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Autore: Mary00    23/07/2010    5 recensioni
Flavia è una ragazza coi piedi per terra, per nulla superstiziosa, molto sicura di sé, abbastanza coraggiosa e senza molti amici. Una sera uno spirito le farà cominciare a credere un po' di più al sovrannaturale...
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Make noise

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1

Accorgersi di non essere soli






Quanto tempo era trascorso da quando mio padre era uscito? Forse un'ora, forse due. Ero praticamente sdraiata sul divano e stavo sorseggiando una limonata fresca, con un po' di ghiaccio. La TV era accesa, ma non la stavo guardando ovviamente, stavo ripensando a cosa fare domattina:

Svegliarmi nella fascia di ore dalle 8:30 alle 10:00, fare colazione, lavarmi, vestirmi con calma ed uscire entro le 11:00 per fare un salto al negozio di abiti qui all'angolo. Sembrava alquanto allettante, di sicuro di più che rimanere in casa a sorbirmi le litigate di mio padre con gli operatori del suo abbonamento telefonico perché continuano ad inviargli pubblicità inutili mentre lui aspetta importanti telefonate di lavoro... Un rumore mi dissolse dal flusso dei miei pensieri. Sembrava lo scatto che di solito fa la maniglia della camera da pranzo, ma non poteva essersi aperta da sola, non c'era vento, e anche se ci fosse stato la porta non si sarebbe mai aperta, è troppo pesante, progettata apposta per non farla sbattere alla prima ventata. Mi alzai pigramente dal divano e rimasi in piedi, in ascolto di qualche altro segnale che non tardò ad arrivare, un altro scatto, ma stavolta della porta che si chiudeva, giunsi subito alla conclusione che non ero da sola in casa, e quel pensiero mi trasmesse una leggera ansia. Rimasi ancora qualche secondo in ascolto, e poi levandomi le ciabatte e tirando fuori dalla tasca una mini-torcia, mi diressi nel corridoio, verso la camera da pranzo. Con cautela accesi l'interruttore della luce nel corridoio e feci il primo passo verso la porta della camera da pranzo, che adesso era chiusa proprio come l'aveva lasciata papà prima di uscire, ma io sapevo che non era così, qualche altra mano l'aveva toccata. Feci un secondo passo, il più leggero possibile, se c'era davvero qualcuno doveva continuare a pensare che io ero in salone e non che lo stavo cercando come invece effettivamente facevo. Avanzai di un terzo passo, ero sempre più vicina alla mia meta, ma non sentivo più rumori preoccupanti dall'ultimo scatto della maniglia di qualche minuto prima. Continuai con il quarto e penultimo passo, sì, il salone è molto vicino alla camera da pranzo. Raggiunsi la mia meta al quinto passo, poggiai delicatamente la mano sulla maniglia ed un brivido mi percosse da capo e piedi, era ghiacciata, come se l'avessero tenuta in freezer per molte ore e poi l'avessero montata sulla porta in quell'istante. La luce si spense di colpo ed il mio cuore ebbe un sussulto, non tardai ad accendere la mini-torcia e a voltarmi di spalle, poggiando la schiena sulla porta della camera da pranzo, puntai la mia unica fonte di luce in quel momento verso il lato destro del corridoio, niente, passai rapidamente dall'altro lato e vidi nel buio delle scale due puntini celesti, due pupille di due occhi luminosi, la torcia non arrivava ad illuminare quel punto, come se davanti ci fosse un pannello nero che impediva alla luce di filtrare, rimasi calma ma assunsi involontariamente un'espressione spaventata, gli occhi dalle scale si mossero rapidamente e in un momento furono sul mio stesso piano, però non sentii l'impatto di due piedi sul pavimento, solo una sensazione di estremo calore che dai piedi mi si diffuse subito fin sui capelli, gli occhi continuarono ad avvicinarsi lentamente verso di me, ma la torcia per quanto la puntassi sul giusto punto continuava a non illuminare nulla, per un attimo mi sembrò che gli occhi ridessero, ma fu solo un attimo. Ormai mancavano pochi metri e gli occhi mi avrebbero raggiunta, la mia espressione da spaventata si tramutò in terrorizzata e tentai di fare qualcosa come lo spingermi ancor più sulla porta nel tentativo d'aprirla senza abbassare la maniglia, ma come ho detto prima è impossibile che ciò accada. Improvvisamente rimasi senza un appoggio dietro la schiena, e piombai sulle piastrelle della camera da pranzo pochi secondi prima che gli occhi balzassero sul legno della porta con un boato tremendo seguito da un ruggito che io intuii fosse di rabbia. Qualcosa aveva aperto e chiuso la porta con una velocità spaventosa, non ebbi il coraggio di girarmi. La luce nella camera da pranzo si accese facendomi strizzare gli occhi tre o quattro volte di seguito, ed istintivamente spensi la torcia che avevo ancora in mano. Qualcosa mi prese sulla spalla e mi girò dall'altra parte, in quell'istante fui certa di star sognando:

Vidi un ragazzo, sì ma un ragazzo azzurro, lievemente trasparente, con gli occhi scarlatti e un viso angelico che mi fissava in modo enigmatico. Ovviamente urlai, e fu un urlo così forte e prolungato che persino quelli di tre piani di sotto ( che sono vecchi decrepiti ) fui certa, mi sentirono. Non appena riaprii gli occhi il ragazzo era ancora lì, a fissarmi in modo perplesso stavolta.

<< Potevi evitare? >>Mi chiese il ragazzo, aveva una voce pacata e tranquilla quanto misteriosa e poco raccomandabile da più punti di vista.

Io non risposi alla domanda, piuttosto mi alzai e controllai d'essere tutta intera, poi gli domandai con la mia solita voce ferma:

<< Primo, tu chi e/o cosa sei? Secondo, Cosa diavolo, per non usare termini peggiori, era quell'essere che ha provato ad assalirmi senza successo? Terzo, perché mi hai salvata? E quarto, grazie. >>

Il ragazzo a quelle parole rimase un po' di stucco, ma poi con un sorriso ironico mi rispose in ordine:

<< Primo, mi chiamo Noise e sono uno spirito. Secondo, quello che tu chiami "essere" è il mio fratello gemello, ma non credere che io e lui andiamo d'accordo, perché non è così. Terzo, ti ho salvata perché non ho intenzione che tu diventi lo spuntino di mio fratello. Quarto, prego, e quinto, ha altre domande signor detective? >>

Le risposte mi resero soddisfatta quindi gli risposi sorridendo lievemente:

<< Per adesso no. Mi chiamo Flavia, piacere. >> Gli tesi la mano, lui mi fissò in cagnesco.

<< Pensi che uno spirito possa toccarti? >> Mi disse con voce offesa.

<< No. Teoricamente hai ragione... >> Ritrassi la mano con un po' di vergogna. 

Lo fissai meglio:

Sembrava un ragazzo non superiore ai diciassette anni, ma pareva fosse apparso da un'altra epoca attraverso un passaggio spaziotemporale, indossava una blusa a maniche lunghe con merletti sul colletto e sui polsini, aveva dei pantaloni lunghi fino alle caviglie ed era a piedi nudi, aveva delle mani con dita sottili e lunghe, e si muoveva aggraziatamente, i suoi capelli erano fino alla nuca ed abbastanza scompigliati, indossava un anello con una pietra rossa all'anulare destro. 

<< Flavia? >> Mi chiamò Noise.

<< Dimmi. >> Gli risposi io.

<< Ora penso che se ne sia andato, ma continuerò a vegliare su questa casa ancora per un po'. Tu rimani in salone e non muoverti se senti rumori come hai fatto poco fa okay? >>

<< Okay. Ma quindi eri tu che hai aperto e chiuso la porta della camera da pranzo vero? >>

<< Sì. Vai in salone adesso, non sento più la presenza di Silence. >>

<< Ah, si chiama così tuo fratello? >>

<< Sì. >>

<< Senti, dimmi più o meno com'è, così almeno se mi capitasse di incrociarlo saprei che è lui e mi terrei a debita distanza. >>

<< Mmmh, è come me tranne che per i capelli, il suo colore e i suoi occhi, lui i capelli ce li ha lunghi fino alle spalle, è di colore scarlatto ed ha gli occhi color ghiaccio, quelli che hai visto prima erano i suoi. >>

<< Va bene. Grazie ancora Noise. >>

<< Ah! Un'ultima cosa, cerca di fare più rumore possibile, lui si tiene lontano dal rumore. >>

<< Presto mi dovrai spiegare la vostra differenza di nomi. >>

<< Lo farò. Ci vediamo Flavia. Ciao. >>

<< Ciao Noise. >>

Detto questo Noise s'avvicinò alla finestra e solo in quel momento notai le sue ali, non erano ali angeliche o da volatile, erano ali da farfalla, ed erano di colore scarlatto come i suoi occhi. Noise spalancò la finestra ed in un momento sparì nel cielo notturno. In quell'istante sentii la porta d'ingresso aprirsi e la voce di mio padre chiamarmi:

<< Flavia? Sono a casa. >>

<< Sì papà! >>

Mi sbrigai ad uscire dalla camera da pranzo dopo aver lanciato un ultimo sguardo alla finestra. Non appena fui in corridoio notai dei graffi celesti sulla porta e li sfiorai, erano bollenti, mi stupii che la porta non fosse in fiamme, quindi sentendo mio padre avvicinarsi tentai di farli sparire passandoci sopra la mano e così fu, i graffi si dissolsero sotto il mio tocco. Rimasi sconcertata. Mio padre si avvicinò a me.

<< Tutto okay Flavia? >>

<< Ehm... Sì, non preoccuparti papà, sarai stanco suppongo. Perché non vai a farti una doccia e poi vai a dormire? >>

<< Mmmh sì, una bella doccia è quel che mi ci vuole. >> Detto questo s'allontanò al piano di sopra. Mi augurai che Silence non avesse lasciato altre traccie...

Mi diressi in salone e spensi la TV, che era rimasta accesa per tutto il tempo, dopodiché mi sedetti sul divano e sospirai, ero ancora molto incredula per quello che mi era successo negli ultimi dieci minuti, io, che trovavo sempre una spiegazione a tutto, ora non sapevo come spiegare quella serie di eventi particolarissimi e forse unici. Chissà, forse l'indomani sarebbe stato peggio...

 

 

 

***

 

 

 

Ebbene sì! Sono tornata per un'altra storia horror! Spero che vi piaccia, mi ci sono impegnata molto, e sinceramente mi sono divertita ^^ mi auguro diverta anche voi. Recensite anche se il capitolo non vi è piaciuto please :)

Kisses <3

Mary00




  
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