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Autore: Ale Kanou    23/09/2005    6 recensioni
“Da cosa sei scappata?” le chiese lui. Sanae per un attimo non rispose poi, guardando diritto davanti a sé aggiunse a bassa voce “Dai fantasmi del passato…”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 26: Rivelazioni


Quando entrò nel salone del Club, fu subito investita dalla musica assordante e dalle voci delle innumerevoli persone che stavano partecipando al party.

Dopo aver salutato il Signor Baumann, cominciò a inoltrarsi nella folla alla ricerca di Karl.

Da dietro riconobbe Genzo e avvicinandosi a lui, attirò la sua attenzione.

“Sanae che ci fai qui?” Il portiere la guardò sorpreso.

“Io…sto cercando Karl…ho provato in questi giorni a chiamarlo ma lui non mi ha mai risposto…”

In un attimo Genzo intuì il motivo che aveva spinto l’amica a venire fin lì; senza chiederle altro, sorridendole e cingendole una spalla, le disse “Vieni con me.”

“Eccolo…è là…” le disse indicandole una figura, seduta al bancone del bar e seminascosta da alcune persone in piedi dietro di lui.

Per un attimo Sanae guardò Genzo, sperando di trovare in lui un po’ di forza.

Vedendo il terrore dipinto nei suoi occhi, lui le strinse la mano e sorridendole, le disse dolcemente “Coraggio…”

Sanae con il cuore in gola si diresse verso l’interno del locale ma arrivata vicino al bancone si bloccò all’istante.

Karl seduto di lato sullo sgabello e con un braccio appoggiato al bancone, stava parlando con una bellissima ragazza bionda, che in quel momento, avvicinandosi a lui con fare molto sensuale e sfiorandogli la mano, gli stava dicendo “…dai Karl dimmi di sì…”

Sanae si sentì invadere da un’ondata di gelosia e rabbia, ma facendo appello a tutte le sue forze, fece ancora alcuni passi verso i due ragazzi.

Karl si limitò a fare un sorriso sornione di fronte alla proposta della bionda; improvvisamente vide con la coda dell’occhio una figura avvicinarsi a loro e alzando lo sguardo, si ritrovò davanti Sanae.

Per un attimo i due si guardarono senza dire niente, poi Sanae con voce roca disse “Devo parlarti Karl…”

Dopo il primo momento di sorpresa, il ragazzo, inarcando un sopracciglio e con fare ironico disse “Non mi dire…quale onore Nakazawa!”

Sanae, tentando di ignorare il suo tono di voce, continuò “Vorrei parlarti…da sola…” e guardò per un attimo la ragazza che sedeva accanto a lui.

Lui scese dallo sgabello e sempre con tono strafottente le disse “Agli ordini Cenerentola…” dopodichè si diresse seguito da lei verso il giardino esterno, lontano dal trambusto della festa.

Sanae rimase a guardare il capitano tedesco che con le mani in tasca, le stava dando le spalle, poi fece qualche passo verso di lui. “Perché non hai risposto alle mie chiamate?”

Lui si girò a guardarla senza dire nulla, fissandola con due occhi glaciali.

“Karl…io ti ho cercato perché avevo bisogno di parlarti…io devo dirti...” deglutì nel tentativo di trovare la forza di andare avanti.

“Dirmi cosa? Come hai passato la giornata di lunedì insieme al tuo amichetto?” sbottò lui e, vedendola sorpresa, continuò “Perché è con lui che sei stata, non è vero?”

A quelle parole Sanae ebbe un sussulto e abbassò lo sguardo.

“Tsss, non riesci neanche a guardarmi negli occhi…” disse sprezzante, poi le prese il viso tra le mani alzandolo con forza “Avanti Sanae dimmelo…che aspetti…perché una volta per tutte non ti decidi a dire la verità?” le urlò a pochi centimetri dal viso “Non sei forse venuta per parlarmi di lui?…Di Ozora?”

Lei lo guardò spaventata, senza riuscire a proferire parola.

Con un ghigno amaro la lasciò andare e alzando la testa al cielo disse “Sono un idiota…sono un perfetto idiota…” poi tornando a guardarla “Mi sono fidato di te e tu mi hai spezzato il cuore…”

“Karl non è come pensi…” disse lei avvicinandosi con aria disperata.

“Ah no? E allora dimmi che tra te e Tsubasa non è successo nulla…” Rimase a guardarla per qualche secondo poi, non vedendola rispondere, la superò per andarsene.

Si sentiva il cuore a pezzi e la testa scoppiare: il pensiero che tra lei e Tsubasa potesse essere successo qualcosa, lo stava facendo impazzire.

“No aspetta Karl!” disse lei afferrandolo per un braccio, nel tentativo di fermarlo.

“NON MI TOCCARE!!!”

Sanae rimase paralizzata di fronte alle parole urlate dal ragazzo.

Karl con un gesto brusco si sottrasse alla sua presa; la sua mente era completamente offuscata dalla gelosia e senza rendersene conto, cominciò a riversarle addosso tutto l’odio e la rabbia che stava provando in quel momento.

“Che altro vuoi dirmi sentiamo! Cosa devo sapere ancora? Che lui è stato il tuo primo grande amore, che ti è stato vicino quando stavi male e che tu non hai mai dimenticato? Che hai passato anni a languire per lui, aspettando che tornasse da te? E nel frattempo che cosa hai fatto…ti sei consolata con Wakabayashi? No scusa dimenticavo…lui è solo un amico…già…il grande amico da cui la piccola Nakazawa si rifugia tutte le volte che ha un problema. Lui sa del tuo grande amore per Ozora…vero? Non vorrai illudere anche lui? No certo che stupido! Genzo è speciale e tu NON sei certo come tutte le altre donne…una BRAVA ragazza come te non potrebbe mai prendersi gioco dei sentimenti di un’altra persona…Spero almeno che te la sia spassata con loro…più di quanto tu non abbia fatto con me…”

Sanae lo ascoltò ammutolita mentre un groppo in gola le impediva di parlare; le lacrime stavano disperatamente cercando di uscire, mentre il suo cuore cadeva a pezzi di fronte alla crudeltà di quelle parole.

Chiuse per un attimo gli occhi, poi con una voce fredda e decisa che non sembrava neanche appartenerle, lo guardò diritto in volto. “E’ questa la tua verità? Va bene… E’ evidente che non c’è bisogno che io ti dia altre spiegazioni…hai già capito tutto da solo. Lascia solo che ti dica una cosa…E’ vero…Tsubasa è e sarà per sempre una parte di me, una parte della mia vita che non potrò mai dimenticare…lui è stato il mio più grande amore…un amore totale e unico e che mai potrà avere eguali…No Karl…non amerò mai nessun altro come lui…mai più…nemmeno te…”

A quelle parole Karl fece una smorfia di dolore, ma lei proseguì “E Genzo…beh lui è un ragazzo meraviglioso che ha saputo accettarmi per quella che sono e l’amore che nutro per lui…tu non potrai mai capirlo…”

Sanae si girò e cominciò ad incamminarsi verso l’uscita, ma prima di allontanarsi definitivamente, si fermò per un attimo e girandosi verso di lui aggiunse “A proposito…anche se la cosa non ti interessa…sappi che il mio primo bacio l’ho dato pochi mesi fa…fuori da un parco…”

Karl rimase per qualche secondo immobile mentre le ultime parole di Sanae gli rimbombavano nella testa. Serrando i pugni, confuso più che mai, cominciò a correre verso di lei per fermarla.

Sanae trattenendo a stento le lacrime, si incamminò velocemente verso l’uscita: doveva fuggire da lì, doveva fuggire da lui…come aveva potuto essere così crudele con lei…quello non poteva essere lo stesso ragazzo di cui lei si era riscoperta innamorata.

Senza prestare attenzione alle persone intorno a lei, si buttò all’interno del salone in direzione dell’uscita.

Alcuni ospiti la videro passare con un volto sconvolto, notando subito dietro di lei il capitano dell’Amburgo che tentava di raggiungerla: Genzo e Tsubasa erano tra questi.

“Maledizione…apriti…” Stava schiacciando insistentemente il bottone dell’ascensore, quando fu raggiunta e bloccata da Karl. “Fermati Sanae!”

“Vai al diavolo Schneider…sei solo un gran bastardo…torna dalla tua amichetta al bar…sono sicura che sentirà la tua mancanza…” gli sibilò lei spingendolo via con forza e cercando di allontanarsi.

Lui però la afferrò per un polso trattenendola.

“Lasciami andare Karl o giuro che mi metto a gridare davanti a tutti…lasciami!!!”

“NO!!! Non te ne vai da qui se prima non mi dici la verità!” le gridò lui sbattendola contro il muro e battendo i pugni sulla parete ai lati del suo viso. “DIMMELO MALEDIZIONE! DIMMI LA VERITA’!!!”

Fissando quei due occhi azzurri che in quel momento sembravano attraversati da una tempesta, lei gli urlò con rabbia “Vuoi la verità? Ne sei sicuro? Vuoi sapere perché non potrò mai dimenticare Tsubasa e l’amore che ho provato per lui?...Perché è per quel grande amore…mai ricambiato…che ho pensato che non valesse più la pena di vivere!!”

Karl sentì improvvisamente lo stomaco serrarsi, mentre lei appoggiando la testa al muro e con voce incrinata dal pianto, continuò “Perchè è stato per lui che sono diventata anoressica…”

A quelle parole Karl si sentì sprofondare in un abisso senza ritorno…in un attimo sentì tutte le forze abbandonare il suo corpo. Lentamente lasciò scivolare le braccia lungo il muro, lasciando libera Sanae che lentamente si staccò dalla parete.

“Ecco questa è tutta la verità Karl…” gli disse lei sommessamente girandosi e chiamando l’ascensore che arrivò quasi all’istante, inghiottendola e lasciando lui immobile e le persone che avevano assistito alla scena senza parole.




Tsubasa osservò la figura di Sanae scomparire dietro le porte scorrevoli dell’ascensore: aveva assistito a distanza insieme all’amico Rivaul allo scontro tra Sanae e Karl, durante il quale aveva chiaramente sentito pronunciare il suo nome.

“Dimmi che cosa si sono detti…”

Rivaul guardò l’amico cercando di ignorare la sua domanda: aveva finalmente capito il vero motivo per cui quella ragazza qualche giorno prima aveva rifiutato l’amore del suo più caro amico, spezzandogli completamente il cuore.

E adesso di fronte alla domanda di Tsubasa non sapeva che cosa rispondere…non poteva dirgli la verità…non poteva dirgli che la ragazza che lui aveva sempre amato in silenzio, proprio per colpa di quell’amore mai rivelato, aveva rischiato di lasciarsi morire quando lui l’aveva lasciata per andare in Brasile.

“DIMMI CHE COSA SI SONO DETTI!” urlò Tsubasa.

Rivaul dopo un attimo di silenzio girò la testa di lato non avendo il coraggio di guardarlo in faccia e, mestamente, gli disse che cosa Sanae aveva urlato a Karl.




Rimase per un tempo imprecisato a fissare il bicchiere vuoto sotto di lui: non provava nulla…non sentiva nulla…vedeva solo quel bicchiere distorto dalle lacrime che senza rendersene conto, avevano cominciato a rigargli il volto.

Il locale a quell’ora era semideserto: solo pochi clienti tiratardi che discutevano dall’altra parte del bancone.

All’improvviso qualcuno si sedette vicino a lui, ma lui non tentò neanche di alzare la testa.

Genzo fissava quel ragazzo che si reggeva la testa con le mani e il cui volto esprimeva appieno il suo stato d’animo. Il suo cuore era combattuto: da un lato odiava quel ragazzo, lo aveva odiato per così tanti anni…ma adesso gli faceva una pena pazzesca.

Un’infinità di volte si era trovato ad augurargli di pagare fino all’ultimo per tutto il male che aveva fatto a Sanae…ma adesso non riusciva a provare il benché minimo piacere a vederlo ridotto così.

“Tsubasa…”

L’attaccante per un attimo girò leggermente la testa mormorando “Tu lo sapevi…eri con lei…”

“Sì…” gli rispose Genzo.

Con un sorriso mesto Ozora si prese di nuovo la testa tra le mani.

“Se solo tu non l’avessi lasciata in quel modo, senza dirle niente…se solo prima di partire le avessi rivelato quello che provavi per lei…si sarebbe aggrappata anche solo a quella speranza…ti avrebbe aspettato anche per tutta la vita Tsubasa…”

Un silenzio carico d’angoscia cadde per qualche istante tra i due ragazzi, poi Tsubasa cercando di farsi forza chiese al portiere senza guardarlo in faccia “Lei è felice adesso?...Con lui?”

Sospirando il portiere rispose “Sì Tsubasa…loro si amano…”

Tsubasa serrò gli occhi tentando di arrestare le lacrime che insieme ad un dolore sordo gli stavano lacerando l’anima, mentre Genzo senza dire altro lo lasciò solo.
  
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