Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: kikkisan    20/07/2010    14 recensioni
"E’ una calda mattina d’estate.
Salgo sulla nostra collina preferita, dove da piccoli amavamo giocare a rincorrerci..." inizia cosi, questa che per me è la prima storia a capitoli, una storia iniziata più di un lustro fa, una storia che deve fare ancora un po’ di strada per arrivare alla fine, che forse zoppicherà qua e la, ma che spero possa trasmettere a Voi che la leggerete quello che ha trasmesso a me nello scriverla.
Dopo il prologo iniziale, cosa successe il giorno dell’accusa di tradimento? E se il messaggere di sua maestà arrivasse un attimo dopo...
Leggetela e se vi va ditemi che ne pensate nel bene e nel male.
E come sempre Carpe Diem.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa: Chiedo veramente scusa a tutte per il tremendo ritardo, sono imperdonabile lo so, ma la vecchietta qui presente se n’è andata a festeggiare la sua tarda età all’estero. 
Volevo aggiornare prima di partire ma non ce l’ho fatta proprio, inoltre questo è stato un capitolo piuttosto ostico e difficile per me(nelle note a fine capitolo capirete il perché).
In compenso devo dire che la vacanza è stata prolifica, poiché insieme ai miei inseparabili amici di viaggio, una penna e un blocco notes, non mi sono fermata.
Cercherò di aggiornare più velocemente, anche se tra un po’ me ne andrò in vacanza, in caso contrario perdonatemi fin da ora.
Grazie veramente di cuore a tutte coloro che hanno recensito ed a chi ha solo letto.
A presto e come sempre Carpe Diem
 
***
 
Apro gli occhi.
Il mare della Normandia.
Pace.
Il mare della Normandia.
Calma.
Il mare della Normandia.
Tranquillità.
Respiro a pieni polmoni.
Mentre continuo a fissare il calmo defluire del mare.
Respiro, aria sempre più leggera.
Mentre continuo ad ascoltare la sua dolce melodia.
Respiro, attimi di vita.
Chiudo gli occhi.
Per imprimermi nella mente tutte queste sensazioni, per troppo tempo imprigionate dalla mia coscienza.
Per ascoltare il silenzio del mio spirito, per troppo tempo ignorato dal mio giudizio.
Per non lasciar fuggire via dal mio cuore questa calma, per troppo tempo intrappolata dalla mia mente.
Respiro.
Una brezza leggera muove distrattamente i miei capelli.
Una brezza leggera accarezza sbadatamente il mio corpo.
Ho sempre amato questo posto e il suo lento trascorrere del tempo.
Ho sempre adorato questo mare e il suo lento viaggiare di gabbiani verso mete sconosciute.
Respiro.
Ma.
Non ricordo perché sono qui.
Non ricordo di essere venuta qui.
Non ricordo da quanto tempo sono qui.
Non ricordo.
Il rumore delle onde che s’infrangono sulla sabbia desta i miei pensieri.
Allungo le braccia sopra la testa per stirarmi.
Lascio che il sole solletichi il mio viso con tutto il suo calore.
Lascio che il mare lambisca i miei piedi nudi, con la sua leggerezza.
Mi guardo intorno e comprendo di non essere sola.
Vedo una figura a me familiare.
Vedo un uomo a me caro.
A pochi passi da dove sono io, seduto sulla sabbia di fronte al mare.
Il suo sguardo è fisso a terra.
Le mani stringono dolorosamente i capelli.
Sembra affranto.
Lo vedo scuotere la testa.
Sembra rassegnato.
Sussultano le sue spalle.
Sembra sfinito.
Gocce.
Le vedo scendere veloci dal suo viso.
Gocce.
Le vedo atterrare violente sulla sabbia.
Gocce.
Lacrime.
Ma non capisco.
Mi avvicino a lui.
Lentamente.
Inclino la testa per scorgere il suo viso.
Lo chiamo.
Sembra non sentirmi.
Provo di nuovo.
Le sue braccia scivolano sulle ginocchia.
Lo vedo alzare la testa guardando davanti a se.
Finalmente riesco a distinguere il suo viso.
E.
Andrè!
Perché vedo disperazione?
Perché vedo dolore?
Perché vedo terrore?
Nei tuoi splendidi occhi verdi.
Non capisco Andrè.
Sussurri il mio nome, come se mi cercassi in un tempo lontano.
Preghi Dio affinché io rimanga con te, come se mi avessero strappato a forza dalle tue mani. 
Che succede Andrè?
Il tuo mormorio sommesso diventa un urlo agghiacciante.
Urli al vento il tuo fallimento vomitando parole piene di disprezzo che annichiliscono la tua anima.
Chiedi al mare il mio perdono, serrando dietro le tue iridi attimi di pura follia.
Le tue mani tremano.
Ti prego spiegami Andrè, perché io non capisco.
Ti alzi e lentamente ti volti verso di me.
Finalmente i tuoi occhi incrociano i miei.
Il tuo corpo è sempre più vicino al mio.
Riesco a sentire il tuo profumo.
Riesco a sentire il tuo respiro.
Riesco a sentire il calore della tua pelle.
Ti sorrido e allargo le braccia.
Abbracciami Andrè, cosi da sciogliere ogni tua paura.
Stringimi Andrè, cosi da liberare ogni tuo dubbio. 
Abbracciami.
Forte.
Ma.
I tuoi occhi guardano oltre.
Il tuo corpo non si ferma davanti a me.
Andrè, io…
Il tuo corpo esplode dentro di me.
Assaporo la tua essenza, nutrimento di ogni attimo della mia vita. 
La mia schiena s’inarca mentre le mie gambe si flettono.
Godo della tua energia, indispensabile per me come la luce del sole.
La mia testa si piega all’indietro mentre i miei occhi si chiudono. 
Tremo.
E’ una scarica di emozioni.
Sussulto.
E’ un agglomerato di sentimenti.
Vibro.
E’ una catapulta di ricordi.
E’ Andrè.
E sento.
Le tue emozioni, penetrami l’anima.
Vive, come l’urlo di un neonato che apre gli occhi alla vita.
Il tuo amore, attraversami il cuore.
Intenso, come il profumo delle rose appena sbocciate.
I tuoi ricordi, oltrepassarmi la mente.
Lontani, come sogni appesi al filo della vita.
Tutto questo sei tu.
Sei Andrè.
E vai oltre.
Mi volto, sconvolta.
Mentre ti allontani da me.
Ti volti, distrutto.
Mentre mi avvicino a te.
E non capisco.
La mia pace diventa disperazione.
Sto impazzendo.
La mia tranquillità diventa angoscia.
Sto delirando.
La mia calma diventa tormento.
Aiutami Andrè.
Ti prego.
Guardi lontano e sussurri.
Mi chiedi se ricordo quando eravamo bambini.
Certo Andrè, ricordo.
Mi chiedi se ricordo il primo bagno nel nostro mare, a maggio.
Come potrei mai dimenticare.
Come potrei Andrè.
Chiudi gli occhi.
E poi.
Risate di bambini.
Le grida di una donna.
Sussulto.
Le nostre risate.
Le urla di Nanny.
Apri gli occhi e osservi.
Oltre me.
Oltre il mio corpo, ormai riflesso dei tuoi pensieri. 
Oltre i miei occhi, ormai cristalli delle tue emozioni.
Mi volto e ciò che vedo mi paralizza. 
Noi.
Tu ed io.
Rivedo il nostro primo bagno in questo mare.
Il mare della Normandia.
Riaffiorano i ricordi, incancellabili nella mia testa.
Ritornano prepotenti a confondermi la ragione.
E rivedo.
Una testolina mora, una testolina bionda.
Scanzonati e allegri.
Felici e liberi.
Tu ridi, mentre coraggiosamente inizi a bagnarti.
Io rido, ma tentenno ancora.
"Andrè...è fredda.."
"Dai Oscar sei una fifona...buttati..."
Ti tuffi.
"Dai fifona...buttati.."
Continui a incitarmi.
Continui a prendermi in giro.
Mi tuffo.
Sento sulla pelle il freddo dell’acqua gelida.
Brividi.
Sento sulla pelle il tiepido vento di quella splendida giornata di maggio.
Fremiti.
Sento sulla pelle.
Ora.
"Voi due uscite dall’acqua è fredda vi prenderete un bel malanno".
Nonna.
Ma non l’ascoltiamo.
Esultiamo allegri.
Ci sentiamo invincibili.
Siamo invincibili.
Ricordo.
La bellezza di quel giorno, Andrè.
Ricordo.
La leggerezza del nostro essere bambini, perduta lungo il cammino della nostra vita.
Ricordo.
La spensieratezza della nostra amicizia, smarrita nella solitudine delle nostre anime.
Ricordo. 
Come se fosse oggi.
Ma non è oggi e non sarà mai più quel tempo.
Mai più.
Torno a guardarti.
Mi fissi. 
Ma non è me che guardi.
Non sono io il riflesso nei tuoi occhi.
Non sono io la luce in quel mare verde.
I tuoi occhi sono piccole gemme di smeraldo, appoggiate lungo i confini del mondo.
Le tue lacrime sono schegge di ghiaccio che graffiano il mio cuore, trafiggendolo con senza pietà.
E’ tutto cosi irreale.
E’ tutto cosi assurdo.
E’ tutto cosi …
Un incubo, ecco cos’è.
Si.
Un tremendo incubo da cui presto mi risveglierò.
Andrè.
Parlami.
Guardami Andrè.
Dimmelo.
Maledizione, Andrè ti ordino di guardarmi.
Guardami.
Ti prego.
Dimmelo.
Dimmi che è un sogno.
Dimmi che tra un po’ mi sveglierò nel mio letto.
Dimmi che tra un po’ sentirò il tuo allegro fischiettare nelle cucine.
Ti prego Andrè dimmelo.
Dimmi che non sto impazzendo.
Dimmi che è solo una delirante notte di follia.
DIMMELO.
Svegliami Andrè.
Svegliami.
Scuotimi Andrè.
Picchiami, ma ti prego fa finire questo insopportabile strazio.
Prendimi a pugni, ma ti prego cancella dai miei occhi questo supplizio.
Uccidimi, perché se questa è la realtà, io non la voglio vivere.
Ti prego.
E’ solo un incubo.
Un incubo.
Ti muovi verso di me.
Andrè ti scongiuro guardami.
Guarda me.
Non l’oblio riflesso nei miei occhi.
Me.
Non il vuoto intorno alle nostre vite.
Me.
Solo me.
Ti fermi a pochi centimetri dal mio viso.
Vedo il tuo torace sussultare irregolarmente.
Sento il tuo cuore battere freneticamente.
La tua mano si posa sul mio petto.
Sento il tuo calore invadermi il corpo.
Sento la tua energia pervadere i miei sensi.
E sento … dolore.
La tua mano si stacca da me.
E quello che vedo è…
Sangue.
Lo vedo fluire lungo le tue braccia, inerpicandosi come un’edera velenosa lungo tutto il tuo corpo.
Lo vedo colare dalle tue mani, come acqua di una sorgente di vita.
La mia.
Ripeti il mio nome in una dolorosa nenia che trafigge i sensi. 
Abbasso il viso.
Una macchia di rosso carminio invade la mia camicia bianca.
Vedo il mio sangue espandersi velocemente su tutto il mio corpo.
Lo sento arrivare fino al collo, stringendolo.
Lo sento annodarsi sulla mia gola, soffocandomi.
Lo sento bloccare le mie gambe, schiacciandole.
No.
Andrè.
Tendo le mani per raggiungerlo.
Tu.
Un passo indietro.
No.
Confondo il tuo viso nel rosso vivo delle mie mani insanguinate.
Tu.
Un altro passo indietro.
Andrè, no.
Confondo le tue lacrime nel pianto scarlatto che scaturisce dai miei occhi. 
Andrè, no.
Non te ne andare, non lasciarmi.
Andrè ti prego.
No.
“Perdonami Oscar”
NO!
Andrè NO!
NO!
Poi.
E’ un attimo.
Sento il buio avvolgermi con i suoi freddi artigli.
No, non adesso.
Mi sento trascinare indietro.
No, non ora.
Le mie mani si tendono in avanti, cercando disperatamente un appiglio.
Inutilmente.
Vedo Andrè, allontanarsi sempre di più.
Le risate diventano pianti.
I ricordi diventano amnesie.
Il mare diventa ghiaccio.
La spiaggia diventa roccia
I gabbiani fermano il loro volo.
Il cielo diventa un grigio dipinto sbiadito.
Tutto sta per sparire.
Il mare, la spiaggia.
I gabbiani, il cielo.
Noi bambini, Nanny.
Il mio Andrè.
Il freddo occupa il posto al calore.
Le tenebre oscurano il sole.
Che succede?
Dove sono?
Tutto intorno a me gira.
Andrè.
Non vedo più.
Andrè.
Un vortice di ricordi rievoca sensazioni dolorose.
Un vortice di immagini rievoca emozioni che la mia mente nega.
Ora è tutto fermo intorno a me.
Riconosco questo posto.
So dove sono.
E’ buio.
Un lampo.
Una spada.
Vedo.
E ricordo.
Ora, finalmente, ricordo tutto. 


 
Appunti di viaggio
Non mi chiedete perché ma questo capitolo non mi convince per niente. 
C’è sempre stato dalla nascita della storia ed è basilare per il suo continuo, ma c’è qualcosa che stona, l’avrò riletto e modificato duemila volte e non sono riuscita a capire cos’è, quindi massacrate tranquillamente.
Spero comunque di non avervi deluso e di nuovo un grazie immenso a tutte.
   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: kikkisan