-Sparkle And
Fireworks-
Third Chapter: Ho
bisogno di un finto appuntamento.
Io e Cho stiamo
guardando qualche vestito per me. Davvero non so quale scegliere, sono tutti
esageratamente belli.
-Il rosa ti sta
bene, lo indossasti al Ballo del Ceppo vero?- domanda Cho proponendomi un tubino
semplice rosa chewing gum.
-Odio il rosa-
ammetto ridacchiando. –Perche’ non verde?-
Cho annuisce e
chiama la commessa spiegandole la sua idea di vestito ed è in quel momento che
realizzo che non siamo sole.
-Harry?- domando
inarcando un sopracciglio. -Non sapevo frequentassi questi posti!-
Lui ride e
mi posa le labbra sulle guance. -A dire la verità Cho mi ha chiamato per
un’opinione maschile-spiega quasi gongolando.
Sorrido ed
annuisco. -Okay, fashion victim!-
La commessa,
finalmente, ci viene incontro con qualcosa che le abbiamo richiesto e non suoi
suggerimenti.
Una decina di
vestiti verdi, di qualsiasi tonalita’.
Ne scarto
qualcuno per scollature eccessive che non sopporto, qualcun altro per esagerati
spacchi sulla gamba e ne rimangono solo tre, cosa che causa l’ilarita’ di Harry
e Cho.
Ma ce n’e’ uno
che mi colpisce in particolar modo. Di seta, accollato con delle pieghette in
verticali, non esageratamente corto, ne’ lungo e con uno scollo sulla
schiena.
Mi guardo allo
specchio e decido che può andare, esco dal camerino e Cho emette un gridolino di
felicita’. Okay, lo adora.
Guardo Harry
cercando la sua approvazione. Quasi boccheggia e non nasconde un sorriso
compiaciuto, indice di gradimento.
Improvvisamente
ricordo quella sera al ballo del Ceppo in cui indossava la stessa espressione
mentre scendevo le scale.
Mi si stringe il
cuore ripensando a quella sera in cui andai al Ballo con Krum, quando in realta’
cio’ che volevo era andarci con Ron. Ed Harry in realta’ avrebbe voluto Cho al
suo fianco.
Ma mentre
scendevo quelle scale, pensavo che forse Harry sarebbe stato perfetto come
compagno del Ballo.
Scuoto il capo
scacciando quei pensieri e faccio un piccolo giro su me
stessa.
-Approvo!- dice
infine Harry sostenuto dal capo di Cho che annuisce in maniera
entusiasta.
Mi cambio e vado
a pagare, senza alcuna esitazione. Cho ci abbandona, deve andare a vedere con
Kevin per la casa e quindi rimaniamo solo io e Harry.
-Mangiamo
qualcosa?- propone prendendo la busta del mio vestito sotto il mio sguardo
contrariato che lui ignora bellamente.
Siamo sulla riva
del Tamigi, in un localino babbano piuttosto carino.
-Quindi credi
che mi stia bene?- domando, rubandomi una patatina fritta dal suo piatto.
-Certamente,
Hermione, ti sta splendidamente!- risponde guardando la mia mano appropriarsi
delle patatine che io non ho ordinato perche’ sono “a dieta”.
-Sai, la tua
espressione mi ricordava quella del Ballo del Ceppo- ammetto, pentendomi
immediatamente di quell’affermazione.
Harry sorride.
-Beh quella sera eri davvero bella, ma adesso e’ diverso, sei cresciuta quindi
non puoi che stare meglio-
Tossisco
lievemente per l’imbarazzo, mascherandolo come una patatina andata di traverso e
prendo il boccale di birra di Harry bevendone almeno la
meta’.
Lui sorride.
-Non capisco perche’ qualunque cosa ordini finisci per approfittare del mio
pasto-
-Si chiama
amicizia!- mi giustifico velocemente ridacchiando.
-Ti ricordi al
Ballo? Io ero pazzo di Cho!- ammette con aria divertita.
Annuisco,
sentendo un sapore amaro fra le labbra. Deve essere la
birra.
C’è qualcosa che
non ho mai confessato a nessuno. Quando eravamo a Hogwarts ero dannatamente
gelosa di Cho. Non perché Harry fosse il mio migliore amico e lei, megera, gli
avrebbe spezzato il cuore. Ero fisicamente attratta da Harry. Ed era una cosa
terribile a dirsi!
E lui sembra
leggermi nel pensiero. –Si’, tu odiavi Cho, eppure guardatevi: migliori
amiche!-
-Non odiavo
Cho!- mugugno sentendomi in colpa.
-Non mentire, me
l’ha detto Ron l’anno successivo, dopo che io e Cho ci
baciammo-
-Io non ho mai
detto qualcosa del genere a Ron!- sbotto.
-L’hai detto a
Ginny- precisa smascherandomi.
-Quei Weasley!-
borbotto scartando le cipolle dalle foglie d’insalata.
-E perché la
odiavi?- chiede Harry con un’espressione gongolante.
Sorrido nervosa
e fortunatamente il mio cellulare squilla. E’ Keith. Rifiuto la chiamata e
ripongo il cellulare in borsa.
-Qualcosa di
grave?- domanda Harry preoccupato.
-No!- mento con
un largo sorriso. Non voglio che Keith rovini questo pomeriggio. -Sai, ieri sono
stata da Molly, ho visto Ginny-
-Ah sì?- domanda
Harry masticando il suo panino. -Domani la rivedro’ anche io per le carte del
divorzio-
-Sta uscendo con
Seamus- mormoro.
-Non
m’interessa- sorride vedendo il mio palese imbarazzo. -E comunque non hai ancora
risposto alla mia domanda-
-Quale?- domando
cercando di recuperare tempo.
-Perché odiavi
Cho?- ripete insistente.
Nuovamente
l’irritante, ma benevola, suoneria del mio cellulare. E’ Keith, di nuovo.
-Sai, devo
assolutamente prendere questa telefonata, e’ Keith, sembra urgente- rispondo in
fretta premendo il tasto verde.
Harry annuisce,
un po’ infastidito.
-Keith, dimmi-
dico alzandomi ed allontanandomi dal tavolo.
-Ciao Hermione,
volevo dirti che nel primo pomeriggio passo a casa a prendermi delle cose,
lascio le chiavi sul tavolo. Sai ci ho pensato, e’ davvero definitiva come cosa-
dice con la sua solita voce roca.
-Ah bene! Non
avevamo gia’ deciso una cosa del genere?- domando con una punta di veleno nella
mia voce.
-Sto
frequentando un’altra persona, Hermione- replica lasciandomi silenziosa per
qualche secondo.
-Mi fa piacere,
hai controllato quanto guadagna? Non vorrei che guadagnasse più di te e ti
frustrasse come cosa- ribatto astiosa.
-Hermione,
cerchiamo di essere maturi… volevo dirti che la portero’ al matrimonio di Cho,
tutto qui. Prepararti-
-Ah, bene! Anche
io portero’ qualcuno- aggiungo velocemente non rendendomi conto della bugia che
sto dicendo.
C’e’ una
silenziosa pausa poi un saluto e la telefonata e’
conclusa.
Torno a sedermi
al tavolo e noto che Harry e’ taciturno. In effetti non mi sono mai allontanata
per prendere una telefonata, non capisco nemmeno il perche’ del mio
gesto.
-Passava a
prendersi delle cose a casa nel pomeriggio e mi diceva che portera’ una ragazza
al matrimonio di Cho- dico cercando di rompere il
silenzio.
-Luogo romantico
per un appuntamento, se non altro- ridacchia Harry.
Io scuoto la
testa. -C’e’ del peggio-
-Se la sposa?-
tenta Harry.
-Oh no, peggio.
Ho detto che anche io ho un appuntamento- sospiro passandomi una mano sulla
fronte. -Non so nemmeno perche’ l’ho detto. Forse non volevo sentirmi in
difetto-
-Se ti stai
chiedendo se ha a che fare con i tuoi sentimenti, ti assicuro di no. Anche io i
primi tempi facevo una semi-gara con Ginny. E anche io ho inventato qualche
appuntamento!- ammette imbarazzato. -Si tratta di istinto di
sopravvivenza-
Ridacchio e
rimaniamo a chiacchierare un po’ del piu’ e del meno.
Sono le sei,
entro in casa e trovo le luci accese.
E trovo Keith
che guarda una nostra foto.
-Pensavo fossi
già andato via- dico chiudendo la porta alle spalle.
Keith scuote il
capo. -Ho fatto tardi, scusami. Pensavo le avessi già tolte
tutte-
-Non ho avuto
tempo, sono passati solo due giorni- spiego avvicinandomi. -Le tolgo, non ti
preoccupare-
-Non voglio che
tu lo faccia,e’ una tua scelta, non una mia- replica velocemente. -E così hai un
appuntamento, posso sapere chi e’?-
Boccheggio
qualche secondo. -Oh, ma non e’ niente!-
-Harry?-
chiede.
-Sta a casa,
credo, perche’?- rispondo stupita dalla domanda.
-No, mi chiedevo
se l’appuntamento fosse Harry-
-Scusami?-
-In tutto il
tempo in cui siamo stati insieme ho notato quanto tu e lui siate legati. E non
parlarmi di amicizia e non dire “e’ come un fratello”-
-Insinui che ti
abbia tradito, forse?!- domando offesa.
-Affatto. Ti
conosco, sei una persona fedele. Ma penso che adesso lui, che ha tutte le carte
in regola, sia il tuo appuntamento-
-Ah- rispondo
sgranando gli occhi.
-Me lo dirai chi
e’?- chiede curioso.
-Lo vedrai tu
stesso, Keith, non credo sia il caso parlare dei nostri nuovi impegni!- ribatto
facendogli strada verso la porta.
Keith ride.
-Okay, ciao!-
Lo fermo
bloccandolo per un polso ed avvicinandomi minacciosa al suo volto. -Le chiavi-
sussurro con aria antipatica.
Lui me le ripone
fra le mani. -Per un attimo ho pensato volessi baciarmi-
-Fuori- gli intimo
seccata.
Chiudo la porta
e sento il cuore battermi all’impazzata, ma non per Keith.
Piuttosto per
quello che ha detto su Harry.
Decido di
imboccare la via dell’autismo e della solitudine andandomi a stendermi sul
divano.
Insomma, l’idea
che Harry ed io potessimo essere qualcosa mi era balenata una sola volta in
tutta la mia vita, la sera del Ballo del Ceppo.
Anzi due, anche
quando Harry ha baciato Cho.
Probabilmente
tre, quando Harry ha conosciuto i miei.
Quattro,
contando la mattina, anche se in maniera piuttosto labile.
E con ora siamo
a cinque.
Ottima media per
chi considera una persona il proprio migliore amico.
E’ una
catastrofe, un disastro, un problema classificabile come una calamita’
naturale.
E la cosa
peggiore e’ che le uniche due persone che potrebbero ben consigliarmi sono le
uniche due off-limits: Harry, per motivi abbastanza palesi e Molly, giacché lei
e’ stata la suocera di Harry stesso.
L’autismo e’
semplicemente la via migliore.
-Sei uno
zombie!- esclama Cho passandomi una mano fra i capelli.
-E tu non
dovresti essere a lavoro!- ribatto guardandola e passandomi una mano sul volto
stropicciato.
-Sì sono in
ferie, ma dovevo prendere una cosa- spiega. -E ho notato quanto tu sia in forma.
Che e’ successo?-
-Niente, ho solo
sonno- mento, in parte. E’ vero, ho sonno, ma non solo
quello!
-Dovresti
smetterla di fare le ore piccole per Harry!- sento
sobbalzando.
-Che cosa?-
balbetto.
-Dovresti
smetterla di fare le ore piccole per il lavoro- ripete mentre io
avvampo.
Okay, perfetto,
la mia mente adesso classifica lavoro
come sinonimo di Harry.
Cho va via ed al
suo posto entra lavoro.
Improvvisamente
mi scopro a ricompormi. -Ciao Harry!-
Sorride
sedendosi, anzi accasciandosi, sulla sedia del mio studio. -Sono appena tornato
dall’incontro con l’avvocato-
-E?-
-E sono un uomo
separato, nonché single!- risponde senza nascondere un
sorriso.
-Bene! Ho
bisogno di un favore- ammetto mordicchiandomi le labbra imbarazzata per la
proposta che sto per fare.
-Mi
accompagneresti al matrimonio di Cho?- domando.
-Hai bisogno di
un passaggio?-
-No, di un finto
appuntamento!-
-Perche’ proprio
io?- domanda sporgendosi verso di me.
-Non ho ne’
tempo ne’ voglia di conoscere qualcuno. Tu saresti
credibile-
-Un monaco
tibetano sarebbe più credibile agli occhi di Keith. Siamo amici da non so quanto
tempo e..-
-Proprio perche’
siamo amici, mi devi un favore!- replico quasi in lacrime.
Annuisce. -Se
credi che se la beve, ci sto. Hermione, saro’ il tuo
appuntamento-
-Grazie-
sorrido.
Preferirei
andarci con un vero appuntamento, magari con un vero appuntamento con Harry.
L’idea balenata nel mio cervello viene scacciata immediatamente. Ma a cosa sto
pensando? Dove ho la testa? Harry?
Inizio a
fissarlo mentre mi parla dell’incontro con l’avvocato. Certo che e’ cresciuto.
Si e’ fatto ancora più carino. E sa tutto di me, con lui verrebbe tutto più
semplice.
-Hermione, mi
stai ascoltando?- mi domanda interrompendo i miei inappropriati
pensieri.
Annuisco. Poi
arrossisco notando il suo sguardo critico. -No! Stavo pensando a cosa devo
cucinare stasera, scusami davvero Harry!-
Okay! Qui le cose si fanno piu' interessanti ;)
Grazie a tutti quelli che
hanno letto (:
Vorrei sapere cosa ne pensate, quindi magari una piccola
recensione... solo due minutini !!!
A domani :D
Alice.