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Autore: Maria Sole Cullen    23/07/2010    1 recensioni
Cosa c'è dopo la frase- e continuammo a occuparci beati di quella piccola parte, ma perfetta, della nostra eternità-? Possibile che la storia finisca li?. Tutte le cose lasciate in sospeso qui avranno risposta.
(Ogni bacio della mia nuova vita mi faceva tornare in mente quelli leggeri e accorti della mia precedente esistenza. Una delle cose che ricordavo con più chiarezza era l’atroce sofferenza che provava Edward ogni volta che mi sfiorava. Immaginai il veleno sgorgargli dalla bocca a pochi centimetri dalle mie labbra calde e morbide, il desiderio devastante di sentire il liquido denso e caldo bagnarli le labbra lasciando un aroma che solo il mio sangue poteva dargli. La confusione che provava doveva essere tremenda quando la sua mente imponeva alle labbra di allontanarsi dalle mie per non mettermi in pericolo. Il pensiero mi fece quasi venire sete e mi avvinghiai ancora di più a lui pensando che adesso non doveva più soffrire. Edward sorrise compiaciuto.
questo è solo una assaggio, andate a curiosare.
(è la mia prima ff quindi siate clementi)- Lasciate recensioni-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tante, troppe sparizioni

 

(Dal punto di vista di Bella) 

 

Era da più di due ore che fissavo quel letto vuoto.

La pioggia ticchettava senza sosta sul vetro della finestra della camera di Renesmee.

Quella situazione mi ricordava quando mia figlia aveva appena compiuto un anno, una pomeriggio, mentre una tempesta rimbombava fuori casa, si era nascosta sotto le coperte terrorizzata.

Non aveva paura dei tuoni di per se, ma credeva che le notti di pioggia portassero brutte notizie. Io mi ero seduta accanto a lei, scostandole la coperta dal viso

“ Ti prometto che un giorno ti porterò da tua nonna Renèe, lei vive in un posto dove non piove mai, c’è sempre il sole.” Avevo detto accarezzandogli la fronte. Ma non avevo mantenuto la mia promessa, adesso non l’avrei più potuta portare da mia madre. Chissà se nel luogo in cui si trovava in quel momento c’era il sole o pioveva, magari nevicava. A lei piaceva la neve. L’anno prima, era andata  con jacob in mezzo al bosco innevato, si era divertita un mondo, e ogni volta che nevicava mi chiedeva di uscire di casa.

Ma adesso quel letto era vuoto e probabilmente lei non avrebbe più visto la neve.

Edward era andato per l’ennesima volta con Carlisle, Emmet e Jasper nel luogo in cui era stata rapita Nessie, speravano di trovare un traccia da seguire, ma era la settima volta che lo facevano in due giorni e non si erano ancora visti risultati.

Dal momento che avevamo accettato l’alleanza con il Clan Irlandese, Carlisle aveva organizzato una specie di riunione dove avremmo potuto parlare dei dettagli di entrambi le sparizioni, così da facilitarne il ritrovamento. Quindi entro pochi secondi  Edward e gli altri sarebbero tornati per parlare con Siobhan e Liam.

Nell’attesa avevo deciso di andare a casa mia, volevo sfogarmi senza gente intorno, volevo esprimere tutto il mio dolore senza dovermi preoccupare di qualcuno che ne avrebbe risentito.

Me ne stavo in ginocchio, a terra, nella camera di Renesmee, il luogo dove il suo odore era più forte. 

Ero entrata nella stanza in punta di piedi, come ero solita fare quando lei dormiva profondamente nel suo letto, ma quando mi ero accorta che quel giesto non aveva più senso sono letteralmente. Quel dolore che avevo soffocato per Cos’ tato tempo adesso stava esplodendo tutto d’un colpo.

Presi una camicetta a fiori appoggiata sul letto e la portai vicino al naso. Ispirai e sentii il suo odore invadermi la mente, la sentivo quasi vicina.

Improvvisamente la porta si aprì ed Edward entrò, si avvicinò a me con cautela, bagnando il pavimento con le scarpe umide a causa della pioggia.

Quando sentì le sue mani intrecciarsi ai capelli, cercai di riprendermi, anche lui provava a contenere la sofferanza.

“Amore, non smettere”disse “Hai bisogno di sfogarti”.

Era troppo complicato tenere a bada il dolore. Cedetti e mi avvinghiai a Edward più forte che potevo. Lui mi prese in braccio, e mi strinse a se facendomi spazio sul suo petto .

“Non si puo più ad aspettare. Jacob ha ragione, dovremmo andare avanti a tentativi.

Magari potremmo provare in Egitto, Jake dice che la donna aveva lineamenti egiziani.” Mi rendevo conto da sola però che quello che dicevo non aveva senso, era una cosa impossibile e insensata.

“OK”disse mentre mi accarezzava i capelli, fece un sospiro profondo“Ne parlo con Carlisle, se non è d’accordo partiamo solo noi due”

Un ululato acuto risuonò tra gli alberi.

“Noi due e Jacob” si corresse.

“Sta devvero tanto male, sembra……… quasi uno zombi , dovremmo fare qualcosa.”

“È gia tanto se non si è suicidato, Bella, non credo che possiamo fare altro per farlo stare meglio. Hai gia fatto tanto”

Si, dovevamo partire per forza, non si poteva andare avanti così.

Per qualche minuto rimasi tra le braccia di Edward, lasciando correre a briglia sciolta il dolore.

“Non capisco una cosa” dissi curiosa dopo un po’.

“Chiedi tutto quello che vuoi” mormorò e mi sorrise.

“per quale motivo i volturi hanno rapito Maggie? Non erano impegnati nell’orribile progetto segreto?” Edward fissava un punto sulla parete, ma in realtà stava cercando di ricomporre i pensieri confusi della gente .

“Bee, vedi.. credo che le cose siano collegate,dopotutto Demetri era stato mandato qui per trovare vampiri dotati da unire ai volturi, magari Chelsea aveva lo stesso compito, e ha preso la persona più…… speciale del Clan Irlandese.” Improvvisamente mi venne un dubbio.

“E… a te non accadrebbe vero?, se i volturi ti chiedessero di unirsi a loro tu non te ne andresti giusto?”

Si morse le labbra per trattenere una risata.

“Hai paura che me ne vada?”
Feci segno di si con la testa timidamente.

“Lo sai che è l’ultima cosa che voglio, e poi Aro non avrebbe niente di più di quello che già ha, lui in realtà vuole Alice, ma anche lei rifiuterebbe.

Non pensavo di doverti rassicurare su certe cose.

E se venissero a casa a chiedermelo io risponderei “Mi dispiace, ma ho una moglie bellissima che mi aspetta e una figlia da cercare.” Sorrisi insieme a lui e gli diedi un bacio leggero.

“Adesso però dobbiamo andare, Carlisle ci aspetta” disse mentre mi rimetteva in piedi.

Uscimmo sotto la pioggia mano nella mano e lentamente raggiungemmo casa Cullen.

Alla normalità ormai avevo rinunciato, ma così era veramente troppo. Tutti erano tristi, nessuno apriva bocca, nessuno andava più a caccia da più di una settimana, nessuno sembrava avere speranze, nemmeno ora che avevamo due vampiri in più disposti ad aiutarci.

La persona che più mi faceva paura in quella stanza però era Jacob: gli occhi vuoti, fissi sul pavimento, le labbra serrate in una perenne smorfia di dolore, le braccia lungo i fianchi, le mani strette in pugno. L’aggettivo che avevo usato prima con Edward era proprio azzeccato, sembrava uno zombi. Era da giorni che stava così. Non aveva aperto bocca con nessuno, non mangiava, non dormiva e le occhiaie profonde accentuavano lo sguardo perso e vuoto.

Gli feci un segno di saluto con la mano e sorrisi, lui mi fissò per qualche secondo e riabbassò lo sguardo.

Mi rassegnai e raggiunsi Carlisle e gli altri sul tavolo del soggiorno. Le persone più felici-se così si possono definire- erano Liam e Siobhan. Certo, non sprizzavano gioia dai pori della pelle, ma almeno non erano così addolorati per la scomparsa di Maggie. Sapevo il perché di questo diverso approccio con la perdita.

Noi eravamo una famiglia, loro solo un clan. Per Chelsea era stato semplicissino spezzare i legami che aveva la ragazza con il suo Gruppo di appartenenza, ma allo stesso tempo ero certa che se fosse venuta da noi, la vampira non sarebbe riuscita a separarci, noi eravamo uniti, una cosa unica, una famiglia.

Vidi una sedia libera accanto a quella di Alice e mi sedetti.

Lei si girò verso di me, mi guardò con compassione e mi accarezzò la guancia.

Il mio viso era ancora intriso di dolore dallo sfogo di poco prima . Cercai di ricompormi. Edward si sedette subito accanto a me e da sotto il tavolo mi strinse la mano.

“Ok”Iniziò Carlisle con tono ufficiale “Direi di cominciare parlando dei dettagli delle sparizioni. Volete parlare per primi?”fece con tono gentile rivolgendosi al clan Irlandese.

“Grazie Carlisle” Siobhan si schiarì la voce e congiunse le mani.

“Più o meno sapete già tutto, tre giorni fa è arrivata Chelsea, dicendo che era stata mandata da Aro a fare un controllo.

A dir la verità neanche lei sembrava convinta di quello che diceva, come se le parole che aveva pronunciato fossero il frutto di bugie su bugie.

La prima cosa che ci chiese fu se avevamo poteri o talenti particolari, in quale circostanze li usavamo e come li usavamo. Ricordo che mentre Maggie raccontava di se, la vampira sembrava affascinata dalle sue capacità.

Quando ha iniziato a parlare dei suoi talenti, la nostra ragazza sembrava diffidente, prudente, ma man mano che andava avanti si sentiva più spigliata. Quasi mi spaventai di tanta spavalderia. Quando gli chiesi se stava bene ci rispose in malo modo, insultandoci. Era scontrosa e fredda. Chelsea aveva usato il suo potere su di lei, ci aveva divise.

In quel momento fui invasa dalla rabbia e sferrai un colpo all’intrusa, ma lei era forte e gli bastarono pochi secondi per scaraventare me e Liam a terra e scappare con Maggie in spalla.

Non c’è alto, è tutto ciò che è successo, e vorremmo almeno vendicarci su di loro, nonostante sappiamo sia un’impresa impossibile.”

Carlisle annuì mentre studiava la faccenda.

“Io avrei una teoria” si intromise Demetri deciso.

“Come i Cullen già sanno, io sono venuto qui grazie all’ordine di Aro. Mi ha chiesto di trovare vampiri dotati e portarli dai Volturi.

Non ero l’unico ad essere stato scelto per la missione. Molte persone del corpo di guardia avevano lo stesso mio compito.

Quindi credo che sia questa la causa del rapimento della vostra Maggie. Per caso aveva talenti o particolari capacità?”

Siobhan rispose con diffidenza.

“Si, lei ha la capacità di comprende se una cosa è vera o falsa, molto spesso puo tornare utile.”

“è senz’altro un’ottima qualità, quindi ritengo che la mia ipotesi possa essere valida.”

“e adesso si torna al punto di partenza. Cosa ci devono fare i Volturi con dei vampiri dotati di capacità straordinarie?” Chiese Carlisle più a se stesso che ai presenti.

“Quello che hanno sempre fatto, arricchiscono  il corpo di guardia, dopotutto, come ci ha detto precedentemente Dementri, molti componenti se ne stavano andando” si intromise Edward.

“No,non credo. È una cosa troppo in grande, hanno mandato più di trenta vampiri a cercare “i talenti”, non è possibile che sia solo per arricchire la loro squadra.”disse Demetri.

Siobhan si alzò sinuosa dalla sedie, poggiò le mani sul tavolo e fissò Carlile con sguardo minaccioso.

“A noi non importa perché i Volturi hanno rapito Maggie, noi la rivogliamo solo indietro. Credo sia il caso che parliate voi adesso.”

Edward annuì e porse lo sguardo verso Jacob.

“Non credo sia il momento, Siobhan, l’unico che può raccontare la storia è Jacob, lui la vissuta in prima persona, adesso però non sembra in grado di parlare.”Disse Carlile mantenendo il tono gentile ed educato, il contrario di quello che aveva Siobhan.

“Beh, dite al cane di sbrigarsi, non abbiamo tutto questo tempo.”

Jacob non reagì, forse non sentì nemmeno le parole di Siobhan.

Accanto a me sentì il legno sgretolarsi. Alice aveva gli occhi chiusi, le labbra serrate e le mani strette sul tavolo ammaccato per la forza. Non stava avendo una visione, era diversa la sua espressione quando ne aveva una. Sembrava come se si stesse sforzando per averla, sperava che da un momento all’altro un messaggio dal futuro gli arrivasse nella testa. Dopo qualche secondo si rassegnò, stremata dallo sforzo.

“Heii Alice, cos’hai?”Mormorai, cercando di non farmi sentire dalle persone che continuavano a parlare sedute a tavola.”

Lei si coprì il viso con le piccole mani affusolate, come se si vergognasse.

“Non ..riesco.. a vedere.. niente” La voce le tremava. “Assolutamente niente, tutti stano cercando di fare qualcosa, si danno da fare, io ci provo ma non vedo ne la bambina ne il posto in cui si trova. Scusa Bella, giuro che sto facendo il possibile ma non riesco a vederla.” Disse frustrata. Gli presi una mano che aveva sul viso e gliela strinsi.

“Tu non devi chiedere scusa a nessuno, stai già facendo tanto Alice, non hai mai visto Nessie, non puoi pretendere di vederla adesso.”

Il viso triste e frustrato di Alice si trasformò in un’espressione persa e vuota, i suoi occhi vedevano qualcosa che io non avevo ancora visto, eccola la sua espressione quando aveva una visione.

Dopo qualche secondo ritornò lo sguardo triste.

“Carlisle, il telefono” disse senza  nemmeno guardarlo. Dopo pochi secondi il telefonino argentato appoggiato sul divano sqillò.

Carlisle era già li vicino, lo prese e rispose, facendo un gesto di scuse indirizzato al tavolo dove sedeva il clan irlandese.

“Chi è?” Chiesi a Edward.

“Senna” rispose sovrappensiero, senza nemmeno guardarmi, era impegnato a seguire la telefonata.

“Ma che cosa........”Disse tra se confuso. Si allontanò da me e raggiunse Carlisle.

Per quale motivo Senna stava telefonando? Non avevamo avuto contatti con altri clan da più di tre anni. Perché dovevano farsi sentire tutti nel momento meno adatto?

“Mi dispiace Senna, ma in questo periodo siamo molto impegnati, non credo che riusciremo a darvi una mano. Ti prometto che appena avremo finito vi aiuteremo. Ma certo, ne saremo lieti. Ciao.” Carlisle riataccò pensieroso e preoccupato. Lui ed Edward si fissavano, occupati in una conversazione silenziosa.

“Allora?” chiese Emmet curioso.

“Un altro rapimento, se così si può chiamare, la situazione sta diventando veramente troppo spinosa, bisogna fare qualcosa, i Volturi stanno davvero esagerando” Rispose Carlisle teso, senza staccare gli occhi da Edward.

“Chi sarebbe scomparso questa volta?” chiesi.

Edward si girò a guardarmi

“Zafrina” Disse “ con lo stesso pretesto di Maggie. Un controllo da parte di un ragazzo a nome di Aro e la richiesta di unirsi ai volturi, ma questa volta non si tratta di una mossa controvoglia. Zafrina, nonostante fosse contraria fino a pochi secondi prima, in quel momento era d’accordo ad unirsi ai Volturi. Senna è sicura che il ragazzo avesse qualche potere che ha convinto Zafrina a cambiare idea, per questo mi ha chiamato.” Concluse.

C’era qualcosa sotto, Non poteva essere una coincidenza. Due clan potenti e le persone più dotate che lo compongono rapite nel giro di due giorni.

Ma sotto tutto questo mistero, sentivo una grande speranza nascere pian piano, sentivo mia figlia sempre più vicina, come se in qualche modo anche lei avesse qualcosa a che fare con questa faccenda.

  
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