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Autore: AlbusSilenteXX    21/07/2010    3 recensioni
Ultima lezione di Pozioni del settimo anno... Piton, che vuol fare il perfido, assegna una pozione difficilissima.... ma qualcosa va storto!
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-        Ragazzi, è mezzanotte, fuori!- ululò Madama Chips, uscendo  da una porticina sul retro dell'infermeria.

Questa era abbastanza stracolma.

Una quindicina di Grifondoro circondava il letto sul quale, da una settimana, giaceva Harry Potter in coma. Su tutti questi, troneggiava un’alta figura barbuta. Il guardiacaccia Hagrid stava deponendo sul comodino un regalo per Harry, una gabbietta con un piccolo ragno peloso con quindici occhi sgranati.

-        E’ per te Harry!- diceva asciugandosi le lacrime – così ti farà compagnia, mentre noi non ci siamo, qui! E poi, eh, ha appena iniziato a parlare! Ha la stessa voce del padre, magari sentendola ti risvegli dal…dal…-

Incapace di pronunciare l’ultima parola, cacciò un enorme fazzoletto a pallini e si soffiò il naso, spaccando i timpani a tutti.

-        Devo insistere, fuoriii!!!- urlò ancora la Chips, e cacciò tutti via, ritornando poi nel suo studio e chiudendo la luce con un colpo di bacchetta.

Nell’infermeria erano rimaste solo due figure solitarie, illuminate dal riflesso pallido della luna che si alzava a metà cielo oltre la finestra. Harry Potter, che sembrava dormire sereno, circondato dai regali di tutti i suoi amici, e una, nell’ultimo letto, proprio sotto la finestra.

Sembrava, a differenza del primo, un cadavere.

Il viso magrissimo e bianco, il naso adunco, la camicia da notte nera.

Su di esso, vi era appoggiato un crisantemo nero, portato dalla McGranitt in lacrime poche ore prima.

‘’Ho esaminato gli schizzi di pozione sui loro corpi’’ aveva detto Madama Chips una settimana fa poco dopo l’esplosione. ‘’Non so dire di quale strano miscuglio si trattasse, così ho chiamato Silente! Ha detto che si trattava di una pozione di scambio fatta molto male, che se sono vivi, è per miracolo, e che non possiamo sapere, se non al loro risveglio, quali traumi celebrali hanno subito!’’

 

Le ore passavano e il riflesso della luna si allungava nella stanza, finchè non arrivò ad accarezzare le palpebre socchiuse di Harry…

‘’ Ma porc…!’’ bofonchiò questo all’improvviso…

 

Sentiva una luce accecante oltre le palpebre… com’era possibile? Quanto odiava la luce del sole!

Eppure nella sua stanza non c’erano finestre, e per di più si trovava sottoterra!

Spalancò gli occhi e si guardò intorno. Stranamente, vedeva tutto appannato, ma capì che non era nella sua stanza, poiché, a destra e sinistra, vi era una lunga fila di letti.

Poi a stento trattenne un urlo.

Vide se stesso nell’ultimo letto, addormentato, che russava.

 ‘’Ma cos…?!’’

Si guardò le mani. Erano piccole e bianche. Si guardò il petto. Indossava un pigiama rosso e oro…

E poi la verità gli entrò nella mente come acqua gelida …

Guardandosi intorno, vide due comodini ai lati del suo letto. Uno era stracolmo di strane scatole, probabilmente regali. Gettò la mano sull’altro, alla cieca, finchè non trovò un paio di occhiali e li indossò.

Aveva il fiatone come se avesse corso. Si portò una mano alla fronte, tastando sulla pelle, una cicatrice a forma di saetta…

E allora, l’accaduto dell’ultima lezione di Pozioni gli ritornò prepotente nella mente.

Non si era mai trovato in un guaio tanto terribile.

Ma di una cosa era certo!

L’autore di quel disastro, Harry Potter, sarebbe stato duramente punito, una volta sistemato tutto!

 

‘’Basta, ehi, basta, voglio dormire!’’

Harry si svegliò di soprassalto. Qualcuno lo stava schiaffeggiando. Quando vide chi era, urlò, ma questo, o meglio, se stesso, gli tappò la bocca.

‘’Zitto, Potter! Dobbiamo andare via di qui!’’

Lasciò la presa.

‘’Ma… tu! Cioè, io…’’

Non capiva. Un suo sosia lo guardava con furia, una furia, che, ne era certo, sul suo volto non era mai comparsa.

‘’Potter, la tua pozione ci è rimbalzata contro!’’ disse il suo sosia ‘’e ora siamo nei guai! E comunque sia… non osare russare mai più! Severus Piton non russa!’’

Harry non capì al volo.

Poi l’orrore lo invase, e, come prima aveva fatto Severus col suo corpo, prese a tastarsi il viso, dove trovò qualcosa di tremendamente enorme, si sfiorò le labbra, sottilissime, si guardò le mani, lunge, magre, giallastre.

‘’Oddio che schif…!’’

Balbettò, ma l’Harry che aveva di fronte lo prese per un braccio e lo trascinò via, spalancò la porta e lo trasportò lungo i corridoi illuminati dalle torce. La scena sembrava proprio strana.

Harry era più alto, da trasformato, del suo professore, eppure questo, piccolino, magro, lo trascinava senza tregua, con una forza sorprendente.

‘’Professore, ehm, dove stiamo andando?’’

Disse Harry con una voce più profonda della propria.

‘’Taci!’’ disse l’Harry-Piton, quasi ringhiando.

‘’E prega che il mio piano funzioni… altrimenti ti ritroverai morto!’’

Harry tacque e continuò a seguirlo, il cuore che batteva così forte che gli sembrava di sentirlo rimbombare come una bizzarra bomba ad orologeria nei sotterranei deserti e bui del castello.

 

  
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