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Autore: Neko    20/07/2010    8 recensioni
Naruto ha trovato una famiglia che lo ha accolto a braccia aperte sin dalla nascita, nonostante la sua condizione di Jinchurichi. Ma qualcosa lo spingerà a scappare e a crearsi una nuova "famiglia"
Genere: Avventura, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jiraya, Naruto Uzumaki, Tsunade
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Capitolo 10: Corsa contro il tempo.

 

La lama estratta dal corpo immobile del ragazzo, continuava a gocciolare il prezioso liquido che rappresenta la vita per ogni essere vivente al modo.

“NARUTOOOOO!” Urlò Sakura shoccata da quanto accaduto.

Il ragazzo aveva usato il proprio corpo, per far scudo a Itachi.

Si trovava in piedi con le mani sullo stomaco, punto in cui era stato colpito,  le quali erano ormai intrise di sangue. La vista cominciò a farsi annebbiata e le gambe non riuscirono più a reggere il peso del proprio corpo.

Cadde, ma Itachi lo afferrò prima che potesse toccare il suolo.

Baka, perché lo hai fatto. mi ero accorto di qualcosa di strano, sarei riuscito a cavarmela!” lo rimproverò con voce tremendamente preoccupata.

Naruto aveva gli occhi socchiusi a causa della stanchezza che si impossessava sempre più di lui, ma guardava il ragazzo che lo teneva stretto tra le sue braccia.

Il biondo alzò una mano, come a volergli toccare il viso. Itachi afferrò quella mano, che tante volte lo avevano abbracciato quando era ancora piccola, e la strinse con forza, come a voler essere l’ancora che teneva allacciato Naruto alla realtà.

N-non v-volevo c-che…t-ti f-aces-sero del m-male… n-non p-potevo r-ri-rischiare!” disse il ragazzo a fatica.

Naruto, tu hai tante persone vicino, a me nessuno mi avrebbe rimpianto!” disse l’Uchiha continuando a stringere il debole corpo del biondo.

I-io s-si! n-non v-voglio p-perdere m-mio f-fratello” disse chiudendo gli occhi.

L’uchiha lo chiamò spaventato temendo il peggio, ma Naruto riaprì gli occhi debolmente e sorrise

“Cerca di resistere!” disse Itachi cercando di incoraggiarlo a non mollare. Spesso nel suo periodo all’Akatsuki se l’era vista brutta a causa dei duri allenamenti a cui spesso veniva sottoposto. Certo non erano mai arrivati  a tanto, ma doveva farsi forza come tutte le altre volte.

F-fa m-male e…e h-ho fred-do! I-itachi h-ho paura!” disse il ragazzino facendo uscire qualche lacrima.

“Andrà tutto bene, te lo prometto, ma tu stai sveglio d’accordo?”

Il ragazzo annuì leggermente.

 

La situazione era scappata di mano a tutti presenti, Kakashi per primo.

Aveva promesso a Tsunade che niente sarebbe accaduto al figlio e ora si ritrovava fra la vita e la morte…per cosa poi? Per scoprire se il ragazzo, aveva avuto o meno contatti con le persone che lo volevano morto?

I suoi dubbi erano stati chiariti, ma il copia- ninja si domandava se era il caso di arrivare fino a quel punto per scoprire la verità.

Avrebbe potuto ricorrere ad altri mezzi, come  chiedere aiuto ad Ibiki, un ninja abile nel far parlare le persone. Di sicuro poteva trovare un metodo più sicuro di quello.

 

Kisame osservò tutto la scena da lontano. Non si era mosso dal luogo in cui, fino pochi minuti  prima, stava combattendo proprio con quel ragazzo che ora giaceva inerme fra le braccia del suo compagno.

Si accusò di non essere stato più attento. Aveva notato che Naruto era distratto da qualcosa, ma come al suo solito, esso era troppo concentrato a impartire lezioni al suo allievo, invece di stare attento a tutto ciò che lo circondava.

Avrebbe preferito cento volte che fosse stato Itachi al suo posto. Erano compagni, ma nell’Akatsuki a nessuno importava più di tanto dell’altro. Se collaboravano era solo per sopravvivenza. Invece Naruto era l’unico che era riuscito a trovare del buono in lui e i suoi compagni ed era stato impossibile non affezionarsi a quella facciotta tonda che sorrideva loro, anche quando, nel profondo del cuore, era triste.

Kisame spostò lo sguardo verso colui che aveva inflitto la ferita al ragazzo.

Sai  era anche lui immobile, con un volto inespressivo, come se quella faccenda non lo sfiorasse minimamente.

Kisame si sentì invadere da una grande rabbia e, stringendo più saldamente l’impugnatura della Samehada, si catapultò sul ragazzo dalla carnagione bianca.

Fu una lieve voce a farlo fermare.

Naruto con le poche forze che gli erano rimaste, era riuscito ad impedire allo squalo di  compiere un assassinio.

“Perché?” chiese Kisame non capendo.

Per lui era normale uccidere chiunque si metteva in mezzo alla strada, anche se per la prima volta si era ritrovato a desiderare di eliminare qualcuno  che avesse fatto del male a una persona a lui cara.

Naruto rimase in silenzio. Non aveva la forza di rispondere alla domanda da lui posta.

“Dobbiamo immediatamente curarlo!” disse Itachi prendendo in braccio il ragazzo , alzandosi in piedi e girandosi verso Kakashi.

L’uomo stava per avvicinarsi all’Uchiha con l’intenzione di togliere il biondo dalle sue mani, ma una voce disse “Lo porterò io!”

Tutti si girarono verso l’uomo appena giunto sul posto.

Jiraya-sama!” disse Yamato sorpreso di vedere l’uomo.

“Non c’è tempo da perdere, con la tecnica del richiamo inversa, azionata da uno dei miei rospi, mi farà giungere a Konoha prima che sia troppo tardi!”

Jiraya prese il figlio in braccio e lo fissò tristemente. Esternamente sembrava calmo, ma dentro aveva una paura tremenda di perdere nuovamente Naruto e questa volta per sempre.

Non ci furono sguardi di rabbia verso l’organizzazione che da qualche tempo stava seguendo, per seguirne i movimenti e proteggere il figlio.

Aveva assistito alla scena e aveva intuito che forse non tutti i membri dell’organizzazione potevano essere nemici…o almeno non nemici del figlio.

Mentre cambiava braccia Naruto non mollò la presa dalla mano dell’Uchiha, come a non volerlo vedere sparire un’altra volta, ma quando il padre lo allontanò da lui, con un filo voce e prima di perdere i sensi, pronunciò il nome di Itachi.

 

Jiraya e Naruto sparirono in una nuvola di fumo e i presenti sul luogo si studiarono attentamente.

Sakura era seduta a terra che piangeva. La vista del suo amico ridotto in quelle condizioni, l’aveva sconvolta non poco.

Kakashi e Yamato erano in posizione di allerta, non sapendo cosa aspettarsi dai due.

Sai rinfoderò la sua spada dopo averla ripulita dal sangue di Naruto .

Sasuke invece era fuori di se. Non riusciva a spiegarsi il comportamento di Naruto, né tanto meno quello di suo fratello. Si ricordava ancora la notte in cui aveva sterminato la famiglia. Itachi aveva gli occhi pieni di odio e sembrava che la sua sete di sangue non fosse ancora stata soddisfatta. Ora invece aveva visto nuovamente il fratello che era stato con lui, anni prima dello spiacevole evento.

“Cosa significa tutto questo?” chiese adirato “Come fai a conoscere Naruto. Chi sei per lui?!” disse stringendo i pugni tanto da farsi male.

Itachi non gli rispose, ma si rivolse al compagno dicendo “Kisame, andiamocene! Non abbiamo altro da fare qui!” disse voltando le spalle ai presenti e incamminandosi, seguito poco dopo dallo squalo, il quale prima di andarsene, rivolse a tutti uno sguardo glaciale.

 

Tutti fecero ritorno a Konoha per sapere le condizioni del ragazzo.

Sai era stato letteralmente trasportato di peso. Yamato lo aveva imprigionato con la tecnica del legno, per impedire che il ragazzo facesse brutti scherzi.

Sapeva che non era intenzione del ragazzo colpire Naruto, ma la sua indifferenza gli fecero capire, che lui non contava niente e qualsiasi cosa si era prefissa di fare o gli fosse stata ordinata, il ragazzo l’avrebbe compiuta anche a scapito della vita di innocenti.

 

Tsunade era in sala operatoria, ancora alle prese col figlio.

Era molto grave e la quantità di sangue perso di certo non aiutava la donna, nel compito di salvargli la vita.

Una trasfusione fu d’obbligo e continuando ad immettere il suo flusso di chakra all’interno del corpo del ragazzo, era riuscito a far quasi chiudere la ferita da arma da taglio.

Uscì dalla stanza molto tempo dopo, con Jiraya seduto su una sedia nella sala d’aspetto che attendeva impazientemente notizie del figlio.

Appena vide la donna l’uomo si precipitò da lei.

“Per fortuna è fuori pericolo, l’hai portato appena in tempo. Ancora un po’  e non ci sarebbe stato niente da fare!” disse, poi abbassando il tono di voce e facendo un sospiro di sollievo disse “Grazie!”

Jiraya si buttò nuovamente sulla sedie potendosi finalmente rilassare.

Naruto era stato portato in una stanza singola.

Aveva il respiratore alla bocca, una flebo legato al braccio e varie bende che lo coprivano.

Tsunade gli si avvicinò e gli accarezzò i capelli “Mi hai fatto spaventare!” disse per poi dargli un bacio sulla fronte. Gli stette vicino a lungo e osservò il suo corpo.  Dove non era fasciato, si potevano vedere diverse cicatrici di cui non riusciva a spiegarsi l’origine, ma riconoscendo l’arma che gliele aveva inferte. Sempre un arma da taglio.

“Sembra che non sia la prima volta che ti scontri con questo tipo di arma. Naruto, cosa ti è successo in questi quattro anni?” domandò ad alta voce, consapevole che il ragazzo non le avrebbe potuto rispondere.

“NARUTOOOO!”

Sakura entrò tutta trafelata nella camera del ragazzo.

“Non urlare, ricordati che sei un ospedale Sakura!” la rimproverò la donna.

Sakura si scusò e si avvicinò al letto dell’amico “C-come sta?” le chiese timorosa.

“Potrebbe stare meglio!” disse infastidita, accorgendosi della presenza di Kakashi “Ma se la caverà!”

Kakashi e Sasuke erano rimasti fuori dalla stanza a osservare. Il copia-ninja non aveva il coraggio di guardare la donna, dato la mancata promessa.

Non solo non era riuscito a proteggere Naruto, ma lo aveva anche quasi fatto ammazzare.

 

***************

Come vi è sembrato questo decimo capitolo?

Spero che sia di vostro gradimento.

Fatemi sapere come sempre e grazie tante a chi lascia sempre un commento.

A presto =^_^=

Neko

 

  
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