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Autore: Ashbear    19/07/2010    0 recensioni
Rinoa e Squall. Una storia per tutti coloro che non avrebbero mai voluto che la storia d'amore finisse. Nella buona e nella cattiva sorte, questa storia segue i primi quattro mesi della loro relazione. È il viaggio della scoperta, il viaggio che insegna.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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DANCING IN TIME
scritto da Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly e Shu
~ Capitolo VII: Un tempo per parlare - Parte I ~

21 aprile

Ogni tanto, Edea Kramer si sedeva tra gli studenti del Garden di Balamb. A volte, si giustificava a Cid dicendo che le ridava una sensazione di giovinezza. Ad ogni modo, se bisognava dire la verità, non aveva mai avuto una giovinezza da reclamare. Alcuni giorni la riportava a tempi più semplici - prima che le verità fossero conosciute, e prima che venissero dette le prime bugie. Nonostante il ragionamento, logico o meno che fosse, Edea trovava tranquillità nei riti quotidiani di passaggio dell'adolescenza degli studenti.

Inspirando profondamente, sentì il profumo dei boccioli di lillà che ornava le pareti del Giardino. Con la coda dell'occhio, notò una figura solitaria che si avvicinava alla panchina. In un certo senso, il movimento la sorprese, dato che pochissimi studenti osavano avvicinarsi a lei durante le sue sporadiche visite al Garden di Balamb. Chiuse la copertina in pelle del libro che stava cercando di leggere, anche se la sua concentrazione era divagata tempo prima.

"Signora Kramer?" chiese Rinoa esitante, sentendosi vagamente a disagio nel tentare una conversazione.

Edea dovette ridere al semplice suono formale del suo nome. Era raro che venisse chiamata a quel modo, e ancora più raro che venisse chiamata con educazione. Posando la mano sulle assi di legno della panchina, offrì lo spazio accanto a sé.

"Rinoa, per favore, siediti... e per amor di Pandora, chiamami Madre."

La ragazza più giovane obbedì, con in mano quella che sembrava una borsa per il pranzo. "Sono sorpresa che Cid ti abbia permesso di allontanarti... gira voce che tu sia riuscita a tenere la sua scrivania pulita per molte settimane, una sfida ritenuta impossibile da molti."

"Non è così male," rispose Rinoa con un sorriso. "Bisogna solo tenerlo d'occhio. Si fidi, non ho incontrato nessuno che riesca a perdere qualcosa con quella velocità... e ho lavorato con Zone e Watts, il che la dice lunga."

Edea annuì, sistemandosi dietro le spalle lunghe ciocche di capelli. "Ho sentito Selphie che raccontava alcune delle vostre avventure a Timber... Cid almeno ha dei degni avversari."

Edea guardò Rinoa che scartava il suo panino, osservando come la giovane strega evitasse il contatto visivo. Sospirò tra sé e sé; poteva intuire che c'era così tanta paura in questa ragazza, ma che allo stesso portava in sé così tanta forza. Anche se Edea e Rinoa aveva chiacchierato amabilmente in svariate occasioni, non avevano mai avuto occasione di parlare sinceramente. Edea sapeva che Rinoa aveva molte domande da fare, soprattutto quelle che riguardavano il loro incontro al Garden di Galbadia - eventi che avrebbero cambiato entrambe le loro vite per sempre.

"Rinoa, immagino che tu non sia uscita a parlare dello stato della scrivania di Cid."

"No..." Rinoa non era nemmeno sicura del perché fosse lì. Non che l'incontro fosse stato pianificato... era solo un posto vuoto al momento opportuno, giusto?

"So che non abbiamo mai possibilità di parlare," continuò Edea, sperando di alleviare un po' della pressione del momento. "Se c'è qualcosa che vuoi chiedermi, per favore, sentiti libera di farlo."

Rinoa mise giù il cibo, dato che il suo appetito sembrava improvvisamente sparito. Di malavoglia, riavvolse il panino nella pellicola, rimettendolo nella borsa. Il suo intento originale non era stato altro che uscire a respirare aria di primavera, godendosi un pasto comodo - non aveva mai pensato che avrebbe portato a domande che cambiavano la vita. C'era qualcosa che si era chiesta per mesi, ma aveva sempre troppa paura di sentire la risposta. La domanda le scivolò quasi fuori, prima che avesse anche solo il tempo di comprendere cosa stava dicendo la sua bocca.

"Perché?"

Chiudendo gli occhi, Edea si strinse il libro in grembo, avvolgendo le dita ai bordi. Non aveva mai pensato che Rinoa sarebbe stata così diretta. Forse era pronta a rispondere a qualsiasi domanda sul loro legame... solo non a quella. Eppure, Rinoa l'aveva riassunta in maniera molto eloquente in una semplice parola. La parola era molto più devastante da sentire di quanto avesse pensato. Come si risponde a una domanda che non ha risposta? Beh, almeno, non una buona risposta per chi aveva fatto la domanda...

Edea fu distolta dalle sue riflessioni quando Rinoa si rispose da sola con una risposta vera in maniera soprannaturale. "Era perché conoscevi sia Selphie che Quistis... e non volevi far passare loro questo tormento?"

La donna più grande si fermò, preparandosi mentalmente alla risposta debole che stava per dare, semplicemente concordando. "Sì, Rinoa, allora non ti conoscevo. Loro erano come figlie mie - ricordo di averle sempre cresciute. Ero anche consapevole del dolore, insieme alla gioia, che può venire dall'essere una strega."

Rinoa rimase in silenzio, annuendo come se si stesse aspettando già quella risposta. "Come? Come, se Artemisia ti controllava... come hai potuto decidere chi riceveva il potere?"

"Beh... non era che la mia coscienza non ci fosse, anzi, lei poteva usarla per prendere potere e conoscenza... ma solo ciò che io permettevo. Tutto quel periodo è come un ricordo vago. A volte non ero sicura se si trattasse di qualcosa del mio passato, o di quello di un'altra persona. Per quel che ne sapevo, avrei potuto star sperimentando i ricordi di una commedia che avevo visto o di un libro letto da bambina."

"Quindi... poteva leggere la tua mente?"

"Anche qui, solo quello che permettevo io. Quando era nel mio guscio, voleva sapere più di ogni altra cosa... quale fosse il vero significato della SeeD. Io non glielo dicevo. Dato che non poteva ferire me, ha ferito le persone che mi erano più care... separandomi in ogni maniera possibile dal mio stesso corpo. Tradendo infine qualsiasi legame..." Edea si fermò, rendendosi conto che stava per dire troppo. Rinoa non era pronta per sentirlo, e nemmeno Squall. Ci sarebbe stato un momento migliore, dopo che sarebbero stati svelati più segreti. "Non ora, è troppo presto per parlarne. Oggi è per le tue domande, non la mia angoscia."

Inalando il profumo dei lillà, Edea continuò, "tornando a quel giorno al Garden di Galbadia... quello che ricordo davvero, nella confusione, siete voi tre che combattete contro di me. Ricordo di aver pregato che Seifer fosse vivo, e che mostrasse anche solo qualche segno di vita... qualsiasi cosa. Ricordo che mi sentivo debole, come se la sanità mentale che avevo mi stesse sfuggendo dalle mani... potevo sentirla... sentire Artemisia che voleva abbandonare il mio corpo. Stava per lasciare il mio guscio... lo sapevo... ero debole e non le ero di alcuna utilità. Poi altri sono arrivati di corsa nell'auditorium... Ricordo solo di averti guardato... e di aver permesso alla sua coscienza di sentire il mio pensiero. Lei è forte, usa lei. È stato abbastanza per aiutare Artemisia a decidere, ma onestamente, la decisione finale non è stata mia... o sì?"

Rinoa distolse velocemente lo sguardo, quasi facendosi cadere il pranzo dal grembo. Edea poteva sentire il dolore che correva nella ragazza, e i demoni che ancora rifiutava di affrontare. Allungandosi, mise dolcemente le dita sulla spalla di Rinoa, che rimaneva ancora voltata per nascondere il suo imbarazzo.

"Per favore, cara... se puoi credere a una sola cosa... se fosse davvero stata una scelta mia, avrei voluto che questo destino crudele non toccasse a nessuno. Eppure, credo ancora fermamente nel mio primo pensiero - ti ho visto combattere alla pari al fianco di persone che erano state addestrate fin dall'infanzia... eri forte. Sì, tutti quei mesi fa, in un auditorium deserto, era per proteggere Quistis e Selphie... ma se dovessi decidere di nuovo, mi sentirei solo più appassionata stavolta. Non solo perché tu sei forte, ma anche perché hai già qualcuno che combatterebbe valorosamente al tuo fianco... nessun altro avrebbe potuto affrontare la situazione come avete fatto tu e Squall. Non solo siete usciti da questa situazione vivi, ne siete usciti anche come persone molto migliori. Per questa sola ragione, non dubiterò mai della mia decisione."

"Io... credo di capire... mi dispiace... a volte mi sento solo così... beh, strana, fuori luogo, credo."

"Lo immagino. Onestamente, non molte diciottenni possono demolire un'intera stanza con un solo colpo."

"Oh, ne ha sentito parlare." Rinoa alzò lo sguardo sulla donna seduta accanto a lei per la prima volta, cercando di mascherare l'imbarazzo. Eppure, non poté evitare le tracce di un sorriso sul proprio volto. "È stato davvero un incidente... e fortunatamente Squall non era poi così arrabbiato."

"Beh... almeno non hai fatto esplodere una cena a base di spaghetti mentre conoscevi i genitori del suo fidanzato."

"I genitori di Cid? Non l'avrà fatto davvero?"

"L'ho fatto eccome. Non sono ancora sicura di cosa sia successo; ero così nervosa. Ho fatto per prendere un pezzetto di aglio tostato e la cosa successiva... Cid e i suoi genitori erano coperti di tagliatelle... con la salsa alla marinara che colava sulla fronte."

"Beh, per quel che ne so, una cena con Laguna non è nel prossimo futuro."

"Non osare preoccuparti di questo, cara. Tutte le cose richiedono tempo." Edea si fermò, scegliendo le parole con saggezza, ora che la conversazione si era spostata su un tono più leggero.

"Rinoa, mi chiedevo... a dire il vero, io e Cid ci chiedevamo... tu e Squall riuscireste a fermarvi a cena da noi prima che lui parta per Trabia?"

Una voce burbera rispose alle loro spalle. "Dovrò controllare la mia intensa agenda sociale per vedere se posso farcela."

"Squall!" Rinoa sobbalzò al suono della sua voce. Sperava solo che non avesse origliato il resto della conversazione, ma non era da lui fare una cosa del genere. Alzandosi, si mise entrambe le mani sui fianchi, e mise da parte la borsa del pranzo. "Era un tentativo di scherzo quello, signor Leonhart?"

"Quante volte devo dirtelo - io non scherzo."

"Come potrei dimenticarmelo," rispose sarcasticamente. "Edea ci ha invitato a cena prima della tua partenza. Pensi di potercela fare?"

Lei notò il suo lieve cambio di atteggiamento, impercettibile a dir poco. Aveva in mente qualcosa; lo aveva imparato a Winhill. Ricordò che lui aveva nominato una conversazione tra i due di tempo prima, ma al di là di qualche commento, gran parte della discussione era rimasta in ombra. Il suo sguardo si spostò alla Madre e poi di nuovo a lei.

"Squall, per favore, c'è così tanto che dobbiamo dirvi." La voce di Edea si rattristò; non aveva accettato subito l'offerta.

"Va bene." La sua risposta era breve e dritta al punto. "Volevo solo vedere se avevi voglia di pranzare, Rin." Lui si fermò, rendendosi conto che era la prima volta che la chiamava così in presenza di qualcun altro. Un leggero rossore gli colorò le guance, mentre Rinoa fece un largo sorriso piegando la testa verso di lui.

"Mi piacerebbe molto."

*~*~*~*~*

"Pensi che verranno?" Il preside prese una rivista dalla pila, sfogliando velocemente le pagine.

"Vuoi smettere di preoccuparti, caro?" ribatté Edea, fissando suo marito incerta. "Leggerai davvero quella roba?"

"Certo, perché no?" Si fermò a una pagina prima di accorgersi che si trattava di una rivista di arredamento d'interni. Sorrise nervosamente coprendo il suo errore. "Stavo pensando di riarredare il mio ufficio."

"Sì... certo." Lei scosse la testa, capendo tutto, dato che alcune cose non cambiavano mai. Cid era difficilmente tipo da ammettere che si sbagliava, a meno che si trattasse di qualcosa di sconvolgente. "E sì, penso davvero che verranno. Rinoa ti ha detto che verranno... e non mancherebbe alla sua parola. Anche se dovrà trascinare qui Squall tirandolo per una delle cinture, ci saranno.

Lui sospirò. "Lo so... vorrei solo che non dovesse 'trascinarlo' qui, per prima cosa. Proprio non riesco a farlo aprire con me."

"Cid, per oltre dodici anni sei stato il suo superiore, pensi che sarà un libro aperto per te? Per prima cosa, e soprattutto, tu sei il suo capo... ed è una cosa difficile da mettere da parte."

Lui si levò gli occhiali, posando la rivista sul tavolino da caffè. "Lo so... ma Edea, penso che mi incolpi ancora per come sono andate le cose. Sai, l'ho lasciato solo durante la sua prima battaglia... e la seconda... e la..."

"Ho capito, ho capito... Quindi hai fatto degli errori, pensi che ce l'avrà con te per sempre? Lo scorso anno è stato come vivere sulle montagne russe, per lui, a livello di emozioni. Ora come ora, tu stai cercando di pensare a lui come a un figlio... più che come a un adolescente confuso."

"Penso... che tu abbia ragione. È sbagliato che io pensi come un padre, e che non voglia che faccia gli stessi errori che ho fatto io? So che tutto quello che balza ai suoi occhi sono quei momenti oltre la comprensione... per lui, era solo un tipo che piangeva nell'infermeria."

"Sì, ma se gli dici la verità... di sicuro non ti ascolterà. Capirà col tempo. Non ha bisogno di un padre; ha bisogno di un cavaliere che gli faccia da mentore. La cosa migliore che possiamo fare è mostrargli entrambe le vie e lasciarlo scegliere."

"Sembra un consiglio dei biscottini della fortuna."

"Grazie caro," rispose lei sarcastica.

Ci fu una pausa. Il preside si alzò, guardando fuori dalla piccola finestra della porta. Non era sicuro del perché fosse così nervoso; aveva fatto cose molto più complesse di questa. Ma questa era personale; qui avrebbe potuto doversi confrontare con i propri errori. Se la storia è destinata a ripetersi, ci sono due cose che si possono fare: ignorare gli errori degli altri, o imparare da chi è venuto prima.

"Ha già ricordato?" La tristezza nella sua voce tradì il suo tono.

"No, non che io sappia. Sono sicura che se così fosse ci sarebbero stati segni esteriori."

"Sì, tipo un misterioso lancio di una libreria contro Squall."

"Cid... ho detto che tutta quella 'cosa della libreria' è stato un incidente." Sorrise, sistemandosi i capelli dietro le spalle.

"Sai cosa ha usato Artemisia contro di lei?"

"Qualcosa..." rispose esitante Edea. "Il mio spirito era debole. Non ho bisogno di vedere cosa è successo per sapere il dolore che ha causato... o che causerà."

Il preside si avvicinò a sua moglie, sedendosi sul divano accanto a lei. La attirò a sé e la strinse in un abbraccio. Per un solo momento, e poi per un altro ancora... a volte si sentiva come se lei potesse semplicemente sparire. A volte, doveva abbracciarla e basta per assicurarsi che fosse reale. Avevano fatto i loro errori. Ma forse insieme, pensò lui, potevano evitare un po' di dolore alla generazione successiva.

"Edea, non posso nemmeno immaginare. Cedere il tuo corpo e la tua mente senza lottare troppo... deve essere stato qualcosa di terribile. Ma questa è la cosa giusta; se lei non lo affronta presto... diventerà soltanto un'arma contro di loro."

*~*~*~*~*

La domanda stessa, a volte,è il mistero più grande. Qualcosa l'aveva turbata per tutto il giorno, come se una piccola voce stesse cercando di urlare sopra tutte le altre. Eppure lei non riusciva a sentirla. Forse era nelle parole che Edea aveva usato quel mattino, e la sensazione di allarme che la giovane strega sentiva nel parlare alla coppia.

È stato abbastanza per aiutare Artemisia a decidere, ma onestamente, la decisione finale non è stata mia... o sì?

Le parole sembravano giocare come un indovinello nella sua mente. O sì? Che significava? Ovvio che era stata una decisione di Artemisia, di chi altri poteva mai essere?

"Hey Rinoa." La voce di lui che pronunciava il suo nome la richiamò alla realtà.

"Sì."

"Mi stai ascoltando?"

"Sicuro, cosa volevi?"

"Beh, ho detto per caso che abbiamo superato la loro porta due corridoi fa."

"Oh, scusa... mi sa che non stavo ascoltando."

"Che shock," rispose lui con il suo solito tono piatto, prima di chiederle, "sul serio, stai bene?"

"Starò bene." Lei si allungò verso di lui, prendendolo sottobraccio. "Promesso, stavolta ti ascolto."

"Ora ho una nuova comprensione di come sia irritante quando non ti ascolto."

"Tu cosa?" disse lei sorridendogli mentre tornavano indietro.

"Uhm... intendo... quando sono così impegnato a riflettere su quello che hai già detto, che è difficile per me concentrarmi su tutto quello che stai dicendo."

Abbassò gli occhi su di lei cercando di non mostrarsi divertito. "...Non te la bevi, vero?" Lei rise, scuotendo la testa mentre lui si abbassava a darle un bacetto sulla guancia. "Come pensavo."

*~*~*~*~*

Sembrò un'eternità. Ok, forse questa era una piccola esagerazione, ma ci andava dannatamente vicino. Sembrava che tutti gli argomenti si ripetessero in un cerchio infinito. Edea era riuscita a introdurre ogni argomento, tranne quello per cui li aveva invitati. Lei e Cid si erano scambiati sguardi più di una volta, ognuno aspettando l'invito silenzioso dell'altro.

Eppure, non poteva farlo.

Per troppo tempo Squall era sembrato distante, e anche se non aveva detto più di tre parole quella sera, almeno c'era. Lei non aveva mai avuto dei preferiti. Era semplice così e basta: amava i suoi bambini con la stessa dose di amore. Ma c'erano sempre quelli per cui si preoccupava di più.

E a volte, solo a volte, si chiedeva se aveva fatto la scelta giusta. Ma era mai stata davvero una sua scelta? Si schiarì la mente. Era troppo tardi per permettere ai dubbi di infiltrarsi. Non poteva farlo. Forse Cid poté sentire la sua esitazione, dato che non ci voleva un cavaliere a capire la sua paura... solo una persona che portava amore nel cuore.

"Squall... Rinoa... credo che vi stiate chiedendo perché vi abbiamo chiamato qui." Cid mise un braccio intorno a sua moglie, i cui occhi vagarono dalla coppia al pavimento. "C'è qualcosa di cui dobbiamo avvisarvi."

"Cosa?" La risposta di Squall fu quasi immediata. Era solo contento che stessero finalmente arrivando alla verità.

Il preside cercò di mantenere il sangue freddo. "Quando Rinoa ha accettato i suoi poteri... e sì, accettato è la parola corretta... ha affrontato un certo processo. Nessuna strega può rinunciare ai suoi poteri senza permesso... giusto o sbagliato. È una di quelle feritoie che tendono ad esserci tra i fatti e le leggende. Il problema allora è nel come i poteri sono stati assorbiti. Nel caso di Edea, lei ha ricevuto i poteri la prima volta da bambina... e poi di nuovo molti anni più tardi."

La Madre si alzò e andò a sedersi accanto a Rinoa; si allungò a prenderle una mano. La giovane donna tremava dentro, ed Edea poteva percepire la sua tremenda paura. Nel suo cuore, la nuova strega doveva aver scoperto la verità. Era solo la parte rinchiusa nella sua memoria a spaventarla... l'incognito.

Cid si levò gli occhiali, cercando di guardare Squall. Il Comandante era molto immobile, e guardava solo Rinoa. Il preside non aveva bisogno di vedere la sua espressione per sapere che cosa stesse provando. Non importava chi fosse turbato, sia Squall che Rinoa soffrivano allo stesso modo.

"Va tutto bene." Rinoa strinse la mano della Madre, prima di concentrarsi su Squall e ammettere, "in qualche modo lo sapevo. Non so come, ma lo sapevo. A volte, la notte, mi svegliavo senza fiato... il cuore che batteva forte. Potevo sentire ogni battito in fondo alla gola. All'inizio pensavo di avere degli incubi, ma poi sembrava che diventassero sempre più vividi. Posso ricordare pezzi e frammenti delle emozioni... ma non posso ricordare la causa. Solo i risultati, il dolore e la paura... avrei dovuto dire qualcosa, ma speravo che passasse."

Tenendole la mano con fermezza, Edea spiegò, "Rinoa, è la tua mente che cerca di ricordare. Artemisia è morta, ma il sentiero che hai percorso per arrivare qui rimane uguale - solo che non riesci a ricordare la strada."

"Quindi questo cosa significa per noi?" Squall non era tipo da indovinelli. Ora come ora, sentiva che stavano cadendo nella stessa trappola che li aveva portati lì. Le persone con il potere davano solo frammenti dell'insieme. Non aveva mai voluto incolpare gli altri, ma era difficile mettere da parte gli errori che avevano fatto. O le risposte che rimanevano ancora dentro il vuoto senza risposte.

"Dipende," confessò Edea, un po' più solenne di prima. "È la prima vera prova. Qualsiasi cosa le abbia mostrato, è stato sufficiente per convincere Rinoa che sarebbe stata meglio-"

"Non ho intenzione di ascoltare." Squall si alzò offrendo la mano a Rinoa. "Se volete che io creda anche solo per un secondo che Rinoa abbia rinunciato al controllo della sua mente e del suo corpo... non è possibile. Solo perché l'hai fatto tu, non significa che l'abbia fatto lei. Rinoa non ha avuto scelta. È semplice."

Gli prese la mano alzandosi, eppure non riusciva a guardarlo negli occhi. "Squall... so che Edea sta dicendo la verità. Ho lasciato che Artemisia mi controllasse." Le parole sembravano peggiori di quanto pensasse, una volta pronunciate. Era difficile affrontare la verità, non importava quanto contasse. "Non so spiegarlo, adesso... o non sono sicura se ci riuscirò mai. Ricordo solo di sentire che, per quel momento, volevo morire."

"No Rin-" Lei lo interruppe posandogli una mano sulla bocca.

"Shhh, Squall... per favore. Non sto dicevo che volevo davvero morire. Sto solo dicendo che ricordo di aver sentiro che ogni evento orribile che mi era mai capitato si accumulava in quell'unico momento. Come ho detto, non ricordo cosa mi ha mostrato... ma il dolore è ancora nascosto dentro di me."

"Per favore, sedetevi," intervenne il preside. "Se non lo affronti ora, potrebbe distruggerti. Non solo Rinoa, ma la fiducia e il legame che si sta formando tra voi. Artemisia ha preso il passato e l'ha rivoltato contro Rinoa. Il tempo, lo spazio, i significati... è tutto irrilevante in quella realtà. Può prendere frammenti di conversazioni e ricordi, e rivoltarli in un montaggio mortale. Si sentono le voci, si vedono i visi... ma non significa che sia successo in quel modo. È come fare una coperta dal materiale del tempo. Si possono prendere dei pezzi e tagliarli, metterli a formare i motivi che si vuole."

Edea cercò di semplificare. "È come ricevere un messaggio con le lettere tagliate da articoli di giornale. Le parole fanno tutte parte di altre storie, ma se le ritagli, e le sistemi... puoi scrivere una storia qualsiasi."

Squall guardò Rinoa, in attesa di una sua reazione. Lei annuì, sedendosi di nuovo sul divano. Lui non era ancora del tutto a suo agio con l'idea, ed esitò in maniera evidente prima di cedere.

"Quindi cosa facciamo?" La voce di Rinoa era estremamente bassa e insicura.

"Scopri cosa ha usato contro di te, così non potrà mai più essere usato contro di te."

"Rinoa," disse Edea, comprensiva. "Tu devi riviverlo di nuovo. La tua mente sbloccherà un ricordo represso... l'unica cosa è che sembrerà che lei sia ancora vicino a te. Sentirai le stesse sensazioni dell'ultima volta, ma stavolta ricorderai."

"Non mi piace." Squall sentì di dover essere la voce della ragione. Ma comunque, qual era la ragione, date le circostanze? Ovvio, non gli piaceva, ma cosa era una scelta sua? Lasciarlo indugiare all'interno, fino a che si gonfiava e spezzava una diga emotiva? Se vivere col dolore ora poteva aiutarli nel futuro, doveva accettare anche di malavoglia. Comunque, questo non significava che dovesse piacergli.

"Non piace nemmeno a me." Lei lo guardò negli occhi, cercando di nascondere la paura. "Ma devo capire - devo ricordare."

*~*~*~*~*

Non l'aveva vista stesa in un letto, in quella posizione, dall'ospedale a Deling. Quando dormiva pacificamente gli riportava ricordi di un periodo precedente. Una metamorfosi che avrebbe cambiato per sempre le vite di entrambi. Ora lei stava per rivivere il dolore, l'incubo. Squall non aveva detto più di due parole a Cid ed Edea sin da quando Rinoa aveva accettato. Ora stava su una sedia con le braccia appoggiate al letto. Entrambe le mani avvolgevano attentamente la sinistra di lei, e cercò di nascondere la sua preoccupazione con un sorriso.

"Così male, eh?" Lei ricambiò il gesto cercando di non mostrare paura, anche se la sua mano tremante rivelava la sua apprensione. Lui le lasciò andare una delle mani, muovendo lentamente le dita tra i capelli di lei. "Squall, starò bene... promesso."

"Lo so, Rinoa. Solo che non so quanto starò bene io."

"Starai benissimo."

"Hey, ragazzi." Edea entrò con un bicchiere d'acqua. Lo posò attentamente sul comodino, allungando a Rinoa due piccole pastiglie bianche. "Servono ad aiutarti a dormire. Ricorda solo che stai per rivivere il ricordo, come se stesse accadendo ora."

"Ok..." Si alzò a sedere e si mise le pillole in bocca, seguite da un sorso d'acqua. "Edea, come mai ricorderò stavolta?"

"Perché la tua mente dice che la tua coscienza è pronta. Avevi sia la chiave che la serratura, ora le stai semplicemente mettendo insieme." Rinoa annuì, ancora un po' sperduta, ma si fidava comunque della donna. Si stese di nuovo, voltandosi a guardare il suo cavaliere. Mise una mano sotto il cuscino, mentre l'altra rimaneva ancora stretta saldamente alle dita di Squall.

Per svariati minuti, lui guardò Rinoa. Lei lo guardò fino a che gli occhi divennero troppo pesanti, e non fu più possibile negare le leggi di natura. I respiri affrettati della coscienza divennero il motivo ritmico che si trova solo nel sonno. Ogni tanto il suo corpo sobbalzava. Ad ogni movimento lui voleva svegliarla, e guardare i suoi occhi solitamente spensierati.

E poi, improvvisamente, sembrò che lei stesse avendo un attacco epilettico. Il suo corpo era in preda alle convulsione e lei gettava la testa da un lato all'altro. Squall si alzò, prendendole entrambe le braccia. A quel punto aveva quasi tutto il peso del corpo appoggiato agli avambracci di lei, cercando di evitare che lei si facesse del male. Non poteva credere alla forza che serviva per fermarla.

"Fatela smettere!"

"No," disse Edea in un tono materno che conteneva in egual misura amore e fermezza. "Sarebbe più pericoloso non farla finire."

"Cosa sta vedendo esattamente?" La sua voce si spezzò; poteva a malapena mantenersi calmo.

"Non lo so, Squall. Come ho detto prima, è una combinazione del passato e del suo presente prima che venisse posseduta. Artemisia userà i suoi pensieri contro di lei, e anche i pensieri di chi la circonda."

"Cosa? Non hai detto niente dei pensieri degli altri. Vuoi dire che qualsiasi cosa io abbia mai pensato... lei lo può sentire?"

"Sì, Squall, ho detto che Artemisia ha la capacità di giocare con qualsiasi evento registrato nell'orizzonte del tempo. Mi dispiace se non sono stata abbastanza chiara. Non erano solo i pensieri di Rinoa, è il passato di tutti. Inclusi i tuoi... lei può aver sentito, o visto, anche qualsiasi cosa del tuo passato. Di quello di chiunque, per quel che conta. Ma Artemisia sarebbe stata selettiva, e avrebbe scelto solo quelli che avrebbe distrutto la sua volontà con più possibilità. A volte arrendersi sembra l'unica scelta possibile; ora si è costretti a sentire il fardello del dolore... di tutti. Artemisia sembrerà una figura materna; le dirà quello che lei vuole sentire... riempirà ogni vuoto. Sarà l'unica presenza che potrà consolare Rinoa... e così Rinoa si arrenderà. Conosciamo il risultato, ma la storia è taciuta... fino ad ora."

Lui chiuse gli occhi. Come poteva dire alla Madre che Artemisia non avrebbe nemmeno dovuto rivoltare alcuni dei suoi pensieri? Come poteva dirlo a Rinoa? Quando si erano incontrati la prima volta, aveva avuto così tanti pensieri negativi su di lei... ma era solo il modo in cui reagiva a tutti. I propri pensieri intimi dovrebbero essere solo intimi, e ora come ora, sembrava una specie di stupro emotivo... si sentì onestamente male. Non era il momento di pensarci, ma per un breve secondo, a dire il vero sentì del rimorso per essere stato senza permesso nei pensieri di Laguna. Che fosse in buona o cattiva fede, era comunque un'intrusione per cui non aveva avuto il permesso.

"Dio, Rinoa... ti prego, perdonami."

*****
Nota delle traduttrici: nonostante la caratteristica della storia sia che ogni capitolo può essere letto come una oneshot a sé stante, questo e il prossimo sono legati abbastanza tra loro:) Consiglio quindi a chi legge la storia come raccolta di oneshot di leggere questo insieme al prossimo. Vi ricordo come sempre la newsletter e che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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