Dopo
quello
che si puo’ definire davvero un vergognosissimo ritardo,
eccovi il seguito di
questa fan fiction.
Non ho
parole per scusarmi con voi, ma ve lo avevo promesso: questa storia non
rimarrà
inconclusa, ma verrà portata a termine, anche se dovessi
metterci un altro
lungo anno –e spero di no.
In ogni
caso, se qualche lettrice/lettore è ancora rimasto fedele a
questa storia e
ancora sta aspettando il seguito, bhe eccovelo.
Chiedere
ancora scusa non servirebbe a nulla, quindi vi lascio a questo tanto
atteso
capitolo, ringraziandovi di cuore per il sostegno che avete mostrato
fin’ora e
che continuate a mostrare.
Grazie
con tutto il mio cuore per:
32 Seguiti
70 Preferiti
116 Recensioni
E’
soprattutto
per voi che ho deciso di non abbandonare questa fic!
E neanche
tutte le altre storie che ho qui su EFP e che vi invito a leggere,
lasciandovi
i link.
[Harry Potter]
Trama:
Narcissa Black Malfoy non era quella
che si poteva definire, esattamente, una donna felice.
Nella sua vita ne aveva passate davvero tante, decisamente troppe.
Questa che vi racconterò – anzi che Narcissa Black
stessa, detta
affettuosamente Cissy da quelle persone che, di affetto e amore da
donare ne
avevano davvero poco, vi racconterà – non
sarà una storia veramente felice.
Ma neanche interamente triste.
Questa sarà LA Storia.
Sarete pronti, voi, per ascoltarla?
Sarete abbastanza coraggiosi da arrivare fino in fondo, per rivivere
quello che
mai nessuno dovrebbe provare sulla propria pelle?
***
-Ogni sospiro ci porta via un frammento di
felicità, non lo sapevi?-
-No, non lo sapevo...Come fai a prendere questa cosa del matrimonio
così
semplicemente?-
-Non credo che se mi mettessi a sbraiatare cambierebbe qualcosa.-
-No, in effetti. Ma ti renderebbe più umano...Questa sera
sto abbandonando
molti frammenti di felicità.-
-Li recupereremo insieme. Questa è una promessa.-
-E…E se qualcosa andasse storto? Se non riuscissi ad
innamorarmi di te, Lucius?
Io…Io non voglio finire in un matrimonio senza amore come
mia madre!-
-Non succederà. Fidati, Cissy: riuscirò a farti
innamorare di me.-
Queens
Park ~
Il Viale Dei Sogni Infranti
[Originale]
Trama: Cybil
Rose è la figlia di un illustre
duca d'Inghilterra, erede al trono in quanto la famiglia reale non ha
più
discendenti diretti e suo fratello Chris ha apertamente dichiarato di
non voler
diventare re - che poi, visto il suo caratteraccio, è meglio
così. Manca poco
meno di un anno all'incoronazione ufficiale e così la
ragazza è costretta a
restare chiusa in casa, per imparare tutto ciò che
è bene sapere per una futura
regina. Eppure, non è che la vita di una principessa sia
tutta rose e fiori! E
le lezioni sembrano più una sorta di prigionia forzata alla
quale il padre la
sottopone e dalla quale, spesso e volentieri, fugge via, coperta dal
fratello,
per far visita a Londra. Solo che, proprio durante una delle sue
'gite', si
imbatte in tre tipi poco raccomandabili, che cominciano ad
importunarla. Per lo
meno fino a quando non arriva in suo aiuto un giovane misterioso, molto
forte,
che la salva.
Ed è qui che inizia la nostra storia. Una storia lunga e
complicata. Una storia
fatta di amore, amicizia, affetto, bugie, illusioni e inganni che vi
accompegneranno
fino alla fine del viale dei sogni infranti.
***
Feci per voltarmi, quando una voce mi fece sobbalzare,
spaventandomi.
-Ti sei svegliata.-
Osservò qualcuno.
Non conoscevo la sua voce, però mi era familiare. Era calda,
bassa, ma al tempo
stesso calibrata e priva di vera espressività.
Colta di sorpresa scattai a sedere, guardandomi intorno allarmata. Ero
a casa
di uno sconosciuto, nel suo letto e c’era un buio
agghiacciante delle mie
ultime ore, di cui non ricordavo nulla, non potete biasimarmi se reagii
in quel
modo.
-Sta tranquilla, sei al sicuro ora. –
Mi rassicurò e, ignorando il capo giro e il dolore che
riprendeva a torturarmi
la testa, riuscii a trovare la sua figura. Appoggiato allo stipite
della porta
che avevo intravisto precedentemente, con le braccia incrociate al
petto, il
capo abbandonato su di un lato e la frangetta sfilacciata di capelli
neri e
rossi che gli accarezzava la guancia destra, nascondendo appena
l’occhio, c’era
Lui.
~Un
Particolare In
Più~
[Fidati di me
Ho sbagliato anch'io
Quando per paura non ho fatto a modo mio
Fidati di me
Non buttarti via
Anche se il regalo di un miracolo non c’e’
Almeno fidati di me.]
La
mattina era passata abbastanza velocemente, se si considerava il fatto
che era
rimasta a fissare il soffitto bianco dell’infermeria per
tutto il tempo.
Non
aveva più sonno e la sua mente vagava negli ambiti
più fantasiosi della sua
immaginazione, mescolando ricordi e sogni che le facevano battere il
cuore e la
facevano sorridere come un’ebete.
Si
sentiva decisamente bene e fosse dipeso da lei si sarebbe alzata
immediatamente
e sarebbe andata a lezione – aveva perso fin troppi giorni di
scuola in
quell’ultimo periodo. Ma Madama Chips era stata chiara: non
l’avrebbe lasciata
uscire da lì fino al giorno dopo.
‘Il corpo è molto
più vulnerabile dopo il
malessere che durante!’
Aveva
risposto, indignata dalle proteste che Alexis aveva avanzato. Poi se ne
era
andata, raccomandandole di riposare, perché ne aveva bisogno.
Ma
dopo aver letto il messaggio di Draco, non era neanche riuscita a
pensare di
chiudere occhio, troppo emozionata.
Sperava
solo che riuscisse a convincere Madama Chips a lasciarla andare per
quel
pomeriggio: le sarebbe dispiaciuto spostare la serata. Già
mezza giornata le sembrava
un’attesa troppo lunga!
Ora
stava aspettando Diamond, che era andata a trovarla dopo pranzo e che
adesso
era corsa a prenderle un vestito per la serata –appena aveva
saputo dell’invito
di Draco, era partita con uno sproloquio di spiegazioni eccitate, nelle
quali
aveva dato una serie di motivi del perché, del come e del
quando, affermando
che non importava quel che diceva quella ‘vecchia
zitella della Chips’; lei doveva andare, quella
sera, e aveva bisogno di
aggiustarsi, di farsi bella e di avere un vestito elegante che ‘togliesse il respiro a quel superbo di
un
Malfoy’. E senza lasciarla neanche ribattere, era
corsa via alla ricerca di
‘quel vestito fantastico comprato
qualche
settimana prima ancora mai messo e che sarebbe stato perfetto’
Diamond
era sparita ormai da un buon quarto d’ora, quando la porta
dell’infermeria si
aprì di nuovo. Aspettandosi di vedere l’amica con
chissà quale vestito
elaborato ed esageratamente elegante tra le mani, si costrinse ad
assumere
un’espressione a metà tra il disperato e il
divertito. Ma il sorriso le scivolò
via dalle labbra, perché la figura minuta e dai biondi
capelli che si era
immaginata, nella realtà era stata sostituita da quella di
un ragazzo alto, con
scompigliati capelli neri e inconfondibili occhi verdi.
Suo
fratello, il famoso Harry Potter, era lì, di fronte a lei, e
la osservava
contrito e teso.
-Ciao
Alex…-
Il
tono di Harry era sommesso, eppure conservava quella sfumatura
piacevolmente
calda che la faceva sentire bene. Sempre.
-Ciao…-
Si
limitò a rispondere al saluto. Anche il suo tono era
piuttosto timido ed
evidentemente a disagio.
Com’erano
potuti arrivare a quei
livelli?
-Posso…?-
Le
domandò, indicando lo sgabello vicino al suo letto che,
pochi minuti prima, era
stato occupato da Diamond.
Alexis
si sforzò di sorridere e annuì, invitandolo ad
avvicinarsi. Harry seguì
l’invito, con un cenno del capo, e prese posto, non prima di
aver rifilato
un’occhiata indiscreta al bouquet di rose blu, poggiate sul
comodino. Chissà
perché, ma credeva perfettamente di sapere chi gliele avesse
regalate. Storse
le labbra, al pensiero, e tornò a guardare la ragazza, che
aveva abbassato lo
sguardo sulle mani che si stava torturando in grembo.
Sospirò, cercando di
assumere un comportamento gentile, perché non voleva vederla
triste di nuovo,
come quella sera.
-Come
stai?-
Riuscì
a domandare dopo qualche minuto di teso silenzio.
Alexis
alzò il viso, lentamente, e ancora una volta tirò
un sorrisino sulle belle
labbra. Prese un respiro profondo, quasi cercasse le parole giuste per
rispondere a quella semplice domanda.
-Bene,
adesso.-
Proferì
poi, non trovando niente di meglio da dire. O di più
veritiero. E’ vero, era
stata decisamente male nell’ultima settimana; ma ora, si
sentiva in paradiso.
Si
portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio,
scrutando il fratello di
sottecchi.
-E
tu?-
Gli
chiese poi, con tono delicato.
Harry
non le sembrava ancora arrabbiato o deluso, come quella sera,
però aveva ancora
un’espressione strana…tesa, ecco.
Lui
si limitò a sorridere mesto e a stringersi nelle spalle.
-Bene,
suppongo.-
Nessuno
dei due aveva mai sostenuto una conversazione più forzata e
la cosa faceva male
ad entrambi.
Come
potevano quelle insignificanti incomprensioni, nate da piccole bugie
non dette,
rovinare quello splendido rapporto che erano riusciti a costruire in
quei mesi?
Forse,
si ritrovò a pensare Alexis con dolore, non era
così salda come riteneva, la
loro amicizia. Ma, infondo, come avrebbe potuto esserla? Era basata su
un amore
fraterno non compreso; bugie ed illusioni inesistenti; corti pomeriggi
di
chiacchiere futili. Come aveva potuto sperare di riuscire a ricreare un
rapporto famigliare, senza dirgli realmente chi lei fosse? E come
faceva,
ancora, a nascondergli la verità in modo tanto spudorato?
Per
Sirius. Lo faceva per Sirius.
Sì,
quanto avrebbe ancora potuto illudersi con quella scusa? Non lo faceva
per
Sirius. Non solo, per lo meno. Infondo, cosa avrebbe rischiato il suo
amato
padrino, se Harry e solo Harry avesse saputo la verità?
Sarebbero solo stati
più felici, nel loro affetto, e nessuno avrebbe
più sofferto.
Ma,
arrivata a quel punto, forse, non riusciva più a smettere di
fingere di essere
quella che non era. E affrontare la dura realtà che le si
prospettava davanti,
le sembrava davvero faticoso; specialmente se pensava che ogni cosa
costruita
fino ad allora, sotto la falsa identità di Alexandra
Walburga Black, sarebbe
andata inevitabilmente in frantumi, al cospetto della
verità. E allora, niente
più Serpeverde; niente più Blaise; niente
più Diamond; niente più dell’Harry
che aveva conosciuto; e, inoltre, niente più Draco.
Conoscendo
tutto l’odio che il Principe provava per suo fratello, non
poteva di certo
sperare che tutto restasse come ora, una volta che fosse saltata fuori
la
verità.
Una
volta che lui l’avrebbe vista come Alexis Lily Potter,
sorella minore del suo
più acerrimo nemico.
Quel
pensiero la colse, improvviso, come uno schiaffo in pieno viso.
Draco
l’avrebbe voluta ancora, dopo?
E
se lui si fosse solo innamorato di Alexandra Black e avesse poi odiato
Alexis
Potter?
No,
non era possibile.
Alexandra
e Alexis erano la stessa persona. Solo con nome diverso. Infondo, un
semplice
nome non poteva cambiare le cose.
O
sì?
Decise
di non pensarci, perché non era il momento adatto e ora,
voleva solo vivere la
felicità che l’aspettava. Al futuro e alle sue
conseguenza, avrebbe pensato
poi.
Non
ora. Poi.
Tornò
a guardare Harry, con un sorrisino teso sulle labbra. Prese coraggio
e…
-Alex
io…-
-Harry
io…-
Parlarono
contemporaneamente, comprendosi l’uno con l’altra.
Erano
proprio fratelli, non c’era niente che potesse negarlo.
Si
guardarono ancora imbarazzati, finchè Alexis non
cominciò a ridacchiare, subito
seguita dal moro. E quelle semplici risatine, si trasformarono presto
in vere e
proprie risate. Sane; rilassanti; di totale sfogo; e insieme a qualche
lacrima,
portarono via anche la tensione accumulata che, come per effetto di un
qualche
incantesimo, scomparve, lasciando dietro di sé solo un amaro
retrogusto presto
dimenticato.
-Prima
tu.-
Lo
invitò Alexis, con un cenno della mano, mentre si asciugava
una piccola
lacrimuccia annidata all’angolo dell’occhio destro.
Harry le sorrise e annuì,
poggiando le mani sulle ginocchia e piegandosi appena in avanti. Poi,
si fece
serio all’improvviso, mentre nei suoi occhi calava
un’ombra un po’ malinconica.
-Alex…Io
volevo scusarmi. Per come mi sono comportato la sera della festa di
halloween.
Non avevo alcun diritto di dirti quelle cose o di forzarti a parlare in
quel
modo.-
Aveva
abbassato lo sguardo, forse perché non aveva il coraggio di
guardarla negli
occhi, mentre una nota ferita gli storceva appena le labbra.
Alexis
trattenne il fiato; sentiva il cuore venir attraversato da
un’improvvisa fitta,
tanto dolorosa da farle mancare il respiro.
-Harry
io…-
Cercò
di interromperlo, ma quello rialzò lo sguardo sul suo,
inchiodandola con
un’occhiata seria, facendole intendere che preferiva non
essere interrotto,
altrimenti non sarebbe riuscito a dire ciò che voleva. La
ragazza si morse il
labbro inferiore e questa volta fu lei, remissiva, ad abbassare il
capo. Harry
sembrò prendersi del tempo per riflettere sulle parole
giuste da dire.
-Avrei
dovuto farlo prima, lo so. E’ passata una settimana, da
quella sera e non ho
giustificazioni. E’ solo che…-
Sbuffò,
prendendosi la testa con una mano. Alexis avrebbe voluto avvicinarsi a
lui e
dirgli che andava tutto bene, ma, per qualche strano motivo,
sconosciuto
persino a lei, non riuscì a muoversi e si limitò
ad osservarlo di sottecchi; il
dolore gli esplodeva nel petto: non ce la faceva a vederlo stare
così male.
Che
doveva fare?
-Ogni
volta che ti vedevo, nei corridoio…Volevo fermarti,
chiederti scusa e far
tornare tutto come prima. Mi piaceva il rapporto che avevamo,
davvero…E,
nonostante io sapessi che i miei…-
Si
morse le labbra, in evidente difficoltà. Alexis si sporse
appena, allora, e gli
prese una mano tra le sue, stringendola forte. Harry alzò il
viso e le regalò
un sorrisino spento.
-…i
miei…sentimenti…non
potranno mai
essere ricambiati…-
E
qui lanciò un’occhiata mista tra frustrazione e
rabbia al boquet di rose.
Alexis
si sentì morire.
-
Mi ero abituato. Lo ho accettato, sul serio. Ma dopo quella
sera…Dopo averti
trattata in quel modo…E dopo aver visto la tua espressione
io…Ho pensato che
non avresti più voluto saperne di me. Questo pensiero mi
bloccava e la paura di
averti…persa, anche solo
come amica,
mi ha impedito di vederti o parlarti o chiederti scusa.-
Aveva
detto quelle parole senza quasi prendere fiato, come se
all’improvviso qualcuno
gli avesse dato la forza necessaria a confidarsi; temeva che, se si
fosse
fermato anche solo per un attimo, l’avrebbe persa e allora
addio al discorso
che si portava dietro da giorni, provato e riprovato fino alla nausea
davanti
allo specchio del bagno di Mirtilla Malcontenta, con quella fantasmina
fastidiosa a ridere alle sue spalle.
Le
prese le mani tra le sue, portandosele vicino alle labbra, e finalmente
la
guardò dritta negli occhi – quegli occhi
così inspiegabilmente simili ai suoi.
-Per
favore, perdonami Alexandra.-
Proferì
quelle parole con così tanta forza emotiva, che lei le aveva
quasi sentite
attraversargli la pelle e procurarle quel brivido maligno che le era
risalito
lungo la schiena, facendola tremare appena. Un sospiro
abbandonò le sue labbra,
fioco. Gli lasciò le mani e si sporse appena dal letto,
scostando le coperte
che ancora la tenevano al caldo. Poi si avvicinò al fratello
e lo strinse a sé,
circondandogli il collo con le braccia.
-Oh
Harry…Non hai niente da farti perdonare, davvero. Io non ce
l’ho con te. Non ce
la potrei mai avere con te.-
Gli
sussurrò all’orecchio, sincera.
Come
avrebbe mai potuto avercela con il
suo adorato fratellone?
Dopo
un primo momento di sorpresa, Harry ricambiò
l’abbraccio, stringendola forte
per la vita e trascinandosela quasi in braccio. Le mise una mano tra i
capelli,
improvvisamente felice di risentirla così vicina. In quella
settimana passata
lontano da lei, si era sentito vuoto, come se una parte di
sé che l’aveva
completato quando la prima volta aveva incontrato quegli occhi
smeraldini, gli
fosse stata strappata via con violenza.
-Ma
io…-
Non
sapeva il perché, ma sentiva il bisogno di protestare a
quella gentilezza. Come
poteva non avercela con lui? Le aveva rovinato quella che si
prospettava una
serata speciale; l’aveva ferita; l’aveva fatta
piangere; e l’aveva ignorata per
tutta la settimana; come poteva quella ragazza così piccola,
che ora lo
stringeva forte, avere un cuore così grande?
-Niente
ma. Sul serio, non hai nulla da farti perdonare. La tua reazione era
più che
giustificata…Volevi solo sapere qualcosa di tua sorella.-
Si
fermò dopo quella frase, limitandosi a stringerlo con
più forza, quasi sentisse
il bisogno di sentirlo vicino, come mai prima.
-Anch’io
avrei reagito così, al tuo posto…-
Un
sospiro tremante lasciò le sue labbra, mentre Harry la
allontava delicatamente
da sé. La guardò negli occhi e le sorrise, con
quell’espressione che a lei
piaceva tanto e che la faceva sentire davvero felice.
Draco
era l’unica altra persona a
riuscire a renderla felice solo con la forza del sorriso.
Le
accarezzò una guancia, con un gesto carico
d’affetto.
-Sì,
forse hai ragione. In ogni caso, non avrei mai dovuto reagire in quel
modo.
Infondo, se tu avessi saputo qualcosa di mia sorella e tuo fratello, me
lo
avresti detto subito.-
Non
era una domanda, ma una semplice affermazione. Dietro quello sguardo
sereno e
intenso, si poteva leggere una chiara affermazione: mi fido di te.
Alexis
lo fissò per qualche istante, in silenzio. Mai, come in quel
momento, si era
sentita tanto a disagio di fronte a quegli occhi. Si morse il labbro
inferiore
e abbassò lo sguardo, prima di tirare un sorrisino
coraggioso.
-Già…-
Si
limitò a sospirare poi, voltando la testa verso la finestra
e osservando i pigri
raggi di quel sole invernale infrangersi deboli sulla superficie del
lago
cristallino, in lontanza.
Era
tutto così estremamente difficile.
Che
cosa doveva fare?
Emozioni
contrastanti la scombussolavano, rendendola incapace di prendere una
decisione.
Il
coraggio: ecco cosa le mancava veramente, in quel momento. Forse, stava
proprio
bene tra i Serpeverde, perché una Grifondoro non avrebbe
tentennato tanto di
fronte alla possibilità di dire la verità ed
essere forte.
Quello
era il momento giusto per dire la verità: c’erano
solo loro, i fratelli Potter,
e nessun altro a poterli disturbare. L’argomento verteva su
quel punto doloroso
che si sarebbe potuto risolvere con poche parole, rendendo tutto
più semplice
da gestire.
Sì,
doveva dirglielo, era la cosa giusta da fare. Doveva farlo per Harry e
anche
per se stessa. Più avrebbe aspettato e più le
conseguenze sarebbero state
disastrose, lo sapeva.
Prese
un respiro profondo e socchiuse gli occhi, prima di rialzare il viso su
quello
del fratello, che ancora la osservava sorridente. Deglutì.
-Signor
Potter, ancora qui? L’orario delle visite è finito
da un pezzo! La signorina
Black ha bisogno di riposare: ha passato una nottataccia.-
La
voce alterata e leggermente gracchiante di Madama Chips
riempì il silenzio
dell’infermeria, stroncando sul nascere quella
verità che, finalmente, le stava
per uscire facilmente dalle labbra. Sconsolata, si voltò a
guardare
l’infermiera, rendendosi conto che non avrebbe più
trovato il coraggio che
aveva raccimolato in quei brevi istanti di silenzio.
Oh,
sia dannato il pessimo tempismo di
quella donna!
Harry
si strinse nelle spalle, con espressione colpevole, mentre Madama Chips
lo
prendeva delicatamente per un gomito, invitandolo ad uscire.
-Sì,
vado, vado! Ciao Alex, rimettiti presto.-
Esordì
spazientito, scuotendo la testa e avviandosi verso la porta.
Alexis,
impotente, lo guardò allontanarsi.
Quando
era ormai in procinto di varcare la soglia, però, il ragazzo
si voltò.
-Vengo
a trovarti più tardi.-
Le
sorrise con dolcezza, ma lei scosse la testa.
Più
tardi, volente o nolente Madama
Chips, lei non ci sarebbe stata in quel lettino.
-No,
Harry, preferisco riposare. Madama Chips ha ragione, ho dormito
veramente poco
e sono stanca.-
Mentì,
assumendo un’espressione mesta, con la quale storse appena le
labbra, sperando
di risultare convincente. Il Grifondoro sembrò restarci
male, perché abbassò lo
sguardo con una nota ferita, pensando, con una fitta di gelosia, che
per Draco
Malfoy non sarebbe stata stanca. E, in effetti, era davvero
così.
-Sante
parole!-
Se
ne uscì l’infermiera, prendendo dei medicinali
dall’armadietto e avvicinandosi
ad Alexis.
-Però
Harry- aggiunse la moretta, prima che il ragazzo potesse uscire
–Ci vediamo
domani, solito posto e solita ora.-
E
sorrise, solare come ormai non la vedeva più da tempo. Il
ragazzo la osservò
con un’occhiata sorpresa, che si sciolse in
un’espressione decisamente
addolcita. Annuì, senza aggiungere altro che non fosse un
occhiolino d’intesta
e un’alzata di pollici. E poi uscì, lasciando la
ragazza e l’infermiera alle
prese con i medicinali.
Quando
fu di nuovo sola, alla fine, Alexis si addormentò sul serio,
tanto
l’appuntamento era per quella sera e lei voleva essere quanto
più in forze
possibile; inoltre, non l’avrebbe
Un'altra strada in
fondo a questa bugia]
Lentamente,
lasciò il mondo dei sogni controvoglia e aprì gli
occhi. Sbattè le palpebre un
paio di volte, costringendosi a sollevarle: si era sempre chiesta
perché a
volte le sembrassero tanto pesanti.
-Torna
da me, mia piccola Black.-
Le
sussurrò una voce gentile. Quel respiro freddo le
sfiorò l’orecchio, facendola
rabbrividire appena. Sorrise, riuscendo finalmente a rivelare quegli
smeraldi
sinceri, che vagarono per la stanza, fino ad incontrare la sua figura.
-Draco…-
Mormorò,
la voce ancora impastata dal sonno.
Incontrare
il suo viso d’angelo la fece svegliare completamente.
Il
ragazzo le prese una mano e se la portò al viso, sfiorando
il dorso con una
carezza delle belle labbra.
-E’
ora di andare.-
Le
rammentò, scoccandole un’occhiata intensa; lo
sguardo argenteo bruciò, carico
di aspettativa.
-Mmm.
Dove andiamo?-
Alexis
si tirò su a sedere, lentamente, coprendo un grosso
sbadiglio con la mano.
-E’
una sorpresa.-
La
ragazza si voltò a guardarlo, ancora assorta nella classica
confusione di chi si
è appena svegliato. Quando, finalmente, l’alba
della comprensione si decise a
sorgere, spalancò gli occhi e arrossì leggermente.
-Draco!-
Esclamò,
quasi si fosse resa conto solo allora di non trovarsi più in
un sogno. Il
biondino ridacchiò appena.
-Bentornata
tra noi.-
La
schernì poi, alzando le sopracciglia eleganti.
Alexis
si prese la fronte con una mano, scuotendo appena la testa; i morbidi
boccoli
scuri, ora incasinati in un groviglio senza fine, le si riversarono
sulle
spalle.
-Oddio
scusa! Dovevi portarmi in un posto speciale stasera e io mi sono messa
a
dormire! Perdonami! Sono un disastro…-
Squittì
dispiaciuta, dandosi mentalmente della stupida. Aveva deciso di
concedersi un
riposino, proprio per essere presentabile quella sera, ma aveva finito
per
farsi proprio una bella dormita: doveva essere stata più
stanca di quanto non
avesse immaginato.
Draco
la osservò, sottilmente divertito. Si avvicinò al
suo viso e la prese
gentilmente per i polsi, scostandole le mani. La guardò
serio.
-Sì,
sei un disastro.-
La
rimproverò con tono secco. Lei fece per abbassare lo
sguardo, mortificata, ma
lui si avvicinò ancora, annullando quasi completamente la
poco distanza che li
separava. Come ogni volta che si trovavano tanto vicini, il cuore di
Alexis
prese a battere frenetico.
Il
tempo passava, ma certe cose non
sarebbero mai cambiate.
-Ma
ti amo anche per questo.-
Aggiunse
con un morbido sussurro che si depositò su quelle labbra che
poi si premurò di
sfiorare appena con le sue.
Un
bacio sfuggente, ma non meno dolce.
Alexis
lo guardò, deliziosamente rossa in viso, gli occhi
scintillanti per l’emozione,
un sorriso bellissimo sulle labbra di albicocca. Draco le
regalò una carezza su
di una guancia, portandole indietro una ciocca di capelli decisamente
ribelli.
Poi si piegò e prese una busta ai piedi del letto, che le
mise in grembo.
-Siamo
ancora in tempo, comunque, per cui non metter su quel broncio. Diamond
ti manda
questa con tutti i suoi migliori auguri.-
-Auguri
per cosa?-
Il
biondino sghignazzò, senza rispondere, e fece spallucce.
-Ha
detto che voleva portartelo lei stessa, ma quando è venuta a
trovarti, questo
pomeriggio, dormivi come un drago durante il letargo.-
Alexis
gonfiò appena le guance, ancora rosse, e aprì la
busta, con un cipiglio
curioso. C’erano dei vestiti, un paio di scarpe, una trousse
e qualche boccetta
contente liquido non meglio identificato. Lanciò
un’occhiata confusa al
ragazzo, che scosse la testa, come a dire che non sapeva nulla. Poi si
alzò dal
letto, guardandola dall’alto.
-Direi
che è ora che tu vada a prepararti.-
Le
indicò la porta del bagno dell’infermeria con un
cenno del capo. Alexis annuì,
ma poi corrugò la fronte.
-Ma
se Madama Chips venisse a controllarmi e non mi trovasse?-
Domandò,
piegando il capo su di una spalla, l’espressione corrucciata.
Draco
le lanciò una lunga occhiata, un fine sopracciglio alzato ad
indicare il suo
pensiero su ciò.
-Ti
interessa davvero di quella vecchia
zitella?-
-No,
ma…-
-Comunque
se ne stanno occupando Blaise e Diamond: tu pensa solo a vestirti.-
La
interruppe, scrollando le spalle e voltandosi.
-Ti
aspetto fuori, non farmi attendere troppo.-
E
si incamminò verso l’uscita, lasciandola sola
nell’infermeria con tutte le
cianfrusaglie che Diamond le aveva messo in quella bustina,
evidentemente
stregata.
Rimase
a fissare la porta, come un’ebete, per almeno due minuti
buoni; un sorrisino
idiota le si allargava da un orecchio all’altro.
Alla
fine, riuscì a tornare alla realtà, e
convincendosi di essere meno emozionata e
impaziente di quanto non si sentisse, si chiuse in bagno.
Quando
rientrò nell’infermeria, Diamond era accanto al
suo letto, dove qualcuno era
ora sdraiato al suo posto. La ragazza alzò lo sguardo sulla
piccola figura che
si stava avvicinando, con espressione incuriosita, e non
riuscì ad impedire al
suo cuore di mancare un colpo. Alexis era veramente e incredibilmente
bella, in
quel momento: con i capelli raccolti e il corpo fasciato da quel
vestito verde
–il suo, tra l’altro-, tanto attillato da riuscire
a mozzare il fiato persino
ad una come lei, che aveva decisamente altri gusti; senza spalline,
lasciava
scoperta la pelle bianca, e si stringeva lungo i fianchi, per poi
ammorbidirsi sulla
gonna, che le sfiorava le cosce ad ogni suo passo; un paio di scarpette
dello
stesso colore del vestito –sempre sue- e con qualche
centimetro di tacco,
completavano la sua figura.
Diamond
scosse la testa e le sorrise raggiante, schiarendosi la voce.
-Sei
uno splendore!-
Esclamò,
correndole incontro e abbracciandola.
Alexis
sorrise e ricambiò l’abbraccio.
-E’
tutto merito tuo. Grazie…per questo.-
E
allargò le braccia, indicandosi. La biondina le
lasciò un buffetto su di un
braccio e le fece un’occhiolino.
-Devi
darmi la tua biancheria e la camicia da notte, tesoro.-
La
informò poi, con sguardo insondabile. Alexis
sbarrò gli occhi, in un misto di
imbarazzo e confusione.
-Perchè?-
Aggrottò
le fine sopracciglia. Diamond sbuffò e si
avvicinò a lei, prendendole la busta
dalle mani e cominciando a rovistare dentro.
-Non
abbiamo molto tempo, non fare domande.-
La
liquidò, prima che potesse provare a replicare. Preso quello
che cercava, lo
lanciò alla figura nel letto, che ora Alexis si era
finalmente voltata ad
osservare.
Quasi
non le prese un colpo.
Sdraiata
in quel letto che prima aveva occupato, c’era proprio lei:
Alexis Lily Potter.
Le
rimandava un’occhiata divertita degli occhi smeraldini, con i
capelli scuri
scombinati ad opera d’arte.
-Ma
che…?-
Se
Diamond non l’avesse sorretta per un gomito, in quel momento,
sarebbe
sicuramente scivolata in terra. La Alexis nel letto rise sguaiatamente
e anche la
biondina si concesse una risatina.
-Dovresti
vedere la tua faccia, Alexandra!.-
La
schernì divertita, continuando a ridacchiare. La ragazza si
voltò a guardarla,
ancora spaventata.
-Che…Che
cos’è quella cosa nel letto?-
Balbettò
confusa, indicando l’altra sé che ancora rideva.
-Ehi,
piano con le offese piccola.-
La
riprese quella, con un cipiglio ora severo, ma ancora chiaramente
divertito. La
vera Alexis si voltò a guardarla, gli occhi di nuovo
sbarrati. Sbagliava o
quella era la voce di…
-Blaise?!?-
Gridò
quasi, scioccata. Okay, adesso le aveva veramente viste tutte.
-Ma
che diavolo sta succedendo?-
Sbottò
poi, voltandosi verso Diamond sempre più confusa.
-Lui
è il nostro diversivo per questa sera.-
Le
spiegò, facendo un cenno nel capo in direzione di
Alexis-Blaise.
La
ragazza si voltò di nuovo ad osservare l’altra
sé e vi si avvicinò, titubante,
non sicura di aver capito bene.
-Blaise?-
Lo
chiamò, avvicinandosi tanto al suo viso che sembrava volesse
baciarla. In
realtà, cercava solo di scrutare la verità nei
suoi occhi smeraldini.
-Sei
davvero uno schianto, piccola.-
Le
rispose con un’occhiolino, facendola arrossire di botto.
-Oddio!
Se tu sei me, allora hai visto…-
Deglutì,
sbarrando gli occhi.
Che
Blaise l’avesse vista …nuda?!?
Si
prese il viso tra le mani, nascondendolo e scuotendo la testa, per
scacciare
quel terribile pensiero che le era baluginato nella mente.
Blaise
le prese i polsi, delicatamente, e la costrinse a guardarlo. Un
sorrisino
rassicurante si allargava su quelle labbra di albicocca.
-Tranquilla,
Alexandra Black: non ho dato neanche una sbirciatina sotto i vestiti.
Anche se
la tentazione era forte…-
Sghignazzò,
facendo per abbassare lo sguardo verso il petto, lasciato appena
scoperto
dall’enorme camicia che doveva essere di Blaise. Diamond gli
diede uno
scappellotto sulla nuca, costringendolo a desistere da
quell’intento giocoso.
La
vera Alexis sospirò, sollevata, e poi ridacchiò.
-E
ora, aiutami a
spogliarlo…spogliarla…spogliarti…o
insomma, hai capito!-
Sbottò
la biondina, mentre, con un incantesimo, legava un panno intorno agli
occhi di
Blaise. Alexis annuì e insieme fecero indossare
all’altra sé la sua biancheria.
-Oddio,
fa impressione vedersi in carne ed ossa, davvero…-
Una
volta che ebbero finito di rivestire Blaise, questo si
riaccomodò nel letto.
-Ma
come avete fatto?-
Domandò
esterrefatta Alexis, voltandosi a guardare il ragazzo trasfigurato in
se
stessa.
-Pozione
Polisucco: ne avevo rubata un po’ a casa dei miei, prima di
venire qui.-
Spiegò
Diamond, facendo spallucce.
-E
perché trasformare Blaise e non te, che sei una ragazza? La
cosa mi avrebbe
messa decisamente meno a disagio.-
-Ehi,
tesoro: non sei l’unica ad avere appuntamenti galanti a
quest’ora della notte.-
Le
rispose la ragazza, alzando un fine sopracciglio e incrociando le
braccia al
petto.
-Anche
io avevo da fare, veramente…Ma quello stronzo
mi ha obbligato. Mi dovete un favore enorme, tu e lui.-
Intervenì
Blaise, scuotendo la testa con fare indignato. Alexis si
voltò a guardarlo,
sorridendo dispiaciuta.
-E
a proposito di appuntamenti: ti converebbe andare, se non vuoi
suscitare le ire
dello stronzo prima nominato.-
Le
rammentò Diamond, ridacchiando divertita.
La
moretta arrossì, come se si fosse ricordata solo allora
della serata che
l’aspettava.
Annuì
frettolosa e abbracciò Diamond e Blaise.
-Grazie
di tutto ragazzi, sul serio.-
Cherin
sorrise, facendole un’occhiolino.
-Buona
serata e tanti auguri.-
Sogghignò
maliziosa, meritandosi un’occhiataccia.
-Divertiti
piccola, te lo meriti.-
Aggiunse
Zabini, con un cenno del capo.
La
Potter sorrise raggiante ed uscì dall’infermeria
in tutta fretta.
Dov’era
finito?
Fece
qualche passo, nel freddo della notte; prese la bacchetta –
che aveva inserito
nel cinturino legato in vita. La agitò davanti a
sé, facendo per pronunciare
l’incantesimo per la luce, quando una mano fredda le si
posò sulle labbra,
mentre l’altra la stringeva per un polso e la costringeva a
fare qualche passo
indietro, prima di scontrarsi contro un petto ampio e muscoloso. Non
riuscì ad
impedirsi di gemere, spaventata.
-Questa
non ti servirà, stasera.-
Le
sussurrò una voce gentile e maliziosa
nell’orecchio.
La
sua voce.
Le
sfilò la bacchetta dalla mano, prima di togliere la sua
dalla bocca e farla
voltare, con una mezza piroetta. Alexis si trovò stretta tra
il petto liscio di
Draco e il suo braccio che le circondava la vita. Il suo profumo
dolcissimo la
investì, stordendola.
Gli
sorrise, nervosa, mentre lui le sequestrava la bacchetta e la riponeva
vicino
alla sua, nel cinturino dei pantaloni.
-Finalmente soli, mia bella
Black. Ti sei fatta attendere.-
Le
soffiò sulle labbra, lanciandogli una lunga occhiata, tanto
penetrante da
metterla a disagio. Poi, prima che lei potesse cominciare con il suo
mare di
scuse, le occupò le labbra con un bacio molto più
che eloquente e che a lei
mandò il cuore e il cervello in tilt.
-Questo
era per me.-
Sghignazzò,
allontanandosi appena dal suo viso, per poterla ammirare meglio.
Quella
sera, la sua piccola Alexandra, era veramente bellissima. Riusciva a
far
battere il cuore anche ad un tipo freddo e controllato come lui.
Le
accarezzò il viso, intrecciando il pallido indice nel
boccolo che le sfiorava
la guancia. Poi, fece apparire una bella rosa blu, che le
posizionò sopra
l’orecchio.
-E
questo è per te.-
Le
sorrise, bello come mai. Era vestito con una camicia bianca, che gli
scendeva
sulle spalle in modo perfetto, e lasciava scoperto parte del petto
bianco e
liscio; i pantaloni neri gli fasciavano le lunghe gambe snelle,
attillati, e
delle scarpe lucide ed eleganti completavano l’abbigliamento.
-Grazie.-
Alexis
sorrise, piegando il viso su di un lato e stringendo appena gli occhi.
Due
fossette molto carine si formarono sulle sue guance rosse. Draco non
riuscì ad
impedirsi di strapparle un altro bacio. Poi si distanziò da
lei, facendo
qualche passo indietro.
-Dimmi,
Black: tu ti fidi di me?-
Le
domandò, con voce intensa e liquida, che le
scivolò addosso come un velo di
morbida seta. Alexis lo guardò sorpresa e si
riavvicinò a lui. Lo osservò dal
basso, con sguardo deciso, mentre lui la studiava con
un’occhiata impassibile.
Gli circondò il collo con le braccia e si alzò in
punta di piedi; questa volta
fu Alexis Potter a rubare un bacio a Draco Malfoy. Poi, sorrise
lì, sulle sue
labbra.
-Sì.-
Sussurrò
semplicemente, e il classico colorito imbarazzato le scaldò
le guancie.
Draco
sorrise a sua volta, stringendola a sé in maniera piuttosto
possessiva, prima
di divorarle le labbra con un altro bacio passionale.
Era
impossibile per lui resisterle,
quando arrossiva in quel modo così impacciato e tenero.
Poi
si allontanò di nuovo e le porse una mano.
-E
allora, mia piccola Black, vieni con me.-
Un’altra aurora in
fondo a questa follia.
Ho sofferto anch’io
Quando per coraggio ho
visto il mondo a modo mio.
Fidati di me
Non buttarti via
Anche se il regalo di
un miracolo non c’è
Almeno fidati di me.]
***
x
miyuko: E
così, gemina, ecco finalmente il
nuovo capitolo! Non l’hai betaradeggiato, ma ultimamente non
te li passo più i
capitoli, non me ne volere x3 Però attendo comunque la tua
opinione su questo,
completamente nuovo anche per te!
x
le_montagnine: Isa e
Ele, mie sorelle preferiti, mi
dispiace tantissimo per il ritardo ç___ç Sono
imperdonabile, ma spero che voi
riusciate a passare sopra a questa cosa e a tornare a recensirmi e
seguirmi come
prima, perché vi adoro *_* Dunque, spero davvero che questo
tanto atteso
capitolo vi sia piaciuto J Per
quanto riguarda Sirius, non preoccuparti Ele, perché presto
farà la sua comparsa in tutto il suo magico splendore *w* Vi
voglio bene
ragazze, davvero *le abbraccia forte*
x
Minnieinlove: Cuggia
mia adorata, come promesso ho
sia recensito la tua storia (*O*) che aggiornato la mia! Spero davvero
che ti
piaccia questo nuovo capitolo e aspetto con ansia il tuo!! <3