Riferimenti ai
capitoli dodici e tredici cercando di non
andare troppo pesante, relativamente fluff, magari hurt, decisamente
poco yaoi
rispetto a come l’ho immaginata, forse OOC ma non credo. Non
spero.
CHERRY-SAMAAA!
Vassalord mi ha ipnotizzata XD, sono brave persone tutti quanti~~
Regalatemi un
Ray seme, vi prego XD È completamente e assolutamente seme,
e mi rifiuto di...
Nyaaao. Primo capitolo più Rayflo!centric, ne avremo forse
un secondo per
Charlie. Mah.
Buona lettura *^*
«Oh,
Chris... Amerei
poter giocare ai piccioncini, però per ora posso solo essere
il tuo pasto».
Il respiro eccitato di Charlie, i suoi denti come aghi di ghiaccio, le
mani che
esplorano, attirano, respingono come farebbero con un amante. Forse
è un bene
che rifiuti di nutrirsi se non del suo Padrone:
se qualcuno scoprisse questa faccia del pericoloso diletto del Vaticano
potrebbe
essere problematico, in molti sensi.
—
(Meno cinque)
Johnny offriva se stesso a Cherry con uno sguardo pieno
d’amore e un sorriso
compiaciuto.
Poteva sentirsi una madre, una balia, un’ancora di salvezza,
una sgualdrina –
ma finché Cherry non avesse desiderato altro al di fuori di
lui sarebbe andato
bene.
Nulla cambiava: restavano due idioti con molte cose in comune e
altrettante
nozioni nascoste al fine di non turbare quella serenità
illusoria. Rayflo beveva
unità destinate alle
trasfusioni come
nel più squallido dei telefilm, Charlie beveva da Rayflo
sino a lasciarlo
esausto sul letto, faceva l’amore con il
suo sangue, si ferivano nell’animo
però restavano insieme come promesso.
«Cherry?
Sono passati cinque giorni, non voglio che tu rischi
troppo quando non è necessario – prenditela con
calma, ragazzo: è pronto in
tavola~»
—
(Meno quattro)
Indubbiamente, la convivenza con Chris era sempre stata una prospettiva
terribilmente romantica, quasi umana.
Una casa grande, due o tre affascinanti cameriere, un viaggio di lavoro
di
tanto in tanto, una vacanza o due all’anno in qualche
capitale notturna,
l’eternità da trascorrere insieme. Al progetto
aveva anche aggiunto qualche
animale domestico, del tipo una graziosa gatta
bianca e un cane da guardia
perfettamente addestrato.
Poi,
Johnny si accorgeva che in tutto questo non aveva
contato Rayfelle e Cheryl (Bellinaaa! La voglio in casa, la voglio a
letto, la
voglio...! Cheryl-chan ♥),
mr. Asshole dal paese di Polizia, un inquietante e
assai poco carino ragazzetto dai capelli rossi e tutt'una lista
infinita di
altre complicazioni.
Problemi,
imprevisti, ombre che rendevano il tutto più
interessante eppure meno godibile.
«Dov’è il mio viaggio di
nozze?»
—
(Meno tre)
La prima volta che si erano incontrati – quando Johnny ancora
non era il Padrone e Chris non era
neppure del
tutto vivo, Ray non aveva reputato
favorevole quella situazione.
Non era capace di soffrirne, però sentiva la discreta aria
fredda della notte
attraverso gli abiti e riconosceva che quel pulcino, sotto la massa di
capelli
sporchi e disordinati, doveva esser davvero irrecuperabile per muoversi
indossando solo quella camicia e pantaloni strappati. Non avrebbe
dovuto chiedersi
come i suoi pasti avessero vissuto fino al loro ultimo giorno,
perché
altrimenti il senso di colpa gli avrebbe impedito di cibarsi per
qualche giorno
e questo avrebbe potuto rivelarsi un problema nel caso di un attacco.
Eppure quello non
era che un bambino. Piccolo, piccolo
e indifeso, affamato, magari anche malato.
Non lo avrebbe mangiato: lo avrebbe spaventato e fatto fuggire,
sperando per
lui in un epilogo migliore, ricoverato in un convento o finito sotto i
denti di
qualche lupo.
—
(Meno due)
Se
sbagli una volta è colpa tua, [«Padrone,
non
andare via!»]
se sbagli due volte la colpa è mia. [«Io...
voglio rimanere col
Padrone».]
Rayflo non vuole lasciare Charlie, però è altrettanto sicuro di non voler essere lasciato da lui, e definitivamente. Prima di dare una pacca sulla spalla di quel bravo figliolo e sorridergli, «io non scomparirò», vuole esser certo che tutto sia al suo posto, che la rassicurante oscurità da cui Chris era tanto attratto esista ancora una volta e per sempre.
—
(Meno uno)
«Hi. CHERRY?»
Ogni volta che
Charles affonda i denti nel suo collo, il
vampiro si convince ad abbandonare tutto ciò che
può in qualche modo turbare il
suo animo e guastare il sapore del suo sangue – lasciar
perdere Barry è sempre
positivo, il solo pensiero di quel viso e della voce di
marzapane sicuramente lo riempirebbe di veleno tanto da
stordire
il figlio.
I ricordi lo sopraffanno e per un secondo il suo corpo pare irrigidirsi.
«Ahh, Padrone,
per piacere...»
«O-ho, ti basta una settimana scarsa per dimenticare come si
slacciano questi
pantaloni? Ma per te, Cherry, faccio in un attimo».
—
(Zero)