*Pioggia*
Quel giorno di pioggia aveva fatto stranire
un pò tutti a Hogwarts.
Le gocce cadevano incessantemente da tutta
la mattinata e anche il giorno prima.
Ma sembrava non voler smettere più.
Il cielo era talmente grigio e cupo che gli studenti
svegliandosi al mattino avevano creduto che fosse
ancora notte e si erano rimessi a dormire.
Con il risultato che arrivarono tutti tardi a lezione.
Era una poggia strana, bella, quasi luminosa però.
Faceva sentire tutti più strani, più malinconici e
sensibili.
Uno in particolare, Harry Potter.
Il ragazzo era in biblioteca e tentava inutilmente di
leggere storia della magia.
Ma più cercava di tenere gli occhi sul libro, e più la
voglia di guardare la pioggia si impadroniva di lui.
"ma che vada a farsi fottere
Ruf" pensò chiudendo il libro e avvicinandosi
alla finestra.
Le gocce cadevano fitte e incessanti. Ma
a Harry piacevano.
Non sapeva bene perchè ma gli
piaceva da morire stare a guardare la pioggia... soprattutto quella.
Gli piaceva l'odore dell'aria, la sensazione di purezza che
sentiva intorno a sè quando un temporale finiva.
Ma quella pioggia riusciva
incredibilmente a far accellerare il battito del suo
cuore e a sintonizzare i suoi pensieri su un'unica immagine che oramai da tempo
vagava nella sua mente. Draco Malfoy.
Non riusciva a credere che il suo più odiato rivale
riuscisse a farsi spazio nella sua anima invadendola totalmente. E quella
pioggia...... quella pioggia sembrava attirarlo ancora
di più verso quell'immagine, quel ragazzo biondo, quegli occhi grigi e
brillanti, tanto belli e tanto freddi da sembrare diamanti di ghiaccio.
Senza rendersene conto avvicinò la mano alla superfice appannata del vetro, e iniziò a far scorrere
l'indice.
La sensazione del vetro bagnato sotto le sue mani gli faceva tornare in mente la sua immagine, ogni cosa ormai lo
riportava a lui.
Il suo cuore batteva forte quando
lo vedeva, quando lo pensava, quando lo sognava.
Si perchè ormai il suo viso lo tormentava anche nel sonno.
E intanto le dita di Harry
scorrevano sul vetro, facendo scivolare giù ogni tanto qualche goccia, goccie di quella pioggia che sembrava averlo trasportato in
un altro tempo, in un altro spazio, dove gli altri non esistevano, dove erano
soltanto lui, Draco e la pioggia.
Quando il grifondoro staccò le dita dal vetro
si leggeva chiaramente -Draco Malfoy- con lo sfondo della pioggia che cadeva.
Harry si risvegliò come da un torpore che lo aveva preso e
accorgendosi di quello che aveva scritto, si apprestò subito a cancellarlo con
la manica del maglione.
Si voltò verso la porta, ma quello che vide gli fece fermare
il cuore.
Draco Malfoy stava in piedi immobile, ed evidentemente shockkato, a fissare il vetro della finestra sul quale fino
a poco prima era stato tracciato il suo nome.
Harry iniziò a correre come un ossesso verso l'uscita.
-Potter fermati!- urlava Malfoy inseguendolo.
Ma il moretto non mollava, con le
lacrime agli occhi corse fino al portone d'ingresso che oltrepassò ritrovandosi
a correre sotto la pioggia verso il lago.
Si fermò non avendo più fiato, mentre lacrime e sudore si
confondevano con la pioggia primaverile.
-Come posso essere stato così stupido! Stupido, stupido e
infantile, cosa cazzo mi è saltato in mente!-
Urlò alla pioggia che impassibile lo ascolatava,
rispondendogli solo con il rumore delle gocce che si infrangevano
sulla superficie increspata del lago.
Si sentì però mettere una mano ulla spalla, si voltò incontrando gli occhi di ghiaccio che
tanto amava e tanto temeva.
Il serpeverde gli stava di fronte con i capelli scompigliati
e gocciolanti, guardandolo con un'espressione che
-Harry....- sussurrò il serpevede facendo accellerare
improvvisamente il battito del ragazzo che aveva di fronte.
-M..malfoy...io...- tentò di dire Harry ma fu bloccato dal dito
del biondo che soridendo disse:
-Draco... sono solo Draco, per le persone che amo.-
Fù come se il cuore di Harry si
fermasse, in quel limbo senza tempo che era perfetto così com'era. Nel quale la pioggia aveva portato le loro anime che si erano
finalmente incontrate.
Il biondo si avvicinò, piano, quel poco che bastava per far
sì che le loro labbra si incontrassero, ancora e
ancora, fino a unirli in un bacio tanto bramato. Da entrambi.
Harry allontanò un attimo Draco da sè
guardandolo con quei smerldi
profondi quali erano i suoi occhi. Avvicinò la stessa mano con cui aveva scritto
il nome sul vetro e passò le dita sulla sua fronte, sulle sue guance, sulle sue
labbra, facendo chiudere gli occhi del biondino che si stava perdendo in quelle
ingenue carezze che il grifondoro gli stava offrendo,
mescolate allo scivolare della pioggia sulla sua pelle.
Adesso le mani del moretto erano scivolate fino al collo,
iniziando a sbottonare la camicia bianca, diventata oramai trasparente
sotto quelle gocce di magia che cadevano dal cielo. Draco non ce la faceva più, voleva di più. Aveva aspettato troppo per
sentire quelle mani su di sé. Non gli impostava di essere all'aperto dove tutti
lo potevano vedere.
Trascinò Harry fin dietro la scuola dove aveva scoperto un
salice enorme, che faceva ricadere i suoi rami, come una tenda, impedendo quasi
del tutto la vista all'esterno.
Scostò i rami e appoggiò il moretto al tronco iniziando a
baciarlo con sempre maggiore passione. Harry credeva di essere arrivato in
paradiso, sentendo le tante attenzioni che il serpeverde stava
riservando alle sue labbra, piccoli morsetti e sensuali leccatine lo stavano
mandando in estasi.
Ed era solo un bacio.
Preferì non pensare a quello che di lì a poco sarebbe
successo.
Quando sentì la mano affusolata del
biondino scorrere sempre più in basso fino a fermarsi sopra la sua eccitazione,
lasciò un sospiro sulle sue labbra.
Quel tocco così leggero e così sensuale da sopra i pantaloni
lo stava mandando in visibilio, e continuò nella sua opera con i bottoni.
Lo voleva,lo voleva con tutto sè stesso.
Quella sera di marzo i due ragazzi si amarono, donandosi a l'altro con tutto il corpo e con tutta l'anima. Come mai
avevano fatto fino ad allora.
Con i fili d'erba bagnati sotto la loro pelle, con le gocce
che cadevano dal cielo, attraverso la tenda di rami che il salice aveva offerto
loro.
Perchè quella pioggia li aveva portati a vivere.
Perchè l'acqua è vita.
Perchè l'amore è vita.
Perchè gli opposti si attraggono e nessuno può sopravvivere
senza l'altro.
Finalmente Harry Potter si sentì amato.
Finalmente Draco Malfoy si sentì amato.
Di un'amore indissolubile, magico, eterno.
Che li legava l'uno all'altro,
attraverso mille gocce di pioggia.
=FINE=
Magic Vale________________________________________
e beh... che dire? AMO Il mio Harryuccio romanticone e il mio Dracuccio tremendamente sexy.
Ovviamente preferisco l’altra mia one-shot, Love isn’t so bad, ma siccome anche questa non è malaccio ho deciso di postarla eheheh… sono molto critica su quello che scrivo. Insomma aspetto i commentucci^____^