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Autore: ArcoeFreccia    26/07/2010    3 recensioni
Una storia scritta a quattro mani, un capitolo e un personaggio a testa, in cui si racconterà come Kanon proverà ad aiutare Milo a ritrovare la via perduta e i due dovranno vedersela con una banda di teppisti manovrati da un vecchio pretendente al titolo di sacro guerriero d'oro.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XV

Domani è un Altro Giorno



Questo capitolo è stato scritto da winnie343



Ho ucciso un uomo. Il nuovo Milo non lo aveva mai fatto. Non ero più abituato all'adrenalina che ti invade nel momento esatto in cui uccidi. E' qualcosa di cui farei volentieri a meno, ma non avevo altra scelta, se non lo avessi fatto a morire sarebbe stato Kanon. E il Kanon di questa vita non merita una sorte simile. Ho fatto giustizia e non me ne pento, segno evidente che il nuovo Milo è tornato ad essere quello vecchio, ma non del tutto. Mi volto ad osservare Melina che ha assistito a tutta la scena; vedo nei suoi occhi il turbamento per quanto appena accaduto, ma al tempo stesso, vedo in lei comparire un sorriso, dedicato a me, solo a me; una donna che riesca a comprendere che non uccido per divertimento, ma che lo faccio perchè questo sono, non chiedo altro. Melina si avvicina a me, probabilmente per confortarmi, o semplicemente per abbracciarmi. Ma in un istante sul suo volto sorridente vedo addensarsi delle nubi di terrore e osservo la sua bocca ridente trasformarsi in un ghigno paura. Mi volto nella direzione in cui stanno guardando i suoi occhi per trovarmi ad osservare Davos, lo scagnozzo dell'uomo che ho appena ucciso, che con un coltello si sta lanciando verso di me. Inspiegabilmente rimango immobile, fermo, affascinato dal gesto che sta compiendo. Osservo i suoi occhi e percepisco che anche il suo corpo si sta riempiendo di adrenalina. E' come vedersi allo specchio, in un certo senso. Davos ormai vicino affonda il colpo, ma stranamente non percepisco alcun dolore. Abbasso lo sguardo e comprendo l'orrore che si è appena compiuto. Melina, facendomi scudo, si è presa la mia coltellata, il colpo destinato a me. Resto immobile, incredulo. La ragazza si adagia come una coperta sgualcita sulle mie braccia ed io non riesco a muovere neanche un muscolo del mio corpo per soccorrerla. Kanon atterra Davos, mentre Aristea comincia ad urlare. L'unica cosa che riesco a vedere è il sorriso che Melina faticosamente continua a rivolgermi; dopo qualche istante, riuscendo a riprendere un po' di controllo, la adagio sul pavimento e le incomincio ad accarezzare i capelli:

  • Resisti, adesso Kanon chiamerà un ambulanza. Anzi no, ti porto io in ospedale, faremo prima – sto per alzarmi, ma le sue parole mi bloccano

  • No, non ce la faccio Milo, sono stanca, molto stanca - la sua voce è un sussurro impercettibile.

  • Non dire stupidaggini, tu sei una combattente, devi resistere.

  • Non ci riesco … mi mancano le energie per farlo … perchè stai tremando?

  • Sto tremando? … non me ne rendo conto

  • Non essere triste Milo ... la tristezza non si addice ai tuoi occhi del mare.

  • Io … perchè lo hai fatto … perchè? Quella coltellata non mi avrebbe fatto nulla.

  • Non ho pensato al fatto che sei un super eroe .. ho solo istintivamente cercato di proteggere ciò che per me era prezioso.

  • Non hai pensato a me.

  • Continuamente ho pensato a te.

  • Stupida.

  • Si … sono una stupida … prometti … non piangere amore mio … non voglio che tu pianga.

  • Non puoi chiedermi questo.

  • Lo so.

Non aggiunge altro, la sento rilassarsi tra le mie braccia. So che è morta, dilaniata dal colpo inflittole da colui che le ha rovinato la vita. Colmo di rabbia, mi avvento sul suo assassino e comincio a picchiarlo a sangue. Violentemente con tutta la furia e la rabbia che possiedo, so che lo sto uccidendo con le mie mani nude; il sangue che esce dalle mie nocche dimostra tutta la violenza dei miei colpi. Nel tentativo di fermare la mia furia, Kanon cerca di allontanarmi da Davos, ma io rivoltandomi lo colpisco in pieno viso facendolo cadere. Ritorno a colpire l'assassino della donna che avrebbe potuto rendere la mia vita migliore, senza tregua, fino a quando le delicate mani di Aristea non si posano sulle mie insanguinate. I nostri sguardi si incrociano e la dolce malinconia dei suoi occhi mi fa rinsavire. Mi alzo controvoglia e dopo aver dato un ultima occhiata al corpo straziato di Melina mi allontano, senza ascoltare nessuno. Mi rifugio nella mia spiaggia, ancora una volta, come all'inizio del mio soggiorno, non per riflettere, ma per tentare di domare il dolore che mi assale. Resto li, da solo, per giorni. Perfino l'impavido e cocciuto Kanon rinuncia a farmi visita, conscio del fatto che nulla e nessuno potrebbe alleviare la mia pena. Intere giornate e nottate, sdraiato sulla sabbia, perso nei pochi ricordi che mi hanno legato a lei. Cercando di sentire, di percepire ancora il suo odore, imponendomi di ricordare ogni singolo gesto, ogni singolo istante passato insieme. Possibile che una persona in così poco tempo possa radicarsi così rte in un cuore? Forse è stata tutta colpa del mio forzato digiuno di sentimenti … no … non farebbe onore al suo ricordo pensare una simile banalità …. la verità è che ci sono persone che sono parte della nostra vita da sempre, anche prima di conoscerle. Sento avvicinarsi qualcuno, non mi volto a guardare, non ne ho bisogno, riconoscerei i suoi passi ovunque. La mia croce e delizia. Proprio di te avevo bisogno, unico uomo in grado di consolarmi, testimone del mio dolore. Ti siedi accanto a me, come già fatto in una notte da cui sembra passata un'eternità, e cominci ad accarezzare la sabbia distrattamente. Percepisco i tuoi pensieri, il tuo turbamento. Vorresti che il mio dolore fosse il tuo. Sempre magnanimo Camus, convinto che le tue spalle siano più forti delle mie e sappiano affrontare meglio le situazioni spiacevoli. Forse hai ragione, io non sono fatto per il dolore, ma se te lo cedessi, dovrei donarti anche i ricordi belli … e sinceramente non posso pensare di vivere senza il ricordo dell'unica notte trascorsa con la donna della mia vita. Un pensiero si fissa sui tuoi occhi. Il tuo sguardo è rivolto verso di me, mi chiedi di guardarti, ma io non ci riesco … non ora … non ancora. Senza aggiungere nulla, ti alzi silenziosamente e privandoti di quasi tutti i vestiti ti immergi nelle bellissimi acque del mare della mia terra, invitandomi silenziosamente a seguirti. Accettando il tuo consiglio mi tuffo tra le onde, dove riesco finalmente a sentirmi, almeno per pochi istanti, di nuovo libero. Nuotiamo in silenzio, non abbiamo bisogno di dirci nulla … ho solo bisogno che tu sia qui … che sia presente e vigile, pronto a raccogliere tutti i pezzi che potrei perdere della mia anima. Solo questo ti chiedo amico mio, niente sermoni, niente pacche fraterne … devi solo guardarmi le spalle … come hai sempre fatto … finchè hai potuto. Usciti dall'acqua ci rivestiamo e solo dopo mi decido finalmente a parlare:

  • I funerali sono stati fatti?

  • Si, un paio di giorni fa. Volevano chiamarti. Kanon li ha fatti desistere.

  • In fondo Kanon mi conosce abbastanza.

  • Credo che ti conosca più che abbastanza ... e' lui che mi ha chiamato. - sorrido alle parole di Camus, constatando che è bello non essere soli

  • Dove l'hanno sepolta?

  • Vicino al mare, almeno credo, non conosco la zona

  • Quando parti?

  • Stasera … con te – annuisco alle sue parole, semplici dirette … la mia personale ancora di salvezza nella deriva di questo dolore ingovernabile

  • Ho bisogno di vederla un'ultima volta … devo dirle una cosa.

  • D'accordo. Ma dovrai chiedere a Kanon, io non so dove si trova.

So che sta mentendo, ma annuisco lo stesso alla sua affermazione; non vorrei, ma devo onorare colui che ha vegliato su di me per tutto questo tempo. Ci rechiamo nel negozio di fiori del vecchio, dove, come prima cosa, finisco tra le braccia di Aristea. Ha gli occhi lucidi e rossi per le tante lacrime versate. Vorrebbe parlarmi, dirmi qualcosa, ma le parole sono superflue, pertanto la allontano da me dolcemente, ma con fermezza, e vado incontro al nonno stringendogli semplicemente la mano e chiedendogli dove si trova il mio amico. Il vecchio mi indica il retro bottega ed io come un automa mi dirigo li. Mi ritrovo ad osservare Kanon in duplice copia: evidentemente Camus si è divertito talmente tanto l'altra volta che ha chiesto nuovamente a Saga di farsi accompagnare. Quest'ultimo senza dire nulla guadagna l'uscita, lasciandomi solo con il fratello.

  • Ciao Milo … hai un aspetto orribile

  • Tu invece sei in splendida forma

  • Come al solito … d'altronde lo sai che sono sempre stato più bello di te – sorrido alla sua affermazione e alla sua irriverenza. - Parti?

  • Si … questa sera

  • Cosa fari?

  • Quello che so fare meglio … il cavaliere … non era per questo che eri venuto?

  • Già

  • Dove si trova la sua tomba?

  • Sul colle oltre questo paese. Guarda il mare – mi volto per andarmene, ma sulla porta senza girarmi gli parlo un'ultima volta

  • Io non sono bravo con le parole, non lo sono mai stato

  • Strano … a me è sempre parso il contrario – mi volto a guardarlo

  • Insomma .. volevo dirti che

  • Figurati … non c'e' di che – entrambi sorridiamo, non abbiamo bisogno di aggiungere altro, ma mentre sto per andarmene la sua voce mi costringe a voltarmi nuovamente - comunque … io non sono venuto per farti ritornare ad essere cavaliere … volevo semplicemente aiutarti a ritrovare te stesso.

  • Già

Prima di andarmene definitivamente da quel negozio raggiungo Aristea nella stanza di Melina e dopo aver dato un'occhiata alla camera la stringo forte a me, la mia voce è un sussurro:

  • Non so se ci rivedremo ancora. Cerca di fare di tutto per essere felice, veramente felice. Non accontentarti di vivere una vita al di sotto delle tue possibilità e pretendi sempre di ottenere il meglio. Non fare come hai fatto fino ad ora … non sopravvivere … vivi.

Gli occhi di Aristea si fanno nuovamente lucidi, ed io senza aggiungere altro me ne vado, lasciandola al suo dolore. Se fossi più forte resterei per consolarla, ma non sono in grado di sopportare anche il dolore degli altri. Mi incammino verso il posto indicatomi da Kanon, con la mia personale guardia del corpo alle calcagna. Bravo amico mio, continua a guardarmi le spalle, è di questo che ho bisogno. Quando arriviamo di fronte alla croce dove è sepolta Melina, Camus mi porge un mazzo di fiori ed io sorrido pensando a quanto io sia insensibile e rozzo. Il mio amico fa un passo indietro, lasciandomi questo ultimo momento di intimità con quella che avrebbe potuto essere la donna della mia vita. Non so, magari se avessimo trascorso i futuri anni insieme dopo poco ci saremmo scannati, traditi, odiati, ma il tempo ... e la morte fissano i momenti e in questo attimo, per me eterno, lei rimarrà la donna amata. Mi inginocchio sulla sua tomba posando i fiori sulla terra ancora fresca e le parlo un ultima volta:

  • Sinceramente avevo immaginato che la nostra storia sarebbe finita in tutt'altro modo … non so … magari mi avresti ucciso dandomi una bastonata in testa, giusto perchè non mi sopportavi più. Oppure magari saresti scappata con il mio migliore amico che ti avrebbe gettato in un fiume ghiacciato dopo poco, o magari, se fossimo stati fortunati, sarei morto in uno dei miei combattimenti, così non avresti dovuto pensarci tu, o forse saremmo invecchiati insieme. Purtroppo non potrò scoprirlo. Quello che mi preme farti sapere ora però è che ti amo, che ti prometto che farò di tutto per comportarmi bene e che sarò buono abbastanza da farmi mandare dove sei ora.

Il sorriso mi muore sulle labbra e le lacrime cominciano ad uscire copiosamente dai miei occhi. Mi alzo di scatto, vorrei urlare, distruggere tutto ciò che ho intorno, ma le braccia sapienti di Camus mi avvolgono in un abbraccio consolatorio, pronto a raccogliere i pezzi della mia anima. Sopravviverò anche a questo, come ho sempre fatto del resto, ma il dolore non si cancella, si affievolisce, certo, ma non si cancella.




Ciao a tutti, ecco l’ultimo capitolo riguardante Milo … eh … lo so … non ve lo aspettavate ... sono stata indecisa fino all’ultimo, lo ammetto, perché Melina in fondo mi piace … nei giorni che dovevo scrivere questo capitolo mi sono imbattuta in un articolo di giornale scritto da Gabriele Romagnoli (sempre lui ) in cui raccontava di un tizio che, dopo aver perso la moglie nell’attentato delle Torre Gemelle, ha lasciato un video messaggio in cui gli diceva che si sarebbe comportato bene per fare in modo di raggiungerla dove ora lei si trovava … non ho resistito, mi è sembrata una cosa così romantica e commovente da dire … quelle sono le parole che Milo dice alla fine (e che dunque non mi appartengono); volevo segnalarvi anche che le frasi “la verità è che ci sono persone che sono parte della nostra vita da sempre, anche prima di conoscerle” e “non sopravvivere … vivi” esprimono dei concetti che ho sentito altrove: la prima è del libro “Non ti muovere” di Margaret Mazzantini dove il protagonista, se non sbaglio, dice ad un certo punto “Chi ti ama c'è sempre, c'è prima di conoscerti”, il secondo invece fa riferimento al film “La finestra di Fronte” in cui Massimo Girotti dice a Giovanna Mezzogiorno “Non si accontenti di sopravvivere, lei deve pretendere di vivere in un mondo migliore non soltanto sognarlo”. Per il resto volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto questa storia. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo e riguarderà Kanon.


Di seguito le risposte di sagitta72 alle recensioni dello scorso capitolo:


charme_strange: prima di tutto e' di dovere ringraziarti per come segui appassionatamente la nostra storia. il fatto che sia una delle tue storie preferite, mi lusinga molto. Hai ragione che non si puo' non essere romantici con Milo, putroppo pero' ho paura che le due chiacchiere con Melina non le potrai piu' fare, da come si sono svolti  i fatti in questo capitolo.  sono sicura che avresti preferito che ci lasciasse le pene Aristea, ma ti e' cosi' antipatica oppure sei gelosa perche' vorresti essere al posto suo...con il tuo piccolo Kanon!!!!!

JackoSaint:  oh finalmente possiamo rivedervi!!!! non avevo dubbi sulla vostra furbizia!!! Beh a dire il vero poteva anche starci che Milo desse una lezione a Kanon, pensando che lui avesse ucciso il padre di Aristea, sa Milo in fondo no vuole piu' essere un violento, ma quando si tratta di difendere le persone a lui care, torna ad essere il grande combattente di un tempo. ora che mi dici invece di questo capitolo? sono moooolto curiosa

Milo

  
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