosa diavolo ho fatto di male nella mia vita per meritarmi questo trattamento da te?”.

Per la prima volta non mi stava attaccando in maniera furibonda e sarcastica ma mi stava domandando una cosa senza alzare la voce, senza puntarmi il dito contro e veramente con l’aria di qualcuno che credeva seriamente di aver fallito su tutta la linea.

E tutto questo grazie alla mia “felice” idea di mollarla in asso senza darle alcun modo di replicare.

Davvero un gesto da UOMO.

 

Step, tu non hai fatto niente. Lo sai benissimo. Non farmi dire tutto ciò che hai fatto di buono per me e per il quale ti ringrazierò sempre; sai benissimo che molti come me si perdono per strada. E io mi sono perso, evidentemente. Ti chiedo scusa se ti ho creato dei problemi, ti ho già detto di prenderti tutto, non voglio neppure che me lo quantifichi, prenditelo e basta. Ti meriti tutto, fino all’ultimo centesimo che pretenderai ai miei avvocati, ma io non ce la faccio più

 

Rob pretenderai mica che mi metta di lato e ti lasci gettare del cesso il lavoro duro di ENTRAMBI vero? Non so quanto sia chiaro nel tuo cervello quello che tu sei per me ma mi pare evidente che sia giunto il momento di dirtelo chiaramente. Ti chiedo solo di darmi la possibilità di parlartene a quattr’occhi. Questo me lo devi. Mi hai lasciata in pasto ai pescecani qui. Hai idea delle ripercussioni che sta avendo la tua assenza? Ci sono i corridoi già pieni di storie fantasiose su te e dipendenze da droghe, te rinchiuso a disintossicarti dall’alcool e ancora tu in preda a disturbi da stress postraumatico per chissà cosa”.

 

Cosa diavolo stavo facendo? Mai nella mia intensa collaborazione con la mia agente avevo sentito quel tono di voce. Mai l’avevo sentita così afflitta.

 

“ Hai ragione, su tutta la linea, non posso biasimarti se mi odi. E’ naturale che possiamo parlarne di persona Step, è logico. Ma sappi che non me ne fotte un cazzo di quello che dicono i paparazzi. Tra un mese si saranno già dimenticati che sono esistito e tutto ritornerà alla normalità

 

“ Se pensi davvero ciò che hai appena detto sei veramente un cretino Pattinson e questo dimostra per l’ennesima volta che non hai davvero neppure la vaga idea di cosa ”rappresenti” ormai. Se per te va bene io tra un’ora posso essere lì da te. Devi solo dirmi che lo vuoi anche tu”

 

“QUI?! Step ma non eri in Giappone?!

 

“Mi pare logico che appena ho capito dove stessi andando ho preso il volo per seguirti, no?! Ma non volevo starti troppo addosso da subito. Ti ho concesso un vantaggio di qualche ora; purtroppo vedo che però non è servito…

 

“Dove vuoi che ci vediamo?”

 

“Robert tu stai fermo lì, vengo a prenderti a Barnes io stessa. Non devi preoccuparti di niente”

 

“Ok”

 

Mise giù; tante parole prima e nemmeno una prima di chiudere  la comunicazione. Questi americani sono proprio una strana razza, probabilmente neppure tra dieci vite me ne potrei abituare.

 

Quell’ora passò con lentezza spaventosa, dandomi la possibilità di pensare ad ogni singola parola che avrebbe potuto dirmi. E più i minuti passavano e più sentivo la capacità di riflettere coerentemente venir meno. Era come se tutto cominciasse a viaggiare velocemente non dandomi neppure modo di capire cosa “fosse”.

Detto in parole più semplici, avevo perso la capacità pensare con senso compiuto.

In testa avevo solo una serie di immagini confuse miste a sensazioni angoscianti mescolate ad ansia e panico.

In tutto quello, non avevo ancora chiamato kris, la quale non aveva chiamato, ma in compenso aveva mandato circa 25 sms nei quali supplicava di richiamarla perché molto preoccupata. Mi sentivo come un cane; il suo cane.

Quella sensazione di ribrezzo e cattiveria che si scatena tutto d’un tratto verso qualcuno la conoscete?!

Io davvero non so spiegarmela, questa maledettissima capacità di rovinare tutto che possiedo e che mi accompagna da tempo immemore. Capacità di rovinare ogni cosa che di bello mi capita solo per la prorompente irrazionalità del mio patetico cervello.

E se questo non avveniva anche sul lavoro, era solo perché su quel fronte, c’era Step a tirare i fili.

Mandai un sms a Kristen:

“ Kris, tutto ok. State tranquilli. Appena torno dall’incontro con Step ci sentiamo

 

Inutile dire che replicò subito nonostante il fuso orario

“Non posso proprio chiamarti adesso?”

 

“No, mi devo preparare e sono in ritardo. Baci”

 

BACI?! Eh si, glielo scrissi sul serio. Mente e corpo dilaniati da dubbi su dubbi su tutto quanto. Senso della vita, sul mio lavoro, sul mio amore per lei, sull’ossessione per l’altra misteriosa “figura”. Il mio cervello era davvero un colabrodo.

 

Col senno di poi credo fossi davvero sull’orlo di un precipizio, una sorta di avvertimento alla vicinanza ad un esaurimento nervoso in piena regola. Mancava solo che iniziassero a cadermi i capelli.

Voglio dire, uno che fa così è perché ha i nervi tesi, mi pare chiaro, a voi no?!

Altrimenti molte cose sarebbero spiegabili solo dicendo che sono una testa di cazzo e un ingrato patentato.

 

Mamma girava attorno al divano con fare fintamente sereno , spostando qui e la i soprammobili, tentando invano di non dare nell’occhio e di starmi più attaccata possibile

 

“Mamma, la smetti?”

 

“Amore di fare cosa?!

 

“Di gironzolarmi attorno, mi metti ansia. Già ci sto nuotando dentro, tu così no aiuti. Se devi dire o fare qualcosa falla. Ma non mettermi più frenesia di quella che già io non abbia

 

Mh. Scusa tesorino. E che sono in pensiero per te. Ma io sono sicura che tutto si risolverà per il meglio” disse sedendosi accanto a me ed accarezzandomi il viso. “Io so che farai la scelta giusta. E se devo essere sincera amore, non credo che Kris sia la cosa giusta per te. E’ un amore malato.”

 

Amore malato? Porca troia un amore malato? Esiste un modo più schifoso di definire un amore? No, credo di no. Nonostante la rabbia e il risentimento verso Kris, la sensazione di presa per il culo e tutto il resto, provavo ancora difenderlo, “quell’amore”.

 

“Mamma non è malato. Mamma io la amo e lei ama me. Se io sono coglione, non dipende da lei. OK? Lo sbaglio l’ho fatto io. Punto”

 

“Ah si? E lei perché se l’è presa tanto stavolta?! Cosa c’era da nascondere?”

 

Mammaaaa! La vuoi smettere? Guarda che me ne torno da dove sono venuto, va bene??? Non mettermi alla gogna pure tu, anzi non metterci leil. Sono i paparazzi che ci rendono la vita uno schifo e tu lo dovresti sapere. Quante volte si appostano qui fuori e ti rovistano nella spazzatura? Mamma, non rompermi anche tu. Sono stanco. Vorrei vivermi questa storia come un ragazzo normale della mia età e invece devo combattere per non aver sempre gli occhi addosso. Prima “fingete di stare assieme” ora “Non potete stare assieme i fan hanno cambiato tendenza”. Ohhhh, ma che cosa credete? Non siamo macchine!”

 

Stavo urlando contro mia madre gesticolando, come mi avevano insegnato a fare i miei amici italiani.

D’un tratto, guardando il suo sguardo, fu come svegliarmi da un coma. Quello non ero più io. Non potevo essere io. Ero tutto, ma non quello.

 

Suonarono alla porta proprio mentre mi resi conto di star finalmente cominciando a rilassare i muscoli del volto. Troppo poco tempo per cercare di rimediare alla discussione e alla piega che aveva preso.

 

Strinsi forte mia madre e dissi: “ Scusa. Ti prego di perdonarmi. So che mi hai sempre insegnato che un vero Lord inglese non perde mai la calma, ma sono a pezzi. Appena torno mamma, tu devi aiutarmi. Ho bisogno di un consiglio”

 

Lei mi strinse forte, non disse nulla e mi baciò la fronte.

Mi diressi verso la porta con l’adrenalina che mi faceva tremare le gambe e mancare il fiato.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: wildcat