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Autore: Ester 2    19/07/2010    1 recensioni
L'anima di Edward, è tormentata nel momento in cui deve fare la scelta di abbandonare la sua Bella. La sua sofferenza, nei mesi in cui lui è lontano, lo spinge a scrivere sul suo diario, aggrappandosi così all'illusione di parlare con il suo unico, eterno e grande amore. Il dolore dell'abbandono dal punto di vista di Edward.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Bella è morta.
Questo pensiero mi invade la testa, mentre sono nell’aereo che mi porterà in Italia per andare a chiedere ai Volturi di farmi morire.
Devo costringermi a tenere gli occhi bassi e scrivere tutta la mia angoscia, per non mostrare il mio sguardo spiritato e sconvolto alle persone che mi circondano.
La mia dolce Bella morta!
Sto impazzendo amore mio.
Un dolore indescrivibile, si apre come una voragine nel mio petto, come se qualcuno mi avesse asportato il cuore che tu avevi fatto rinascere.
Non riesco a pensare, non sento più nemmeno tutte le voci che ho intorno se non il ricordo della tua e quella di Rosalie che mi annuncia sollevata la tua morte.
Ero seduto sui gradini di non so dove, con mille voci che sentivo nella testa, chiedendomi dove poteva essere andata Victoria, mentre giungevano fino a me pesanti profumi di cucina, quando ho sentito per l’ennesima volta il cellulare che vibrava in tasca.
Ma non avevo la forza di prenderlo, non volevo ascoltare nessuno, volevo rimanere solo con i miei pensieri.
Appoggiai la testa sulle mie ginocchia e chiusi gli occhi ed ecco che subito apparve il tuo viso, Bella, il tuo sorriso.
Ormai non c’è niente che m’importi, non m’interessa alcun posto e non c’è da vedere nulla che abbia interesse a vedere.
Nulla di quello che mi circondava, se non te.
Forse pensavo di riuscirci, ma ormai ho fallito. I motivi che mi hanno indotto ad andarmene per salvarti la vita, sono crollati ad uno ad uno.
Sento nascere in me la speranza di tornare indietro da te, amore mio.
Vedo già davanti ai miei occhi i tuoi occhi, che mi guardano e mi perdonano.
Ma posso farlo? Posso tornare indietro e rimettere in gioco la tua vita, con i pericoli, invece di lasciarti libera di vivere una vita serena?
Ti ho lasciata perché volevo il meglio per te, era questa la mia speranza, ma ogni giorno che passa è una tortura, un’agonia.
Forse dovrei venire alla tua finestra e vedere con i miei occhi che tu sei felice, anche se ti ho promesso che non avrei più interferito con la tua vita.
Potrei?
Senza che tu ti accorga di me ,anche solo da lontano?
Per me sarebbe difficilissimo.
Sento ancora vibrare il cellulare, guardo e vedo il nome di Rosalie e penso: cosa vorrà mai da me?
Non mi ha mai chiamato negli ultimi mesi, essendo ancora arrabbiata; e non capisco cosa voglia.
Mi decido a rispondere, un po’ preoccupato per questa insistenza, con l’ansia che magari possa essere successo qualcosa alla mia famiglia.
Non immaginavo che invece ciò che mi doveva dire mi avrebbe sconvolto, no, ucciso.
Ancora adesso sento vivo nelle orecchie ciò che mi ha detto.
"Rosalie, come mai mi hai chiamato?" dissi.
"Edward, volevo farti sapere che Alice è andata a Forks" , mi rispose seccata.
"Perché?". Sussurrai, avrei voluto staccare la testa ad Alice, le avevo detto di non interferire, ma Rosalie interruppe i miei pensieri e proseguì.
"Finalmente possiamo tornare a casa".
"Non capisco Rosalie cosa vuoi dire", le risposi passandomi una mano tra i miei capelli.
"Ormai non c’è più. Carlisle ed Esme non parlano più", continuò.
"Rosalie non capisco, di cosa stai parlando?" , non riuscivo a capire le sue parole, mi sembravano senza senso.
"Edward, non vuoi sapere perché Alice è a Forks?" rispose, ancora con quel tono seccato.
"No, non m’interessa anche se vorrei che non lo avesse fatto", non capivo. La sua voce era dura ma anche sollevata, e continuai.
"Rosalie, è inutile continuare questa conversazione, hai un minuto per dirmi che cosa c’è o chiudo. Voglio essere lasciato da solo", risposi infastidito , cercando di capire qualcosa da quello che mi aveva detto e chiedendomi il perché.
"Ti ho detto che possiamo tornare a casa, sono stufa di Carlisle che non dice più nulla , ed Esme che è addolorata. Dovresti tornare per stare vicino a loro visto che ti vogliono tanto bene, e che non c’è più alcun problema a Forks" mi rispose ancora, ma io interrompendola le dissi.
"Rosalie, Forks non è mai stato un problema , lo sai. Sai perché siamo andati via" Ancora non capivo, e lei rimase in silenzio, perciò continuai.
"Rosalie, cosa vuoi dirmi? Cosa c’è?". Non riuscivo a collegare le cose e poi dopo ancora un istante di silenzio mi parlò di nuovo.
"Edward, è morta" disse scandendo quella parola con sollievo. Non riuscivo più a parlare, mi si annebbiò la vista, mentre uno squarcio si apriva nel petto.
"Edward, hai diritto di sapere, Bella si è buttata dalla scogliera due giorni fa, ed Alice è corsa a Forks per aiutare Charlie".
Mentre lei continuava a parlare chiusi il telefono, e, senza rendermi conto, composi il numero della casa di Bella. Lì un ragazzo molto giovane , alla mia domanda se avessi potuto parlare con Charlie, essendo io il dott. Cullen , mi rispose che era al funerale.
Sbigottito lasciai scivolare dalle mani il cellulare



I personaggi descritti appartengono alla saga scritta da Stephanie Meyer. Tutto quello descritto non è fatto a scopo di lucro.


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Ringrazio chi segue la mia storia e l'ha aggiunta tra le preferite, è per me un forte sprono a continuare....
GRAZIE DI CUORE. ♥
  
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