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Autore: candidalametta    22/07/2010    1 recensioni
“se solo riuscissi a trovare il filo conduttore, il meccanismo di base, la molla …” Sta già progettando la prossima mossa, l’ennesimo contraccolpo a quel’armadio evanescente che non riesce a comprendere.
Sta ancora lottando. Se solo capisse che arrendersi a volte è l’unica via d’uscita, abbandonarsi alla morte. A me.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime nei bagni






Alla mia Alfa.
Dalla tua beta
A Space Oddoty. Come piccolissima ricompensa per essersi fidata di me.
Ti voglio bene.


- Per un attimo non riuscì a vedere Malfoy da nessuna parte … Ma poi scorse un minuscolo punto corrispondente in un bagno dei maschi al piano di sotto, in compagnia non di Tiger o Goyle, ma di Mirtilla Malcontenta.-

Harry Potter e il principe mezzosangue

Entra sbattendo l’antica porta di legno scrostato contro il muro, che si richiude con un tonfo sordo lasciando cadere una polvere di truciolato delle termiti sempre attive. I suoi passi schizzanti d’acqua sul pavimento perennemente bagnato dal mio isterismo.
Si avvicina ai rubinetti centrali del’atrio, lavandini crepati percorsi dal sangue bruno della ruggine del ferro bucato e stringe con forza la ceramica sbeccata tra le dita furiose mostrando solo il riflesso fulgido del capo dorato allo specchio inesorabilmente rotto.
“maledizione!” la sua voce rimbalza cupa tra le pareti con florescenze verdi.

Cosa devo fare? Quel dannato aggeggio non funziona, sto provando da mesi ormai! Con tutti gli incantesimi che ho rubato in questo tempo avrei potuto trovare un modo per ucciderlo e basta! E invece ho passato ancora un giorno a cercare di aggiustare quel coso senza un minimo di successo!

Il gocciolare imperterrito nelle tubature rotte sembra l’ennesima conferma che il mondo rimane lo stesso, nonostante i suoi sforzi.

È del tutto inutile, nulla mi aiuterà! È tutto perduto per sempre, lo sento, ucciderà mio padre, se non lo stanno già facendo i dissennatori … darà la caccia a mai madre, la torturerà, e soffrirò con lei … perché impazzisca dal dolore e muoia lentamente …

“dannazione!” il suo stesso ruggito si perde tra i cubicoli dei gabinetti vuoti.
Alza lo sguardo al suo riflesso giovane, che lo fissa imperterrito, chiuso nella cornice, con l’ombra di una smorfia di dolore e concentrazione.
Ed è curioso per quelli della mia natura leggere i pensieri umani quando si lasciano pervadere dal dolore; guardarli riflettersi dalle loro menti alla massa di bianca paura di cui siamo fatti.
Vedo le immagini della sua mente proiettarsi sulla nebbia vuota del mio corpo, i suoi genitori tenuti in catene per velocizzare il suo lavoro, la sua famiglia, tutto ciò che ha, messo a repentaglio dalla sua inesperienza.
Dai tratti giovani di un profilo antico, gli occhi trasparenti di un’anima fragile come il cristallo leggo tutta la tensione di un compito non svolto.
Stringe il cuore tanta altera bellezza costretta in spasmi di paura, nell’ansia del cedere, di sottomettersi al destino per uno nato per governare.
Si tira su le maniche della veste nera per lasciare scorrere l’acqua tra le mani sottili, lungo i polsi rovesciati, quel piccolo lembo di pelle bianca delle braccia stanche macchiato da uno strano disegno nascosto.

E questo maledetto marchio che continua a bruciare, come il giorno che me lo impresse sulla carne per Dio! Continua ad affondare nel mio sangue come un richiamo, è la sua voce che mi urla di sbrigarmi, sono le grida dei miei genitori sempre in pericolo, è il fragore della mia anima che sta per condannarsi da sola!

Scrolla le spalle sussultando nell’acqua fredda che accarezza per un attimo il fuoco tagliente del disegno scuro sulla pelle.

Ma non importa molto della mia anima, purché finisca in tempo, devo farlo, troppe cose dipendono da me. Da me soltanto. Io devo farcela, devo riuscirci.

Un solo gemito con parole che non capisco lo fa accasciare a terra, tra le macchie umide delle mie pozzanghere e per un attimo mi vergogno profondamente di averle create.
Perché lui sembra davvero disperato, più di un semplice fantasma che abita questi umidi bagni senza futuro.
Anche se la mia non-vita è così triste e vuota, da quando quel bullo non mi ha …
Perdo il filo del discorso con la sua figura accartocciata così vicina a me, appena oltre l’angolo di mattonelle sbeccate della mia prigione.
Stringe le gambe al petto affondando il viso tra le pieghe della veste, nascondendo come sempre le lacrime nelle maniche nere che scoprono centimetri candidi di un animo nascosto.
È solo un bambino spaventato in questo momento, un indifeso ragazzo abbandonato da tutti, perseguitato come il mio animo confuso, gocciolante in questo abbandono profondo.
Lui è come me.
Ma c’è nei suoi occhi una scintilla di speranza, è la luce di una lotta per salvare quelli che ama.
E se anche quella si spegnesse?
Rimarrebbe con me, sarebbe mio.
E potrebbe morire d’inedia in questo stesso bagno.
Ed esistere qui.
Con me.
Per sempre.
Io gli starei accanto, e lui mi amerebbe, perché non troverebbe mai nessun’altra che lo potrebbe capire.
Se solo abbandonasse i suoi propositi.
Se si convincesse che non c’è nulla da fare.
Se anche lui guardasse la morte da due grandi occhi gialli!
Sospiro troppo forte al mio ultimo ricordo umano.

“Mirtilla”, la sua voce non è che un sussurro, il richiamo dolce che vorrei sentire per l’eternità.
Lui è così gentile con me.
S’irrigidisce un attimo nel richiamo mancato, “Mirtilla sei tu?”
Il mio viso trasparente lo rassicura mentre mi avvicino alla sua figura accucciata.
Sorride tra le ultime lacrime, “per un attimo ho pensato non ci fossi”.
Accarezzo le sue gote macchiate di rosso che si coprono di piccoli cristalli di ghiaccio, “io sono sempre qui per te Draco, non andrò mai via”.
Le mie parole hanno il peso della condanna a morte ma lui non sembra accorgersene.
“ho lavorato tutto il giorno ma non sono riuscito a fare che un minimo cambiamento, se solo gli altri piani funzionassero”, si tortura le maniche con apprensione.
“sei solo stato sfortunato” mormoro. Non credo mi stia ascoltando perso nei suoi pensieri.
“se solo riuscissi a trovare il filo conduttore, il meccanismo di base, la molla …”
Sta già progettando la prossima mossa, l’ennesimo contraccolpo a quel’armadio evanescente che non riesce a comprendere.
Sta ancora lottando.
Se solo capisse che arrendersi a volte è l’unica via d’uscita, abbandonarsi alla morte.
A me.
Lo sconforto sale di nuovo da queste lacrime gocciolanti da tubature rotte, e si costringe ad alzarsi di nuovo, affrontare la sorte sottile che lo attende mentre stringe spasmodico il bordo del lavandino per darsi forza.
Il singhiozzo che irrompe nella sua gola fa tremare i miei intenti.
“no …” gemo, troppo lontana dal suo dolore, “dimmi cosa c’è che non va, io posso aiutarti …”, il suo sguardo è scuro di panico, “nessuno può aiutarmi” e la paura tartaglia le sillabe corte, “non posso farlo … non posso … non funzionerà … e se non lo faccio presto dice che mi ucciderà”, le lacrime continuano a scendere copiose dai suoi occhi troppo chiari circondati da angoscia livida. Ed è in quelle lacrime che lo vedo, un altro ragazzo che si è preso gioco di me, utilizzandomi quando gli servivo, abbandonandomi subito dopo.
Quando mi aveva promesso di tornare.
Harry Potter e i suoi misteriosi capelli perennemente scombinati, con l’aria più confusa con cui l’abbia mai visto mentre fissa le lacrime di Draco perdersi sui lavandini incrostati del bagno nello specchio che unisce i loro riflessi. Permettendogli di osservarsi.
Voltarsi.
Fronteggiarsi.
La voce è dura adesso, mentre si alza in piedi e lisciandosi la veste è nuovamente pronto per la battaglia, indossando armatura e maschera, ritrovando la sua altezza, guardandomi un’ultima volta da una distanza che è di centimetri e carne, la sua vita contro la mia inesistenza, prima i tornare a lui.

“cruci …”

Le maledizioni di entrambi si rincorrono nelle tubature arrugginite, tra le schegge di ceramica di sanitari infranti.
“no! no! basta!” urlo con tutte le mie forze, tirandomi i capelli aggrovigliati, nel penoso tentativo di distrarli, allontanarli.
Salvare lui.

“sectusempra!”

La maledizione lo colpisce nel taglio profondo della carne viva.
Lo vedo sempre più bianco nella pozzanghera rossa del suo sangue, e il profilo diventa nebbia ora che la sua anima tenta di uscire dalla voragine che ha nel petto.
Sta esaudendo il mio desiderio.
Sta morendo.
I suoi occhi trasparenti nello spasmo del dolore mi trapassano, e ho la certezza che lui non si fermerà su questa terra a chiederne di ospitarne la memoria.
Lui non temporeggerà al bivio.
Perché è coraggioso.
Molto più di quanto vuole fare credere.
Lui andrà fino in fondo, accettando una morte che sto ancora rifiutando.
Ma che non gli appartiene.
Non ancora.

“ASSASSINIO NEL BAGNO! ASSASSINIO!”



Approfitto di questo scritto per salutare e ringraziare TINAX89, Minnie e fragoli_na che hanno commentato in maniera meravigliosa un’altra shot Bitter Candy Vi sono incredibilmente grata, un sacco di caleoni di cioccolata a tutte voi *.*

  
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