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Autore: Lady Memory    25/07/2010    3 recensioni
Un prologo e nove frammenti della vita di Severus Snape legati da un filo molto particolare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le parole che non mi hai detto

Le parole che non mi hai detto

by Lady Memory


Disclaimer: è tutto suo, nel caso ci fossero dubbi.


Ancora grazie infinite alla mia previewer Tearsofphoenix. E a tutti coloro che vorranno lasciarmi un messaggio.


... 6 ...


Lucius Malfoy sedeva in una poltrona accanto al fuoco, e teneva le mani intrecciate in grembo, mentre le fiamme che guizzavano nel caminetto gli illuminavano i capelli chiarissimi. Come sempre, era vestito molto elegantemente. Quel pomeriggio in particolare indossava un completo di ottimo taglio, la cui giacca si apriva su uno jabot di seta candida che metteva ancor più in risalto i tratti aristocratici del viso.


Seduto di fronte a lui, Severus invece era acutamente conscio dei suoi abiti lisi, dei suoi lineamenti spigolosi e del suo naso ingombrante. Imbarazzato, chinò la testa come a cercare qualcosa sul pavimento, velando i suoi occhi e i suoi sentimenti dietro la cortina dei capelli untuosi.


"Allora, Severus," disse amichevolmente Lucius, "ho sentito cose davvero interessanti su di te. Gli altri ragazzi dicono che sei bravissimo a inventare incantesimi."


Severus arrossì. Nonostante il tono strascicato dall'accento vagamente snob, Malfoy non sembrava ironico, ma sinceramente incuriosito.


Lucius accavallò le gambe e si rilassò sullo schienale. "E' buffo," disse poi, "ma non mi ricordo molto di te qui ad Hogwarts."


E come potresti? pensò Severus amaramente. L'ex-prefetto era ben più grande di lui, e le loro vite si erano incrociate solo per un paio d'anni a scuola. Eppure, ogni volta che Malfoy veniva ad Hogwarts – e ultimamente sembrava trovare continui pretesti per una visita – il suo sguardo si posava su Severus con un'attenzione che il ragazzo trovava lusinghiera e, allo stesso tempo,  inquietante. I freddi occhi grigi di Lucius e quel sorriso sarcastico davano un sapore di sfida ad ogni suo gesto.


Ed ecco, oggi Lucius l'aveva fatto chiamare per un colloquio privato. Gli altri Serpeverde erano sembrati debitamente impressionati e gli avevano fatto capire che doveva considerarlo un grande onore. Poi l'avevano accompagnato nella saletta riservata ai visitatori, dove l'illustre ospite l'aveva invitato a sedersi. Ora, dopo quell'ultima battuta, Lucius lo stava scrutando di sottecchi, aspettando una reazione. Severus capì di essere sottoposto ad un esame, e il suo disagio aumentò.


"Io invece mi ricordo molto bene di te," rispose con voce resa leggermente roca dall'ansia. "Sei stato tu ad accogliermi al tavolo dei Serpeverde, subito dopo lo Smistamento. E mi hai fatto sedere accanto a te."


Il ragazzo più grande ebbe un sorriso divertito. "Ma guarda, è vero," mormorò con un luccichìo freddo negli occhi, e di nuovo Severus comprese che in realtˆ ricordava tutto perfettamente.


Poi Lucius inclinò la testa annuendo, e Severus capì di aver passato l'esame. Come, non lo sapeva, ma il giovane davanti a lui adesso sembrava decisamente più affabile.


"Allora, visto che siamo amici di vecchia data," disse Lucius, abbandonando i convenevoli, "parliamo di cose serie."


Quel che Malfoy aveva da dire non arrivò completamente inaspettato a Severus. Un nuovo potere si stava manifestando, e sempre più persone nel mondo magico seguivano con timore o con speranza questa rivelazione. Era comparso un mago possente, un uomo dai poteri immensi e meravigliosi, di antico lignaggio – la sua ascendenza poteva essere ricollegata addirittura a Salazar Serpeverde – e dai progetti incredibilmente ambiziosi. Quest'uomo, che aveva scelto per sè il nome di Lord Voldemort, voleva purificare il mondo della magia da tutte le aberrazioni che vi si erano raccolte nei secoli. Voleva ridare onore agli appartenenti alle più antiche stirpi del creato. E – ma questo era solo sussurrato con stupore, reverenza o terrore – correva voce che aspirasse addirittura a superare le barriere della natura, fino a far cadere quell'ultimo pauroso vincolo che lega gli umani al loro destino: voleva sconfiggere la morte.


Severus aveva già ascoltato frammenti di queste rivelazioni circolare nei dormitori e nella sala comune dei Serpeverde. Queste idee bruciavano il sangue ma davano anche un senso al suo tormento, uno scopo alla sua esistenza, una speranza alla sua rabbia. Ormai non si chiedeva più se questo nuovo potente signore potesse conoscere le parole. Quel desiderio lui l'aveva seppellito nel suo cuore, confinandolo nel limbo dei sogni perduti, quelli che si hanno da bambini e che poi vengono infranti come bolle di sapone dalle asperità della vita. Fantasie da sconfitto, illusioni da perdente, simboli di un futuro che per lui doveva essere diverso.


Guardandolo con quel suo sconcertante sorriso, Lucius gli spiegò che valutava e sceglieva nuovi adepti ad ogni sua visita, muovendosi con cautela per non esporsi e per non esporre la sua famiglia; si stava infatti profilando il matrimonio con Narcissa Black, la cui sorella Bellatrix sembrava invece non aver tanti scrupoli nel proclamarsi apertamente purosangue e nel guardare chi non apparteneva alla sua stessa casta con un sorriso beffardo delle labbra sottili. Ma non era questo il momento di mettersi in mostra, spiegò Lucius con alterigia. Il piano richiedeva astuzia e segretezza. Presto il nuovo signore e i suoi seguaci avrebbero avuto modo di dimostrare al mondo quali erano le loro doti. Quel che Lucius faceva, era preparare un piccolo esercito scelto per il suo signore.


E su queste parole era arrivata la domanda. La domanda che Severus ormai si aspettava: non diretta, perchè Lucius non era mai diretto nelle sue affermazioni, e sembrava negare l'attimo dopo quello che aveva dichiarato l'attimo prima. Ma infine la domanda era lì, e brillava sospesa sopra di loro. La domanda che avrebbe potuto cambiare il destino di Severus... se lui avesse accettato.


Per un attimo, Severus aveva esitato. Non tutto gli piaceva di quel che gli veniva offerto, e non sapeva risolversi. Ma soprattutto, aveva esitato per amore di Lily, perchè se lui era mezzosangue, lei invece era di estrazione Babbana. Che fine avrebbero fatto quelli come lei nel nuovo mondo proclamato da Lord Voldemort?


Severus aveva pensato molte volte alle occasioni che la nuova situazione avrebbe potuto creare. Già si vedeva, finita una guerra nella quale lui si sarebbe comportato da eroe, presentarsi davanti a lei esausto e fiero. Naturalmente, Potter in questi sogni non c'era mai, era sparito, scomparso, risucchiato da una forza oscura che l'aveva divorato in qualche modo orribile, non senza che Severus avesse tentato vanamente di salvarlo, memore del contratto infame che li legava.


Il sogno finiva sempre allo stesso modo e vedeva Severus poggiare protettivamente una mano sui capelli fiammanti di Lily, attirandola a sè mentre lei singhiozzava. Quello era il momento supremo, l'attimo in cui lei avrebbe capito tutto: avrebbe capito lo sbaglio che aveva fatto, avrebbe capito di quale amore l'amava Severus, e lo avrebbe stretto tra le braccia, e l'avrebbe baciato e...


A questo punto, il ragazzo si doveva fermare, sopraffatto dai suoi stessi sentimenti, invaso da sensazioni di una potenza così devastante da sentirsi liquefare i sensi. Chiudeva gli occhi che aveva tenuti aperti mentre sognava, per vedere la scena crearsi di fronte a sè; poi respirava profondamente, assaporando le ondate di orgoglio, gioia, ebbrezza, puro piacere fisico, che gli invadevano la mente. Infine, lentamente, la marea si ritirava come la risacca sulla spiaggia e solo allora Severus ritrovava la sua compostezza, e il suo volto scarno e angoloso si faceva di nuovo pallido, mentre gli occhi gli luccicavano ardenti a tradire l'intimo tumulto.


In silenzio, il ragazzo assaporò dentro di sè ancora una volta tutte quelle sensazioni esaltanti, rinforzate dalle immagini di gloria che Lucius aveva saputo suscitare. Poi il ricordo che aveva cercato di cancellare tornò, vivido, feroce, lacerante.


Quel pomeriggio di qualche giorno prima, appeso a testa in giù, umiliato, furioso, impotente, esposto in tutta la sua vulnerabilità di fronte a lei... Il rombo del sangue nelle orecchie, la disperazione che lo soffocava, l'odio che aveva sentito dilatarsi dentro di lui con una furia che non avrebbe mai immaginato di poter provare: tutto l'aveva forzato a reagire con una violenza incontrollabile.


E anche se lei l'aveva difeso, lui non l'aveva accettato. Le parole gli erano sfuggite spietate, cariche di un risentimento amaro e desiderose di ferire. Lei era impallidita e l'aveva abbandonato alla cattiveria degli altri. Severus l'aveva sentita usare lo stesso insulto dei suoi tormentatori prima di girarsi e andarsene, mentre lui si torceva impotente sotto gli occhi degli altri studenti. Il suo sogno si era lacerato in mille pezzi tra i fischi e le risate impietose attorno a lui.


Dopo, l'aveva aspettata tutta la sera, smarrito, quasi impazzito di rimorso per lo sbaglio che aveva commesso, per l'atto irrimediabile che il suo orgoglio gli aveva estorto. Adesso era pronto anche a chiedere pietà, dimenticando i suoi folli progetti di gloria, il suo desiderio di vendicarsi di Potter e di tutti  i Grifondoro in generale... Qualsiasi cosa, pensava disperato, qualsiasi cosa, ricordando quel lontano pomeriggio invernale e lei bambina con la foto tra le mani. Rivedeva quel sorriso fiducioso e si sentiva letteralmente morire dentro, goccia a goccia, mentre aspettava davanti al ritratto della Signora Grassa.


Poi non c'era stato più nulla. Solo il silenzio, il vuoto, ed un lungo corridoio oscuro.


Perso in quella visione d'orrore, immemore di chi aveva di fronte, Severus si risvegliò a fatica dal suo incubo ad occhi aperti. Lucius lo guardava, beffardo.


"So quel che è accaduto," disse, e Severus si sentì il viso in fiamme per l'imbarazzo. Ma Lucius non parve farci caso.


"Eri solo," continuò invece. "Eri in pericolo, ma gli altri ragazzi non sono venuti ad aiutarti. Ti hanno visto, ma non si sono mossi. Come mai hanno agito così, ti sarai chiesto? Te lo dico io. L'hanno fatto su mio ordine."


Severus si raddrizzò bruscamente e fissò Malfoy.


"Perchè?" chiese. La sua voce vibrava con tale feroce intensità che Lucius sorrise.


"Per dimostrarti che da solo non sei nessuno. Da solo non vali niente. Da solo anche un bastardo come Potter e i suoi amici possono farsi beffe di te. Anche se tu conosci mille incantesimi."


Lasciò che il ragazzo più giovane digerisse quelle frasi sprezzanti. Severus inspirò profondamente, cercando di dominare il dolore e la rabbia. Si sentiva tradito. Stava odiando Lucius Malfoy con la stessa intensità con cui aveva odiato Potter e gli altri.


Lucius sembrava capire quei sentimenti inespressi.


"E' stato per il tuo bene, Severus," dichiarò, e i suoi occhi si fecero duri. "Tu sei un ragazzo intelligente, e noi ti vogliamo dalla nostra parte."


La voce si fece morbida e insinuante. "Quello che è accaduto, non ti accadrà mai più. Pensaci. Un grande destino ti aspetta. Con noi, tu sarai temuto. Con noi, tu sarai rispettato."


Si chinò verso di lui. "Con noi, tu sarai potente."


Ancora sconvolto dalle sensazioni contrastanti che gli confondevano la mente, Severus ebbe un improvviso pensiero. No. Non sono queste le parole.


(continua)

  
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