Capitolo 1. Friend
Un raggio di sole entrò nella stanza, illuminandola con la sua fiocca luce.
Sharon si alzò le coperte sino la testa infastidita, per poi
addormentarsi nuovamente, ma passarono solo pochi minuti che la sveglia
suonò.
Con movimenti goffi e lenti tentò di levarsi le coperte
aggrovigliate al suo corpo per poi alzarsi dal letto con un enorme
sbadiglio.
Andò in bagno per farsi una doccia e tornò poi nella sua
camera per vestirsi. Indossò un paio di jeans scuri, una
canottiera con sopra una camicetta bianca a quadri neri e infilate le
converse, andò in cucina a fare colazione.
Bevuto l'ultimo sorso di caffè, prese la sua borsetta a tracolla e uscì di casa per andare a lavoro.
Le strade della città erano già trafficate di buon
mattino, la fermata dell'autobus era a tre isolati di distanza e Sharon
camminò velocemente, riuscendo a prenderlo per un filo e si
sedette agli ultimi posti.
Passati quaranta minuti di viaggio l'autobus arrivò al
capolinea, Sharon scese e s'incamminò verso l'unico edificio
color albicocca in quel luogo. Era la biblioteca.
Sharon lavorava lì da molti mesi ormai, il guadagno non era alto ma le bastava per pagare l'affitto e per mantenersi.
Prima che diventasse il suo lavoro passava molto tempo in biblioteca a
leggere libri, a studiare - quando ancora frequentava la scuola - o
semplicemente a rilassarsi e più di una volta vi era rimasta
rinchiusa dentro perché si era addormentata tra i libri. Aveva
sempre adorato quel posto e ormai lo conosceva a memoria o almeno
questo e ciò che pensava.
Varcò l'ingresso, notando con stupore che la biblioteca era poco
affollata. Camminò fino ad arrivare in fondo alla stanza dove
era situato il bancone in legno. Seduto dietro a esso, rapito dalla
lettura, vi era Josh il figlio del suo capo, ovvero il proprietario
della biblioteca.
«Buongiorno!» esclamò la ragazza, facendo sobbalzare il ragazzo per lo spavento.
«'Giorno Shay» rispose il ragazzo con un sorriso, alzando appena lo sguardo dal libro.
Sharon appoggiò la borsa e il cappotto dietro al bancone poi
andò a sistemare i nuovi libri arrivati, negli appositi scafali.
Horror, gialli, romanzi rosa, fantascienza e avventura erano questi
cinque generi che Sharon dovette sistemare. Erano venti libri nuovi a
genere a parte i romanzi rosa, di quelli erano trenta.
Coraggio Sharon a lavoro.. Si disse la ragazza fra sé e iniziò a sistemare i libri d'avventura.
Di tanto in tanto si fermava a leggere le trame di qualche libro e poi
riprendeva a lavorare. Si lasciò a sistemare per ultimi i
romanzi rosa.
Il tempo trascorse in fretta, solo quando guardò l'orologio Sharon, si accorse che erano passate due buone ore.
Tornò al bancone da Josh per dirgli che aveva finito di sistemare i libri e chiedere cos'altro vi era da fare.
«Allora puoi anche sederti a leggere qualcosa!» sorrise lui.
Sharon ricambiò il sorriso e andò a cercarsi un nuovo libro da leggere.
Josh per lei era davvero un ottimo amico, erano andati d'accordo sin
dalla prima volta che si erano conosciuti. Era un ragazzo simpatico,
socievole, sempre con il sorriso stampato in viso e amava come lei
leggere. Oltretutto era anche carino.
Si fermò davanti a uno scaffale e scorse con lo sguardo i vari
titoli dei libri, finché non riuscì a trovarne qualcuno
d'interessante.
«Dovresti leggere questo» sogghignò Josh alle spalle di Sharon.
Lei si voltò e arrossì quando vide il libro che teneva in mano l'amico.
«Ahahahahaha dovresti vedere la tua faccia Shay!!».Rise divertito Josh.
«Non è per niente divertente Black!» disse Sharon stizzita.
«Oh si che lo è! sei davvero buffa!». Continuò a ridere il ragazzo, tenendosi la pancia con una mano.
Sharon lo guardò furiosa, incrociando le braccia al petto. In momenti come questi odiava Josh!
Non resistette per molto e anche lei scoppiò a ridere con lui.
«Shhh!» li zitti un uomo guardandoli male, per il troppo baccano.
Sharon smise di ridere, prese il libro dalle mani di Josh per poi sbatterglielo scherzosamente in testa.
«Ahi!».
«Forse ne avresti più bisogno tu di leggerlo! Principiante..» disse Sharon rendendo il libro al ragazzo.
Josh rise di gusto. Quel ragazzo non se la prendeva mai, forse era anche per questo che Sharon lo adorava.
«Io devo allontanarmi un attimo, ma tornerò per darti il
cambio per la pausa pranzo» disse Josh e avvicinandosi
all'orecchio di lei sussurrò: «Magari al mio ritorno
potremo passare alla pratica!». Le stampò un bacio sulla
guancia e se ne andò senza dare il tempo a Sharon di rispondere.
La ragazza capì che si riferiva a quel libro. Ogni tanto Josh si
comportava come un'adolescente, benché avesse ventiquattro anni.
Al suo ritorno si sarebbe vendicata, ma per il momento prese un libro di Shakespeare e andò al bancone.
Si sedette alla sedia e iniziò la sua lettura.
Passarono alcuni minuti quando una giovane donna interruppe la lettura di Sharon.
«Scusi, dove posso trovare i libri di Danielle Steel?» chiese la donna con voce squillante.
La donna aveva capelli corti e ricci color rosso, un viso tondo,
occhiali da vista neri che rimpicciolivano i suoi occhi castani. Il suo
modo di vestire era buffo: portava una gonna a frange nera che arrivava
sotto il ginocchio, stivaletti neri che arrivavano alle caviglie e
infine un maglione arancione fosforescente.
Assomigliava alla sua vecchia professoressa d'italiano.
«Sono nell'ultimo scafale a destra, nel terzo ripiano». Indicò col dito.
La donna senza nemmeno ringraziare si diresse verso lo scaffale.
Sharon riprese la lettura. Era un libro che aveva già letto
parecchie volte, ma nonostante ciò gli piaceva ugualmente.
Arrivò alla metà del libro quando la biblioteca
iniziò a riempirsi di gente, smise di leggere e per tutta la
mattina aiutò le persone che volevano dei libri, dovette
consigliarli, darle le sue opinioni eccetera.
Un gruppo di ragazzi dopo aver letto i libri, li lasciarono sul tavolo
senza rimetterli a posto. Così toccò a Sharon farlo.
Per tutta la mattinata la ragazza era occupata, arrivarono altri nuovi
libri da sistemare, prese la scala e iniziò a mettere in ordine
i nuovi libri.
Verso l'ora di pranzo la biblioteca si svuotò. Josh tornò come da lui promesso.
«Pranziamo insieme?» propose il ragazzo. Sharon accettò.
Pranzarono con degli hot dog, presi al chiosco nel parco della città.
Parlarono del più e del meno, seduti nella soffice erba, poi
Sharon raccontò a Josh della buffa signora dai capelli rossi,
ridendo come una matta per come era vestita.
«Quella era mia zia...» disse un Josh imbarazzato.
«Oh..ehm scusa!» mormorò lei, diventando rossa.
Che figura di merda!! Pensò.
Josh ruppe quel momento imbarazzante con una fragorosa risata.
«Ehi Sharon stavo scherzando!».
Oggi Josh pareva proprio di buon umore e non faceva altro che prenderla in giro.
In sua risposta iniziò a fargli il solletico, finche lui non la implorò di finirla e si scusò.
Molti passanti li guardarono e sorrisero nel vedere quei due distesi sull'erba, uno sopra l'altro.
Sharon si alzò e andò verso il laghetto, non le importava di ciò che pensava la gente.
La sua vita era così monotona, non aveva molte amiche e la compagnia di Josh la faceva star bene.
Dopo aver dato del pane alle paperelle, tornarono alla biblioteca.
Il pomeriggio passò veloce. Quando chiusero Josh aiutò
Sharon a pulire e sistemare il caos che avevano combinato alcuni
bambini con i giochi.
La biblioteca era un edificio molto grande, comprendeva due grandi
stanze dove vi erano 10 grandi scafali pieni di libri. In entrambe le
stanze c'erano dei tavoli con delle comode sedie. Una di queste si
trovava non appena entravi nella biblioteca e sul muro a sinistra vi
era un arco che portava all'altra stanza dei libri.
Un'altra stanza più piccola, utilizzata come la sala computer e
un'altra era una stanza dove vi erano giochi di società e giochi
per bambini, si trovavano nel lato destro dell'edificio. Infine vi era
uno piccolo stanzino utilizzato come sgabuzzino.
Il soffitto era in legno con varie lampade al neon e i muri erano
ricoperti di una carta da parati color crema e con delle ampie finestre.
Finito di mettere a posto Josh accompagnò la ragazza a casa.
Quando entrò in casa, si accorse di aver dimenticato la sua
borsa a tracolla nella biblioteca, Josh ormai era già tornato a
casa.
Era tardi e nessun pullman sarebbe passato a quell'ora della notte.
L'unica scelta che aveva era andare con la sua moto, che teneva
parcheggiata da tempo in garage.
Guardò il veicolo nero davanti a lei, la benzina era abbastanza
per andare e tornare dalla biblioteca. I freni erano apposto. Sembrava
tutto ok.
Mise il casco in testa e le chiavi nel quadro. Con un tonfo il motore partì.
Arrivò in fretta a destinazione, le strade della città erano poco affollate la notte.
Parcheggiò davanti alla biblioteca, scese dalla moto ed entrò nell'edificio.
Accese la luce e si diresse dritta al bancone. Proprio come ricordava
lei, la borsetta si trovava dietro il bancone accanto al computer.
La prese e se la infilò. Spense nuovamente la luce e aprì la porta per uscire.
Prima che mettesse piedi fuori un urlo straziante di un ragazzo, attiro la sua attenzione.