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Autore: whitevelyn    26/07/2010    5 recensioni
"La vita č strana, ti dą i denti ma non il pane. Sono bellissima ma inaccessibile.
Mi amano tutti ma nessuno sa lacerare questa membrana impenetrabile che m'avvolge. Mi amano tutti ma io amo te."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non so come fai, non lo so davvero. Tu lo fai, tu mi difendi.
Mentre i singhiozzi di questi pianti che somigliano ad emorragie, ricoprono la mia vita come fossero una coltre di spilli, nel bel mezzo della tormenta, soltanto un pensiero dall'aura celeste riesce ad avvicinarmisi. Soltanto un pensiero, degli spilli, alla fine se ne frega, e mi tocca. E' l'isola azzurra dei tuoi occhi, la luce cerulea del tuo sguardo raffaellita.
E' l'amore che ci sarebbe stato, se il fato non si fosse sbagliato.
E cosģ, nel bel mezzo della tormenta, soltanto tu, degli spilli, alla fine te ne freghi, e mi tocchi.
Quando lo fai, gli spilli non osano pił pungere. Quando mi tocchi, la tormenta come la marea si ritira.
Quando tu mi tocchi, nient'altro accade. Tu mi tocchi. Implodono gli universi, ripiegandosi su sč stessi, e nessuno esiste pił, eccetto me, ed eccetto te.
Quando tu mi tocchi, penso al Professor Bartleboom ed ai suoi studi sui limiti.
Se avesse mai dovuto provare a misurare questo nostro amore, che probabilmente invece č solo mio, ma che quando tu mi tocchi, secondo me, alla fine, te ne freghi di non sapere chi sono, e diventa anche tuo, se avesse dovuto provarci -dicevo- a tracciarne i limiti -intendo, l'inizio e la fine- bč, secondo me, alla fine, non li avrebbe trovati, e se ne sarebbe fregato.

E' solo quando tu mi tocchi che questo amore taumaturgico sa restituirmi una pace coraggiosamente sospesa sul vuoto, infondo al quale, minacciosa, risplende, la coltre di spilli.
E' solo quando tu mi tocchi, che lui smette di farlo.
E' solo quando tu mi tocchi, che la mia vita, divelsa dalla sua, acquista nuovamente senso e valore. Ed ossigeno.
E' solo mentre mi tocchi che riesco ancora ad avere voglia di vedere che ne sarą di me. E avere voglia di spogliarmi per qualcuno.
Di arrossire, abbassare lo sguardo e subito rialzarlo per controllare se mi stai guardando.
Di essere romantica. Di essere divertente. Di essere ingenua.
Di fidarmi. Ed essere di nuovo di qualcuno. Qualcuno a cui poter dire sinceramente tutto di me.
Qualcuno a cui poter dire sinceramente che ci credo ancora al per sempre. E che mi piacerebbe ancora sognare di un vestito bianco e di una casetta dipinta di rosa pesca.
Mi piacerebbe ancora comprarmi un cane grandissimo che pił che portarlo a spasso, sarebbe lui a portare a spasso me, e che ti farebbe arrabbiare perchč sporcherebbe il copriletto.
Mi piacerebbe ancora tenerti per mano e perderci per i sentieri tutti maledettamente uguali di una bianca cittadina turistica della Grecia e non riuscire pił a ritrovare il punto in cui abbiamo lasciato parcheggiato il motorino a noleggio e sentirci un po' imbranati, ma comunque felici, perchč siamo insieme e siamo in vacanza.
Mi piacerebbe ancora litigare e piangere pur sapendo che tanto faremo presto la pace.
Mi piacerebbe ancora farti il nodo alla cravatta all'alba di un giorno importante.
Mi piacerebbe ancora, sģ, avere dei sogni, delle speranze, delle tappe da raggiungere.

Ed č solo mentre tu mi tocchi che ancora mi va. Che ancora ho fede. Che ancora ci credo nella sinceritą di quegli attimi.
Perchč quando non lo fai c'č lui, pressante nella sua dannatissima assenza, a ricordarmi che un tempo, distante solo un paio di settimane lunghe quanto un paio di secoli, che lui chissą dove e come ha trascorso, la mia fiducia nell'eternitą di una promessa d'amore č stata reale ed intatta.
Poi gli spilli l'han perforata tutta, riducendola ad un colapasta, da cui tutti i sogni e tutte le speranze, come farina dai fori, son sgusciati via, finendo chissą dove.
Forse chissą, nelle giornate limpide che avrei trascorso con te, se il fato non si fosse sbagliato, e che tu, porti tutte verniciate con l'azzurro, nei tuoi occhi.
Forse, chissą. Chissą dove.

Forse, chissą, da qualche parte il fato non si č sbagliato. Forse, chissą. Chissą dove.
Chissą dove lui non mi avrebbe lasciata.
Chissą dove tu mi avresti avuta.
Chissą dove io sarei stata un'altra.



Boh, allora. Anche questa, ormai millenni fa, era nata come una semplice OS, ma invece chissą. Chissą dove, in una parte della mia mente, questa notte ho realizzato che avrei aggiunto questa appendice. Forse solo perchč non mi andava di creare un altro capitolo solitario, sganciato da tutto il resto. Infondo sto parlando a Robert, come altre volte tentando di sentirmi meglio. In questo capitolo, sono presenti evidenti riferimenti ai fatti di "cieli stellati".
I'm sorry, non sarebbe potuta andare diversamente. Il blocco che sta opprimendo la mia creativitą, m'impedisce di non essere autobiografica.
Non so nemmeno perchč pubblico, probabilmente solo per farvi sapere che comunque sono ancora viva, o forse solo vegeta. -.-
Vaaa bč, prima di salutarvi, ho il dovere di specificare che il professor Bartleboom a cui mi riferisco č un personaggio tratto come spesso mi accade da Oceano Mare di Alessandro Baricco. Leggetelo se non l'avete mai fatto.
Abbracci in particolare a LYOMAEL, ANNA, KATY, DODDIE, HUMAN, SUMMERRAIN e RICE!
Ah, mi sembra superfluo dover specificare anche che il tocco di Robert a cui mi riferisco, non č altro che frutto della mia immaginazione. Il tocco del suo sguardo sulla mia pelle, quando penso a lui e soprattutto al colore dei suoi occhi, che inspiegabilmente mi chiudono dentro una bolla di protezione, contro cui il dolore rimbalza.
  
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