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Autore: Avis    25/07/2010    3 recensioni
La notte della fuga di Sasuke, Sakura tentò di fermarlo senza riuscirci. Ma cosa sarebbe successo se l'Haruno fosse stata accompagnata da Naruto?
“Io… Naruto…” Sussurrò la Kunoichi, abbassando lo sguardo. “Ti prego, lo so che ti potrà sembrare strano… Ma credo che Sasuke-Kun sia in pericolo.” Dopo qualche secondo, la ragazza tornò a guardare l’Uzumaki, certa che nel suo volto avrebbe visto incredulità o ironia. Invece, il genin la guardava con attenzione, gli occhi ridotti a due fessure.
“Dove credi che sia?” Si limitò a dire, sistemandosi appena il coprifronte.
“Alle porte di Konoha... Dobbiamo andare là. Prego solo di sbagliarmi.”
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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I Sannin Leggendari

I Sannin Leggendari

 

 

 

 

Masashi Kishimoto©

Avis©

 

 

Capitolo XVII: Notizia inattesa

 

 

 

 

“Allora, Ero-Sennin?” Naruto sbatté a terra il piede, senza nascondere la sua impazienza. “Quando cominciamo?” Borbottò subito dopo, incrociando le braccia sul petto e scoccando un’occhiataccia in direzione del Sennin.

Jiraya scosse il capo, appoggiandosi al tronco di un albero con la spalla destra. “Direi di non perdere altro tempo. Innanzi tutto, dovrai riuscire ad accumulare sufficiente energia naturale per trasformarti in Eremita, dopo di che combatterai contro di me.”

“Mh.” L’Uzumaki si sedette a terra. “Niente tecniche allora?” Aggiunse con una punta di delusione nella voce.

“No.” Replicò il Sannin. “Oggi ci alleneremo nello Stile del Rospo, visto che non sai utilizzarlo al meglio. È inutile che tu sappia decine di jutsu, se poi non sfrutti al massimo la Modalità Eremitica.”

Il ragazzo bofonchiò qualcosa, incrociando le gambe. “Allora inizio…” Commentò con scarsa convinzione, e l’Eremita annuì, sistemandosi appena la casacca rossa.

Naruto tornò in silenzio, socchiudendo gli occhi, dopo di che iniziò ad incanalare lentamente energia naturale; Jiraya si limitò ad osservarlo, con le braccia conserte. Dopo un paio di minuti, le palpebre del giovane iniziarono ad assumere la sfumatura rossiccia che contraddistingueva la trasformazione in Eremita, e il Sannin annuì con aria soddisfatta.

“Jiraya-Sama!” Un ninja di Konoha apparve in una nuvola di fumo, spezzando la concentrazione di Naruto, che sbuffò leggermente irritato. Lo shinobi s’inchinò velocemente verso il Sannin, tendendogli poi un rotolo con il sigillo della Foglia. “Un messaggio da parte dell’Hokage.”

L’uomo afferrò la pergamena, srotolandola in pochi istanti, dopo di che iniziò a leggere, la fronte che si corrugava – l’Uzumaki pensò che ci fosse qualche problema. “Naruto, devo fare una cosa. Ci vediamo più tardi.”

Il Jinchuuriki sbuffò ancora, scuotendo il capo. “Ero-Sennin, e il mio allenamento?”

“Continueremo dopo, per il momento cerca di incanalare energia naturale.” L’Eremita gli scoccò uno sguardo critico. “Però utilizza un clone che possa controllarti, non vorrei trovarti trasformato in un rospo quando torno.”

“Sì, va bene…” Bofonchiò l’altro, piuttosto offeso dalla scarsa fiducia del suo maestro. Jiraya abbozzò un sorriso, dopo di che si allontanò assieme allo shinobi venuto ad avvertirlo. Naruto evocò velocemente un paio di cloni, dopo di che riprese a concentrarsi in silenzio, accumulando pian piano energia naturale.

La Modalità Eremitica era davvero incredibile, e non finiva di stupirsi delle possibilità di miglioramento che gli offriva. Quando la utilizzava, riusciva davvero a sentire la natura che lo circondava, la sua vera essenza, e la sensazione d’essere parte di qualcosa di infinitamente più grande era quasi indescrivibile. Doveva assolutamente riuscire a diventare Eremita, soprattutto visto che non poteva più disporre del chakra del Kyuubi.

“Mh?” Naruto aggrottò la fronte, notando che il terreno era scosso impercettibilmente da alcuni fremiti; il ragazzo cercò la fonte di quegli scossoni, scovandola a pochi chilometri di distanza. Dopo un paio di secondi d’indecisione, si alzò e si diresse verso quel luogo.

 

 

“Kuchiyose no Jutsu!” La voce di Sakura risuonò lungo la radura, e un istante dopo comparve un’enorme lumaca bianca. “Salve, Kamajiri.” Aggiunse la Kunoichi, piantandosi di fronte a lei. Si sentiva incredibilmente piccola, rispetto a quell’animale dalle proporzioni gigantesche che avrebbe potuto schiacciarla in un istante; l’Haruno sperò che la lumaca quel giorno fosse di buon umore, altrimenti si sarebbe trovata in grossi guai.

“Ancora tu?!” La risposta stizzita dell’evocazione non era certo un buon modo per cominciare quell’allenamento, ma Sakura non si spazientì. “Speravo avessi deciso di piantarla con questa pagliacciata. In caso non avessi ancora capito, io con te non ci combatto.”

“Ti farò cambiare idea.” Replicò l’allieva di Tsunade, flettendo energicamente le dita della mano destra. Non poteva prendere la lumaca a cazzotti, sia perché avrebbe peggiorato la situazione – e probabilmente avrebbe finito per avere un buco in mezzo al torace causato dall’acido – che a causa della struttura fisica dell’animale: era piuttosto difficile combattere con qualcuno dal corpo praticamente indistruttibile.

“Tsk.” In quel momento Kamajiri le ricordava in una maniera assurda Sasuke. Poteva provare a presentarglielo, aveva la sensazione che i due sarebbero andati incredibilmente d’accordo… “Che sciocca testarda. Non potresti rompere le scatole a qualcun altro?”

Kami, com’era acida. Sakura dovette mordersi la lingua per non dirlo, ma il pensiero le attraversò in ogni caso la mente; si chiese anche come facesse ad essere figlia di Katsuyu – l’amorevole, dolce, materna regina delle lumache – e se per caso non ci fosse stato uno scambio in culla, od ovunque l’avessero messa quando era nata… “Sto delirando.” Mormorò tra sé, passandosi una mano tra i capelli rosa.

“Come se fosse una novità.” Sakura si domandò se non fosse davvero il caso di richiamare un’altra lumaca, che di sicuro sarebbe stata più gentile e propensa ad aiutarla, piuttosto che l’irritante figlia di Katsuyu. “Allora, che ne dici di lasciarmi andare? Sai, basta che usi una quantità diversa di chakra e potrai evocare qualcun altro, così saremo contente tutte e due.”

“Proposta interessante, ma come ho detto voglio combattere con te.” Magari, provando a prenderla per esasperazione, alla fine avrebbe accettato di obbedirle senza crearle troppi problemi. “Sai, sono piuttosto testarda. E tu mi sembri abbastanza forte, quindi…”

“Abbastanza?” La lumaca sembrava notevolmente offesa dalla risposta della Kunoichi, ed aveva iniziato a sbattere la coda a terra, provocando dei fremiti nel terreno. “Con chi credi di parlare, marmocchia? Io sono la principessa delle lumache!”

“Sì, beh…” Sakura trasferì una quantità minima di chakra ai piedi, in modo da mantenersi in equilibrio senza problemi: le piccole scosse stavano diventando progressivamente più forti. “Tua madre è sicuramente molto più forte di te, no?” L’occhiata malevola della lumaca le fece capire di aver toccato il tasto giusto, e l’Haruno decise di continuare su quella strada. “Anche la mia insegnante è migliore di me, come Kunoichi e ninja medico. Ma io voglio migliorare e superarla.”

Finalmente Kamajiri smise di agitarsi, e guardò per qualche secondo la ragazzina di fronte a lei con maggior interesse. Non sembrava molto forte, eppure era riuscita ad evocarla – cosa non da tutti – e nei suoi occhi brillava una determinazione enorme; sapeva che era l’allieva dell’Hokage, la donna che richiamava spesso sua madre, quindi non poteva essere una pivella completa. Decise di metterla alla prova, provocandola ancora un po’. “E questo che vuol dire?”

“Semplice.” Sakura serrò la mano destra a pugno, cercando di trattenere la rabbia; da anni tendeva a sfogare la sua ira con una bella serie di cazzotti, ma non era proprio il momento giusto per distruggere qualcosa. “Con il tuo aiuto, io potrei diventare molto più forte, e anche tu, collaborando con me, potresti migliorare. Hai mai sentito parlare della cooperazione?” Non riuscì proprio a trattenere una punta di sarcasmo, ma capì immediatamente di aver sbagliato.

“Come se io avessi bisogno di una formica come te per arrivare al livello di mia madre!” Tuonò Kamajiri, tornando a sbattere con violenza la coda a terra. L’Haruno fu colta alla sprovvista da quello scatto d’ira, e perse appena l’equilibrio. “Non riesci nemmeno a restare in piedi, impiastro che non sei altro!”

“Io sarei cosa?” Esclamò Sakura con voce furiosa. “Mi spieghi come diavolo fai ad essere figlia di Katsuyu-Sama? Lei è gentile con tutti, invece tu…” Non riusciva quasi a parlare a causa dell’irritazione che le aveva fatto accumulare quella dannata lumaca. “Ho incontrato un sacco di gente odiosa, ma tu, cara mia, batteresti chiunque!” Esplose alla fine, gettando all’aria ogni tentativo d’essere diplomatica. Voleva la guerra? L’avrebbe avuta.

Sakura si era scordata solo di un piccolo particolare… Le dimensioni di quell’irascibile lumaca erano almeno duecento volte le sue. Capì in ritardo le intenzioni di Kamajiri, ma riuscì comunque a schivare il primo colpo dell’evocazione; non fu altrettanto fortunata con il secondo, e venne centrata da una botta tremenda mentre era ancora in aria. Il fiato le si mozzò in gola, e la ragazza si rese conto che quella dannata lumaca era estremamente veloce; la Kunoichi sbatté violentemente contro un albero, e sentì il polso sinistro spiegarsi con un secco crac.

Trattenne un gemito di dolore, e riuscì ad evitare un getto d’acido rotolando su se stessa; con la coda dell’occhio, notò che la sua avversaria sembrava intenzionata a schiacciarla sul terreno. Sakura riuscì a comporre un paio di sigilli, nonostante le ferite, e finalmente Kamajiri svanì in uno sbuffò di fumo. La ragazza si lasciò cadere a terra, cercando di regolarizzare il respiro, e scoccò un’occhiata il braccio sinistro, per poi passare a controllarsi la gamba destra, che bruciava in maniera assurda. A quanto pareva non era riuscita ad evitare completamente l’acido di Kamajiri, e aveva schegge di legno ovunque.

Cercò di alzarsi, riuscendo con estrema fatica ad inginocchiarsi, ma crollò nuovamente a terra dopo pochi istanti, schiacciandosi inavvertitamente il polso rotto; il dolore si fece insopportabile, e Sakura si sentì mancare, perdendo i sensi dopo pochi istanti. Naruto la trovò dopo alcuni minuti, ancora svenuta, e si affrettò a portarla all’ospedale.

 

 

Jiraya superò velocemente le guardie davanti all’ingresso del palazzo dell’Hokage, decidendo per una volta di entrare dalla porta principale, invece che dalla finestra. Tra le mani stringeva la pergamena inviatagli da Tsunade, sulla quale era scritta la richiesta di presentarsi immediatamente da lei; poche volte aveva avvertito una tale urgenza da parte della donna, perciò aveva deciso di non perdere tempo.

Una volta giunto davanti all’ufficio della Godaime, sbatté velocemente la mano sulla porta, dopo di che entrò nella stanza senza aspettare il permesso. “Che è successo?” Domandò subito, notando così la presenza di Kakashi e quella di un ragazzo dai capelli azzurro chiaro, che lo stava guardando con aria strafottente.

“Siediti, Jiraya.” Replicò Tsunade, facendogli cenno di accomodarsi accanto all’Hatake, che il Sennin salutò con un veloce gesto del capo. “Lui è Suigetsu Hozuki. Ha passato alcuni mesi nel nascondiglio di Orochimaru, era uno dei suoi prigionieri. Poco tempo fa è riuscito ad evadere, anche se non per meriti suoi.”

Il giovane sogghignò, scoccando un’occhiata dietro di sé, verso la spada che troneggiava in un angolo della stanza. “Vorrà dire che ringrazierò Itachi Uchiha, appena lo vedrò…” Commentò con voce noncurante, e l’Eremita dei Rospi fissò finalmente la propria attenzione sul ragazzo. “Devo ripetere tutta la storia?” Domandò lui, rivolgendosi a Tsunade con uno sbuffo seccato.

“Sì.” Replicò semplicemente la Godaime.
”D’accordo…” Suigetsu sbuffò di nuovo, voltandosi finalmente verso Jiraya, dopo di che iniziò a parlare. “Ero nella mia vasca, come tutti i giorni, quando ho sentito qualcuno urlare. Me ne sono fregato, era abbastanza normale da quelle parti sentire strilli e tutto quanto… Dopo un po’, è arrivato un tipo con una spada gigantesca, che ho riconosciuto subito. Era Kisame Hoshigaki, uno dei Sette Spadaccini della Nebbia.” La voce del giovane era lenta e monocorde, come se avesse dovuto recitare una lezione. “L’avevo già incontrato alcuni anni fa. Comunque, lui ha iniziato a spaccare tutto quanto. Ogni tanto uccideva qualche esperimento con la sua Samehada…” Suigetsu sospirò con aria rammaricata, e Jiraya si chiese se fosse dispiaciuto per la sorte degli altri prigionieri. “Una spada meravigliosa, prima o poi riuscirò a prendergliela.”

“Vai dritto al punto, per favore.” Ringhiò Tsunade, leggermente spazientita.

“Seh, seh…” Evidentemente, capì Jiraya, gli spiaceva per la spada, non per i suoi compagni. “Dopo un po’ se n’è andato, ovviamente dopo aver spaccato la mia vasca. Sono uscito in forma liquida, così non si è accorto di me.” I tre adulti annuirono, e Suigetsu si esibì in un ghigno soddisfatto. “Ho aspettato qualche minuto, poi ho cercato l’uscita. Non ero mai uscito da quel laboratorio, quindi ho finito per perdermi tra i corridoi.” Il giovane fece una breve pausa, allungandosi verso la scrivania dell’Hokage per prendersi un bicchiere d’acqua. “Sono entrato in un salone enorme, e un secondo dopo ho sentito Kabuto urlare. Sapete chi è Kabuto, vero?”

“Sfortunatamente sì.” Replicò l’Eremita dei Rospi, con il poco umorismo che gli restava.

“Bene.” Suigetsu annuì, sorseggiando un po’ d’acqua. “Sono riuscito a sporgermi un po’ nel salone, in modo da vedere cosa stava succedendo, così l'ho notato immediatamente.” Il giovane si fermò di nuovo, facendo una breve pausa, quasi per aumentare la tensione. “Orochimaru era schiattato. Era a terra, in un lago di sangue, e quell’imbecille di Kabuto stava strillando come un pazzo, tentando di rianimarlo.” Jiraya era praticamente pietrificato, e Tsunade stava osservando l’amico con espressione accorata. “Ovviamente non poteva farci nulla, era già crepato da un pezzo; alla fine ha urlato ad un paio di tirapiedi di cercare Itachi Uchiha, e portarglielo a tutti i costi. A quel punto me la sono filata, e dopo un po’ ho incontrato voialtri.” Indicò con un cenno del capo Kakashi. “Al laboratorio di Orochimaru il nome di Sasuke Uchiha è piuttosto famoso, soprattutto dopo quello che è successo con il Quartetto del Suono. In più, sapevo che eravate stati voi a sconfiggere Zabuza-Senpai, quindi…” Lasciò la frase in sospeso, scrollando appena le spalle, e riprese a bere dell’acqua.

“Quindi aveva bisogno del nostro aiuto per recuperare la spada di Zabuza.” Concluse Kakashi, a beneficio dei due Sannin. “Direi che così si spiega tutto, non credete?” Jiraya non disse nulla, limitandosi a tentare di metabolizzare la notizia. Orochimaru era stato un traditore, un uomo che aveva scelto la via del male, che aveva ucciso il suo ex maestro – per non parlare di quando aveva tentato di ammazzare lui e Tsunade, un paio d’anni prima – ma ciò non toglieva che fosse stato un suo compagno di squadra, un amico. Nel miscuglio d’emozioni che sentiva, vi era spazio anche per una nota di rimpianto: non era riuscito a salvarlo, e non avrebbe mai potuto perdonarsi per quello. Sapeva che, prima o poi, qualcuno l’avrebbe ammazzato, ma non si aspettava che finisse tutto così, con quell’ultimo incontro pieno d’odio.

La replica di Tsunade gli apparve lontana, quasi distaccata. “Inoichi ha controllato con attenzione la mente di Masaaki, e ha trovato alcune informazioni utili. Unite a queste, abbiamo un quadro generale della situazione abbastanza buono.” Suigetsu osservò i tre adulti con aria annoiata, ma, prima che avesse potuto parlare, l’Hokage si voltò verso la porta dell’ufficio. “Heizo!”

Un istante dopo, un Anbu fece il suo ingresso nella stanza, chinando il capo in direzione di Tsunade. “Sì, Godaime?”

La donna gli indicò con un cenno della mano destra Suigetsu. “Trova un appartamento per il nostro ospite, fatelo pranzare e tenetelo d’occhio.” Lo sguardo del Quinto era decisamente esauriente, e Heizo annuì con espressione seria; l’ex prigioniero di Orochimaru invece sbuffò, alzandosi dalla sedia quasi seccato. “Avremo ancora bisogno di te, quindi preferisco tenerti nei paraggi.”

“Se non le manca altro…” Rispose sarcasticamente lui, dirigendosi verso l’angolo in cui si trovava la sua spada. Un attimo dopo, l’Anbu si parò davanti a lui, bloccandogli la strada. “Ehi, quella è mia!” Sbottò Suigetsu con aria offesa, scoccando un’occhiataccia verso Tsunade.

“Te la restituiremo alla tua partenza da Konoha.” Replicò tranquillamente lei. “È una promessa. Ma ora non posso certo lasciare che uno straniero giri armato per il mio Villaggio, potresti essere un pericolo per la sicurezza degli abitanti.” La voce ragionevole della Godaime sembrò placare appena il ragazzo dai capelli azzurri, che sbuffò per l’ennesima volta con aria teatrale.

“Le conviene mantenere la parola.” Concluse dopo qualche istante, sogghignando e mettendo in mostra la fila di denti aguzzi; senza dire altro, il giovane uscì dalla stanza, seguito dall’impassibile Heizo, che chiuse la porta dietro di sé.

“Davvero un ragazzo d’oro.” Commentò sarcasticamente la Godaime. “Ad ogni modo, abbiamo ottenuto delle informazioni interessanti. Inoichi…” Si rivolse a Kakashi, mentre Jiraya si alzava dalla sedia, iniziando a vagare per la stanza come al solito. “Ha controllato la mente di Masaaki, confermando ciò che aveva scoperto Ino. Orochimaru aveva intenzione di tornare a Konoha, impadronendosi dell’identità di uno dei nostri ninja, e di avvicinarsi a Sasuke Uchiha.”

“Mi chiedo come pensasse di portarlo ad Oto.” Disse Jiraya, scuotendo appena il capo, come per allontanare i suoi pensieri sulla notizia appena ricevuta. “Forse credeva di riuscire a convincerlo, o magari aveva intenzione di portarlo via con la forza.”

“Mh…” Kakashi si sfiorò il bordo inferiore della maschera con espressione pensierosa. “Quando stavamo combattendo contro di lui, Orochimaru ha tentato più volte di spingere Sasuke ad utilizzare il Segno Maledetto. L’ho trovato strano già allora, dato che lui avrebbe ottenuto molto più chakra e sarebbe diventato più potente… E, in quel momento, ad Orochimaru non conveniva per niente.”

“Probabilmente tutto ciò deve avere un legame.” Tsunade intrecciò le dita della mano destra con quelle della sinistra. “Quello che dobbiamo fare è scoprirlo.”

Prima che i due uomini avessero potuto ribattere, la porta dell’ufficio venne spalancata con una certa urgenza. “Tsunade-Sama?” L’Hokage, Jiraya e Kakashi si voltarono verso il ninja medico che era appena entrato nella stanza, e la Godaime lo invitò a continuare con un cenno della mano. “C’è bisogno di voi in ospedale, la vostra allieva è ferita.”

“Cosa?” Tsunade si alzò di scatto, e lo stesso fece Kakashi, piuttosto preoccupato. “Quanto è grave?” Aggiunse verso lo shinobi, raccattando il proprio soprabito dalla sedia e preparandosi ad uscire dall’ufficio.

“Non particolarmente, è svenuta e probabilmente ha qualche osso rotto, ma non è in pericolo.” La rassicurò il ninja. “Tuttavia il ragazzo che l’ha portata all’ospedale ha richiesto espressamente la vostra presenza, dato che Shizune-San sta finendo di operare. Sembrava piuttosto agitato, e dato che si tratta dell’Uzumaki abbiamo pensato che fosse il caso di chiamarvi.” Terminò l’uomo con un certo nervosismo. Jiraya gli scoccò un’occhiataccia, chiedendosi come potessero essere ancora diffidenti nei confronti di Naruto.

“Sì, sì, va bene…” Bofonchiò l’Hokage, marciando fuori dalla stanza. “Continueremo dopo il nostro discorso, d’accordo?” Aggiunse verso Kakashi e Jiraya, che annuirono. Un istante dopo, la donna scomparve nei corridoi del palazzo dei Kage, seguita dal ninja medico, e i due uomini rimasero soli.

“C’è una cosa che mi ha insospettito.” Disse l’Hatake, rimettendosi a sedere. “Noi abbiamo incontrato Suigetsu poche ore dopo il nostro scontro con Orochimaru, perciò quelli dell’Akatsuki dovevano essere nei paraggi. Se sono entrati nel suo covo, significa che l’hanno seguito, perciò devono aver visto anche noi.”

“E ti sei chiesto il motivo per cui non hanno cercato di catturare Naruto.” Commentò Jiraya, annuendo con espressione concentrata. “In effetti è strano. L’Uchiha e l’Hoshigaki sono due dei membri più forti di Alba, e non so quanto avreste potuto resistere contro di loro, viste le vostre condizioni.”

“Poco.” Chiarì Kakashi. “Sakura era esausta, Naruto e Sasuke erano decisamente malconci, e Ino non avrebbe retto a lungo contro di loro. In più, l’abilità di Itachi con i genjutsu è molto superiore alla mia…”

“Mh.” Jiraya incrociò le braccia sul petto, appoggiando poi la schiena ad una parete dell’ufficio. “Dobbiamo dedurne che erano lì appositamente per uccidere Orochimaru.”

L’Hatake annuì, scoccando un’occhiata oltre la finestra. “Pare proprio di sì. Ma per quale motivo un’organizzazione criminale come Alba avrebbe dovuto uccidere un altro mukenin?”

“Conflitto d’interessi?” Suggerì il Sannin, con espressione poco convinta. “Forse Orochimaru si stava interessando ai bijuu, e l’Akatsuki ha deciso di eliminare un possibile rivale nella caccia ai Jinchuuriki.” Kakashi non rispose, e l’Eremita sospirò pesantemente. Il loro problema era sempre lo stesso, da almeno tre anni, e non erano ancora riusciti a porvi una soluzione. “Non abbiamo abbastanza informazioni, come sempre. Suigetsu sa che Orochimaru è stato ucciso, ma non abbiamo idea del motivo; due membri di Alba erano a pochi chilometri da voi, eppure non vi hanno incontrati. Dubito che si sia trattato solo di un colpo di fortuna.”

 

 

Sakura non era particolarmente grave – o meglio, non lo era per niente – e, non appena era tornata in sé, aveva insistito per curarsi da sola. Ovviamente Tsunade aveva ignorato le sue proteste, sistemando in pochi minuti le ferite più gravi, dopo di che l’aveva affidata a Shizune, che aveva appena finito un’operazione chirurgica, raccomandando alla sua allieva più giovane di fare più attenzione. Ino aveva raggiunto l’Haruno mentre veniva trasferita in una delle stanze dell’ospedale, iniziando una ramanzina di almeno dieci minuti, il tutto sotto lo sguardo divertito di Shizune; Naruto invece era sparito poco prima che l’amica venisse spostata, dicendole che sarebbe tornato immediatamente.

“Ouch.” Sakura scoccò un’occhiataccia verso Ino, rea d’averle afferrato il braccio destro proprio in un punto coperto da un enorme livido, e l’amica le rivolse un sorriso di scuse; Shizune trattenne a malapena una risata, continuando a curare gli ematomi della ragazza. L’arto sinistro della Kunoichi era stato steccato, dato che il polso dell’Haruno si era rotto, ed aveva vari tagli e lividi vari lungo tutto il corpo, oltre che un paio di costole incrinate.

“Sai, forse dovresti davvero lasciar perdere con Kamajiri.” Lo sguardo di leggera apprensione della Yamanaka la fece sentire vagamente in colpa. “Se Naruto non fosse venuto a cercarti, non so cosa sarebbe potuto succedere.”

“Ino, non mi ha mica ammazzata.” Ribatté l’altra. “Abbiamo avuto un semplice scambio di opinioni, ecco tutto.” La fronte aggrottata della Yamanaka le fece capire che l’amica non era per niente d’accordo. “Sul serio, non devi agitarti, ti verranno le rughe.” La Kunoichi non gradì per niente lo scherzo.

A quel punto, Shizune decise di intervenire. “Sakura, anche Tsunade-Sama era preoccupata.” Le disse con voce calma, terminando finalmente di medicare la ragazza. “Non fare il Naruto della situazione, ti prego.”

“E io che c’entro?” Fu proprio l’Uzumaki a fare il suo ingresso nella stanza, portando con sé un voluminoso mazzo di fiori. La medic-ninja lo guardò con aria perplessa, poi lui marciò verso il suo letto con espressione tesa. “Uhm, li ho presi per te, Sakura-Chan.” Le guance del ragazzo erano decisamente rosse, e Ino lo stava guardando con malcelato divertimento; l’Haruno cercò di identificare che fiori fossero, capendo alla fine che l’amico aveva preso un po’ di tutto. Nel complesso, comunque, l’effetto di quel misto non era affatto sgradevole.

“Per me?” Domandò con un certo stupore, prendendo il mazzo offertole dal ragazzo. “Grazie, non avresti dovuto!” L’Haruno sorrise, facendo imbarazzare notevolmente il Jinchuuriki, e Ino prese il comando della situazione.

“Li metto subito in un vaso.” Cinguettò allegramente, volatilizzandosi poi dalla stanza dopo aver afferrato il mazzo; Shizune si allontanò con un sorriso sconcertato, e i due ragazzi rimasero soli.

“Allora, tutto bene?” Domandò l’Uzumaki, afferrando una sedia e trascinandola accanto al letto della ragazza. “Quella lumaca ti ha pestata per bene.”

Lei sospirò, controllandosi il braccio sinistro. “Già, ma la colpa è mia.” Ammise verso l’amico, che la guardò con espressione perplessa. “Credo di aver esagerato nel provocarla. Ero sulla buona strada, ma non ho avuto abbastanza pazienza.”

“Mh, capisco…” Il ragazzo si strofinò la testa, scoccando un’occhiata verso la finestra. “Però stai facendo un buon lavoro, sai?” La Kunoichi lo guardò senza capire, e l’Uzumaki si affrettò a continuare. “Cioè, stai andando alla grande. Non è facile usare la Tecnica del Richiamo, soprattutto quando hai a che fare con compagni poco… collaborativi, ecco.” Entrambi sorrisero, e Sakura si lasciò cadere sui cuscini del letto.

“Devo migliorare ancora molto…” Commentò lei, scoccando un’occhiata verso il braccio sinistro. “Non mi piace farmi lasciare indietro da voi due!”

“Non sei mai stata dietro di noi.” Rispose lui, le gote che si facevano di nuovo rosse. “Sei la nostra Kunoichi dalla superforza, no?” L’Haruno sbuffò animosamente, e l’amico si preparò a ricevere il solito cazzotto.

Sakura scosse il capo, abbassando il braccio destro con un sorrisetto. “Non ti picchio solo perché non mi posso agitare, chiaro?”

“Meno male…” Ridacchiò lui, lasciando cadere il braccio sul letto. “Temevo già che mi facessi un bernoccolo in testa, Sakura-Chan!” In un movimento appena casuale dei due, le dita delle loro mani si sfiorarono, ed entrambi si affrettarono a ritirare il braccio. Dopo un istante di silenzio imbarazzato, Naruto si alzò di scatto. “Dattebayo, devo andare a cercare Ero-Sennin!” Esclamò in direzione della ragazza.

“Oh, d’accordo… Grazie per avermi portata qui in…” Prima ancora che l’Haruno avesse potuto finire di ringraziarlo, il giovane schizzò fuori dalla stanza, urlando un saluto frettoloso. Sakura sospirò, leggermente divertita. “Che baka…”

 

 

Pain abbassò le braccia, concludendo finalmente l’estrazione del Due Code; gli altri mukenin fecero lo stesso, alcuni ansimando a causa della stanchezza. La Tecnica del Sigillo dei Nove Draghi non era mai stata una passeggiata, e da quando Orochimaru li aveva traditi la sua esecuzione era diventata ancora più faticosa; per tre giorni e tre notti i membri dell’Organizzazione Alba avevano dovuto trasferire il loro chakra alla statua evocata dal Leader, ma finalmente erano riusciti a estrarre il bijuu. Il corpo del Jinchuuriki giaceva a terra, senza vita, osservato con una certa bramosia da Zetsu.

“Itachi e Kisame si occuperanno di catturare il Quattro Code, mentre Deidara e il suo nuovo compagno cattureranno il Sanbi.” Tutti i membri dell’Akatsuki si voltarono verso il loro capo, e il traditore della Roccia tirò quasi un sospiro di sollievo. Sembrava che Pain, per una volta, avesse deciso di passare sopra il suo fallimento – non che potesse esserne completamente certo, visto che lui era capace di pugnalarti alle spalle un attimo dopo averti sorriso, sempre che i muscoli della sua faccia non si fossero atrofizzati.

“Quindi abbiamo un nuovo membro?” Domandò con voce disinteressata Kakuzu. Per quel che lo riguardava, l’entrata di un nuovo elemento avrebbe significato solo più spese economiche.

“Che c’è, Kakuzu…” Commentò Hidan in tono estremamente sarcastico. “Stai già pensando a quanto ti verrà a costare una nuova partita di cappe?” I due si scoccarono un’occhiata malevola, e Deidara si domandò con un certo interesse se avrebbero iniziato l’ennesima rissa; magari avrebbero movimentato un po’ le cose, gli ultimi tre giorni erano stati maledettamente noiosi…

“Silenzio.” Pain bloccò Hidan e Kakuzu prima che la discussione avesse potuto sfociare in una lite. “Sasori, adesso tu fai squadra con Zetsu. Ricostruisci la tua marionetta, e tenetevi pronti per una nuova missione.”

La parte nera di Zetsu sogghignò, mentre quella bianca si voltò ad osservare con un certo interesse il nuovo compagno; Sasori invece non disse nulla, limitandosi ad accennare un assenso con il capo e scoccando un’occhiata neutra verso l’uomo pianta.

“Per quel che riguarda il nostro nuovo membro…” Mentre Pain stava parlando, un nuovo ologramma iniziò a formarsi sull’unico dito della statua non occupato da uno dei mukenin. “Ha dimostrato ampiamente di meritarsi l’ingresso nell’Akatsuki.” Finalmente, comparve la figura tremolante di un uomo vestito di nero, piuttosto magro, che indossava sul volto una maschera arancione. “Il suo nome è Tobi.”

Il silenzio che seguì l’affermazione di Pain fu presto rotto dalla voce del nuovo arrivato. “Tobi è un bravo ragazzo!” Canticchiò allegramente, gelando letteralmente il sangue nelle vene di Deidara.

 

 

Note dell’autrice

 

 

Ordunque, come al mio solito posto con un ritardo allucinante ._. vogliate perdonarmi, ma prima avevo un esame, e poi mi sono concentrata su un paio di capitoli di un’altra fic, stavolta su FMA (manga che mi ha dato più soddisfazioni di Naruto, devo ammetterlo u.u). Sì, il mio amore per Naruto è in calo, gli ultimi capitoli sono belli, ma non succede mai nulla -.- Così scrivevo un pezzetto al giorno, il che significa che in una settimana ho fatto tre pagine xD il minimo storico, insomma. E ora, vai con le spiegazioni!

 

Ebbene sì, per stavolta niente Sasuke! Non c’era alcun bisogno di inserirlo, e poi ha già fatto di tutto nei capitoli precedenti u.u per non parlare dei prossimi, credo abbiate già capito tutti quale sarà la futura missione del nostro amato Team 7, no?

Kamajiri è alquanto odiosa, anche se mi servirà molto. Naruto che trascina Sakura in ospedale è un po’ un cambio di prospettiva, di solito il ferito è lui xD credo di aver leggermente massacrato la povera Sakura, e la cosa mi ha lasciata soddisfatta. Scusate, ma dal capitolo 470 in poi mi è “leggermente” scaduta, o meglio, ho detestato Kishimoto per come l’ha trasformata… Comunque sia, poi l’ho premiata con un leggero NaruSaku u.u

Jiraya… Beh, non penso abbia fatto i salti di gioia quando ha scoperto che il suo vecchio amico era morto. Poi sappiamo tutti che non c’erano speranze e bla bla bla, ma tale maestro tale allievo, e benché Ero-Sennin fosse rassegnato, c’è ancora un po’ di spazio per il rimpianto. Io detesto profondamente Orochimaru, ma una morte per mano di Itachi è abbastanza gloriosa, visto che avevo pianificato una fine molto più crudele per lui u.u

Breve apparizione anche per gli Akatsukini, guest star del giorno: Tobi xD ‘cause he is a good boy!

 

 

Gademo: Graaaazie ancora! Naruto deve diventare molto più forte, soprattutto con l’Arte Eremitica. In realtà, in questo capitolo è già stato aiutato con Sakura, vediamo se indovini da chi… xD Grazie per la fedeltà nei commenti, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Alla prossima!

 

Trinity87: Beh, per il momento i caratteri simili si attraggono xD stavolta Sakura le ha prese di sacrosanta ragione, magari la prossima volta sarà un po’ più cauta. Ino ha un lavoro veramente tremendo xD però stavolta non è stata lei a dare una mano a Naruto! Come hai potuto vedere, sono ricomparsi tutti, non avevo proprio voglia di descrivere altri scontri Akatsukini vs Jinchuuriki! Temo di averti fatta spazientire con quest’ennesimo ritardo, sorry xD alla prossima!

 

 

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate. Se vi va, lasciate un commentino, mi farebbe molto piacere conoscere meglio la vostra opinione! Al prossimo capitolo, di cui vi lascio una piccola anticipazione qui sotto. Ci vediamo!

 

 

Capitolo XVIII

 

Sasuke osservò con scarso interesse il suo maestro, intento ad allontanarsi verso il centro di Konoha. Il giovane si lasciò cadere a terra, sistemandosi le braccia dietro la testa, a mo’ di cuscino, e scoccò un’occhiata verso l’alto. Era davvero una bella giornata, con un cielo terso e la temperatura decisamente piacevole; il Jonin decise di appisolarsi per qualche minuto, in modo da recuperare un po’ del sonno perso. Socchiuse gli occhi, limitandosi a godersi quel calore gradevole.

“Uchiha.” Una voce ben conosciuta lo risvegliò dopo un paio di minuti, e il ragazzo scoccò un’occhiata vagamente seccata in direzione di Freki. “Si batte la fiacca, eh?”

“Mh.” L’altro rispose con un grugnito, e il lupo sogghignò. “Come mai da queste parti?” Aggiunse il ragazzo dopo qualche istante.

“Notizie da Shioi.” Sasuke tirò su la schiena, osservando con maggiore attenzione l’animale. Shioi era il lupo inviato un paio di settimane prima alla ricerca di suo fratello, ma lo shinobi non si aspettava di ricevere novità così presto. “Itachi l’ha scoperto.”

“Cosa?” Rispose lui, decisamente stupito. Il clan di Freki era specializzato nella ricerca di qualsiasi individuo, e il lupo inviato all’inseguimento di Itachi aveva una grandissima esperienza.

“Già.” Replicò lui, senza scomporsi più di tanto. “Ah, Itachi ha lasciato un messaggio per te.”

 

   
 
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