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Autore: Lady Memory    26/07/2010    3 recensioni
Un prologo e nove frammenti della vita di Severus Snape legati da un filo molto particolare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le parole che non mi hai detto

Le parole che non mi hai detto

by Lady Memory


Disclaimer: è tutto suo, nel caso ci fossero dubbi.


Ancora grazie infinite alla mia previewer Tearsofphoenix. E a tutti coloro che vorranno lasciarmi un messaggio.


... 7 ...

 

Invece non si era avverato nulla di quello che Malfoy aveva profetizzato con quella sua arrogante sicumera, nonostante Severus ora facesse parte di quell'armata scelta che avrebbe dovuto cambiare le sorti del mondo. Il destino ancora una volta aveva giocato le sue carte, imbrogliandole proprio quando Severus credeva di aver vinto.

 

La profezia che aveva sentito e che si era affrettato a riferire al Signore Oscuro si era rivelata una trappola spaventosa per Lily e per il bambino che Lily aveva avuto da James Potter. La donna che Severus aveva sperato di proteggere correva ora un pericolo mortale, dal quale difficilmente si sarebbe potuta salvare senza l'aiuto di qualcuno molto potente, decisamente più potente di quel che Severus si era illuso di essere. E il ragazzo adesso era lì, in ginocchio davanti a Dumbledore, mentre le prove della sua colpevolezza e della sua stupidità gli uscivano in frasi smozzicate dalle labbra.

 

Vide gli occhi dell'anziano mago farsi freddi di disprezzo, ma questo non lo fermò. Avrebbe consegnato in quelle vecchie mani rugose anche la sua anima, così giovane e già così macchiata, purchè Lily si salvasse. Ascoltò in silenzio la sentenza che lo condannava ad un destino di doppiezza e si preparò a distruggere tutto ciò per cui aveva lottato sino a quel momento, a tradire coloro che aveva deciso di chiamare amici, e a vivere nel sospetto e nel disprezzo, sconosciuto a tutti fuorchè all'uomo che lo stava così inesorabilmente spingendo verso il baratro. Nulla importava, se questo poteva salvare Lily, e a quell'incontro ben presto ne seguirono altri.

 

"Il Signore Oscuro vuole una spia. Bene, ne avrà due," gli aveva annunciato tranquillamente Dumbledore un pomeriggio, fissandolo con quegli occhi azzurri che parevano trapassarlo da parte a parte.

 

Severus lo aveva guardato senza capire.

 

"Il Professor Slughorn si ritira dall'insegnamento. Dice di essere troppo vecchio e stanco. La verità è che ha troppa paura," aveva spiegato Dumbledore freddamente, aggiungendo poi con un sorriso scaltro, "Ma questo viene a proposito. Il posto è tuo."

 

"Ma io... io sono solo un ragazzo!" aveva protestato Severus, atterrito all'idea di rientrare ad Hogwarts con una simile posizione. C'erano ancora tanti suoi ex compagni che ricordavano la sua umiliazione, quel maledetto giorno di fianco al lago. Come avrebbe potuto sperare che lo rispettassero?

 

"Un ragazzo, ma con un notevole talento in Pozioni." Dumbledore aveva incrociato le braccia, e il viso gli si era indurito in quella espressione inflessibile che Severus aveva imparato a temere. "E soprattutto, questo è il travestimento perfetto per esercitare le tue doti di spia."

 

Smarrito, il ragazzo aveva chiuso gli occhi, mentre Dumbledore proseguiva con un tono che non ammetteva replica. "Spierai il preside di Hogwarts per Lord Voldemort. Non è questo quello che il Signore Oscuro vuole da te? E contemporaneamente, spierai Lord Voldemort per me."

 

"Ma questo non è possibile!" gridò Severus. "Il Signore Oscuro non crederà mai ad una coincidenza così fortunata."

 

"Oh, invece lo crederà," aveva risposto Dumbledore, e i suoi occhi si erano fatti improvvisamente vecchi, vecchi e stanchi come di chi ha visto anche troppo. "Lo crederà perchè va a compimento dei suoi piani e nessuno, tanto meno Tom Riddle, è capace di andare contro a ciò che più desidera. E soprattutto, lo crederà perchè non sa, non immagina, non può pensare che tu possa avere dei desideri diversi dai suoi."

 

L'anziano mago aveva aggiustato gli occhiali a mezzaluna sul naso sottile.

 

"Vedi, Severus," aveva detto con calma, "a Lord Voldemort non importa nulla delle persone. Tu non sei che un mezzo per raggiungere i suoi fini. E lui è convinto di essere talmente superiore a qualunque altra creatura vivente da non curarsi assolutamente di chi gli sta intorno."

 

Il ragazzo aveva chinato il capo, ferito dal tono lento e sdegnoso del vecchio mago. Poi l'angoscia aveva prevalso sull'orgoglio, l'amore per Lily sulla paura, ed aveva accettato. Il più giovane professore di Hogwarts, da tempi immemorabili.

 

Ma non era passato poi molto tempo perchè anche quel sacrificio risultasse vano. Il Signore Oscuro era riuscito a trovare i Potter e li aveva uccisi, nonostante la sua promessa di risparmiare Lily per offrirla a Severus in ricompensa della sua dedizione. Falsità chiama falsità, e il traditore era stato tradito. E poco importava se, nel tentativo di ucidere il piccolo Harry, la maledizione orribile che Voldemort aveva scagliato si fosse ritorta contro di lui, cancellandolo dalla faccia della terra.

 

Dumbledore aveva chiamato Severus nel suo ufficio per dargli l'annuncio, e il ragazzo aveva sentito la sua anima gridare silenziosamente e poi bruciare e torcersi e incenerirsi in una sofferenza indicibile, implorando il corpo di lasciarla libera.

 

Stranamente invece, l'anziano mago di fronte a lui non sembrava poi così addolorato. Stava già calcolando in termini di risultati e previsioni, stava già scrutando il futuro, stava anticipando gli anni che sarebbero venuti e mettendo sul piatto della bilancia due vite, quella di Severus e quella del bambino rimasto orfano per colpa sua. E usava ancora Lily per costringerlo ad accettare.

 

Intontito dal rimorso e dal dolore, Severus aveva faticato a capire che Dumbledore stava continuando a parlargli, e ancor più aveva faticato ad accettare il senso di quelle parole. Il bambino... Il bambino di Lily era vivo e, secondo il grande mago, presto sarebbe stato in pericolo anche lui come sua madre. Harry Potter, che univa le odiose fattezze del padre ai luminosi occhi verdi di Lily, avrebbe avuto bisogno di un aiuto, di un difensore.

 

Il patto di sangue aveva superato la sua fine ed esteso le sue ali sull'intera esistenza di Severus Snape. Quel bambino così miracolosamente scampato alla morte inchiodava il suo riluttante protettore alla vita, lo costringeva ad esistere nonostante sè stesso. E soprattutto, gli presentava di nuovo la prospettiva di confrontarsi ancora con Lily, attraverso quegli occhi così simili a quelli di lei.

 

Severus Snape ritornò nella sua stanza nei sotterranei e sprofondò nella sedia accanto al fuoco. Tremava ancora tutto, malato di un dolore che non poteva mostrare, mentre il mondo dei suoi simili impazzava e faceva festa, esultante per la scomparsa di un mostro che era sembrato invincibile, ed incurante del prezzo di sangue che questa vittoria era costata.

 

Piccoli singhiozzi ansimanti si fecero strada nel suo petto e tra le sue labbra. Vinto, disfatto, smarrito, Severus chinò il capo tra le mani, mentre le lacrime lentamente gli scivolavano sul viso, seguendo gli angoli aspri delle sue guance.

 

I ricordi erano attorno a lui e si insinuavano pungenti, rammentandogli ciò che era stato e ciò che sarebbe dovuto essere. Tutto era ancora così incredibile, così orribilmente doloroso... Questa volta, non un gesto, non una parola dovevano tradire un impegno che avrebbe potuto costare nuovamente una vita. Non avrebbe deluso Lily di nuovo. E soprattutto, non avrebbe più esposto sè stesso alla vulnerabilità delle sue emozioni. Severus Snape era morto al mondo, e questo valeva per Dumbledore prima ancora che per gli altri. Per tutte queste ragioni, prima di andarsene dall'ufficio del preside, aveva chiesto al preside che venisse mantenuto il segreto sul ruolo futuro che avrebbe dovuto ricoprire.

 

"Vuoi la mia parola, Severus, che non rivelerò mai la parte migliore di te?" Dumbledore aveva sospirato stancamente, come se la richiesta di quell'uomo annientato che gli sedeva davanti fosse un capriccio incomprensibile. "Se proprio insisti..."

 

Ora, solo nella sua stanza, i bagliori del fuoco ad irritargli gli occhi arrossati dal pianto, Severus risentì quella voce e strinse i pugni, abbandonandosi alla sua disperazione. No. Non sono queste le parole.


(continua)

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Nota per JuliaSnape: innanzitutto, ti ringrazio molto per il tuo messaggio; sei veramente gentile, e sono contenta di sapere che la mia storia ti piace. Poi rispondo alla tua domanda. No, non sto traducendo, anche perchè in tal caso avrei sicuramente citato il vero autore per correttezza. 
Ma adesso sono curiosa io: come mai hai pensato che fosse una traduzione?
Azzardo alcune ipotesi, e  vediamo se ci azzecco (mi piace giocare, come puoi vedere):
Per il mio disclaimer? Il “tutto suo” si riferiva alla Rowling, naturalmente.
Oppure per lo stile in cui è scritta? Così barocco e ornamentale, quello purtroppo è tutto mio ;)
Oppure per il soggetto? Moltissime delle tematiche trattate in questa storia si trovano in altre mie storie, che però sono state scritte in inglese e pubblicate in siti di lingua inglese. Diciamo che questa volta ho fatto un cambio, per il piacere di scrivere finalmente qualcosa in italiano. Il che è mooooooolto meno faticoso! :D
Bene, io ci ho provato, adesso spero di risentirti con la soluzione.
Intanto ancora tantissime grazie.
E con l'occasione, grazie anche a Berenike e LiTtLe_MissGiuly_ per avermi lasciato un graditissimo commento.

  
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