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Autore: DiKey    22/07/2010    4 recensioni
Ecco qui il terzo ed ultimo capitolo della Serie "il leone,l'angelo,il drago", ambientata due anni dopo la fine de "La profezia". Una faccenda creduta chiusa è stata semplicemente lasciata in sospeso, ed ora si ripresenterà con gli interessi.. In quest'ultimo capitolo saranno presenti tutti i personaggi che hanno avuto un ruolo all'interno della saga, ed a loro che mi riferisco con "un po' tutti." Ognuno di loro ha ancora un ruolo da giocare..
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il leone,l'angelo, il drago'
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Capitolo 22 Erano passati tre mesi dalla fine della guerra e le cose che potevano tornare normali si avviavano a diventarle.
Ravenant era nella nuova casa di Stix a Winhill. Il suo vecchio collega era miracolosamente sopravvissuto alla guerra nonostante le ferite e ci aveva rimesso solo un braccio, sebbene fosse ancora costretto a muoversi con le stampelle. Tuttavia, considerando che prima era costretto a stare immobile a letto, ciò era un grande passo avanti. Si erano trasferiti da Dollet a Winhill perchè il nuovo Presidente era stato convinto da Kaine e Ravenant a trattare Stix come un phalanx, il che comprendeva un alloggio in città ed una pensione d'indennità per le ferite di guerre. Ma a breve Stix e la moglie avrebbero riaperto qui il loro ristorante, dato che non erano quel tipo di persone a cui piace vivere sulle spalle di altri.

"Vedo che cammini adesso Stix" disse Ravenant bevendo del the verde dalla tazza che la moglie di Stix gli aveva messo davanti.

"Si, è una sorta di terapia del freddo e cellule che non ho capito bene da dove vengano. Terapia sperimentale Esthariana."

"Ho sentito che anche la Trepe è sotto questo tipo di terapia."

"Si, era combinata leggermente meglio di me. Il dolore è molto, tuttavia i risultati si vedono."

Ravenant fece di si con la testa e tornò al suo the. Per due eterni minuti rimasero in silenzio a bere dalle proprie tazze, finchè non fu Stix a decidere di rompere l'atmosfera.

"Ho sentito dire che ti hanno offerto il posto di Presidente."

"Hai sentito bene."

"E che hai rifiutato."

"Infatti. Non sono un granchè in politica, e non vorrei rovinare il lavoro iniziato da Storm e Crisis. C'è gente che merita quel posto più di me."

Ancora silenzio. Ma stavolta fu Ravenant a parlare, dopo essersi accarezzato la lunga barba che si era lasciato crescere

"Ray, Ross, Crisis e Storm." disse il tiratore con voce atona, come se stesse leggendo da un elenco del telefono

"sembra che siamo rimasti solamente noi della vecchia squadra."

"Dieci anni fa l'avresti mai detto?"

"No...voi eravate i Cinque Grandi Phalanx, la Prima Squadra. Tutti maestri del proprio stile di combattimento. Ross era quotato per seppellirci tutti, Storm no,  ma solo perchè gli mancava l'istinto di auto-conservazione.."

"Anni di addestramento e di battaglie...e cosa è rimasto alla fine?" chiese Ravenant

Stix non rispose e Ravenant continuò

"Un mezzobusto in bronzo nella biblioteca del P-Garden. Alla fine dei giochi, questo è tutto quello che è rimasto di loro."

"Non è vero."

"Ah,no?"

"Guarda fuori dalla finestra, vecchio amico mio."

Senza alzarsi Ravenant osservò dalla finestra di questo elegante appartamento al terzo piano le strade di Winhill brulicanti di vita, i bambini che giocavano in piazza ed il traffico, le urla degli automobilisti infuriati.

"Ti ricordi com'era questo posto solamente un decennio fa?
Questo è il loro lascito."

Ravenant continuò ad osservare, ma stranamente non provava alcuna sensazione di sollievo.

"E tu cosa vuoi, Marcus?"

Ravenant sobbalzò quando venne chiamato col suo vero nome. Per tutti lui era solo Ravenant, tiratore scelto e pressapoco infallibile dei Phalanx. Solo per pochi lui era Marcus D. Lintres. Alla fine persino lui aveva quasi dimenticato il suo nome.

"Credo...non lo so. Forse voglio essere Marcus e non più Ravenant."

"Tu sei sempre stato Marcus. E sarai sempre Ravenant. Sono due cose che non puoi e non devi dividere."

"Ho passato tutta la vita dividendo tutto con loro,eravamo una famiglia. Non so cosa voglio fare."

"Lo scoprirai da solo."

I due finirono il the in silenzio.

"Però, buona questa roba...Verde di Trabia?"

"Raccolto invernale degli Shumi."

"Molto buono..."

***

L'aria era fresca sulle colline di Winhill, tanto verdi e splendide da diventare un vanto per la regione e ciò  aveva impedito che venissero travolte dall'urbanizzazione selvaggia.
Questa collina in particolare era considerata da molti un luogo quasi sacro. Nel suo punto più alto vi era un monumento raffigurante quattro soldati nella divisa tipica Phalanx, ognuno che osservava una direzione diversa e con quattro diversi tipi di equipaggiamento, a seconda delle principali classi dei phalanx: spada, lancia, fucile e l'ultimo era a mani nude.
Ognuno di loro aveva un'espressione decisa sul volto e sembravano quasi sfidare l'osservatore, erano le sentinelle di questo campo. La loro base era un grosso basamento cubico marmoreo su cui era stata inserita una lastra di acciaio-specchio, e lì erano incisi i nomi dei Phalanx e dei soldati di Centra caduti in questa guerra.
E quando leggevi un nome, automaticamente eri costretto a vedere il tuo riflesso.
Una cicatrice trasversale su una fronte pallida e la barba di cinque giorni fu quello che Squall vide mentre leggeva i nomi dei caduti. Poi si allontanò dal monumento e si avviò dove sapeva.
Eccola qui.
La pesante spada nera era stata incastrata (o forse era più giusto dire incastonata?) in un rettangolo di pietra, con angolo di quarantacinque gradi verso sinistra e brillava sotto la luce del sole. Una seconda spada stava posta subito dietro, dritta, e su questa era stata poggiata una giacca di pelle nera, assicurata in modo da non poter venire rimossa. Un drago a quattro ali era stato inciso sotto il nome.
La tomba accanto era speculare a questa. Una Katana dall'elsa blu e di splendida fattura era stata inserita anch'essa a quarantacinque gradi pendente però verso destra, in modo da toccare ed incrociare l'elsa della pesante spada nera, mentre un Chackram azzurro era posizionato immediamente dietro come uno strano sole.
Storm e Fujin.
I phalanx potevano anche essere nati come assassini a pagamento, ma persino Squall non potè fare a meno di notare quanta nostalgia trapelasse da ognuna di queste tombe allineate. Quindi, anche loro avevano dei sentimenti.
Due anni prima, la notizia della morte di Storm venne tenuta segreta. Ora invece venne resa pubblica: lo status quo era cambiato..beh, un po' tutto era cambiato in effetti.
Irvine e Selphie avevano ormai preso servizio al Garden di Trabia ed erano sommersi dal lavoro. Quando potevano scendevano ad incontrare gli amici a Balamb, tuttavia era ovvio che le cose erano cambiate. Un conto è vivere insieme giorno dopo giorno, un conto è una mezza giornata insieme una, due volte al mese. Ed anche se i contatti per telefono erano quasi quotidiani nonchè lunghi (la bolletta aveva fatto piangere Irvine che aveva avuto una crisi isterica mentre Squall non aveva detto una parola, ma si era chiuso per due ore nel centro addestramento) non era più la stessa cosa.
Quistis aveva lasciato il Garden di Balamb. Per via delle sue azioni in guerra venne reintregata con onore, ma la ragazza aveva capito che quello non era più il suo posto. Si era sottoposta ad una terapia sperimentale Esthariana che aveva ridotto i danni alla colonna vertebrale, ma non era più suo desiderio combattere. La guerra aveva lasciato tanti orfani, ed allora lei aveva deciso di aiutare la Madre ad aprire un nuovo orfanotrofio a Galbadia insieme a tanti ex combattenti, tra lui persino Biggs e Wegde, aiutando i bambini senza più genitori ad avere comunque una vita felice ed un'istruzione. Si diceva che stare lì le avesse fatto bene.
Zell e l'amorevole compagnia erano rimasti al Garden e proprio due mattina prima si erano esibiti in uno spettacolo imbarazzante puntualmente registrato e piazzato sul network globale; in pratica dopo una serata "intima" Zell e Dania si erano accorti troppo tardi che avevano dimenticato di prendere precauzioni ed allora una volta passato il tempo necessario la ragazza fece il test. E qui ha inizio la leggenda.
Reso euforico dal risultato Zell aveva lasciato la stanza e si era messo a correre per i corridoi del Garden con indosso solamente un paio di Boxer urlando

"NON E' INCINTA!! E' BLU!!! E' BLU!!! IO ADORO IL BLU!!! E' BLU! NON E' INCINTA!! VIVA IL BLU!!"

E ci si sarebbe anche potuto ridere sopra, se non fosse stato per il fatto che Zell aveva deciso di uscire proprio nel momento in cui tutti gli studenti si dirigevano alla mensa per la colazione. Il resto era semplicemente storia.
Pare che Caraway non sapesse sfruttare appieno i suoi poteri da Simbiosi, infatti si scoprì presto che non sapeva nulla della sua debolezza al ghiaccio ed all'acqua. In fondo erano stati fortunati.
Squall si sedette sull'erba, stringendo i fili tra le dita della mano destra

(si dice che il tempo curi tutto...tu che ne pensi, Storm?)

"Tempest chiede sempre come sta lo zio. Dovresti vederlo, sai? Fortunatamente non ha preso la mia vivacità.."

si sentiva un cretino a parlare ad una lastra di marmo, ma Rinoa gli aveva detto che farlo l'avrebbe aiutato.

"Pensavo che questa volta saresti rimasto più a lungo, fratello."

(mi hanno detto che sorridevi...è vero, Storm?)

"spero che dovunque tu sia in questo momento, tu sia felice.
Anche se a suo tempo hai fatto un gran bel casino, lo meriti anche tu. Anzi,voi."

Gli piaceva immaginare che non fosse solo dall'altra parte.
Squall si alzò, e scoprì che non gli importava niente se qualcuno avesse assistito alla scena o meno. Mal che vada avrebbero pensato che fosse impazzito.

"Ci vediamo, fratello.
Ma non tanto presto, ok?"

Squall si allontanò, fece pochi passi e poi si girò di botto. Qualcuno aveva parlato? O era stato il vento? Probabilmente era solo uno scherzo della sua testa. Comunque, rise piano.

"Molto spiritoso, Storm."

***
Ravenant guidava la sua moto per le grandi pianure di Galbadia, lasciando che il vento gli passasse tra i capelli. Avrebbe dovuto mettersi il casco, ma il peggio che poteva capitargli era riunirsi con i suoi compagni quindi perchè schifare questa opzione?
Guidò per ore ed ore, giorno e notte si susseguirono uno dopo l'altro, finchè non arrivò sulla spiaggia. C'era un edificio lì vicino, circondato dal verde e con un enorme spiazzo che dava sulla spiaggia. Ma era abbastanza lontano per permettergli di fare in pace quello che voleva.
Estrasse dalla tasca la pistola e la guardò alla luce del tramonto.
Ed alla fine era giunto anche il suo momento, la sua ultima missione. Sette volte presunto Killed in Action,sette volte redivivo. Adesso però era lui a provare un peso che fino ad ora non aveva mai capito, sebbene ne avesse sentito parlare.
Era il peso di essere sopravvissuto.
Si sentiva in colpa perchè non era morto con i suoi compagni, perchè non aveva aiutato Storm contro il clone,perchè se avesse imparato una Simbiosi anche lui Crisis e Ross sarebbero ancora vivi.
Perchè Perchè Perchè Perchè Perchè....
Tanti perchè, tanti motivi per sentirsi in colpa; una sola soluzione.
Inserì nel caricatore un solo, lucido, freddo proiettile. Incamiciato, calibro 45. Un ultimo colpo contro un ultimo bersaglio.
Prese la pistola e poggiò la fredda canna sotto il mento, quasi a contatto col suo pomo d'adamo.

TUC

Una palla lo aveva colpito.
UNA PALLA?
Un bambino correva verso di lui, chiedendo scusa e recuperando il pallone.
Era più che sicuro che quando era arrivato non c'era nessuno nelle vicinanze: quanto tempo era rimasto a guardare quel maledetto tramonto?

"scusi signore.." fece il bambino mortificato.

Ravenant nascose la pistola tra le pieghe della giacca

"Nessun problema piccolo. Ma da dove sei arrivato?"

Il bambino sollevò un ditino ed indicò la casa. Ravenant si tirò su, scuotendosi poi la sabbia di dosso

"vieni, ti riaccompagno. Non è prudente girare da solo."

"lo dice sempre anche la Sorellona."

Il bambino allora tese la mano verso Ravenant che inizialmente non capì. E quando intuì la cosa lo spiazzò del tutto.
Aveva idea il piccolo di quante persone aveva ucciso lui? Con quelle stesse,colossali mani?
Senza capire perchè Ravenant diede la mano al bambino ed insieme si incamminarono verso la casa, finchè il piccolo non si staccò ed iniziò a correre verso una ragazza bionda coi lunghi capelli sciolti.

"Sorellona!!"

"Matt! Piccola peste, ti abbiamo cercato ovunque sai? Non devi allontanarti da solo!"

"Ma io volevo giocare.."

"Si, ma ci hai fatto spaventare! Dai, ora vai dalla madre che ti sta ancora cercando."

Il bambino rientrò e Ravenant osservò la ragazza venirgli incontro. Portava dei pantaloncini corti ed una maglia rossa smanicata.

"Ciao Revenant."

"Sorellona, Quistis?" 

L'ex SeeD si strinse nelle spalle sorridendo.

"Edea è stata una madre anche per me. Quindi in pratica siamo come fratelli.
E tu...che ci fai qui?"

"Ma sai, io...insomma...giravo."

La ragazza lo guardò negli occhi

"Giravi.."

"Si."

Quistis inclinò le labbra verso sinistra mentre scrutava un imbarazzatissimo Ravenant in volto.

"Perchè non ti fermi per cena? Volendo potresti anche darci una mano."

"Cosa? No, io non sono in grado..."

"Ci servirebbero un po' di quei muscoli qui, sai. Abbiamo chi ci aiuta, ma il lavoro è sempre troppo e solo io ed Edea
siamo qui a tempo pieno."

"Non credo sia il caso..per quanto ne so alcuni di quei bambini potrebbero essere qui per conseguenza diretta del mio lavoro.."

"Non è un motivo in più per darci una mano?"

Ravenant non potè che ammirarne la logica.

"Facciamo così...per ora accetto la cena."

"Perfetto!" disse una Quistis entusiasta porgendogli il braccio "allora vieni a darmi una mano ad apparecchiare, Ravenant."

"Marcus."

Quistis lo guardò sorpresa

"...il mio vero nome è Marcus.."

La ragazza rise. Quel posto le aveva fatto proprio bene.

"E' un bel nome, Marcus."

I due entrarono nella casa accolti da Edea, e Marcus aiutò al meglio delle sua capacità a preparare la tavola.
Ed ebbe come l'impressione che quell'ultimo colpo sarebbe rimasto nella canna della sua pistola ancora molto a lungo...
E Lui, se lo stava osservando, sicuramente si stava divertendo un mondo.


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Ultima Nota dell'autore:
La scena di Zell mi è stata ispirata da una scena della serie TV Scrubs, ma non ricordo esattamente quale puntata. Ed alla fine, eccoci qui. L'epilogo della storia e dell'intera saga. Un sentito e sincero grazie a Fly89 per avere commentato con puntualità quasi ogni capitolo della saga, a Devildragon che ha aggiunto la saga tra i preferiti, a Bloodylady, BalmungTOP e tutti gli altri che hanno seguito e gradito questa storia.
Spero che vi sia piaciuta leggerla come a me è piaciuto scriverla e vi invito a commentare e criticare storia e saga.
Ancora grazie!

   
 
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