Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |       
Autore: Shakta    19/07/2010    0 recensioni
Oscillando tra fantasia e ragione, tra dovere e volontà, una giovane donna, Joanne, vede lentamente soccombere il suo amore per il fidanzato David, colpito da una malattia mentale che lo estrania completamente dalla realtà, relegandolo a vivere come fosse un personaggio di varie pieces teatrali. In questo onirico viaggio con Joanne e nella mente di Joanne, la vediamo in balia dei grossolani tentativi dei suoi genitori, spinti dal “buon senso” comune, di maritarla e dei folli ma lucidi vaneggiamenti di David. L'unica figura di mediazione per la ragazza è l'affettuoso Dottore, con il quale lei si confida e che, forse, sarà l'unico a darle la forza per non soccombere alle rigide leggi della società e della vita.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
antagonista prologo e atto1

PROLOGO


( Nel buio la voce di David )

Tra poco sporcherò queste candide pagine con sottili e sgraziati segni di inchiostro. Essi mi serviranno per provocare in chi li vedrà il desiderio di produrre suoni che, espressi in un ordine da me determinato, formeranno parole. Queste parole avranno il loro ordine, la loro sequenza, sfruttando cui io potrò farvi arrivare un messaggio, il mio messaggio, frutto del mio pensiero. Io penso, io parlo e così comunico il mio pensare. Sembra così semplice, immediato, scontato. Ma allora perché mi sento prigioniero della parola? Perché se il mio pensiero non è limpido, lo deve essere il modo in cui lo esprimo? Perché se annego nel silenzio, devo dire che lo sto facendo?



ATTO 1

( la scena è divisa in tre parti da dei separè. A sinistra, illuminati da una luce verde, sono tre sedie e un piccolo tavolo, al centro, illuminato da una luce neutra, nulla tranne un semplice corridoio e a destra, illuminato da una luce rossa, un letto d'ospedale. Due porte sono in fondo alla zona centrale e sinistra. Le luci si spengono. Nel buio si sente la voce di David ripetere di continuo BE BE BE BE. Si accende la luce sulla zona centrale. Ci sono Joanne e un'infermiera )


INFERMIERA Lo sente anche lei signorina. È tutto il santo giorno che fa così. E se gli si fa qualche domanda, lui risponde solo cambiando il suo “be be be be”.

JOANNE Ma ieri stava bene no? L'ho sentito per telefono; mi ha raccontato che ha mangiato la pizza e...

INFERMIERA A dire il vero, la pizza l'ha mangiata una settimana fa. Ieri sera solo brodino. Sa, il dottore dice che si digerisce meglio la sera.

JOANNE (stizzendosi) Avevo dato precise istruzioni che non volevo gli deste da mangiare il brodo, perchè non gli piace.

INFERMIERA Ma signora! Ma cosa vuole che sappia quel povero diavolo!

JOANNE Scusi?

INFERMIERA Ma si figuri se riconosce la differenza tra pizza e brodino! É completamente...

JOANNE ( la blocca furiosa ) Zitta! Non un'altra parola! ( le fa cenno di restare ferma ) Proseguo da sola, tanto so qual'è la stanza.

INFERMIERA ( innervosita ) Oh beh, se va bene per lei. ( esce dal fondo. Joanne prosegue sola. Si accende la luce sulla parte destra, la stanza di David. Joanne arriva davanti alla porta della stanza, si ferma un attimo a guardarlo attraverso un vetro posizionato nel separè e poi entra. David è solo, in un angolo, nudo, che sta ancora ripetendo “Be be be be”. Appena la vede si blocca, si alza e le va incontro )

DAVID Dannazione a te, infida mogliosa! Si può sapere dove t'eri andata a cacciare? Lasciarmi solo ed indifeso contro i Russi!

JOANNE David io...

DAVID Fandonie fandonie! So io a cosa miri, mogliosa che non sei altro!

JOANNE ( avvicinandoglisi ) Tesoro cosa dici?

DAVID Cosa dico? Cosa dici mi chiede! Moriete! Moriete e sempre e solo moriete! Ecco ciò che volete! Vi servono per sfondare le resistenze di chiunque!

( Joanne lo guarda sconsolata e amareggiata. David la scruta e poi continua )

Ah, ho centrato il cesso! Donnaccia di porto, ecco cosa tramate: rubarmi le moriete! Così sarò ancor di più senza desoro!

JOANNE Ma no David, calmati. Sono io, Joanne. Non mi riconosci?

DAVID Ti riconosco sì, donnaccia! E chi sarebbe poi questo David? Un altro dei tuoi amici mandroni? Che sempre stanno a scroccarmi cibo e moriete? Eh? Eh? Vergogna! Oh povero me, povero me! Che disgrazia essere Re!

JOANNE ( a parte, dispiaciuta ) Non ti capisco amore mio. Come fare?

DAVID E pensare a tutto l'impregno che mi ci è voluto per diventare Re! Ed arricchirmi tagliando teste e mani! Mica come quei mandroni, sempre pronti a vivermi alle spalle! Ah ma io li scotenno tutti e mi ci faccio tante cappelline coi loro culi! ( pausa ) Poverino io, poverino il Re! Muoio di crepacuore! ( si accascia al suolo ansimante. Joanne gli si avvicina preoccupata. David la respinge con la mano ) Eh? Che fai? Vuoi forse uccidermi del tutto? Ohi ohi son perduto?

JOANNE ( allontanandosi un poco ) No, no. Stai tranquillo. Voglio solo aiutarti.

DAVID Ah sì eh? Vecchia bisbetica! Allora fai così, fammi preparare la secultura. Una bella secultura.

JOANNE Che cosa?

DAVID Brutta scema! Fammi preparare un bella secultura! E fallo con estrema premura! Per il mio corpo, per il mio riposo eterno! E che non costi tanto mi raccomando! Che costa già tanto andare a dormire da vivi! Mi ci manca di spendere le mie moriete anche per morire. Dopo sennò come faccio?

JOANNE ( voltandogli le spalle ed andando triste verso la porta ) D'accordo.

DAVID ( rimane immobile e guardarla. Mentre lei sta per aprire la porta, grida ) No! No mia amata! ( pausa. Joanne si immobilizza. David riprende con voce dolce ed appassionata ) Soffice è il tuono che inizia la guerra alle orecchie di chi più non appartiene alla Terra, ma sempre vaga perso alla ricerca di un sorriso, capace di spalancargli le porte di qualunque Paradiso. ( Joanne si volta lentamente e rimane a guardarlo ) Non andate mia diletta, mia gioia. Non ancora.

JOANNE Ma chi... ( s'interrompe )

DAVID ( le si inginocchia davanti prendendole la mano ) Come Sole avete abbagliato la mia mente, sicché null'altro vi è di luminoso a parte il vostro ricordo. E solo in vostra presenza la realtà riemerge dall'ombra riaccendendosi di fuoco. ( Joanne, confusa, rimane a guardarlo. David continua appassionato baciandole la mano ) Se voi foste pioggia, io vorrei essere nuvola e se voi foste albero, io allora linfa sarei e se anche dovessi io vivere la vita di una farfalla, niente avrebbe sapore come i vostri petali, che sempre ricercherei anche nel più variopinto prato.

JOANNE David ti prego rialzati.

DAVID ( rialzandosi, ferito ) Non conosco questo David di cui parlate, ma invero tutta la mia anima lo invidia se a lui siete devota.

JOANNE ( gli prende il viso tra le mani ) Ma sei tu David! David, sei tu!

DAVID ( riflette per qualche istante ) Ho capito! É uno stratagemma per ingannare vostro padre! ( pausa. David continua a riflettere, Joanne si siede sul letto prendendosi la testa fra le mani. David si blocca e la guarda ) Ah, ma non funzionerà, amore mio. Le nostre famiglie lungi si conoscono, troppo odio c'è fra di loro. Mi riconosceranno!

JOANNE Come faccio? Come faccio?

DAVID ( le si siede accanto ) Penseremo a qualcosa. Anche la fuga dalla mia città è preferibile per me ad una vita lontano dal tuo amore. Non permetterò a nulla di separarci. Parola d'onore.

JOANNE ( appoggia la testa alla spalla di David ) Abbracciami, amore mio.

( David la stringe a sé e la luce sfuma. Si riaccende qualche attimo dopo sulla parte sinistra, dove, seduta su una sedia intenta a lavorare a maglia, vi è Claire, madre di Joanne )

CLAIRE ( rivolta verso il pubblico ) Ma come si fa dico io. Essere così testardi. Così cocciuti! Fare stare così in pensiero la propria povera madre! ( pausa ) E pensare a quanto stiamo loro dietro seguendoli passo passo. ( sospira ) A quanto li proteggiamo! Potessimo sempre prendere noi le decisioni! Per il loro bene, s'intende. Noi abbiamo esperienza, sappiamo come va il mondo. Cosa si deve fare. E invece niente; appena sono abbastanza grandi da leggere le prime pagine dei giornali, ecco che iniziano a ribellarsi e a pensare di avere sempre ragione. Come se avessimo messo tanto impegno nel crescerli per poi vederli rovinarsi per niente! ( si zittisce d'improvviso e rimane in ascolto. Si sente la voce di Joanne salutare qualcuno ) Ecco che arriva la mia bambina! ( si sistema meglio sulla sedia. Entra Joanne )

JOANNE Ciao mamma.

CLAIRE Ciao Joanne. ( pausa ) Come stai cara?

JOANNE Bene

CLAIRE Sicura?

JOANNE Sì, certo.

CLAIRE E lui?

JOANNE ( sarcastica ) Ha un nome sai? David.

CLAIRE ( ignora il sarcasmo ) Come stava oggi?

JOANNE Bene. ( pausa ) Meglio.

CLAIRE Ah davvero? Immagino.

JOANNE Cosa vorresti dire?

CLAIRE Che non ti credo.

JOANNE Beh sai che novità.

CLAIRE Sarebbe una novità se tu non mi mentissi.

JOANNE Oh senti mamma, ma cos'è che pretendi da me?

CLAIRE Che tu la smetta di stare dietro ad un pazzo e ti rifaccia una vita.

JOANNE Non dire che David è pazzo!

CLAIRE Perché? Cos'è? ( silenzio di Joanne. Claire continua addolcendosi ) Tesoro, io lo dico solo per il tuo bene.

JOANNE Lo so.

CLAIRE È splendido quello che stai facendo per lui. Ma è giusto anche che tu inizi a pensare un po' per te. ( pausa )

JOANNE Mamma io ce la faccio benissimo.

CLAIRE Non lo metto in dubbio. Ma non pensi a cosa può dire la gente?

JOANNE ( torna sulla difensiva ) Cioè?

CLAIRE Eh, insomma, una donna come te, così giovane e così bella, che si perde dietro ad un malato di...

JOANNE Ti ho detto di non chiamarlo così!

CLAIRE Sì va bene, ma...

JOANNE No!

CLAIRE ( dopo una pausa ) D'accordo. Comunque sia, non è una cosa fatta come Dio comanda.

JOANNE Che cosa? ( indignata )

CLAIRE Andiamo Joanne non far finta di non capire.

JOANNE Che cosa dovrei capire?

CLAIRE Ma insomma, in fondo lui chi è per te? Che cosa rappresenta?

JOANNE La persona che amo!

CLAIRE Non essere infantile.

JOANNE Non lo sono affatto.

CLAIRE E allora credi che questo possa bastare?

JOANNE A me basta. A chi non dovrebbe?

CLAIRE Ma alla gente. Cosa credi che si possa pensare delle tue continue visite in quel posto?

JOANNE ( indignata ) E a me cosa dovrebbe importare di ciò che pensa la gente?

CLAIRE ( pausa lunga. Claire si alza e passeggia lentamente )

Lo sai quanto è importante questo momento per noi, vero? ( silenzio di Joanne ) Tuo padre è candidato a Sindaco e tra non molto ci saranno le elezioni. Non è il momento di avere scandali.

JOANNE ( allibita, con un filo di voce ) Scandali?

CLAIRE ( si gira cupa verso la figlia ) Sì, bambina mia. Scandali. Scandalo. Cioè quello che stai dando tu recandoti a trovare quel disgraz... ( si ferma ) quel David ogni giorno al manicomio. Cosa credi che si possa pensare in giro? E dire anche peggio!

JOANNE Non lo so, non mi interessa.

CLAIRE E al tuo lavoro non ci pensi? E al tuo futuro? ( silenzio di Joanne. Continua Claire ) Hai lottato per arrivare dove sei arrivata. Rinunciato a tanto. ( addolcendosi ) Ancora ti vedo curva sui libri sino a notte inoltrata, mai soddisfatta di quello che avevi fatto. ( Joanne inizia a piangere sommessa. Claire le si avvicina ) Ed ora vorresti buttare via tutto per cosa?

JOANNE ( sussurro ) Per amore.

CLAIRE No, perché ti sentiresti in colpa a lasciarlo.

( Joanne trasale. Claire si china e le prende le mani )

Promettimi che ci rifletterai.

( Joanne annuisce e abbraccia la madre. Entra Eric, padre di Joanne e marito di Claire; con sé ha una sagoma in cartone grandezza reale di un bellissimo ragazzo, vestito con giacca e cravatta, sorridente )

ERIC ( gioviale ) Buongiorno alle mie ragazze! ( le due donne si staccano di scatto. Joanne cerca di asciugarsi le lacrime )

CLAIRE Buongiorno caro.

JOANNE Ciao papà.

ERIC ( scruta Joanne per qualche istante ) Figliola, ma tu stai piangendo! C'è qualcosa che non va?

JOANNE No, è solo allergia.

ERIC Ah, è una stagione tremenda questa! Polline nell'aria! E Allergie nei nasi! ( ridacchia fra sé )

CLAIRE Già, hai proprio ragione marito mio.

ERIC Chiaro! Sono il quasi sindaco! So tutto io! E vi dirò di più: ho già preso provvedimenti contro tutto questo starnutire. ( Claire fa per interloquire, ma Eric la blocca con un gesto della mano ) Sostituiremo questi platani produttori di polline con dei bei pini sempreverdi. E tutta quell'erba nel parco e ai bordi strada con della sana erba sintetica, più ordinata e pratica. È così in tutte le più grandi città. E poi ho in mente anche qualche altra cosuccia per...

( Claire lo interrompe con un colpo di tosse. Eric si ferma e la guarda interdetto e interrogativo. Lei gli indica con una smorfia la sagoma di cartone del ragazzo. Lui di colpo capisce )

ERIC Oh, ma che sbadato che sono! Così preso dai miei progetti mi ero quasi dimenticato il nostro ospite. Vieni pure avanti. ( sposta il cartone verso Claire e Joanne ) Questo è Richard Dubois, della famiglia Dubois. Richard, queste splendide dame sono mia moglie Claire e mia figlia Joanne.

CLAIRE ( con entusiasmo ) Molto lieta.

JOANNE ( stanca e rassegnata ) Piacere.

( Nel frattempo Eric ha estratto un cartello con delle scritte da dietro la sagoma del cartone raffigurante Richard. Lo mostra verso il pubblico. Ogni volta che Richard parlerà, sarà Eric ad estrarre un cartello da dietro la sagoma del cartone )

CARTELLO “INCANTATO DA SIMILI BELLEZZE” SGUARDO CHE INDUGIA MALIZIOSAMENTE SU JOANNE

ERIC Non è un giovanotto perbene?

CLAIRE Davvero!

CARTELLO OH LA PREGO, I COMPLIMENTI MI IMBARAZZANO!

CLAIRE Bene, allora basta con quelli. Ti vuoi accomodare a bere qualcosa?

CARTELLO LA RINGRAZIO MOLTO, MA DEVO SCAPPARE TRA POCO.

CLAIRE Che peccato! E come mai?

CARTELLO DEVO TORNARE A LAVORARE

ERIC Gran lavoratore anche. Avanti ragazzo, dì alle signore di cosa ti occupi, non fare il modesto.

CARTELLO SONO GENERAL MANAGER SETTORE VENDITE DI UNA GROSSA MULTINAZIONALE. DETTO CON MALCELATO ORGOGLIO.

CLAIRE Ma che cosa interessante! Non trovi mia cara?

JOANNE ( senza entusiasmo ) Moltissimo.

ERIC Ed è ancora single...

JOANNE ( spazientita ) Beh, io devo uscire, mi dispiace.

CLAIRE Non puoi proprio rimanere un altro po'?

JOANNE No, mi dispiace. ( si alza. Dà un bacio alla madre e al padre ) Ciao ad entrambi e ( rivolgendosi al cartone ) piacere di averti conosciuto Richard.

CARTELLO IL PIACERE E' STATO MIO. SPERO DI REINCONTRARTI PRESTO

JOANNE ( senza convizione ) Chissà. Di nuovo Ciao. ( esce )

( rimangono nella stanza Eric, Richard cartone e Claire che si accomoda su una sedia )

CLAIRE Bene, Richard caro, spero tu voglia lo stesso farci compagnia per un thè.

CARTELLO NE SAREI ONORATO SIGNORA

ERIC Strana Joanne. Andarsene così.

CLAIRE Oh, sai come siamo noi donne. Fuggiamo per farci inseguire.

CARTELLO RISATA

ERIC Sarà. Ma dopo le parlerò.

( Claire si muove nervosa sulla sedia )

CLAIRE Non ti preoccupare caro. Hai già tanti pensieri.

ERIC Ma la felicità di mia figlia è il primo per me.

CARTELLO CHE PADRE MODELLO

CLAIRE Già, ma ora non preoccupiamoci più per lei. È forte e sa cavarsela.

( la luce inizia a sfumare, mentre anche Eric si siede )

CLAIRE Parlami un po' di te Richard.

( nel buio creatosi si continuano a sentire le grasse risate di Eric e le esclamazioni di Claire. Poi cala il silenzio )

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Shakta